LA MALATTIA DEGLI ULIVI
ERA TUTTA UNA TRUFFA!
Svolta nell’inchiesta della Procura di Lecce sulla
diffusione del batterio Xylella fastidiosa. Sono dieci i nomi che sono stati iscritti sul registro degli indagati.
Tra loro, oltre a funzionari della Regione Puglia, ricercatori del Cnr e dello
Iam e componenti del Servizio Fitosanitario centrale, c’è anche Giuseppe
Silletti, comandante regionale del Corpo Forestale, nelle vesti di commissario
straordinario per l’emergenza fitosanitaria. Rispondono dei reati di diffusione colposa di una malattia
delle piante, inquinamento ambientale colposo, falsità materiale e ideologica
commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, getto pericoloso di cose,
distruzione o deturpamento di bellezze naturali.
I nomi sono riportati nel decreto con cui le pm Elsa
Valeria Mignone e Roberta Licci dispongono il sequestro preventivo
d’urgenza di tutte le piante di ulivo interessate dalle operazioni di rimozione
immediata come previsto dal Piano Silletti e individuate nell’ordinanza del
commissario del 10 dicembre scorso. Sotto chiave sono finiti anche tutti gli
ulivi interessati dalla richiesta di rimozione volontaria “sulla base del
verbale dell’Ispettore fitosanitario, in cui si rileva la presenza di sintomi
ascrivibili a Xylella fastidiosa”, in esecuzione alle previsioni della nota di
Silletti del 3 novembre scorso. Inoltre, sono sequestrate tutte le piante di
olivo già destinatarie dei provvedimenti di ingiunzione e prescrizione di
estirpazione di piante infette emessi dall’Osservatorio fitosanitario
regionale. Su quei terreni, ad ogni modo, si consente qualunque intervento
colturale che non sia il taglio degli alberi al colletto del tronco o la loro
eradicazione.
Il decreto è stato notificato a Silletti nel pomeriggio
del 18 dicembre dagli agenti del Nucleo ispettivo del Corpo Forestale dello
Stato.
Gli altri indagati sono l’ex e l’attuale dirigente dell’Osservatorio fitosanitario regionale, Antonio Guario e Silvio Schito; Giuseppe D’Onghia, dirigente del Servizio Agricoltura Area politiche per lo sviluppo rurale della Regione Puglia; Giuseppe Blasi, capo dipartimento delle Politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale del Servizio fitosanitario centrale; Vito Nicola Savino, docente dell’Università di Bari e direttore del Centro di ricerca Basile Caramia di Locorotondo; Franco Nigro, docente di Patologia vegetale presso Università di Bari; Donato Boscia, responsabile della sede operativa dell’Istituto per la protezione sostenibile delle Piante del Cnr; Maria Saponari, ricercatrice presso lo stesso istituto del Cnr; Franco Valentini, ricercatore presso lo Iam di Valenzano.
Gli altri indagati sono l’ex e l’attuale dirigente dell’Osservatorio fitosanitario regionale, Antonio Guario e Silvio Schito; Giuseppe D’Onghia, dirigente del Servizio Agricoltura Area politiche per lo sviluppo rurale della Regione Puglia; Giuseppe Blasi, capo dipartimento delle Politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale del Servizio fitosanitario centrale; Vito Nicola Savino, docente dell’Università di Bari e direttore del Centro di ricerca Basile Caramia di Locorotondo; Franco Nigro, docente di Patologia vegetale presso Università di Bari; Donato Boscia, responsabile della sede operativa dell’Istituto per la protezione sostenibile delle Piante del Cnr; Maria Saponari, ricercatrice presso lo stesso istituto del Cnr; Franco Valentini, ricercatore presso lo Iam di Valenzano.
Nelle 58 pagine di decreto, viene ripercorsa l’intera
vicenda, a partire dalla prima segnalazione dei sintomi di disseccamento
degli ulivi, già dal 2004-2006 e poi nel 2008. All’inizio, però, si attribuirono
le cause solo alla lebbra dell’olivo, per la quale, tra il 2010 e il 2012, sono
stati anche avviati campi sperimentali “per testare prodotti non autorizzati”
per combattere la malattia e per il diserbo degli oliveti con
fitofarmaci Monsanto. Nelle varie tappe anche i primi convegni italiani su
Xylella, come quello nell’ottobre 2010 presso lo Iam di Bari.
Infine, le analisi, fatte svolgere dalla Procura
su ulivi di San Marzano (Ta) e Giovinazzo (Ba), con gli stessi
sintomi delle piante salentine. Hanno dato esito negativo. E per gli inquirenti
questa è la prova per cui “la sintomatologia del grave disseccamento degli
alberi di ulivo non è necessariamente associata alla presenza del batterio,
così come d’altronde non è , ancora allo stato, dimostrato che sia il batterio,
e solo il batterio, la causa del disseccamento”.
Tratto da alfredodecclesia.blogspot.it
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nel fatto quotidiano non vedo nulla, può postare i link, grazie?
RispondiEliminahttps://www.ilfattoquotidiano.it/2015/12/18/xylella-sequestrati-tutti-gli-ulivi-da-abbattere-10-indagati-ce-anche-commissario-silletti/2317258/
Eliminasi, grazie per il link, ma è del 2015. come sono evolute le cose ? sono passati 3 anni quasi
RispondiEliminaIn questi 3 anni... Un disastro di proporzioni catastrofiche, la bellezza naturale della Puglia ridotta a migliaia di rinsecchiti ulivi morti...
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