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lunedì 8 gennaio 2018

LA MALATTIA DEGLI ULIVI ERA TUTTA UNA TRUFFA!

LA MALATTIA DEGLI ULIVI ERA TUTTA UNA TRUFFA!
Svolta nell’inchiesta della Procura di Lecce sulla diffusione del batterio Xylella fastidiosa. Sono dieci i nomi che sono stati iscritti sul registro degli indagati. Tra loro, oltre a funzionari della Regione Puglia, ricercatori del Cnr e dello Iam e componenti del Servizio Fitosanitario centrale, c’è anche Giuseppe Silletti, comandante regionale del Corpo Forestale, nelle vesti di commissario straordinario per l’emergenza fitosanitaria. Rispondono dei reati di diffusione colposa di una malattia delle piante, inquinamento ambientale colposo, falsità materiale e ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, getto pericoloso di cose, distruzione o deturpamento di bellezze naturali.

I nomi sono riportati nel decreto con cui le pm Elsa Valeria Mignone e Roberta Licci dispongono il sequestro preventivo d’urgenza di tutte le piante di ulivo interessate dalle operazioni di rimozione immediata come previsto dal Piano Silletti e individuate nell’ordinanza del commissario del 10 dicembre scorso. Sotto chiave sono finiti anche tutti gli ulivi interessati dalla richiesta di rimozione volontaria “sulla base del verbale dell’Ispettore fitosanitario, in cui si rileva la presenza di sintomi ascrivibili a Xylella fastidiosa”, in esecuzione alle previsioni della nota di Silletti del 3 novembre scorso. Inoltre, sono sequestrate tutte le piante di olivo già destinatarie dei provvedimenti di ingiunzione e prescrizione di estirpazione di piante infette emessi dall’Osservatorio fitosanitario regionale. Su quei terreni, ad ogni modo, si consente qualunque intervento colturale che non sia il taglio degli alberi al colletto del tronco o la loro eradicazione.

Il decreto è stato notificato a Silletti nel pomeriggio del 18 dicembre dagli agenti del Nucleo ispettivo del Corpo Forestale dello Stato.
Gli altri indagati sono l’ex e l’attuale dirigente dell’Osservatorio fitosanitario regionale, Antonio Guario e Silvio Schito; Giuseppe D’Onghia, dirigente del Servizio Agricoltura Area politiche per lo sviluppo rurale della Regione Puglia; Giuseppe Blasi, capo dipartimento delle Politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale del Servizio fitosanitario centrale; Vito Nicola Savino, docente dell’Università di Bari e direttore del Centro di ricerca Basile Caramia di Locorotondo; Franco Nigro, docente di Patologia vegetale presso Università di Bari; Donato Boscia, responsabile della sede operativa dell’Istituto per la protezione sostenibile delle Piante del Cnr; Maria Saponari, ricercatrice presso lo stesso istituto del Cnr; Franco Valentini, ricercatore presso lo Iam di Valenzano.

Nelle 58 pagine di decreto, viene ripercorsa l’intera vicenda, a partire dalla prima segnalazione dei sintomi di disseccamento degli ulivi, già dal 2004-2006 e poi nel 2008. All’inizio, però, si attribuirono le cause solo alla lebbra dell’olivo, per la quale, tra il 2010 e il 2012, sono stati anche avviati campi sperimentali “per testare prodotti non autorizzati” per combattere la malattia e per il diserbo degli oliveti con fitofarmaci Monsanto. Nelle varie tappe anche i primi convegni italiani su Xylella, come quello nell’ottobre 2010 presso lo Iam di Bari.

Infine, le analisi, fatte svolgere dalla Procura su ulivi di San Marzano (Ta) e Giovinazzo (Ba), con gli stessi sintomi delle piante salentine. Hanno dato esito negativo. E per gli inquirenti questa è la prova per cui “la sintomatologia del grave disseccamento degli alberi di ulivo non è necessariamente associata alla presenza del batterio, così come d’altronde non è , ancora allo stato, dimostrato che sia il batterio, e solo il batterio, la causa del disseccamento”.

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mercoledì 1 marzo 2017

Una riflessione sulle biotecnologie



UNA RIFLESSIONE SULLE BIOTECNOLOGIE

Alcuni hanno chiamato gli oppositori degli organismi geneticamente modificati retrogradi, oscurantisti contro lo sviluppo scientifico e il progresso.
Dietro a questo cosidetto Sviluppo, concetto cosi' relativo e spacciato come univoco da coloro che proclamano le "future sorti positive della scienza", dietro a questa fragile opera di addomesticamento retorico, si nasconde tutta una serie di dati reali sui quali è necessario riflettere, se si vuole porre correttamente la questione delle biotecnologie.

Innanzitutto occorre fare una precisazione, distinguendo ciò che è la ricerca scientifica "pura" dalla tecnologia, che è l'applicazione della ricerca scientifica, mettendo comunque tra virgolette quel concetto, dal momento che la scienza è sempre una sotto-struttura della società cui appartiene, attinge sempre al suo "serbatoio metafisico e ideologico". Comunque quando si parla di ogm, (organismi geneticamente modificati) ci troviamo di fronte appunto all'applicazione di una scoperta scientifica, nella fattispecie a una "invenzione naturale" su cui si mette un brevetto che ne delimita la proprietà intellettuale, che si svolge in laboratori privati di industrie transnazionali, la cui funzione è aumentare i profitti dell'industria stessa.

Il primo problema che si pone di fronte, riguarda dunque la questione della brevettabilità delle piante e delle sementi trangeniche. Come Rifkin fa notare in "L'era dell'accesso" il primo rilascio di un brevetto su un ogm negli USA nel 1987, rappresentò un precedente rivoluzionario nella storia dei brevetti: per la prima volta, un elemento naturale, il gene, veniva considerato invenzione. Così questi giganti dell'agroalimentare cominciarono a sguinzagliare per tutti gli angoli del mondo e soprattutto nelle foreste pluviali, serbatoi di mega-diversità genica, i propri ricercatori, in cerca di geni appetibili per l'industria alimentare, chimica, farmaceutica, ma anche per la ricerca sui combustibili che potrebbero essere ricavati da processi chimici di piante ogm (e non è un caso, a questo proposito, che Novartis e Monsanto fossero, prima di comprare la maggior parte dei laboratori di biotech e le industrie distributrici di sementi, leader nel settore petrolchimico). 

