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domenica 18 febbraio 2018

Le “trasmutazioni biologiche” di Louis Kervran

Le “trasmutazioni biologiche” di Louis Kervran
di Luca - 7 febbraio 2018
Da tempo si parla spesso di frutti elettivi, di integratori magici , di super food, ma per quanto a volte possano avere degli effetti con determinati cibi o sostanze il più delle volte il corpo si “arrangia” da solo nel trovare le sostanze di cui ha bisogno.
Pubblico qui un capitolo estratto dal libro Fruttalia, che abbiamo scritto per parlare di Louis Kervran e in relazione a tutti i discorsi sulla necessità o in questo caso inutilità di integrare la vitamina B12.

Com’è possibile ottenere tutti gli elementi essenziali per la nostra vita, anche se il cibo ideale dell’uomo, la frutta, non ne contiene traccia?
Corentin Louis Kervran (Quimper, Bretagna, 1901 – 2 febbraio 1983) fu un chimico e fisico francese e a cui dobbiamo la risposta a questa domanda. Era un docente universitario, esperto in Medicina del lavoro, in Igiene e in Agricoltura, e fu per venti anni direttore del servizi francesi per la prevenzione degli effetti dannosi delle radiazioni atomiche.
Parlare della scoperta di Kervran non è facile; le sue ricerche iniziano attorno al 1935 e i suoi esperimenti, che lo portarono a postulare la sua teoria, nel 1961. Sono stati così fortemente ridicolizzati e, subito dopo, insabbiati, che non dovete stupirvi se non avete mai sentito parlare di lui. Eppure fece una delle più grandi scoperte al mondo, confermate nel 1973/74 dalle prove effettuate al CERN di Ginevra, uno dei centri di ricerca più grandi ed all’avanguardia.

Grazie a lui, è ora facile capire e rispondere ad una delle domande più assillanti che si sente rivolgere chi non mangia carne, vale a dire la presunta mancanza di Vitamina B12 e il suo approvvigionamento.
La B12 è una vitamina che si trova in abbondanza nei muscoli degli animali ed è introvabile nei vegetali, ed è forse per questo motivo che è facile accettare l’idea che la carne sia l’unica fonte di approvvigionamento accessibile. I disturbi funzionali da mancanza di B12 sono davvero gravi e la particolarità di questa vitamina è la sua composizione che si basa sul cobalto, che è un elemento tossico e praticamente inesistente sulla crosta terrestre.
Per comprendere come sia possibile vivere di sola frutta e non avere carenza di B12, è bene iniziare dalla storia del suo lavoro.

Gli esperimenti:
In uno dei suoi esperimenti più rappresentativi, Louis Kervran fu in grado di far deporre uova perfette, il cui guscio è un composto a base di Calcio, da galline alle quali fu somministrata una rigida dieta priva di questo minerale. Le soluzioni erano perciò due: o le galline attingevano il Calcio da risorse interne (le proprie ossa), oppure il metabolismo riusciva a ricavarlo da un’altra fonte.
Alla fine, i risultati furono evidenti e quantomeno strabilianti: la fonte da cui traevano il Calcio non erano le ossa, ma era il Potassio di cui era ricca la loro nuova dieta.
Questa scoperta, venne replicata più volte anche da altri ricercatori e verificata su più esseri viventi, piante comprese.

Un animale su cui è facile verificare questo fenomeno è il granchio che, durante il suo periodo di muta, in cui non si alimenta in alcun modo, è in grado di ricomporre la sua corazza, che è composta in gran percentuale da Calcio.

Tenetevi forte perché la conclusione di questi esperimenti ed osservazioni è davvero strabiliante: la Natura è in grado di compiere un fenomeno di cui erano alla ricerca anche gli antichi alchemici : la trasmutazione degli elementi. Una reazione nucleare a debole energia a rilascio energetico pari a zero, capace di generare un atomo partendo da un altro, ovvero, come nell’esempio sopra, partire dal Potassio e trasformarlo in Calcio senza che in questo passaggio sia generato o assorbito del calore.

La scienza moderna per decenni si è rifiutata di riconoscere questa verità, e solo dopo la conferma ufficiale data dagli esperimenti del CERN ha dapprima riconosciuto l’ “effetto Kervran” come reale, ma subito dopo si è impegnata a far cadere una cortina di silenzio su questo aspetto della Natura.

La Scienza Nucleare, attualmente, è in grado di trasmutare gli elementi solo utilizzando alte energie; inoltre, si pensa che il fenomeno della fusione fredda si basi proprio sull’effetto Kervran.
Comprendete la portata di tale scoperta e i gravi danni economici che ne conseguirebbero per le case farmaceutiche e per l’industria alimentare? Capite che i parametri con cui attualmente descriviamo la vita terrestre sarebbero tutti da rivedere?

Che giustificazione dareste voi alla volontà, da parte di chi guadagna sul persistere delle malattie, di far rimuovere queste ricerche che pregiudicano i loro prodotti?
Domande pesanti cui non vogliamo dare risposta in questo libro, ma che speriamo possano far nascere spunti di riflessione e curiosità di approfondimento.
Come si lega dunque questa scoperta con la vitamina B12 sarà ora molto semplice da capire e, per farlo, approfondiamo un poco la relazione che lega il Potassio al Calcio.
Questi due elementi sono vicini nella tavola periodica degli elementi, poiché il Potassio ha numero atomico (numero di protoni nel nucleo) 19 e il Calcio 20.
Che elemento si trova vicino il cobalto? Il Ferro, il metallo più diffuso in natura.
Quindi, secondo la tesi di Kervran, il corpo umano sarebbe in grado di trasmutare il Ferro, numero atomico 26, in Cobalto 27, e di sintetizzare la vitamina B12, in barba a chi dice il contrario , esattamente come lo fanno mucche, cavalli e tutti gli altri animali erbivori.
Altrimenti c’è qualcuno che sa spiegarci come fanno questi animali ad averne in abbondanza nelle loro fibre, mangiando solo erba di cui si ha la certezza non poter esserne la fonte?

Per chi non fosse ancora convinto (e credeteci che avete tutta la nostra comprensione) di questa straordinaria capacità della natura, daremo due ulteriori esempi per cui non serve essere scienziati ma solo osservatori dotati di una comune intelligenza.

martedì 1 marzo 2016

L’autismo è reversibile al 100% - Terapia CEASE

“L’autismo è uno squilibrio reversibile al 100%. Ecco la Terapia CEASE”


Quando mi sono imbattuto in questo protocollo ho subito sentito che era qualcosa di buono e i risultati parlano chiaro. Il Dottor Tinus Smits, omeopata olandese, ha messo a punto la terapia CEASE che ha risultati miracolosi per la medicina allopatica che lo considera ‘incurabile’. Oggi un bambino nato ogni 100 è autistico, come è possibile? In questo articolo spiego la posizione del Dott. Smits, come funziona la sua cura e come metterla in pratica.

L’autismo è una vera e propria pandemia in crescita esponenziale, che in alcuni stati raggiunge addirittura numeri allarmanti, interessando 1 bambino ogni 50-80 nati. Il Dr. Smits ha fatto importanti scoperte che spiegano perché l’autismo sia in continua crescita ed è per questo che tale lettura risulterà di grande utilità per i genitori dei bambini autistici e per tutti coloro che si occupano dell’assistenza di questi bambini.

