sabato 2 agosto 2014

PERCHE' VACCINI IL TUO ANIMALE?



(...) la dose del vaccino che viene impiegata è la stessa per qualsiasi razza senza rispetto dell’età e della taglia. Ad esempio: un Pincher Nano che pesa due kili riceve la stessa dose di un Rottweiler di 75 kili. Il gatto domestico riceve la stessa dose di un leone che pesa 200 kili.

Tutti questi vaccini hanno l'effetto di un sovraccarico sul sistema immunitario del tuo animale domestico. Le statistiche sono note:  il numero di casi di reazioni gravi ai vaccini non è mai stato così alto.

Uno studio effettuato su più di 2000 cani e gatti nel Regno Unito, sostenuto dal "Canine Health Concern", ha dimostrato il rischio di reazioni avverse ai vaccini in una percentuale di 1 su 10 soggetti. Questo fatto contraddice ciò che i produttori di vaccini asseriscono, cioè, meno di 15 reazioni avverse su 100.000 animali vaccinati.

Inoltre, il numero delle reazioni avverse nelle razze piccole è di 10 volte superiore rispetto alle razze grandi. Ciò dimostra che le dosi "standard" sono troppo alte per gli animali piccoli.

Molti veterinari hanno già abolito l'usanza della "sovra-vaccinazione" ma esiste ancora molta opposizione da parte dei media e da chi ha interesse a facili guadagni come avviene, tra l'altro, anche nell'industria dei vaccini per uso umano  per motivi simili.

Non esistono prove scientifiche che sia necessario vaccinare un animale domestico annualmente, al contrario i fatti dimostrano che una volta che l'animale sviluppa l'immunità dalle malattie, attraverso i vaccini iniziali, non occorrono altri richiami nella maggior parte dei soggetti poiché l'organismo è in grado di riprodurre gli anticorpi per tanti anni e spesso per tutta la vita. 
Studi effettuati stanno dimostrando che la sovra-vaccinazione degli animali domestici è la causa di una moltitudine di gravi problemi di salute, in particolare, riguardo al sistema immunitario, alle allergie, agli attacchi convulsivi, all’anemia ed al cancro.
I vaccini sono una parte molto redditizia del lavoro dei veterinari i quali, anche quando sono a conoscenza dei danni che essi possono produrre, non rinunciano facilmente alla pratica di effettuarli annualmente, anzi, insieme alle Case Produttrici, sono più interessati a venderne il maggior numero piuttosto che metterne in discussione la loro necessità.

Come si è arrivati a stabilire la vaccinazione annuale ?
Solitamente il veterinario suggerisce di vaccinare i cani contro la rabbia, il parvovirus, cimurro, adenovirus, parainfluenza, leptospirosi, coronoavirus, epatite, Lyme (boreliosi), e ogni anno, contro la bortadella, (tosse canina) talvolta raccomandato persino ogni 6 mesi.
Per i gatti si propongono vaccini contro la rabbia, la leucemia felina, cimurro, rinotracheite; ogni anno contro il calcivirus ed in funzione del rischio, contro la clamidia, la peritonite infettiva felina e la tigna .
Molti veterinari suggeriscono di vaccinare sia i cani che i gatti iniziando all'età di 6 settimane, 8 settimane, 10 settimane, 12 settimane, 14 settimane e 16 settimane. Poi in seguito  fanno i richiami annuali. Tutti questi vaccini, nel corso della vita di un animale domestico, ammontano ad una quantità esagerata di sostanze tossiche che vengono iniettate nei loro corpi! Come si è arrivati a tanto?
Uno dei pionieri veterinari, Dott.ssa Jean Dodds, Presidentessa della versione animale della "Croce Rossa" conosciuta come "Hemopet", ha riferito  che i suggerimenti da parte di qualsiasi veterinario,  di vaccinare annualmente un animale domestico sono frutto di idee personali e non possono essere attribuiti a dati scientifici.
Le raccomandazioni per la vaccinazione annuale risalgono a 20 anni fà e furono proposte dall'United States Department of Agriculture insieme ad alcune aziende farmaceutiche. E' semplicemente una questione di abitudine creata arbitrariamente e diffusa per interesse finanziario. E' un buon affare sia per le aziende produttrici che per i veterinari ed è per questo motivo che le proteste contro questa usanza trovano delle resistenze.
Lo scandalo dei costi
Una dose del vaccino contro la rabbia costa al veterinario intorno ai 50-60 centesimi di un euro. Il cliente comunque paga da € 15,00 a € 40,00 oltre al costo del servizio di circa € 35,00. Il profitto è equivalente ad un panettiere che fà pagare una pagnotta più di € 200,00 !!! Secondo James Schwartz, autore della pubblicazione "Trust Me, I'm not a Veterinarian", il 63% delle visite effettuate sui cani e il 70% delle visite effettuate sui gatti riguarda le vaccinazioni.
Inoltre è probabile che le stesse vaccinazioni creino ancora più guadagno per il veterinario attraverso le cure che presta per le reazioni avverse ed altre problematiche causate da esse. E' un modo per assicurarsi il ritorno dei clienti per nuove cure.
Esistono delle Multinazionali che forniscono il 70% del mercato mondiale dei vaccini per animali. La leader tra queste è Intervet che nel 2004 produsse vendite per oltre 600 milioni di dollari.
Gli Stati Uniti hanno di gran lunga la quota maggiore del mercato con un fatturato di $ 935 milioni, il Giappone arriva al secondo posto con $ 236 milioni.