Il concetto di brevettabilità è connesso alla questione della protezione di questa "invezione naturale", nasce insieme all'idea di considerare i geni della pianta bioingenierizzata proprietà costante, da affittare annualmente ai contadini tramite la vendita dei semi, con una sorta di copyright ad essi applicato, che rende perseguibili penalmente gli agricoltori che decidano di riutilizzare il seme del proprio raccolto per l'anno seguente.

Veniamo ai fatti: il primo tentativo clamoroso di esercitare questa protezione venne da Monsanto, che brevettò una tecnologia divenuta famosa come TERMINATOR, poiché esercita un blocco nello sviluppo del seme , rendendolo di fatto improduttivo per i futuri raccolti.

Come conciliare questa spaventosa realtà con la "pubblicità Pulita" che queste multinazionali tentano di farsi favoleggiando di ipotetiche risoluzioni della fame del mondo, grazie ai loro brevetti?
Pare un castello di carte che crolla da solo, se pensiamo ai milioni di contadini dei Paesi piu' poveri, la cui sopravvivenza dipende dai semi dei raccolti precedenti, tecnica colturale che tra l'altro vige dal neolitico in tutto il globo e poi, chi ha un minimo di conoscenza sui problemi dell'autosufficienza alimentare nei PVS, SA CHE IL PROBLEMA STA NELLA MANCANZA DELLA TERRA PER I PICCOLI CONTADINI , A VANTAGGIO DELLE PIANTAGIONI INTENSIVE PER L'ESPORTAZIONE, le quali hanno già goduto dei vantaggi della Rivoluzione Verde negli anni '60, e che saranno il teatro anche di questa nuova rivoluzione biotecnologica: per i piccoli produttori, sarà il ricatto dell'affitto annuale dei geni brevettati, per i poveri, l'esclusione.

Il caso della rivolta dei 100 piccoli contadini indiani del Karnataca che didero fuoco ad un intero raccolto del Cotone Bt (cotone ogm di Monsanto), che aveva causato una flessione notevolissima nei rendimenti, la legge della commissione Africana per l'agricoltura che vietava l'uso di tecnologie affini a Terminator, per la tutela della popolazione locale, questi sono i fatti , il resto resta fantaretorica.

I promotori delle biotecnologie, tentano anche di mostrarsi sensibili rispetto alle sorti dell'ambiente, parlano della possibilità di inventare batteri ogm in grado di disinquinare gli oceani dalle fuoriuscite di petrolio, di inventare piante resistenti ai parassiti, che necessitino di minori quantità di fitofarmaci... ma la realtà dei laboratori privati di Monsanto ci parla di SOIA ROUNDUP, modificata per resistere a elevate quantità di erbicida Roundup, prodotto chiaramente dalla stessa Monsanto, un vero e proprio monopolio non solo sul seme, ma anche sull'erbicida gemello insomma.

Nel mondo ogni giorno scompaiono circa 1000 specie animali e vegetali, soprattutto a causa dell'elevato tasso di deforestazione nei bacini pluviali, frutto degli accordi commerciali dettati da organismi come IMF , BW e WTO, (veri e propri strumenti per l'azione monopolistica delle società transnazionali) e contemporaneamente si moltiplicano i campi seminati con ogm, che producono rischi, non stimabili attualmente, circa l'inquinamento genico delle specie autoctone, e inoltre nessuno scienziato può stimare oggi quali saranno gli effetti di un'alimentazione transgenica sulla salute umana, tuttavia i sostenitori ci vogliono convincere che i benefici delle biotech sono ragionevolmente elevati per sopportare i rischi.

E' vero che nessuna nuova tecnologia è esente da rischi, ma in questo caso l'applicazione di queste "invenzioni naturali", la loro commercializzazione e brevettabilità mostrano benefici solo ed esclusivamente per i detentori dei brevetti, i rischi e le ripercussioni invece appaiono solo a carico delle persone e dell'ambiente.

E' l'umanità che deve a questo punto innescare un meccanismo di autodifesa per sé e per le generazioni future.

giovedì 20 agosto 2015

I pesticidi sono una delle "principali cause" di infertilità, e disfunzione erettile maschile.

Nuovo studio: I pesticidi sono una delle "principali cause" di infertilità, e disfunzione erettile maschile.
CHRISTINA SARICH
sa defenza 
Questo non è l'unico studio che giunge a queste conclusioni 
La fertilità maschile è in calo, e per anni i ricercatori hanno cercato di capire perché. I numeri possono sembrare scioccanti, ma 60-80 milioni di coppie di tutto il mondo hanno difficoltà a concepire, e vi è un probabile colpevole, soprattutto in considerazione delle prove derivanti dal recente studio pubblicato su Science Direct .
Intitolato " Potenziali percorsi dell'azione dei pesticidi sulla funzione erettile - Un fattore che ha contribuito all'infertilità maschile", lo studio dimostra che insieme a metalli pesanti, radioattività e fumi tossici di sostanze chimiche organiche, i pesticidi sono responsabili in gran parte della disfunzione erettile e la caduta di di fertilità nel sesso maschile. Naturalmente ci sono numerosi "fattori psicologici, fisiologici, patologici, sociali, ambientali e nutrizionali (più altri), in gioco.