TESTIMONIANZE
La madre di Stephan scrive al Dr. Smits: “Nei nove mesi di trattamento nostro figlio, da un bambino che non parlava, si è trasformato in uno capace di frequentare una scuola normale, di parlare con frasi compiute e di relazionarsi con tutti. La sua Terapia CEASE è grandiosa. La nostra vita adesso è totalmente cambiata. Grazie per quello che fa“.
La madre di Dirkje afferma: “Dopo tre mesi e mezzo di trattamento, nostra figlia è diventata un’altra. Si è svegliata, è in grado di esprimersi verbalmente e dice cosa sente invece di urlare; è più flessibile, più aperta e più indipendente; la differenza è enorme“.
Siem J., ex bambino autistico, dice: “È come se avessi una seconda vita. Ora è completamente diversa da prima”.

COME APPROFONDIRE E SEGUIRE IL METODO CEASE
Il dr. Tinus Smits è morto nel 2011 ma rivela il metodo nel suo libro “Autismo. Oltre la disperazione” e il suo lavoro è portato avanti da colleghi medici anche in Italia attraverso il portale CEASE Thepay Italia dove è possibile consultare dei medici e ricevere la cura per il proprio caso.
Marcello Pamio ha messo a punto un’intervista per far conoscere i fondamenti del suo metodo, dove le risposte sono state estrapolate direttamente dal suo libro e dal materiale pubblicato nel sito ufficiale gestito dai colleghi medici che ancora oggi portano avanti il suo lavoro. Dopo questa intervista, per completare il quadro, ha chiesto aiuto al dottor Roberto Gava, medico tossicologo, farmacologo e omeopata di Padova che, oltre ad avere curato la revisione scientifica del libro in oggetto, ne ha scritto anche la prefazione.

INTERVISTA
D: Gentile dottor Tinus Smits quando è iniziato il suo interesse verso l’autismo?
R: Il mio interesse verso l’autismo è scaturito dalle prime esperienze di disintossicazione di bambini danneggiati dai vaccini pediatrici.
Molti disturbi comportamentali – quando si otteneva la disintossicazione dai vaccini – scomparivano completamente.
Ho visto nella mia pratica clinica che disturbi dell’attenzione (ADD), iperattività (ADHD), alterazioni dell’umore e aggressività erano spesso correlati alle vaccinazioni pediatriche. E quando effettuavo la disintossicazione dai vaccini ricevuti, si ottenevano miglioramenti incredibili e anche vere e proprie guarigioni.

D: Quando è giunto alla incredibile e straordinaria conclusione che l’autismo si può curare? E soprattutto, secondo lei quali sono le cause dell’autismo?
R: Sono giunto a tale conclusione dopo aver usato la terapia C.E.A.S.E. in più di 300 persone affette da autismo ai diversi livelli di gravità.
La mia esperienza mi ha portato a dedurre che l’autismo è una patologia ad eziologia multifattoriale. Tra queste cause, secondo la mia esperienza, il 70% è da imputare ai vaccini, il 25% alla somministrazione di farmaci o di altre sostanze tossiche, soprattutto durante la gravidanza, e il 5% è causato da patologie organiche.
L’autismo, quindi, è determinato da un accumulo di differenti sostanze tossiche, ma anche da traumi. Dirò di più: l’autismo non è il risultato di un danno permanente del tessuto cerebrale, è soltanto un blocco che rende impossibile il normale e corretto funzionamento del cervello stesso. L’autismo, quindi, non è una patologia fisica, ma è una patologia da squilibrio del normale funzionamento cerebrale, uno squilibrio reversibile!

D: Ha parlato di Terapia C.E.A.S.E.: cosa significa esattamente?
R: Letteralmente, in italiano C.E.A.S.E. Therapy (Complete Elimination of Autistic Spectrum Expression) significa “Completa Eliminazione delle Espressioni dello Spettro Autistico”. Questa terapia – quando si sospetta che una determinata sostanza chimica abbia contribuito o sia la causa principale dello sviluppo dell’autismo – consiste nell’impiego di questo stesso prodotto tossico in diluizioni omeopatiche.

D: Lei sta dicendo che se la causa dell’autismo è stata per esempio il vaccino trivalente M.P.R. (Morbillo-Parotite-Rosolia), lei somministrerà a quel bambino il vaccino M.P.R. omeopatizzato? Ho capito bene?
R: Esatto. Questa metodica è conosciuta in omeopatia come Isoterapia.
L’Isoterapia consiste nell’utilizzare quella sostanza (resa omeopatica grazie a specifici processi di diluizione e succussione) che in una determinata persona ha causato un danno tossicologico.
Per capire come agisca la disintossicazione, dobbiamo considerare che le malattie non sono solo provocate da sostanze come batteri, virus, funghi come crede la medicina convenzionale, ma che OGNI sostanza può lasciare un’impronta nel campo energetico di una persona.

D: In pratica, il prodotto Isoterapico specifico andrebbe a cancellare l’impronta energetica della sostanza che ha causato il danno?
R: Proprio così. Una volta cancellata l’impronta energetica, la guarigione è una spontanea conseguenza.
A questo punto però va ricordato che queste impronte energetiche non derivano solo da un danno diretto e fisico alla persona, come le vaccinazioni, una malattia, i traumi emotivi ecc., ma possono anche essere trasmessi dai genitori al feto. Ecco perché è importantissimo lo stile di vita della donna in gravidanza…

D: Quali sono le potenze omeopatiche utilizzate nella Isoterapia?
R: Se abbiamo il dubbio che un determinato vaccino, farmaco o sostanza chimica abbia provocato un danno (come l’autismo, ma non solo questo), possiamo somministrare il vaccino, il farmaco o la sostanza chimica incriminata alle seguenti potenze: 30ch, 200ch, 1M e 10M.

D: Come si fa a capire se il rimedio somministrato è quello corretto?
R: E’ importante osservare attentamente le reazioni del bambino. Se un vaccino o un altro farmaco hanno effettivamente causato un danno al bambino, ci saranno delle reazioni molto significative al trattamento isoterapico (omeopatico).
Il bambino, per esempio, potrebbe sperimentare un’altra volta gli stessi sintomi che ha avuto quando ha ricevuto per la prima volta quel vaccino e/o farmaco. Si può avere una secrezione mucosa da naso, orecchi, occhi e/o gola, ma anche diarrea, urine torbide e di cattivo odore, sudorazione, eruzioni cutanee e febbre.
Queste importantissime eliminazioni non dovrebbero mai essere trattate (cioè soppresse farmacologicamente), perché fanno parte del processo fondamentale di guarigione.

D: Cosa può consigliare alle persone che stanno leggendo questo articolo?
R: In base alla mia comprensione di come si sviluppa l’autismo, è di grande importanza evitare OGNI farmaco in gravidanza e nei primi due anni di vita del bambino. Il feto e il neonato non sono in grado di metabolizzare in modo adeguato le sostanze tossiche. Perciò i bambini non dovrebbero essere vaccinati, almeno nei primi anni di vita, mentre dobbiamo fare in modo che crescano nel modo più sano possibile.