Le vaccinazioni ed i rischi
Nel 1991, molti veterinari hanno iniziato a ripensare al protocollo che riguarda le vaccinazioni dopo le notazioni riportate dallo studio scientifico dell'Università della Pennsylvania nelle quali si legge che esiste un collegamento tra il sarcoma e le vaccinazioni dei gatti. Le vaccinazioni annuali contro la rabbia stavano causando una reazione infiammatoria sottocute, la quale, successivamente diventava maligna.
Nello stesso periodo, alcuni ricercatori dell'Università della California confermarono che i vaccini contro la leucemia felina producevano dei sarcomi, ancora più numerosi rispetto ai vaccini contro la rabbia. In seguito furono eseguite ulteriori ricerche che portarono a formulare statistiche allarmanti: i casi di sarcoma, indotti dai vaccini, furono stimati per un gatto su mille e questo significava 22.000 nuovi casi ogni anno.
Alcuni veterinari professionisti aggiunsero di avere dati sufficienti per sospettare che i vaccini erano la causa di altre gravi malattie del sistema immunitario, una delle quali "l'anemia hemolytic" una malattia fatale, nei cani, in cui i tessuti vengono distrutti dal proprio organismo. Fu  riscontrato inoltre che le reazioni al vaccino producevano malattie della tiroide, allergie, artriti, tumori e convulsioni sia nei cani che nei gatti. Questi risultati furono pubblicati nel "Journal of the American Veterinary Medical Association" nel 1995 con la conclusione:

Allora quali sono i rischi della NON- vaccinzione?
 Se viene effettuata la vaccinazione ai cani o ai gatti quando hanno già sufficienti anticorpi  nel proprio sistema immunitario, non viene aggiunta alcuna immunità ulteriore - crea invece alti rischi per la loro salute !!
La ricerca scientifica suggerisce che, come per gli esseri umani, anche i cani e i gatti dovrebbero essere vaccinati, contro alcune malattie, in giovane età al fine di creare in essi una protezione che duri per tutta la vita. Con l'eccezione del vaccino contro la rabbia, i vaccini principali stimolano il sistema immunitario per un minimo di sette anni , perciò non dovrebbero essere somministrati nuovamente prima del passare di almeno tre anni. Uno studio per la misurazione dei livelli di anticorpi per parvo e cimurro, effettuato  su più di 1.400 cani in buono stato di salute e di diverse età, ha evidenziato che la quasi totalità dei soggetti era già immune di per sé (94-95%) e ciò suggerisce che non sarebbe affatto necessario ricorrere ad alcuna vaccinazione.
(...) esistono un gran numero di  prove che la ripetizione annuale dei vaccini comporta un alto rischio per la salute degli animali come descritto nella pubblicazione dello studio di Purdue nel 2005. Da questo studio sono emersi i seguenti dati:
  • che i cani di taglia piccola sono più propensi a riscontrare delle reazioni ai vaccini rispetto a cani di taglia grande;
  • che il rischio delle reazioni aumenta del 27% dopo ogni vaccino successivo nei cani sotto i 10 kili di peso e del 12 % nei cani sopra i 10 kili di peso;
  • che il rischio di contrarre una delle malattie senza aver effettuato la vaccinazione esiste per i primi due anni di vita ma diminuisce con il passare degli anni;
  • che il rischio di contrarre una delle malattie senza aver effettuato la vaccinazione esiste per le cagne in calore o gravide;
  • che si è riscontrato un maggior numero  di reazioni nei cani di piccola taglia ai quali è stato somministrato il vaccino contro la Leptospirosi.
Come per gli esseri umani, uno dei motivi per cui diventa necessario vaccinare i cani e i gatti è perché la loro dieta non è sufficientemente nutritiva. Il sistema immunitario è direttamente influenzato dalla dieta ed è più capace di difendersi autonomamente dai germi patogeni se riceve una corretta nutrizione.
Una visita presso il veterinario dovrebbe avvenire ogni sei mesi per altri motivi e non solo per somministrare il vaccino. Bisogna controllare regolarmente lo stato di salute dei nostri amici a quattro zampe ed in particolare fare prevenzione contro i vermi ed i tumori.
In alcuni Paesi è obbligatorio vaccinare gli animali domestici contro la rabbia. Esistono dei vaccini approvati che indicano una differenza della durata. Un tipo riporta le indicazioni che il prodotto abbia la durata di un anno mentre l'altro invece di solo un anno - SI TRATTA DELLO STESSO PRODOTTO - non vi è differenza reale nel liquido dentro le fiale !!