Si stima, in alcuni studi, che ben il 52% degli uomini sopra i 40 anni sono affetti da disfunzione erettile. Come è possibile, quando in passato questo fenomeno era raro? Il numero di difetti di nascita che stiamo osservando nel pianeta sono in aumento. È questo, non è una sorpresa, da quando Syngenta doffonde i suoi pesticidi, atrazina,  
causa nelle rane il cambio di genere e genera gravi problemi di fertilità? O quando, si scoprono i veri effetti dell'erbicida, che la Monsanto induce con il suo glifosato, sulla fertilità?
Il 16 aprile si è dibattuta la questione al Proceedings of National Academy of Sciences:
"... alla University of California, di Berkeley, l'endocrinologo di sviluppo Tyrone B. Hayes, professore associato di biologia integrativa, ed i suoi colleghi riferiscono che l'atrazina a livelli spesso si trovano in ambiente demasculanizza i girini e li trasforma in creature ermafrodite con entrambe le caratteristiche sessuali maschili e femminili. L'erbicida abbassa anche i livelli di testosterone nel maschio delle rane sessualmente maturi di un fattore 10, a livelli inferiori a quelli normali rane femmina. "
O come su questa filastrocca pubblicata sul Journal of Reproductive Toxicology , dal titolo " Il glifosato compromette lo sviluppo riproduttivo della prole maschile interrompendo la formulazione di gonadotropine : "
" Questo studio dimostra, per la prima volta, gli effetti sullo sviluppo riproduttivo della prole di sesso maschile da madri trattate con glifosato solo nel periodo perinatale. Concludiamo che l' esposizione promuove cambiamenti comportamentali e problemi istologici ed endocrino dei parametri riproduttivi e questi cambiamenti si riflettono da un hyper-secrezione di androgeni e una maggiore attività delle gonadi, la produzione di sperma e nella libido. "
Con evidenza, come questo che precede, l'ultimo studio dimostra che i pesticidi causano la disfunzione erettile, c'è da chiedersi esattamente perché queste sostanze chimiche sono usate molto diffuse negli Stati Uniti? Cerchiamo di essere chiari: ci sono anche molti altri problemi derivanti dal nostro uso grossolano dei pesticidi .

Perché i pesticidi sono una delle "Principali Cause" di infertilità maschile

Gli autori definiscono i pesticidi "una delle principali cause di infertilità maschile." 

Questo accade per diversi motivi:

1. I pesticidi sono responsabili della diminuzione della concentrazione di testosterone inibendo sia il rilascio di ormone follicolo stimolante (FSH) che l'ormone luteinizzante (LH)  [62] . I pesticidi sono anche responsabili per "apoptosi delle cellule di Leydig e quindi diminuiscono la concentrazione di testosterone totale". Cosa c'è di più, i pesticidi causano l'aumento della secrezione di ormone di rilascio della corticotropina ipotalamica che stimola il rilascio di ormone adrenocorticotropo (ACTH) e cortisolo  [63].  L'alto livello di cortisolo inibisce il rilascio dell'ormone gonadotropina (GnRH). 
Il risultato? la diminuzione di LH e testosterone.

2. I pesticidi inibiscono l'acetilcolina esterasi, una sostanza chimica importante che interagisce con i neurotrasmettitori nel cervello che causa l'erezione negli uomini.

3. Questi fitofarmaci causano grave stress ossidativo.

4. Inoltre, gli antiparassitari, causano apoptosi e necrosi delle cellule - un modo scientifico per dire che le cellule avvizziscono e muoiono.

5. I pesticidi sono distruttori endocrini, il che significa che gli ormoni che regolano l'espressione sessuale di un uomo è inibita o demascolinizzata.

6. Le cellule di Leydig che sono responsabili della creazione del testosterone, senza un adeguato funzionamento l'effetto è la diminuzione del  numero degliu spermatozoi. Il glifosato da solo riduce i livelli di testosterone di ben il 37%!

7. I pesticidi scompigliano i neurotrasmettitori che sono responsabili della reazione per l'erezione.

8. Inoltre influenzano negativamente la tunica albuginea, che è l'involucro fibroso duro del tessuto connettivo che circonda i corpi cavernosi del pene. È costituita da circa il 5% di elastina, un tessuto estensibile che viene principalmente costituito da amminoacidi glicina, valina, alanina e prolina. La maggior parte del tessuto rimanente è collagene, che si compone di lisina, prolina, glicina, alanina, e altri aminoacidi [117] .

Praticamente, possiamo affermare, che i fitofarmaci sono come fossero stati specificamente progettati  per causare la sterilità. 

L’USDA dichiara che i residui di pesticidi nei cibi sono “sicuri”. Ecco perchè non è vero…

Numerose ricerche hanno dimostrato che i pesticidi e altri prodotti chimici agricoli sono neurotossici, in grado di danneggiare il sistema nervoso. Secondo la US Environmental Protection Agency (EPA), il 60 per cento di erbicidi, il 90 per cento di fungicidi, e il 30 per cento di insetticidi sono anche cancerogeni. Tutte queste tossine sono ammessi negli allevamenti convenzionali, e un numero qualsiasi di essi può finire nel piatto quando la frutta e verdura sono convenzionali. E l’uso di ogm e insetticidi aumenta anche il carico di sostanze chimiche di sintesi presenti negli alimenti…

La risposta, naturalmente, è quella di limitare l’esposizione, per quanto possibile, dando al corpo la possibilità di eliminare le tossine che inavvertitamente si ingeriscono. Eppure, nonostante tutti i rischi conosciuti, il Dipartimento dell’Agricoltura statunitense (USDA) insiste che i residui di pesticidi nei prodotti alimentari non devono destare preoccupazione. Secondo l’ultimo rapporto dell’agenzia, più della metà di tutti gli alimenti testati l’anno scorso aveva livelli rilevabili di residui di pesticidi, ma la maggior parte, essi sostengono, sono all’interno del livello “sicuro”. Tuttavia, ci sono una serie di fattori che è necessario sapere….