D: Quanto importante è lo stile di vita in generale e l’alimentazione in particolare?
R: Una dieta sana e corretta dovrebbe contemplare l’apporto di acidi grassi polinsaturi (Omega-3 e Omega-6), perché essi svolgono un ruolo fondamentale nella formazione e nel buon funzionamento del cervello, ma anche un ruolo nel conseguimento di una normale salute mentale ed emozionale.
Dovremmo eliminare tutte le sostanze tossiche come il glutammato monopodico e lo zucchero.
Il glutammato, per esempio, fa aumentare di 3 volte l’insulina prodotta dal pancreas e crea una dipendenza enorme perché spinge le persone a mangiare di più. Anche lo zucchero raffinato produce sia dipendenza, che stress ossidativo e alimenta la crescita di un lievito onnipresente nei bambini autistici: la Candida Albicans. La Candida è responsabile di un’ampia gamma di disturbi, tra cui il malassorbimento intestinale di vitamine e minerali.

D: Può dirci qualcosa di più sui pericoli dello zucchero raffinato?

martedì 6 ottobre 2015

L’analisi bioenergetica

L’analisi bioenergetica

Alexander Lowen
Per evitare confusioni e abusi, anche a seguito del permanere, purtroppo, di errate informazioni su alcuni diffusi siti web, si sottolinea che l’Analisi Bioenergetica non è una terapia medica ma un metodo di psicoterapia riconosciuto ufficialmente in Italia ai sensi della Legge 56/89. Qualunque suo “uso” in senso medico rappresenta pertanto un abuso da cui diffidare fortemente. A tal fine si invita anche a non confonderla con il termine generico “Bioenergetica”, utilizzato in ambiti e modi molto disparati, che nulla hanno però a che fare con questa metodologia.

Introduzione

L’analisi bioenergetica è un metodo, unico nel suo genere, che combina terapia corporea e psicoterapia verbale.

Il concetto di integrazione è basato sul fatto che mente e corpo formano un’unità. Noi siamo i nostri pensieri, emozioni, sensazioni, impulsi ed azioni. Essa affonda le sue radici nell’opera di Sigmund Freud che fu il fondatore della psicoanalisi. Egli nacque nel 1856 a Vienna, dove studiò medicina e neurologia e sperimentò nuovi modi di porsi in relazione con i pazienti.

Sigmund Freud
All’epoca di Freud le persone soffrivano di un gran numero di malattie per le quali la scienza non aveva rimedi: paralisi, cecità, attacchi epilettici, perdita della memoria e perdita di sensibilità in varie parti del corpo. Freud scoprì che tali sintomi altro non erano che l’espressione corporea di esperienze infantili di dolore e di paura, che la mente aveva rimosso. Aiutando questi pazienti a ricordare e rivivere tali esperienze negative, Freud riuscì a curare i loro sintomi corporei e chiamò questo metodo psicoanalisi. Una volta che il paziente era diventato consapevole di quello che gli era accaduto da bambino, non aveva più bisogno di esprimere questi ricordi mediante sintomi corporei.

Per far emergere tali ricordi dalla loro repressione Freud utilizzava i sogni dei pazienti, gli errori verbali (lapsus), le associazioni libere, il transfert.
Il transfert rappresenta una condizione nella quale una persona vede alcune delle sue relazioni interpersonali attraverso le lenti delle sue esperienze infantili. In altre parole, gli individui vedono i loro amici, i loro bambini, i loro superiori sul lavoro o il loro terapeuta non come questi sono realmente, bensì come se questi fossero il genitore che li ha, ad esempio, rifiutati, ignorati, criticati o umiliati. Essi trasferiscono i ricordi repressi di quello che è stato loro fatto nel passato sulle persone che fanno parte della loro vita presente.

wilhelm Reich
Wilhelm Reich, vissuto dal 1897 al 1957, fu paziente ed allievo di Freud. Mentre Freud poneva attenzione soltanto alla produzione verbale dei pazienti, Reich introdusse nella psicoanalisi anche l’osservazione del corpo, come l’espressione degli occhi e del viso, la qualità della voce e i vari tipi di tensioni muscolari. Descrisse per primo quello che noi oggi chiamiamo linguaggio del corpo. Nello stesso modo in cui Freud notò una spaccatura fra memoria conscia ed inconscia, Reich notò una scissione fra le varie espressioni del corpo. Per esempio, una persona può ridere ma non essere consapevole che l’espressione del suo viso è triste. Può dire parole gentili, ma non rendersi conto che i suoi occhi sono pieni di risentimento o che la sua bocca ha una espressione negativa.
Reich osservò che, appena questi pazienti iniziavano la terapia, le tensioni muscolari cambiavano. Le spalle e le braccia della persona depressa si rilassavano, le mascelle diventavano meno contratte e i denti meno serrati. La ragione per cui il paziente frenava gli impulsi e reprimeva i ricordi dolorosi era, in primo luogo, per evitare di mostrarsi vulnerabile. Quindi, allentando le tensioni muscolari croniche, il paziente sperimentava la propria vulnerabilità. Serrando la bocca e i denti egli assumeva un’espressione corporea che diceva: “Non voglio aprirmi per non essere ferito di nuovo“.

Reich sperimentò come rilassare i muscoli cronicamente tesi mediante la pressione diretta su di loro e scoprì che funzionava. In questo modo il paziente poteva entrare in contatto con emozioni forti e a lungo dimenticate e con ricordi dolorosi. L’unità di mente, corpo ed emozioni divenne più chiara. Egli notò anche che, a questo punto, il paziente cominciava a sembrare più vivo, la sua pelle più rosea, i movimenti più spontanei, gli occhi più luminosi. Era come se avesse più energia. Era proprio così e Reich la chiamo energia “organismica” o “orgone”.

Alexander Lowen e l’Analisi Bioenergetica
Alexander Lowen, paziente ed allievo di Reich, coniò per essa il termine di “bioenergia”, allargò gli scopi del lavoro sul corpo ed introdusse il lavoro bioenergetico a casa. Anziché limitarsi alla sola pressione e manipolazione delle tensioni muscolari croniche, egli fece uso di alcune posizioni di stress che potevano aiutare queste tensioni a rilasciarsi. La prova evidente di questo ammorbidimento delle tensioni era l’insorgere, nei muscoli, di una fine vibrazione. Lowen poté quindi osservare come i blocchi muscolari impedivano il libero scorrere dell’energia.

Per esempio, un diaframma cronicamente contratto, come una strettoia, interrompeva l’onda respiratoria, provocando una respirazione superficiale. Come risultato diminuiva l’apporto di ossigeno ed il livello energetico calava. Questo modo superficiale di respirare è uno dei sistemi che noi usiamo per controllare le nostre emozioni. Per aiutare i pazienti a respirare meglio Lowen inventò il cavalletto bioenergetico.

E’ di grande importanza la sua osservazione che una persona il cui flusso energetico è bloccato, ha perso una parte della sua vitalità e della sua personalità. Questa perdita fa sì che questa persona si senta depressa, sia sempre il lotta e usi costantemente la forza di volontà per eseguire i compiti quotidiani. Diventa difficile mettersi in relazione con gli altri o provare piacere. La vita perde i suoi colori e diventa grigia, tetra.

Concetti di base
Il radicamento (grounding), altro concetto introdotto da Lowen, descrive il contatto energetico con la realtà. Allo scopo di avere un buon contatto energetico, è indispensabile che l’energia scorra liberamente verso quelle parti del corpo che sono a contatto diretto con il mondo esterno: organi di senso, braccia e mani, gambe e piedi, pelle e organi sessuali. Guardiamo un bambino quando piange, quando è arrabbiato o felice, oppure quando vuole qualcosa. Tutto il corpo partecipa in modo armonioso. Di una persona ben radicata si dice che “ha i piedi per terra”.