Inoltre esistono dei veterinari olistici che offrono una vaccinazione omeopatica contro la rabbia che non sia tossica, chiamata "Lyssin".

E' opportuno, in ogni caso, prima di effettuare qualsiasi vaccinazione, determinare se il cane o il gatto abbia già un proprio sistema immunologico sufficientemente protetto dai vaccini somministrati in precedenza. Il "Vaccine Titer Test" è un kit per misurare i livelli di anticorpi da un semplice prelievo del sangue. Il tipo "IFA" è quello che meglio valuta la risposta del sistema immunitario a vaccinesis. Non bisogna mai presumere in assenza del "test" che un animale abbia bisogno della ripetizione del vaccino.
Non occorre vaccinare ogni anno i gatti domestici che vivono in casa se non escono e non socializzano con altri gatti esterni che potrebbero avere contatto con le malattie infettive. La sovra vaccinazione è una delle principali cause del deterioramento della salute felina.
Non vaccinare il cane o il gatto se ha già avuto una reazione avversa ad una vaccinazione precedente.
Non cedere alle richieste di titolari di pensioni per animali, toelettature, scuole educative nè di veterinari che pretendono che il vostro animale domestico sia vaccinato annualmente per accedere ai loro servizi.
I vaccini sono un altro esempio di ingordigia industriale che permea le aziende farmaceutiche.
Abstract
October 1, 2005, Vol. 227, No. 7, Pages 1102-1108
doi: 10.2460/javma.2005.227.1102

Citing Articles
Timothy S. Frana, Nancy E. Clough, Donna M. Gatewood, Charles E. Rupprecht. (2008) Postmarketing surveillance of rabies vaccines for dogs to evaluate safety and efficacy. Journal of the American Veterinary Medical Association 232:7, 1000-1002
Online publication date: 1-Apr-2008.
Citation | Enhanced Abstract | PDF (324 KB) | PDF Plus (332 KB)
George E. Moore, Andrea C. DeSantis-Kerr, Lynn F. Guptill, Nita W. Glickman, Hugh B. Lewis, Lawrence T. Glickman. (2007) Adverse events after vaccine administration in cats: 2,560 cases (2002–2005). Journal of the American Veterinary Medical Association 231:1, 94-100  - Online publication date: 1-Jul-2007.  Abstract | Full Text | PDF (616 KB) | PDF Plus (592 KB) 
Timothy S. Frana, Lawrence A. Elsken, Steven A. Karli. (2006) Summary of adverse event reports for veterinary biologic products received by the USDA from 1999 through 2005. Journal of the American Veterinary Medical Association 229:7, 1100-1102
Online publication date: 1-Oct-2006.

Citation | Enhanced Abstract | PDF (227 KB) | PDF Plus (220 KB) 
George E.   Moore , Timothy S.   Frana , Lynn F.   Guptill , Michael P.   Ward , Hugh B.   Lewis , Lawrence T.   Glickman . (2005) Postmarketing surveillance for dog and cat vaccines: new resources in changing times. Journal of the American Veterinary Medical Association 227:7, 1066-1069
Online publication date: 1-Oct-2005.

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