USDA non testa su glifosato
In particolare, come riportato da Reuters (2) l’USDA non fa i test per il glifosato:
“Come in passato, l’USDA ha detto, che non ha testato i residui di glifosato, il principio attivo dell’erbicida Roundup più usato al mondo.
Un portavoce USDA che ha chiesto di non essere citato, ha detto che le metodiche per testare il glifosato sono estremamente costose … e quindi…”

Nel frattempo, uno dei più recenti studi (3) che hanno indagato sull’effetto del glifosato sulla salute degli americani ha osservato che il glifosato interferisce con molti processi metabolici sia in piante che in animali.

I ricercatori hanno inoltre visto che studi precedenti hanno dimostrato che
il glifosato “sconvolge il sistema endocrino (4) e l’equilibrio dei batteri intestinali … danneggia il DNA ed è un driver di mutazioni che portano al cancro.” Ed hanno rivelato correlazioni “altamente significative” tra le applicazioni di glifosato e seguenti problemi di salute tra la popolazione degli Stati Uniti: Ipertensione, Diabete, Obesità, Lipoprotein metabolismo, morbo di Alzheimer, Demenza senile, morbo di Parkinson, Sclerosi multipla. E ancora: infiammazioni intestinali, Autismo, infezioni intestinali, Insufficienza renale, cancro alla tiroide, Cancro al fegato e alla vescica, tumore al pancreas e al rene, leucemia
Secondo gli autori: “Il significato e la forza delle correlazioni mostrano che gli effetti del glifosato e colture ogm per la salute umana devono essere ulteriormente studiati.”


Il glifosato può essere peggiore del DDT
Secondo il dottor Don Huber, esperto in un settore scientifico che si riferisce alla tossicità di alimenti ogm, il glifosato può essere ancora più tossico del DDT – una sostanza chimica devastante che, proprio come il glifosato, una volta era proclamata “abbastanza sicura da potersi mangiare.” (5) Ha detto: “Proprio l’anno scorso, una nuova ricerca ha implicato il DDT nello sviluppo del morbo di Alzheimer, decenni dopo l’esposizione, e non c’è alcun dubbio nella mia mente che stiamo andando lungo la stessa strada con il glifosato.”
Una ricerca innovativa del Dr. Seneff, pubblicata a giugno 2013, suggerisce che
il glifosato può effettivamente essere il fattore più importante nello sviluppo di una vasta gamma di malattie croniche, in particolare perché i batteri intestinali sono una componente chiave del meccanismo da danno da glifosato.

La Monsanto ha fermamente sostenuto che il Roundup è innocuo per gli animali e gli esseri umani per il meccanismo d’azione che utilizza (che permette di uccidere le erbacce), chiamato via dello shikimato[1], è assente in tutti gli animali. Tuttavia, la via dello shikimato è presente nei batteri, e questa è la chiave per capire come si diffonde il danno sistemico in entrambi gli uomini e gli animali.
Il Dr. Huber ha inoltre presentato fatti (6,7,8) evidenziano l’elevata tossicità per il terreno circostante, le radici delle piante e le acque delle falde, anfibi, pesci, ambienti acquatici, e mammiferi –
causando problemi riproduttivi e che perturbano il sistema endocrino.


Perché anche le colture non-OGM sono più tossiche ultimamente…
Molte autorità importanti come il dottor Huber e il Dr. Stephanie Seneff hanno cominciato a portare all’attenzione la pratica di essiccazione, una pratica in cui il glifosato viene applicato al grano poco prima della raccolta. È interessante notare che, in questo modo, il grano tende a rilasciare più semi. Il Washington Blog (10) recentemente ha pubblicato un articolo che dà un’eccellente panoramica del processo. Diserbo con glifosato è fatto anche su orzo, fagioli, piselli, arachidi, zucchero di canna, l’avena, colza, lino, e le lenticchie (12,13) solo per citarne alcuni.

Inutile dire che le colture irrorate tendono ad essere più contaminate con glifosato. Una grande percentuale di prodotti alimentari trasformati sono realizzati con il grano, e la pratica di diserbo del grano con glifosato appare fortemente correlata con il rapido aumento della celiaca. La ricerca del Dott Seneff dimostra che il glifosato distrugge i villi nel vostro intestino, riduce la capacità di assorbire le vitamine e minerali. E poi sembra interferire con l’assorbimento di alcune proteine e favorire reazioni immunitarie.


Il glifosato si accumula subito in colture ogm
Recenti ricerche (16) hanno dimostrato, inoltre, che vi sono notevoli differenze di composizione tra soia ogm e le varietà non-Ogm, e che il glifosato si accumula facilmente nella prima. Contrariamente alle affermazioni del settore, lo studio ha anche riscontrato che differiscono in termini di qualità nutrizionale, nel caso di soia biologica si ha il profilo nutrizionale sano. Secondo gli autori, “Questo studio rifiuta il fatto che la soia geneticamente modificata è” sostanzialmente equivalente alla non ogm”e ha scoperto che:

• In media la soia ogm contiene 11,9 parti per milione (ppm) di glifosate

• Il livello di residuo massimo trovato= 20,1 ppm

• Nessun residuo sono stati trovati in varietà non-ogm convenzionali e biologici

Risultati simili sono stati trovati in una analisi nutrizionale di
mais ogm 2012, in cui è stata rilevata la presenza di 13 ppm di glifosato, rispetto a nessuno nel mais non-OGM. Se si considera che gli americani mangiano una media di 193 chili di cibi geneticamente modificati ogni anno, il problema della contaminazione con glifosato è senza dubbio molto importante (17). In un articolo del 2014 per The Ecologist, due dei ricercatori sottolineano che questi livelli sono in realtà il doppio, o più, di quello che Monsanto (18) ha definito come “livelli estremi: “Monsanto (produttrice del glifosato) ha affermato che i residui di glifosato in soia ogm sono inferiori a quelli della soia convenzionale, in cui i residui di glifosato sono stati misurati fino a 16-17 mg / kg (Monsanto 1999). Questi residui, trovati nelle piante non ogm, probabilmente sono attribuibili alla pratica di irrorazione prima del raccolto (per essiccazione). Un’altra affermazione della Monsanto è che” i livelli di residui di fino a 5,6 mg / kg in soia ogm rappresentano… livelli estremi, e di gran lunga superiori a quelle tipicamente presenti. ‘ (Monsanto 1999). ” !!!