Questa persona sente la connessione fra i suoi piedi ed il terreno sul quale appoggiano. Appena cominciamo a crescere, di solito facciamo esperienza di come la libera espressione delle nostre emozioni si scontra con il rifiuto, la disapprovazione, l’umiliazione, la punizione. Impariamo presto, perciò, a controllare le nostre emozioni, e questo ha delle conseguenze. Blocchiamo permanentemente i muscoli coinvolti in queste espressioni medianti tensioni croniche, che sono inconsce.

domenica 13 settembre 2015

I centri energetici emozionali del corpo

I centri energetici emozionali del corpo

Quante volte durante la giornata percepiamo delle sensazioni nel corpo e proviamo a capire da dove provengano, senza trovare una risposta? Si può allora scegliere di andare da un medico e spiegare cosa sta succedendo. Possiamo dire di provare un senso di oppressione sulle spalle, dolore, alle ginocchia, disturbi costanti allo stomaco o all’addome, o forse dolori ai piedi. Non vi è alcun dubbio che a volte queste cose possono essere il risultato di qualche sforzo fatto, o di qualcosa che abbiamo mangiato, ma la causa primaria deriva dal nostro stato d’animo e dalle nostre emozioni che si traducono in sintomi fisici.

Noi siamo fatti di energia e questo non è affatto un concetto spirituale new-age, ma provato anche dalla fisica quantistica. Il nostro corpo è regolato da impulsi elettrici che lo attraversano e da energia che fluisce. Questa è la premessa della teoria dei meridiani e degli agopunti su cui si basa la tradizione orientale. Quindi, se siamo energia e abbiamo la necessità che questa fluisca regolarmente nel nostro corpo, per restare in buona salute, è possibile anche che si verifichino dei blocchi, che danno luogo ai sintomi fisici.

L’immagine che segue è una rappresentazione generale di come l’energia, le esperienze, le emozioni e le credenze possono essere immagazzinate all’interno del corpo. Per quanto strano agli occhi di molti, si tratta di un concetto molto semplice, non appena si comprende che i nostri pensieri, il nostro corpo, le emozioni e i sentimenti sono tutti connessi all’energia. Per questa ragione, risulta molto utile dare un’occhiata a quella che potrebbe essere l’origine di un disturbo. In fondo, non c’è nulla di male nell’esplorare le proprie emozioni e andare a fondo, magari per risolverle.

Area della Gola
Problemi ad esprimersi
  • mancanza di fiducia
  • incapacità ad esprimere i propri sentimenti
  • mancanza di nutrimento
Area del Carico
Oneri e responsabilità
  • portare un peso troppo pesante
  • sensazione di avere il peso del mondo sulle spalle
Centro del Cuore
Dolore e tristezza
  • vuoto nel cuore, mancanza di amore
  • solitudine, disillusione, senso di impotenza
  • imbarazzo, vergogna, umiliazione
  • sentimenti repressi, delusione
  • memorie ataviche o genetiche
  • crudeltà, miseria
Centro della Paura
Paure e fobia
  • perdita di controllo, paura di perdere il controllo
  • cessione del proprio potere a terzi
  • relazioni
Centro della Rabbia
Rabbia e collera
  • rabbia verso altri
  • rabbia verso sé stessi
  • gelosia
  • risentimento
Centro della Vergogna
Vergogna e sensi di colpa
  • non accettazione
  • autocritica
  • sensazione di non meritare nulla di positivo
  • incapacità di accettare e ricevere
Centro del Passato
Problemi sessuali famigliari
  • condizionamenti infantili
  • violazione del corpo o dello spazio personale
  • qualcosa che abbiamo subito, qualcosa che ci è stato sottratto senza permesso
  • molesto, abuso, stupro
  • impotenza, frigidità
Area del Supporto (a destra)
Mancanza di supporto finanziario
Area del Supporto (a sinistra)
Mancanza di supporto emotivo
Centro della Sopravvivenza
Paura di non farcela
  • violazioni relative alla sopravvivenza (incidente, abuso, violenza, stupro)
  • impotenza e frigidità
  • primo anno di vita
Centro del Rifiuto
Abbandono
  • critica, giudizio da parte degli altri
  • rifiuto di sé stessi
  • abbandono, pena nel cuore
Centro del Tradimento
  • tradimento da parte di qualcuno in cui si riponeva fiducia
  • auto-tradimento
La prossima volta che si proverà un dolore in un’area particolare, si può quindi prendere un momento per riflettere su una possibile correlazione interiore che lo abbia innescato. Ovviamente, è consigliabile rivolgersi ad un professionista per comprendere anche la componente fisica, ma senza dubbio il lato emotivo e spirituale della nostra salute è altrettanto importante. Viene messo da parte solo quando si sceglie di evitare qualsiasi tipo di sviluppo personale, per favorire una soluzione più rapida.

Mantenendo un approccio semplice, è possibile domandarsi che cosa proviamo in un’area specifica. Il primo passo è quello di evitare qualsiasi ritrosia si possa avere nell’andare a fondo di un sentimento; il passo successivo è quello di mantenersi aperti e onesti con se stessi. Magari è più semplice farsi aiutare da qualcuno che sia in grado di osservare tutto con maggiore obiettività. Allo stesso modo, è importante essere aperti e onesti.

Quando si comincia ad analizzare una sensazione che si prova in una data area, occorre chiedersi come è iniziata, perché la percepiamo e infine accettarla per quello che è. Dopo aver accettato quel sentimento, bisogna essere consapevoli del fatto che esso stesso è un’esperienza attraverso la quale possiamo crescere e che ci offre finalmente l’opportunità di andare oltre.
Una volta che diventiamo consapevoli dell’origine di una sensazione, abbiamo già fatto un grande passo in avanti. Il problema perderà di potere e potremo scegliere come porci di fronte a ciò che ha provocato quel blocco.

Alla fine di una giornata, il corpo può essere un ottimo strumento per mostrarci cosa stiamo trattenendo a livello emotivo, energetico e spirituale. Con una mente aperta, onestà e riflessione, è possibile arrivare all’origine del problema, scioglierlo e lasciarselo per sempre alle spalle.
Fonte: generazionebio.com | Link
Photo by ©Crescitaspirituale.it

sabato 30 maggio 2015

Biorisonanza: guarire con il suono.

La terapia di biorisonanza: come e’ possibile guarire con il suono

Lenni Rossolovski   
Ultimamente si sente spesso pronunciare la parola “biorisonanza”, oppure l’accostamento delle parole: “la terapia con biorisonanza “, “le frequenze di biorisonanza”, e non solo sul sito dell’Istituto di Sviluppo della Coscienza. Lo si sente in generale, nel mondo.
Sono delle belle parole ma non tutti sanno che cos’è e come funziona. Ecco perché vorrei spiegare il fenomeno, e con parole semplici. Certamente, potrei accompagnare le mie spiegazioni con una lista infinita di bibliografia con le ricerche scientifiche, con i grafici, con i test clinici e così via, ma sono convinto che una spiegazione semplice sia ciò che serve; se qualcuno vorrà approfondire, su questo argomento c’è molta letteratura.

