La
scienza non può:
spiegare
la vera forza del mio cuore;
spiegare
la potenza innata dei miei pensieri;
spiegare
l’impatto sulla realtà delle mie intenzioni;
spiegare
la vastità ed intensità delle mie emozioni;
spiegare
la portata del mio amore;
spiegare
come faccio a percepire quello che lei non può vedere;
spiegare
come mantengo la mia salute senza le sue amorevoli cure;
spiegare
la congiunzione col tutto che sento di avere;
spiegare
la mia spiritualità, le mie intuizioni, le mie precognizioni, i viaggi fuori
di ”me”, i miei sogni mentre dormo e da sveglio; ecc. ecc.
La
scienza è uniformante per eccellenza, tutto deve essere riportato a dei valori
comuni, ma io, noi, non siamo comuni, non siamo uniformi, siamo unici ed ognuno
speciale.
La scienza può dirmi molte cose, forse troppe, ma nessuna di quelle che mi importi veramente, che mi aiuti ad essere me stesso, a vivere la mia individualità.
Percepisco(concetto di difficile spiegazione scientifica) nettamente la
scienza come un potente strumento del sistema, una ferrea limitazione alle
enormi potenzialità umane, nessuna di esse ripetibile e quantificabile.
La
mia amata(di un tempo) scienza me l’hanno inculcata a mia insaputa
affascinandomi con le sue mirabolanti capacità di calcolo e precisione e per
molto tempo ho pensato che lei mi avrebbe fatto capire il mondo e la mia vita.
Alla fine l’ho lasciata, l’ho lasciata al suo destino dopo essermi avveduto
dell’inganno di quei dogmi, di quegli sterili calcoli fin troppo riduttivi rispetto alle mie
grandi necessità di conoscenza, soprattutto di me, l’ho lasciata a chi si vorrà
ancora far cullare dalle sue molte illusioni.
La
scienza è stata introdotta a forza e con l’inganno per delimitare il tutto, pur
coscienti che il tutto è infinito ed indefinibile e noi ne facciamo parte.
Nessuno
me ne voglia, ma ho aspettato tanto ed invano che la scienza mi facesse
comprendere chi sono e cos’è la vita, oggi
per me continuare ad accettare e credere ancora in questo metodo riduzionistico
d’indagare la vita significherebbe continuare a limitare l’immenso che ho
dentro, l’immenso che sento, l’immenso che sono e che tutti noi siamo.
Solo trascendendo la scienza si
può ambire a comprendere ciò che siamo veramente.
Esternazione terribilmente vera e bella al tempo stesso.Una coraggiosa rivendicazione del senso della propria esistenza non formulabile dalla scienza nei termini e nei parametri che sono la sua peculiarita che non contemplano valori spirituali e morali che fanno creature ad immagine di Dio.
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