È molto importante capire che la contaminazione da glifosato in colture Ogm è sistemica, che significa che è presente in ogni cellula della pianta, dalla radice alla punta. Non è solo una questione di contaminazione alla superficie. Se per altre situazioni normalmente, è necessario lavare accuratamente i prodotti per eliminare i residui sulla superficie, nel caso del glifosato da prodotti ogm, non è possibile perché assorbita nelle cellule della pianta.


A fronte di tali preoccupazioni di sicurezza, l’EPA aumenta i livelli consentiti di glifosato nel cibo.

giovedì 12 giugno 2014

Attacco alla Monsanto & Co. – Russia Cina Francia ed altre dicono NO agli OGM


- DI ULSON GUNNAR -
L’emittente Russa RT ha riportato in un articolo intitolato “Russia will not import GMO products – PM Medvedev“, che il primo ministro del paese Dmitry Medvedev, ha annunciato che “la Russia non importerà prodotti OGM”, aggiungendo che “la nazione ha abbastanza spazio e risorse per produrre cibo biologico.” L’articolo citava il primo ministro della Russia, che ha dichiarato espressamente, “se gli americani amano mangiare prodotti OGM,  allora lasciamoglieli mangiare a loro. Noi non abbiamo bisogno di farlo; abbiamo abbastanza spazio e le possibilità per produrre alimenti biologici”.
L’articolo sosteneva inoltre che in Russia i prodotti contenenti più dello 0,9% di ingredienti geneticamente modificati devono essere etichettati, al contrario delle leggi degli Stati Uniti, in cui non è richiesta alcuna etichettatura per i prodotti geneticamente modificati, nonostante la continua e crescente opposizione dell’opinione pubblica a questa pratica.
La reazioni negative contro gli OGM sono sempre più diffuse a causa di ben fondati timori per la salute e per l’ambiente condivisi da popolazioni sempre più informate. Ma l’impulso della spinta contro gli OGM in nazioni come Russia e Cina, ha anche una dimensione geopolitica.
Un esercito marcia sul suo stomaco (proverbio attribuito a Napoleone o a Federico il Grande n.d.t)
La biotecnologia da cui gli organismi geneticamente modificati derivano, è attualmente monopolizzata da una manciata di potenti multinazionali concentrate in Occidente. Questo monopolio costituisce (in parte) il fondamento del potere egemonico occidentale. Come si è visto in Afghanistan, i monopoli delle grandi industrie delle tecnologie legate all’agricultura come la Monsanto hanno giocato un ruolo fondamentale nel tentativo di colonizzazione aziendale dello Stato dell’Asia meridionale. Gli interessi delle multinazionali e la tecnologia, unitamente alle organizzazioni umanitarie occidentali, sostenute dalla forza militare della NATO, hanno contribuito a trasformare il paesaggio agricolo dell’Afghanistan attraverso l’avvelenamento sistematico delle colture tradizionali e la loro sostituzione con la soia geneticamente modificata (una coltura precedentemente estranea al settore agricolo afgano e alla sua cucina). Le radici che la Monsanto ha affondato in Afghanistan saranno profonde e durature. Gli agricoltori che dipendono dalla soia geneticamente modificata brevettata, saranno dipendenti dalla Monsanto e da altri giganti occidentali del biotech e della grande industria delle tecnologie agricole a tempo indeterminato, e, a loro volta, così sarà anche per le persone che dipendono da quegli agricoltori per il sostentamento quotidiano. La stessa sovranità dell’Afghanistan come nazione indipendente è stata minata al livello più essenziale e fondamentale, cioè quello della sicurezza alimentare, che ora si trova in mani straniere.
E ‘chiaro quindi che le nazioni come la Russia, la Cina e altre, stanno rispondendo non solo alle crescenti preoccupazioni tra le proprie popolazioni per quanto riguarda la sicurezza e l’impatto ambientale dei prodotti OGM, ma anche alla minaccia che questa tecnologia monopolizzata pone riguardo l’approvvigionamento di generi alimentari di ciascun paese e, di conseguenza, alla loro sovranità.
Le recenti sanzioni rivolte alla Russia nel tentativo dell’Occidente di cementare un cambiamento di regime nella vicina Ucraina, illustrano perfettamente quanto potenzialmente dannosa possa essere la assoluta dipendenza dalle grandi industrie delle tecnologie agricole occidentali. Se l’ agricoltura russa fosse stata più dipendente dagli OGM occidentali, e se le sanzioni dell’Occidente fossero state erogate ad ampio spettro o in maniera più generale come accade contro le nazioni come l’Iran, la potenziale sopravvivenza della popolazione Russa sarebbe potuta essere messa a repentaglio, e l’instabilità politica sostenuta dall’ estero in grado di minacciare Mosca, si sarebbe raggiunta  facilmente.
Ogni nazione un castello
Le sanzioni contro l’Iran hanno costretto il paese a diventare autosufficiente in una vasta gamma di attività socioeconomiche tra cui la produzione alimentare, la ricerca e lo sviluppo tecnologico, e lo sviluppo di armi. Malgrado le sanzioni che l’Occidente rivolge all’Iran siano progettate per agire come una forma moderna di assedio praticato a livello nazionale per indebolire il paese  contribuendo infine al suo crollo, queste hanno reso l’Iran più forte.
L’Iran è diventato un proverbiale “castello”, resistendo all’assedio rompendolo in alcuni punti, e indebolendolo tramite una attività economica autosufficiente all’interno dei suoi confini in altre aree. Nazioni come la Russia e la Cina, direttamente affrontate da un Occidente che prova apertamente a circondarle sia con alleanze stipulate che con specifiche strategie (la NATO e il “perno verso l’Asia”, nell’ordine), devono garantirsi altresì l’indipendenza e l’autosufficienza attraverso una vasta gamma di attività socioeconomiche, con necessità fondamentali come la sicurezza degli alimenti, a cui viene data la priorità.
L’agricoltura biologica, incrementata dall’uso delle moderne tecnologie, come suggerito dal premier Medvedev, ha il potere di garantire la sicurezza alimentare per la Russia oggi e anche in futuro. Con la crescente domanda globale di un cibo più salutare senza gli OGM, una politica nazionale predisposta verso il cibo biologico potrebbe diventare un vantaggio economico oltre i confini della Russia. Altre nazioni, comunità, e in effetti le persone di tutto il mondo dovrebbero guardare a questo primo passo fondamentale, garantire il proprio approvvigionamento alimentare, e capire come questa sia la chiave per la sovranità nazionale, locale e individuale, nonchè un mezzo per migliorare le prospettive economiche.
I grandi monopoli agricoli occidentali cercano di infiltrare ed invadere le forniture alimentari nazionali in tutto il mondo, mentre mirano a bloccare le sanzioni alle nazioni che tentano di influenzare o controllare geopoliticamente. Una nazione subordinata ai grandi monopoli agricoli dell’Occidente, se fosse presa di mira da sanzioni o da altri mezzi per minare e rovesciare l’ordine politico esistente, sarebbe particolarmente vulnerabile. Così, passare al cibo biologico non è solo un modo per mantenere la popolazione di una nazione sana e quindi più produttiva, ma anche un mezzo fondamentale per proteggere la sovranità nazionale.
I benefici miopi in termini di profitti dei grandi monopoli agricoli da cui i governi di tutto il mondo potrebbero essere attualmente tentati, potrebbero essere la leva utilizzata dall’Occidente un domani per estirparli quando la loro utilità sarà percepita dall’Occidente come esaurita, e verrà richiesta una nuova direzione . Per le nazioni che credono nei meriti degli OGM, i loro abitanti dovrebbero esigere che tale tecnologia venga sviluppata, attuata, regolamentata e monitorata a livello locale, precludendo la moltitudine di pericoli che la dominazione straniera della loro fornitura alimentare pone a riguardo.
Ulson Gunnar è un analista geopolitico che vive a New York e uno scrittore in particolare per la rivista online New Eastern Outlook
Fonte: www.globalresearch.ca
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SURVIVAL
http://www.informarexresistere.fr 