Che cos’è la biorisonanza? E’ la capacità di un organismo vivente di reagire all’azione esterna di carattere vibrazionale. In realtà, il fenomeno della risonanza delle strutture fu scoperta dallo scienziato danese Christiaan Huygenz ancora nel 1656; Huygens scoprì che due orologi a pendolo collocati uno accanto all’altro, dopo un po’ si sincronizzano. Qui non c’è nulla di mistico – tutto è vibrazione. Tutto il nostro Universo è una vibrazione. Ogni atomo di cui è fatto il nostro corpo, è vibrazione
La biorisonanza è la capacità dell’organismo vivente di sincronizzarsi con un’azione esterna. Nel nostro caso, con un’azione acustica. Vi faccio un esempio che, a prima vista, non sembra c’entrare molto. Guardiamo un piccolo video. “Bolero”di Ravel danzato dalla grande ballerina Maya Plisetskaya: https://www.youtube.com/watch?v=NRxQ_cbtVTI
 

Notate come la ballerina si sincronizza con la musica, come diventa tutt’uno con il suono, vibra e si fonde con il suono.
Questa è una vera immagine di biorisonanza: lasciando da parte una grande ballerina e un grande compositore, vediamo il corpo umano entrare in risonanza con un’azione acustica e fondersi con essa; è impossibile separare la danza dalla musica perché formano una cosa sola.
E ora parliamo di ciò che non vediamo. Un’azione acustica coinvolge non solo il corpo, ma anche le cellule dell’organismo, tutto il corpo inizia a vibrare all’unisono con il ritmo e con la melodia. Iniziamo a sentire le vibrazioni riempire il nostro corpo, e questo è un effetto reale, non immaginario.

Se le determinate frequenze e ritmi sono evidenziati, allora l’azione del suono sull’organismo si rafforza di molto. Ogni organo del nostro corpo ha una sua particolare frequenza e un ritmo proprio. Le frequenze e i ritmi di ciascun organo sono ben conosciuti, perciò è possibile creare dei programmi acustici in risonanza con un determinato organo o sistema fisiologico. Prendiamo come l’esempio l’ultimo programma dell’Istituto: “La normalizzazione del sistema immunitario”.
Alla sua base c’è il fenomeno di biorisonanza. Il nostro sistema immunitario funziona nella banda 12-6 Hz, e questo è noto. Il programma usa dei meccanismi acustici per fissare il ritmo proprio in questa banda.
Alla fine l’organismo entra in risonanza con le frequenze date da fuori, e questo non è altro che la biorisonanza. Durante l’ascolto del programma il cervello si concentra sul ritmo esterno, si sintonizza sulla banda di frequenze che corrisponde al normale funzionamento del sistema immunitario, il che toglie lo stress al quale il nostro sistema immunitario è sottoposto. Come risultato, avviene la normalizzazione oppure il ripristino del sistema immunitario.

Ora parliamo delle ricerche del dottor Tomatis, l’autore di un metodo di cura di fama mondiale. Tomatis scoprì che l’orecchio non “sente” soltanto; le oscillazioni che percepisce, stimolano i nervi dell’orecchio interno, dove si trasformano negli impulsi elettrici che poi, per vie diverse, vanno nel cervello. Alcuni di loro vanno nei centri dell’udito e si percepiscono come suoni. Altri creano un potenziale elettrico nel cervelletto che controlla i movimenti complicati e l’equilibrio. Da lì proseguendo, vanno nel sistema limbico che si occupa delle emozioni e del rilascio di alcune sostanze biochimiche, compresi i releasing factors che influenzano tutto il nostro corpo.

Questo permette di affermare che le onde acustiche, attraverso un complicato meccanismo che coinvolge sia il cervello sia il corpo, influenzano non solo gli organi dell’udito, ma tutto l’organismo. La biorisonanza è un fenomeno complicato, che implica molte strutture del corpo, fino alle cellule che lo compongono.

La sincronizzazione del cervello in seguito di un’azione acustica. 
Una persona media non ha gli emisferi destro e sinistro sincronizzati, e lo si vede bene dall’ECG a 3D. Si vede che i processi che si svolgono in entrambi gli emisferi sono spesso caotici. Con l’inizio di un’azione acustica esterna, già dopo 8-10 minuti, una persona che neppure esegue pratiche meditative, presenta l’inizio della sincronizzazione del lavoro in entrambi gli emisferi.
Quando gli emisferi iniziano a funzionare ritmicamente (a causa dell’azione acustica esterna), l’efficacia del funzionamento del cervello cresce ed esso diventa in grado di risolvere un compito che sembrava impossibile prima. Questo riguarda non solo lo studio della matematica ma anche i problemi della salute.
Una persona malata presenta sempre, nei 100% dei casi, l’assenza della sincronizzazione degli emisferi cerebrali. Non appena riusciamo a sincronizzare gli emisferi, almeno del 10%, il cervello (il miglior medico al mondo) inizia non solo riconoscere il problema della salute, potrà anche risolverlo.
Tutto ciò è possibile grazie alla biorisonanza – la capacità dell’organismo vivente di entrare in risonanza con un’azione acustica esterna.
 

Molti ricercatori pensano che il cervello sia capace di guarire autonomamente, senza alcun aiuto esterno, la maggioranza delle malattie, ma solo se i suoi emisferi sono sincronizzati.
Noi all’istituto ci stiamo adoperando in questo senso, cercando di raggiungere sempre maggiore sincronizzazione degli emisferi tramite i programmi neuro acustici. La difficoltà sta nel fatto che non esiste una frequenza o un ritmo universale. Una persona risponde meglio ad un certo ritmo, mentre un'altra persona reagisce ad un ritmo diverso. Ecco perché noi facciamo una moltitudine di programmi: perché ognuno possa trovare qualcosa che sia adatto a lui, un programma con il quale possa entrare facilmente in risonanza. Non è possibile creare un programma acustico universale, vista la diversità delle caratteristiche individuali di ogni persona.

L’abbassamento dei livelli di stress è un altro fenomeno positivo che si ottiene tramite la biorisonanza.
Quando noi siamo sotto stress, domina l’emisfero sinistro con un picco dell’attività beta. Il cervello umano inizia ad assomigliare ad un “antivirus impazzito” che fa la scansione della situazione, ai livelli conscio ed inconscio, allo scopo del ritrovamento della potenziale minaccia. Spesso la minaccia è solo un frutto dell’immaginazione.
 

Durante un’azione acustica, il ritmo imposto dall’esterno cambia l’attività cerebrale togliendo l’eccesso dell’attività beta, e la persona si calma. Anche questa è biorisonanza; l’importante è trovare un certo ritmo e la frequenza che possa eliminare lo stress e il disturbo ad esso collegato.
Ecco una breve descrizione del fenomeno della biorosonanza.
In conclusione si può dire questo: la terapia di biorisonanza agisce sul corpo tramite il cervello, mentre la terapia allopatica fa il contrario – agisce sul cervello tramite il corpo.
Questa è l’essenza della terapia di biorisonanza - agire sul cervello per guarire il corpo.

venerdì 17 aprile 2015

BIOENERGETICA – I 7 SEGMENTI DEL CORPO E I LORO RETROSCENA EMOTIVI

PREMESSA: Gli stress e i conflitti emotivi sono rappresentati nel corpo che diventa la chiave per arrivare a conoscere ciò che comunemente è chiamato carattere. "Il carattere è un tratto fondamentale della personalità: si forma come difesa a seguito delle pressioni interne e delle influenze del mondo esterno" - [cit. Wilhelm Reich]

Wilhelm Reich, medico e psichiatra austriaco, allievo di Sigmund Freud, integrando le scoperte della psicoanalisi e sulle nevrosi e partendo dal concetto di energia libidica, sviluppò il concetto di energia orgonica, una forma di energia vitale che scorre liberamente lungo tutto il corpo. Questa energia è essenziale sia per una naturale interazione fra corpo e mente, sia per il controllo degli stati fisici e di quelli mentali. La quantità di energia di cui si dispone e l’uso che se ne fa determinano il modo in cui rispondiamo alle situazioni della vita: il libero scorrere dell’energia vitale si traduce in uno stato di piacere e gioia di vivere, viceversa rigidità e tensione limitano l’emotività e la libera espressione dei sentimenti.

