Di Francesco Alberoni
È come se l'Europa fosse coperta da una caligine e i suoi abitanti presi
da sonnolenza. Le élite sono rigide, apatiche. Per tre secoli l'Europa è
stata il centro propulsivo del mondo. La società era pervasa da
un'energia collettiva che spingeva i singoli individui a tentare nuove
avventure in tutti i campi, nella scienza, nella politica, negli affari,
nell'arte.
Non c'erano allora università con mezzi sterminati, era l'individuo con
la sua scoperta che cambiava il mondo, come Jenner che inventa il
vaccino, Stephenson la locomotiva, Siemens il telegrafo, Pacinotti la
dinamo, Marconi la radio, Mendel la genetica. In questo clima di
ottimismo vulcanico emergono personalità straordinarie, eccessive. In
politica Marx, Lenin, Bismarck, o grandi avventurieri come Cecil Rhodes.
E lo stesso avveniva nella musica, nella pittura, nell'architettura
Poi tutto si spegne. Ma non si spegne a causa delle spaventose guerre
mondiali. L'attività creativa è continuata fra le due guerre ed anche
dopo. No, il collasso culturale dell'Europa, è avvenuto negli anni
settanta e ottanta.
Cosa è successo di fatale in quel periodo? Gli intellettuali hanno rifiutato le nostre tradizioni e creduto in quattro miti. Prima quello di MaoTze-tung e Che Guevara, un rigurgito di marxismo che ha preceduto la sua morte avvenuta nel 1989 con la caduta del muro di Berlino. Il secondo ci è arrivato dagli Usa, come rivoluzione sessuale e libertaria finito in droga e anarchia emotiva. Il terzo prometteva la democrazia in tutto il mondo ed è morto in Iran, in Irak, in Afghanistan, nelle primavere arabe. L'ultimo è il sogno dell' Europa come nazione nascente, diventata invece un condomino amministrato da puntigliosi burocrati.
Cosa è successo di fatale in quel periodo? Gli intellettuali hanno rifiutato le nostre tradizioni e creduto in quattro miti. Prima quello di MaoTze-tung e Che Guevara, un rigurgito di marxismo che ha preceduto la sua morte avvenuta nel 1989 con la caduta del muro di Berlino. Il secondo ci è arrivato dagli Usa, come rivoluzione sessuale e libertaria finito in droga e anarchia emotiva. Il terzo prometteva la democrazia in tutto il mondo ed è morto in Iran, in Irak, in Afghanistan, nelle primavere arabe. L'ultimo è il sogno dell' Europa come nazione nascente, diventata invece un condomino amministrato da puntigliosi burocrati.
Ne è rimasto un vuoto ideale e di speranza che in Italia sta
trasformandosi in lotta di tutti contro tutti, in cecità di fronte ai
terribili pericoli che incombono. Un grave momento storico in cui
possiamo solo sperare che si affermi un'élite di audaci riformatori che
non si fa fermare da nessuno e scuota il paese dal suo sonno mortifero,
rimettendo in moto la capacità di vivere e di rinnovarsi.
Titolo originale: "I miti sono morti e anche noi non stiamo tanto bene"
Titolo originale: "I miti sono morti e anche noi non stiamo tanto bene"
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