L'esercito USA opera per la Monsanto per colpire gli attivisti NO-OGM



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Di Jonathan Benson Un efficace articolo investigativo pubblicato di recente da un importante giornale tedesco ha rivelato dettagli scioccanti sulle tattiche usate dal gigante della chimica Monsanto per assumere il controllo dell’agricoltura globale. Secondo questa analisi scrupolosa, la Monsanto bersaglia ricercatori indipendenti, scienziati, attivisti e altri che si oppongono agli organismi geneticamente modificati(OGM) utilizzando le vaste risorse e la manodopera sia del governo federale statunitense sia del complesso militare industriale americano. 
Il resoconto, apparso il 13 luglio nell’edizione cartacea del Suddeutsche Zeitung, spiega con rigorosi dettagli come sia gli individui che i gruppi contrari agli OGM e alle altre tecnologie agricole basate sulla chimica sono stati minacciati, attaccati, calunniati e terrorizzati. In numerose occasioni documentate, precise informazioni sui pericoli degli OGM sono state efficacemente bloccate da forze misteriose che molti affermano essere l’industria chimica. “Un grandissimo numero di critici della Monsanto riporta attacchi regolari compiuti da hacker professionisti” spiega un frammento dell’articolo. “La Monsanto ha legami con i servizi segreti USA, con l’esercito, con spietate compagnie di sicurezza private e, ovviamente, con il governo statunitense.” 
Un esempio indicativo di questo fu quando il gruppo ambientalista europeo Amici dellaTerra, insieme all’Associazione Tedesca per la Protezione di Natura e Ambiente (BUND), venne colpito prima della pubblicazione di uno studio schiacciante sugli effetti nocivi alla salute del glifosato, il principale principio attivo del Roundup, l’erbicida della Monsanto. Pochi giorni prima della pubblicazione, un virus misterioso infettò il computer del maggiore organizzatore dello studio, rischiando di far rinviare molte pubblicazioni importanti. Anche il notevole sito di indagine sugli OGM, GMWatch.org, è stato bersagliato senza sosta con attacchi informatici almeno dal 2007; una tendenza preoccupante che il responsabile del sito è convinto provenga dall’industria biotecnologica. Come abbiamo riportato nel 2012, alcuni degli attacchi più intensi contro il sito avvennero poche settimane e giorni prima del voto sulla storica Proposta 37 in California, che avrebbe reso obbligatoria l’etichettatura degli OGM al dettaglio. Le persecuzioni di Monsanto sono rese possibili dall’occupazione del governo federale. Oggigiorno la Monsanto ha molti amici stretti nei ranghi del governo federale statunitense. Dozzine di posizioni governative chiave sono di fatto tenute da ex dirigenti della Monsanto; una mossa strategica che ha dato alla multinazionale accesso esclusivo al genere di risorse necessario per condurre attacchi informatici su vasta scala contro i suoi oppositori. Gli stessi dirigenti della Monsanto hanno perfino ammesso negli anni passati che la cosiddetta “guerra informatica” è necessaria per proteggere gli interessi economici sia all’interno che all’estero. “Immaginate internet come un’arma sul tavolo,” avrebbe detto l’ex responsabile alle pubbliche relazioni della Monsanto, Jay Byrne, nel 2001. “O la usi tu o la usa il tuo avversario, ma qualcuno verrà ucciso.” Sono parole potenti, che suonano sempre più vere mentre continuano ad emergere resoconti sulle tattiche intimidatorie della Monsanto contro i governi stranieri che rifiutano le sue offerte. Documenti confidenziali resi pubblici di recente da Wikileaks, per esempio, rivelano un piano degli ufficiali governativi per “vendicarsi” contro le nazioni che hanno rifiutato di accettare gli OGM, anche quando i popoli di quelle nazioni non volevano niente a che fare con tale tecnologia. Tutti i dettagli sordidi della collusione del governo USA con l’industria biotecnologica sono disponibili nel articolo, tradotto in inglese, del Suddeutsche Zeitung, che potete leggere qui: http://sustainablepulse.comFonte: Globalresearch Traduzione: Anacronista

giovedì 1 maggio 2014

OGM - QUESTE SONO LE MOSSE GIUSTE DA FARE


L’Ungheria brucia tutte le piantagioni realizzate con semi OGM.