Reich, rilevando una relazione tra processi psichici e somatici, scoprì che l'energia vitale può bloccarsi in alcune parti del corpo che diventano sedi di tensioni e conflitti emotivi. Ogni stress, infatti, si traduce in uno stato di tensione nel corpo che normalmente scompare quando lo stress è eliminato, ma se persiste e diviene cronico disturba la salute emotiva abbassando l’energia dell’individuo. L'insieme delle tensioni e delle rigidità corporee si traducono a livello psicologico negli atteggiamenti caratteriali volti a bloccare le proprie emozioni, i propri desideri e le sensazioni conflittuali, oltre che nella mancanza di contatto emozionale.

Secondo Reich quindi il carattere si forma come difesa a seguito delle pressioni interne e delle influenze del mondo esterno. L’origine di tali tensioni croniche e rigidità muscolari è da collocarsi nell’infanzia e negli eventi traumatici passati: quando iniziamo a crescere facciamo esperienza di come la libera espressione delle nostre emozioni si scontra con il rifiuto, la disapprovazione, l'umiliazione, la punizione, la vergogna, il senso di colpa, il dolore, ecc... Impariamo presto, perciò, a controllare la nostra emotività e di conseguenza blocchiamo i muscoli coinvolti in queste espressioni mediante tensioni croniche, che sono inconsce. L'accumulo delle tensioni muscolari, l'operare processi tesi ad ostacolare le proprie emozioni e il non lasciar scorrere liberamente l'energia delle eccitazioni, originano a livello psicologico una corazza caratteriale, che ha un suo corrispettivo sul piano somatico nella corazza muscolare. Reich intuì che l’uomo è prigioniero di una corazza muscolare e caratteriale che limita l'espressività, la comunicazione con se stessi, l'amore e la percezione del piacere. Questa “gabbia” è creata da tutti quegli atteggiamenti sviluppati dalla persona per bloccare il libero fluire delle emozioni e delle sensazioni organiche. Alla luce di ciò, Reich definisce il carattere, tratto fondamentale della personalità, come il modo di reagire alle situazioni della vita, che si è strutturato a partire dall’infanzia; un meccanismo di protezione, la sintesi delle difese che un individuo oppone alle provocazioni del mondo. In altre parole, le emozioni sono rappresentate nel corpo come metafore. Il corpo diventa la chiave per penetrare in ciò che viene comunemente chiamato carattere.

Reich individua sette anelli della corazza muscolare disposti nel corpo a segmenti trasversali rispetto al tronco: 

1_ SEGMENTO OCULARE (comprende i muscoli del globo oculare, della palpebre e della fronte): Se contratto si presenta con espressione vuota dello sguardo, immobilità delle palpebre, della fronte e del cuoio capelluto. Le emozioni bloccate sono solitamente una grande paura, una lucida rabbia oltre alla difficoltà al pianto. Lo scioglimento di questo segmento avviene quando gli occhi e la fronte cominciano a muoversi, esprimendo emozioni. Abbandonarsi al pianto permette di percepire la propria tristezza e di rendersi conto di quanto si è stati feriti o danneggiati. 
Piangere significa scongelare lo stato di disagio e liberare il mondo interiore dalla tensione e dal dolore. Il fluire delle lacrime è un meccanismo che scarica la tensione dagli occhi e in parte anche dal corpo, è un processo di scioglimento e addolcimento;
2_ SEGMENTO ORALE (comprende bocca, mento, gola e muscolatura occipitale): In quest’area sono inibite e trattenute le emozioni legate al pianto o alla rabbia. Sono rappresentate emozioni molto intense ed antiche quali il mordere rabbioso, il succhiare avidamente, il gridare
Ad esempio il Bruxismo, digrignare i denti generalmente durante il sonno (quando non ha causa organica) si colloca in questo segmento ed infatti esprime emozioni di rabbia o tensione inespressa.
3_ SEGMENTO CERVICALE (comprende la muscolatura del collo, superficiale e profonda, e la lingua): trattiene rabbia e pianto e conferisce un aspetto altero, di distacco dal resto del proprio corpo. 
Una condizione riconducibile alla tensione di questi muscoli è il torcicollo. La limitazione dei movimenti del collo corrisponde psicologicamente ad una diminuzione nella capacità del soggetto di “guardarsi intorno”, ad avere un’ottica ristretta e un comportamento rigido che gli fa perdere di vista l’insieme a favore del dettaglio e lo porta su posizioni di egoismo.
Il segmento cervicale rappresenta l’istinto di conservazione, la difesa dalla minaccia di annientamento somatico e psichico. Nel collo troviamo i ricordi che fanno riferimento alle situazioni in cui ci hanno mortificato e umiliato. 
Le tensioni muscolari di questo segmento rappresentano una difesa inconscia contro la possibilità di essere costretti ad ingoiare "qualcosa" ritenuto inaccettabile proveniente dall’esterno. Purtroppo l’integrità psicologica dei bambini è spesso violata costringendoli ad ingoiare “cose” che altrimenti rifiuterebbero. 
La rigidità della zona cervicale è anche una difesa o un controllo inconscio contro l’espressione di sentimenti che si teme possano essere inaccettabili per gli altri. Quando cronicizzato impedisce di potersi concedere e abbandonare a se stessi e all’altro.
4_ SEGMENTO TORACICO (torace): l’armatura del torace costituisce una parte centrale di tutta l’armatura muscolare e nasce storicamente durante le svolte decisive e più ricche di conflitti della vita del bambino. È importante ricordare che durante lo scioglimento dell’armatura del torace ricompaiono i ricordi traumatici, della frustrazione dell’amore e della delusione. 
Spalle e braccia rappresentano dal punto di vista biofisico, prolungamenti del segmento toracico e i conseguenti blocchi frenano non soltanto il desiderio di aggredire e colpire, ma inibiscono anche la spontaneità (desiderio) di abbracciare o di contatto;
5_ SEGMENTO DIAFRAMMATICO (comprende il diaframma e gli organi che si trovano sotto di esso - stomaco, fegato, reni): è sede delle emozioni viscerali e, in particolare, qui nelle profondità delle viscere ristagnano nascosti i residui della rabbia, il rancore e il risentimento. Altre sensazioni ed emozioni associate sono l'amarezza, lo struggimento, il vuoto, la mancanza, vissuti collegati all'abbandono e alla perdita. 
L'antica fisiologia poneva nel diaframma la sede degli istinti, degli affetti, delle passioni, del pensiero e quindi, in sostanza, della vita. Il diaframma, infine, è importante per la funzione vitale della respirazione e per la regolazione delle emozioni, facilitando o bloccando, in termini bioenergetici, il movimento dal basso verso l’alto della stessa e viceversa;
6_ SEGMENTO ADDOMINALE (addome e zona lombare): è costituito dallo spasmo e dalla contrazione dei muscoli addominali e della parte inferiore della schiena. Nell'addome si collocano le emozioni viscerali, nelle visceri ristagnano nascosti i residui della rabbia: il rancore e il risentimento. Espressioni popolari come "diventare verdi dalla bile", "rodersi il fegato", "farsi un fegato così" o ancora "quello mi sta sullo stomaco" mettono in relazione questa parte somatica con la memoria dei torti subiti.
Reich parla dell’angoscia addominale (Funzione dell’Orgasmo) e di come i bambini imparano presto a controllarla spingendo il diaframma in basso e comprimendo così il plesso solare tra il diaframma stesso e i muscoli dell’addome.
Sono di esperienza comune gli effetti dell’ansia sui visceri spesso prima di un incontro importante che può cambiarci la vita (come un esame, un nuovo lavoro, l'acquisto di una casa, ecc..). Si avverte la necessità di correre al gabinetto per un’improvvisa diarrea (scarica del parasimpatico che segue a un’eccesso del simpatico, cioè ansia), oppure essere in preda a dolori lancinanti come se si dovesse partorire (il cambiamento equivale ad una nascita).
Questa area è anche la sede di tenerezza, apertura, desiderio, disponibilità, pazienza e da dove prorompe il piacere e il riso
7_ SEGMENTO PELVICO (comprende praticamente tutti i muscoli della pelvi, i glutei, l'ano ed i genitali): Se contratto il bacino appare rigido e senza vita. 
Qualsiasi patologia a carico di questa zona insorge in seguito al suo irrigidimento cronico. Emozionalmente sono contenuti ansia edipica e rabbia sadica. Un genuino piacere sessuale non può essere provato finché la corazza pelvica persiste. Il bacino è considerato uno dei maggiori ricettacoli di tensioni sia da un punto di vista fisico che psicologico; tendenzialmente è imprigionato da così tante tensioni da sottrarre alla persona gran parte della sua vitalità. Alla corazzatura del bacino è collegata la scarsa creatività e volitività, l'insicurezza sessuale, la scarsa capacità orgasmica.
 
Per concludere, attraverso il lavoro con il corpo, possiamo ammorbidire tali tensioni e rivivere il desiderio di essere accettati e amati e rielaborare la tremenda tristezza di aver desiderato invano. Essere in contatto con il proprio corpo e avere un pieno e libero fluire d’energia permette di vivere nella realtà adulta e sentire che la ricerca tesa a recuperare quanto perduto da bambini è un'illusione.
Dott.ssa Marcella Caria

Bibliografia:
_ Analisi del carattere - W. Reich
_ La funzione dell'orgasmo - W. Reich
_ Il linguaggio del corpo - A. Lowen
_ Espansione e integrazione del corpo in Bioenergetica - A. Lowen, L. Lowen

ATTENZIONE ! -  Il materiale pubblicato è volto ad essere spunto di riflessione sui temi trattati e non vuole essere in alcun modo sostitutivo di indicazioni e/o trattamenti terapeutici.
La gestione di difficoltà e disagi emotivi deve sempre essere affrontata con l'aiuto  di professionisti del settore. E' pertanto importante contattare direttamente una figura professionale competente affinché possa valutare la specifica situazione e fornire le adeguate indicazioni terapeutiche. 

mercoledì 25 febbraio 2015

Colite, stipsi, diarrea, colon irritabile, crampi e pancia gonfia: quando diventano disturbi psicosomatici e come curarli con rimedi olistici.

Mercoledì 30 Luglio 2014
L'intestino è il luogo dove nascondiamo gli istinti e i pensieri che non ci piacciono, i quali possono farsi sentire con i sintomi della colite, il termine generico con il quale si indica il classico “mal di pancia” accompagnato da scariche diarroiche e dolori. Non sempre è presente una vera e propria infiammazione del colon. Le cause di questo disturbo possono essere molteplici: stress, stati d'ansia, spaventi improvvisi, infezioni batteriche, virali oppure da parassiti. Le soluzioni naturali e olistiche più efficaci risolvere un problema a volte invalidante e fastidioso?

 

Che cosa viene considerato sporco

La colite è una delle patologie nelle quali vediamo con maggiore evidenza come nel corpo “il basso”, cioè l'intestino, possa farsi carico di ciò che “l'alto”, cioè il cervello e la psiche, non riescono ad elaborare, facendone le veci.
L'intestino (il basso) con la colite esprime tutto ciò che il cervello e la psiche (l'alto) non riescono a contenere oppure a eliminare.
Le feci nella colite rappresentano i pensieri sporchi, ciò di cui vergognarsi: fantasie sessuali, intenti di aggressività, propositi contrari alla morale di riferimento della persona; si tratti dei cosiddetti “bassi istinti”, che non devono essere visti all'esterno e che spesso devono essere sottratti anche alla propria coscienza, spinti giù in basso ed eliminati posteriormente, in modo da non vederli.
Il colitico vuole sentirsi pulito – fuori e dentro – e i rituali e le abitudini a cui si sottopone (in particolare igienici) fanno acquistare a tali azioni il carattere inconscio di veri e propri riti di purificazione. In quanto incarnazione di ciò che è rimosso o non vissuto dal soggetto, le scariche diarroiche rappresentano un modo per riuscire a far vivere, anche se in modo assai tortuoso, quelle parti che la persona, con il suo atteggiamento metodico, ordinato, moralista, esteriormente pulito, è costretta costantemente a negare. Il caos e l'ineluttabilità delle pulsioni viscerali riescono così a scaricarsi, permettendogli di mantenere un seppur precario equilibrio psicofisico.
E tra le cose negate alla coscienza c'è anche la paura: paura di singoli eventi (come affrontare un esame), oppure un cronico stato di allerta come si verifica nei disturbi d'ansia. La scarica immediata è la riattivazione di un modo arcaico di sottrarsi a una situazione vissuta come pericolosa, un essere più leggeri per poter scappare...

 

C’è qualcosa in comune nei tratti della personalità di chi soffre di problemi intestinali?

Dagli studi di molti autori si direbbe proprio di sì! Diarrea e stitichezza potrebbero sembrare dei sintomi completamente opposti, ma in realtà molto spesso si alternano e ci sono molti aspetti del carattere simili in chi soffre di disturbi dell’intestino. Quali sono questi tratti? Abbiamo tutti presente dalla letteratura la macchietta dello stitico come avaro: un personaggio che tende a trattenere tutto, che accumula i suoi preziosi contenuti intestinali come fa con i suoi soldi, e che è molto restio a liberarsene. Il concetto di “ trattenere” finisce per caratterizzare tutti gli aspetti del comportamento: è un  tentativo di trattenere i propri possessi materiali come di trattenere le proprie emozioni e di trattenere anche le persone legandole a sé con le buone o con le cattive.

 

Come si forma questo carattere?