L’ Ungheria ha deciso di eliminare tutte le piantagioni realizzate con semi OGM di Monsanto. Secondo il ministro per lo Sviluppo Rurale Lajos Bognar, sono stati bruciati questa settimana circa 500 ettari di colture di mais – pari a cinque milioni di metri quadrati. L’intenzione è che il paese non abbia più un solo frutto proveniente da materiale geneticamente modificato.
Secondo le informazioni del portale Real Pharmacy divulgato ieri, i campi di grano sono stati distrutti in tutto il territorio ungherese ed erano stati di recente impianto. Solo così il polline di mais TOSSICO che stava per essere disperso nell’aria, non sarà quindi pericolo per la popolazione.
Gli ungheresi sono il primo a prendere una posizione forte in seno all’Unione europea in relazione all’uso di semi transgenici. Nel corso degli ultimi anni, il governo ungherese sta distruggendo diverse piantagioni di materiali derivati dalla Monsanto. Il ministro dice che i produttori dei paesi Bognar sono tenuti a garantire che non utilizzano sementi geneticamente modificate.
L’Unione europea ha una politica di libera circolazione dei prodotti all’interno dei paesi del blocco. Così le autorità ungheresi, CHE HANNO BANDITO L’OGM dal 2011, non possono indagare su come i semi raggiungono il loro territorio. Tuttavia, ha detto Lajos Bognar, “che non ci impedisce di indagare in profondità l’uso di questi semi nel nostro territorio.”
Secondo la stampa ungherese, il paese ha ancora migliaia di ettari in queste condizioni. Sempre secondo il portale Portogallo Mondiale agricoltori si difese contro l’accusa di utilizzare materiale geneticamente modificato. Essi sostengono che non sapevano che si trattava di semi di Monsanto.
Poiché il periodo fertile per le piantagioni è già oltre la metà, è troppo tardi per ripiantare nuovi semi. Così, il raccolto di quest’anno è andato completamente perso. E a peggiorare le cose per gli agricoltori, la società che ha distribuito i semi OGM è fallita – il che impedisce ogni possibilità di risarcimento.

martedì 4 marzo 2014

Roundup: un “contraccettivo” accusato di genocidio



Per quanto tempo ancora potremo ignorare il crescente numero di ricerche che collegano il Roundup alla sterilità, prima di definire questa sostanza chimica un “contraccettivo”?
Seguendo da vicino le orme della decisione dell’EPA per consentire residui di erbicida Roundup, nel nostro cibo, a concentrazioni un milione di volte superiori a quello già dimostrato essere cancerogeno, un nuovo studio pubblicato sulla rivista Free Radical Medicine & Biology associa l’erbicida, e il suo ingrediente principale il glifosato, con l’infertilità maschile, a concentrazione ben al di sotto del “livello di sicurezza” stabilito dall’ EPA per il cibo.