Molti studi hanno delineato una specie di linea di evoluzione di alcuni atteggiamenti verso la vita che sembrano tipici di chi soffre di colite e di altri disturbi dell’intestino e che affondano le radici nelle prime relazioni all’interno della famiglia.
Un elemento determinante pare sia la presenza di una figura parentale forte, ma estremamente rigida (spesso la madre ma non necessariamente).
Si tratta di un personaggio dominante, piuttosto severo e repressivo soprattutto nei confronti delle espressioni di aggressività del bambino, che interviene energicamente nel periodo dell’educazione alla pulizia e verso il quale il piccolo sviluppa una relazione di amore-odio. Attorno al il terzo anno di età, quando si dispiega la tendenza a “far da sé”,  il bambino si trova bloccato nei suoi tentativi di indipendenza dalla paura dell’abbandono: quella mancanza di sicurezza e di fiducia in se stesso che il genitore non ha saputo infondergli, adesso lo ostacola nella conquista della sua autonomia.
L’eccessiva dipendenza da una figura familiare si tramuta in difficoltà a sviluppare spontaneamente l’ affermazione di sé. Si parla di relazione ‘simbiotica’ perché il soggetto non riesce a formarsi un “io” completamente indipendente e ha bisogno di continui appoggi esterni.
Il supporto di un Ego Esterno serve a rinforzare il proprio ego non molto solido e la perdita della figura di sostegno si prospetta come particolarmente terrificante.

 

Quando si scatenano i sintomi?

Molti autori hanno messo in luce l’esistenza di una correlazione tra il manifestarsi di sintomi intestinali gravi negli adulti (come ad esempio l’esordio di una colite ulcerosa) con degli eventi particolarmente spiacevoli avvenuti nel periodo immediatamente precedente. Secondo valutazioni diverse questo è rilevabile in un 85%-90% dei casi e  gli studi sembrano concordare su questo punto.

 

Ma di quali eventi si tratta?

Il più delle volte di conflitti nell’ambito delle relazioni affettive o sociali, come separazioni, divorzi, rotture di legami o licenziamenti, ma più in generale di situazioni di cambiamento che il paziente trova molto difficile accettare.
Secondo Franz Alexander : “I primi sintomi della colite ulcerosa appaiono frequentemente quando il paziente si trova a dover affrontare determinate situazioni della vita che richiedono una attività particolarmente impegnativa verso cui egli si sente impreparato”.
Il soggetto svilupperebbe allora delle forme di donazione simbolica sostitutiva del compimento dell’azione richiesta. In altre parole gli episodi di diarrea sostituirebbero a livello simbolico l’atto reale del dare:
“Di fronte alla necessità di rispettare degli obblighi, portare a termine dei compiti, far fronte a impegni finanziari, restituire favori, il paziente reagisce non sul piano reale ma su quello simbolico con la donazione del proprio contenuto intestinale”.

 

La perdita della figura chiave

La spiegazione psicodinamica dei conflitti emotivi che intervengono nella genesi della colite ulcerosa è centrata sulla cosiddetta “perdita della figura chiave” : la comparsa dei sintomi seguirebbe, anche se non immediatamente, la perdita reale o immaginata di quella figura che faceva da supporto esterno.
Le situazioni scatenanti si possono riassumere in: una rottura della relazione (effettivamente avvenuta o anche solo temuta) con la persona che svolgeva la funzione di sostegno esterno, oppure nella richiesta di prestazioni che il soggetto non si sente in grado di offrire, e nella paura di perdere la stima e l’approvazione della figura chiave.

 

Il carattere del colitico

Volendo dare un riassunto telegrafico delle caratteristiche psicologiche dei pazienti che soffrono di vari disturbi intestinali (così come vengono messe in luce dagli studi clinici)  ne emergere un ritratto un po’ crudele. “Io, credo invece che vada compreso con il cuore per capirne veramente il significato”.
Ecco la descrizione:  “Si tratta di personalità ossessive, scrupolosamente pulite, ordinate, puntuali, coscienziose e ostinate. Molto controllate e trattenute nell’esprimere emozioni e con l’aggressività inibita. Che presentano forti richieste d’affetto e di dipendenza, sensibili e introverse, ma che tendono a idealizzare i rapporti amorosi e a rifiutarne gli aspetti erotici. Moralmente rigide e con scarsa capacità di adattamento, sono molto preoccupate dei cambiamenti e conformiste, indecise e timorose di fronte alle scelte. Con scarsi rapporti sociali e un forte legame di dipendenza da una figura familiare. Con tratti depressivi non manifestati apertamente”.
Se traduciamo questa sequela di tratti caratteriali che suona così poco lusinghiera e cerchiamo invece di capire il modo d’essere a cui si riferisce, il quadro d’insieme acquista un po’ più di senso: un bambino educato rigidamente alla pulizia facilmente si trasformerà in un adulto fin troppo meticoloso; la poca rassicurazione affettiva che ha ricevuto lo renderà timoroso nelle scelte e ben poco amante dei cambiamenti improvvisi e delle situazioni inaspettate; la paura dell’abbandono e della disapprovazione lo scoraggerà dal esprimere i suoi sentimenti e in particolare l’aggressività e gli renderà difficile lo sviluppo dell’autonomia.
Il risultato di trattenere tutto per paura di rimanere senza nulla diviene allora più comprensibile, come anche la depressione sottostante e il ricorso a  donazioni sostitutive sul piano simbolico mediante i contenuti del proprio corpo quando la pressione a soddisfare le aspettative dell’ambiente si fa troppo gravosa.

 

Il significato dell'alternanza di STIPSI e DIARREA

C’è una interessante interpretazione psicologica riguardo all‘alternanza tra periodi di stitichezza ed esplosioni di diarrea. E’ basata anche sull’osservazione di alcune espressioni linguistiche molto comuni e sulle metafore intestinali presenti nel linguaggio. Nei periodi di stitichezza sarebbe in atto un tentativo di “farcela a tutti i costi” contando solo sulle proprie forze. Si tratta di uno “stringere i denti e tener duro ” per andare avanti, cercando di non dar via nulla  di di sé. La simbologia del ‘trattenimento’ si baserebbe su un vissuto di estrema scarsezza delle proprie risorse e di difficoltà nel far fronte alle circostanze, ma in cui è ancora viva la speranza di potercela fare e la determinazione a riuscirci. In questa fase sarebbero più presenti gli elementi ossessivi, la cocciutaggine, la chiusura e la diffidenza verso gli altri, la tendenza al controllo e l’avarizia anche in senso  figurato.
Il passaggio agli episodi di diarrea rappresenterebbe invece  una condizione di  ‘resa’ completa di fronte all’ impossibilità dell’impresa, una  sorta di rassegnazione disperata che chiede aiuto con un metaforico: “Che cosa vuoi ancora da me? non vedi che non ho più nulla? Sono del tutto svuotato, aiutami!”. In questa fase prevarrebbero degli elementi di depressione mascherata e di desiderio di venire soccorsi. E verrebbe anche espressa l’ aggressività troppo a lungo trattenuta, che ora si manifesta nel liberarsi violentemente delle feci proiettandole verso l’esterno e sporcandolo. Una metafora di perdita di controllo che è  liberatoria  e aggressiva insieme, che fa da contrappeso al precedente trattenimento a oltranza.
Entrambi gli atteggiamenti si capiscono meglio (e diviene anche chiara l’alternanza) se teniamo presente che il vissuto di chi soffre di disturbi intestinali è quello di essere eccessivamente pressato dalle richieste esterne e di fare molta fatica a soddisfarle, con una costante oscillazione tra tentativi eroici e rabbie represse, sforzi esasperati e sconfitte umilianti, speranze e disperazioni.


Le cause emozionali: l’intestino, il secondo cervello

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