Condotto da ricercatori brasiliani, lo studio ha trovato che l’esposizione a basse dosi di Roundup (36 ppm, 0.036g/L) per 30 minuti ha indotto la morte cellulare nelle Cellule di Sertoli (cellule che si trovano nei tubuli seminiferi dei testicoli) in età prepuberale del testicolo di ratto. Le Cellule di Sertoli sono conosciute come “madri” o cellule “balia” all’interno dei testicoli, in quanto sono responsabili del mantenimento della salute degli spermatozoi, e sono necessari per il normale sviluppo sessuale maschile.
L’esposizione all’erbicida Roundup ha dimostrato di indurre stress ossidativo e attivare stress multipli all’interno delle cellule colpite, inoltre è stata associata anche con un aumento del calcio intracellulare (Ca2 +) che porta alla concentrazione di Ca2 + creando un sovraccarico, e la successiva morte cellulare.
Prove d’incubazione di trenta minuti con solo glifosato (36 ppm) hanno aumentato anche l’assorbimento di Ca2 +, e sia il Roundup che glifosato hanno causato una riduzione del livello di glutatione. Il glutatione è un antiossidante (donatore di elettroni) che si trova all’interno di ogni cellula del corpo umano, e la protegge contro lo stress ossidativo, oltre a mantenere una vasta gamma di reazioni biochimiche quali riparazione di DNA e sintesi di proteine, trasporto degli aminoacidi, sintesi delle prostaglandine, aminoacidi e attivazione enzimatica; una disregolazione di glutatione può portare ad una vasta gamma di effetti avversi.
I ricercatori hanno notato che “Il glifosato è stato descritto come un distruttore endocrino che colpisce il sistema riproduttivo maschile. Tuttavia, la base molecolare della sua tossicità resta da chiarire. Potremmo presupporre che la tossicità del Roundup, implicata nel sovraccarico di Ca2 +, nella risposta allo stress del reticolo endoplasmatico e/o impoverito delle difese antiossidanti, potrebbero contribuire a alla rottura della spermatogenesi delle Cellule di Sertoli che influenzerebbe la fertilità maschile “.
Questo studio si aggiunge ad un crescente corpo di ricerche che implicano l’erbicida Roundup nell’infertilità maschile:
- Uno studio del 2007 pubblicato sulla rivista Reproductive Toxicology ha trovato che l’erbicida Roundup ha alterato la struttura della regione del testicolo e dell’epididimo (parte del sistema del condotto spermatico tubolare), così come i livelli sierici di testosterone e di estradiolo, in maschi anatre, portando i ricercatori a concludere che il Roundup “… può causare disordine nella Morfofisiologia del sistema genitale maschile di animali.”
- Uno studio del 2010 sui ratti maschi pubblicato negli Archives of Toxicology ha rivelato che l’esposizione prepuberale alla formulazione commerciale di glifosato altera i livelli di testosterone e la morfologia testicolare, portando i ricercatori a descrivere l’erbicida come “un potente distruttore endocrino”.
- Uno studio del 2011 sul ratto maschio pubblicato nella Archives of Toxicology ha rivelato che l’esposizione materna al glifosato disturba il processo di mascolinizzazione e promuove cambiamenti comportamentali e problemi istologici ed endocrini nei parametri riproduttivi.
- Uno studio del 2011 pubblicato sulla rivista Toxicology in Vitro ha trovato che un erbicida a base di glifosato causava necrosi e apoptosi indotta nelle cellule testicolari di ratti maturi in vitro, e la diminuzione di testosterone a livelli bassi. Nello studio, il Roundup ed il glifosato a concentrazioni a partire da 1 parte per milione hanno prodotto una diminuzione di testosterone nelle cellule spermatiche del 35%.
- Un più recente studio del 2013 sui ratti maschi pubblicato sulla rivista Ecotoxicology and Reproductive ha trovato che il glifosato (in combinazione con un altro pesticida) provoca grave stress ossidativo nei testicoli maschili, con conseguente inibizione della produzione di testosterone e perturbazione dei livelli di gonadotropina.
Dato il crescente numero di ricerche che rivela chiaramente la tossicità del Roundup ed i danni da esso causati agli apparati riproduttivi animali, si può benissimo dire che questa sostanza chimica ha proprietà contraccettive e pertanto è causa di genocidio. Influenzando direttamente le cellule biologicamente immortali all’interno dei testicoli, il cui DNA contiene oltre 3 miliardi di anni di valore delle informazioni essenziali affinchè ci sia un futuro per la nostra specie nel suo complesso, il Roundup dovrebbe essere considerato uno strumento di distruzione di massa. Per lo meno, il principio di precauzione dovrebbe essere applicato, e di qualsiasi prodotto chimico che segnala il potenziale pericolo di disturbare o di distruggere le cellule germinali della nostra specie, dovrebbe essere vietato a meno che il fabbricante possa dimostrare oltre ogni ragionevole dubbio la sua sicurezza rispetto alle popolazioni esposte.
Per approfondire scaricate l’eBook gratuito “Sai cosa causano alla salute PESTICIDI, ERBICIDI e CONCIMI CHIMICI?” Cliccando qui.
 
www.laviadiuscita.net

http://www.greenmedinfo.com/blog/it-time-acknowledge-roundup-herbicide-contraceptive

mercoledì 26 febbraio 2014

MI CHIAMO STEVE MARSCH – E sto combattendo contro Monsanto

monsantoTUTTE LE VOLTE CHE IMMAGINIAMO O VEDIAMO UN CONTADINO CHE INGAGGIA UNA BATTAGLIA CONTRO GRANDI CORPORATIONS,l’immagine che ci viene immediatamente in mente è quella di un piccolo, agguerritissimo David contro Golia. Di continente in continente, i casi si moltiplicano. Anni fa, aveva fatto scalpore la storia del canadese Percy Schmeiser, un coltivatore di canola trascinato in tribunale dal colosso Monsanto nel 1997 per violazione del brevetto della società agrochimica sui semi di canola gm Roundup Ready, resistenti all’omonimo erbicida del colosso di Saint Louis. Schmeiser aveva sempre sostenuto che in realtà la sua fattoria era stata contaminata dai semi Gm portati dal vento nei suoi campi.Tra qualche giorno, andrà in scena un nuovo dibattito destinato a far parlare, e il caso sta già rimbalzando per innumerevoli account facebook e twitter.

monsanto 
IL PROSSIMO 10 FEBBRAIO,infatti, Steve Marsh, contadino biologico di Kojonup, a sud di Perth, porterà in giudizio il suo vicino. Michael Baxter, la cui canola geneticamente modificata è arrivata nel 2010, senza invito, nei suoi campi contaminandoli e facendogli perdere la certificazione. Nei tre anni trascorsi, Steve ha lavorato incessantemente per ripulirli. Adesso, sta per scoccare l’ora del processo, dove, non potendo citare in giudizio Monsanto, Steve se la vedrà direttamente col proprio vicino.A questo proposito, Carlo Petrini dichiara: «Il caso di Steve Marsh è la riprova del fatto che gli Ogm costituiscono una minaccia per la salute del nostro ambiente, e anche per un diritto fondamentale: la sovranità alimentare. È inammissibile, infatti, che un agricoltore biologico perda la certificazione sul 70% delle proprie terre per il semplice fatto che queste sono state contaminate dalla canola Gm di una fattoria vicina. Gli Ogm stanno privando gli agricoltori e i consumatori della possibilità di scegliere. Gli uni non scelgono più cosa coltivano, gli altri spesso non possono scegliere quel che mangiano. Per questo supportiamo Steve Marsh nella sua battaglia, e invitiamo tutti a partecipare al global twitter storm, utilizzando l’hashtag #IamSteveMarsh. Perché la vicenda di questo agricoltore è australiana, ma il modo in cui si risolverà in tribunale il prossimo 10 febbraio potrebbe avere implicazioni globali».
Slow Food sostiene la battaglia di Steve Marsh e della Safe Food Foundation che lo ha sostenuto in tutto questo tempo. La nostra speranza è che in Canada, come in Australia, come in Friuli, gli agricoltori biologici possano scegliere quel che coltivano, senza subire attacchi e minacce. Il vento gioca brutti scherzi. Ma è solo un complice involontario della contaminazione Gm
redatto da Pjmanc http://ilfattaccio.org

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