(...) la dose del vaccino che viene impiegata è la
stessa per qualsiasi razza senza rispetto dell’età e della taglia. Ad
esempio: un Pincher Nano che pesa due kili riceve la stessa dose di un
Rottweiler di 75 kili. Il gatto domestico riceve la stessa dose di un leone che
pesa 200 kili.
Tutti questi vaccini
hanno l'effetto di un sovraccarico sul sistema immunitario del tuo animale domestico.
Le statistiche sono note: il numero di casi di reazioni gravi ai
vaccini non è mai stato così alto.
Uno studio effettuato
su più di 2000 cani e gatti nel Regno Unito, sostenuto dal "Canine Health
Concern", ha dimostrato il rischio di reazioni avverse ai vaccini in una
percentuale di 1 su 10 soggetti. Questo fatto contraddice ciò che i produttori
di vaccini asseriscono, cioè, meno di 15 reazioni avverse su 100.000 animali
vaccinati.
Inoltre, il numero
delle reazioni avverse nelle razze piccole è di 10 volte superiore
rispetto alle razze grandi. Ciò dimostra che le dosi "standard"
sono troppo alte per gli animali piccoli.
Molti veterinari hanno
già abolito l'usanza della "sovra-vaccinazione" ma esiste ancora
molta opposizione da parte dei media e da chi ha interesse a facili guadagni
come avviene, tra l'altro, anche nell'industria dei vaccini per uso umano per
motivi simili.
Non esistono
prove scientifiche che sia necessario vaccinare un animale
domestico annualmente, al contrario i fatti dimostrano che una volta che
l'animale sviluppa l'immunità dalle malattie, attraverso i vaccini
iniziali, non occorrono altri richiami nella maggior parte dei soggetti poiché l'organismo
è in grado di riprodurre gli anticorpi per tanti anni e spesso per tutta
la vita.
Studi effettuati
stanno dimostrando che la sovra-vaccinazione degli animali domestici
è la causa di una moltitudine di gravi problemi di salute, in particolare,
riguardo al sistema immunitario, alle allergie, agli attacchi convulsivi,
all’anemia ed al cancro.
I vaccini sono una parte
molto redditizia del lavoro dei veterinari i quali, anche quando
sono a conoscenza dei danni che essi possono produrre, non rinunciano
facilmente alla pratica di effettuarli annualmente, anzi, insieme alle Case
Produttrici, sono più interessati a venderne il maggior numero piuttosto che
metterne in discussione la loro necessità.
Come si è arrivati a
stabilire la vaccinazione annuale ?
Solitamente il
veterinario suggerisce di vaccinare i cani contro la rabbia, il parvovirus,
cimurro, adenovirus, parainfluenza, leptospirosi, coronoavirus, epatite, Lyme
(boreliosi), e ogni anno, contro la bortadella, (tosse canina) talvolta
raccomandato persino ogni 6 mesi.
Per i gatti si
propongono vaccini contro la rabbia, la leucemia felina, cimurro,
rinotracheite; ogni anno contro il calcivirus ed in funzione del rischio,
contro la clamidia, la peritonite infettiva felina e la tigna .
Molti veterinari
suggeriscono di vaccinare sia i cani che i gatti iniziando all'età di 6
settimane, 8 settimane, 10 settimane, 12 settimane, 14 settimane e 16
settimane. Poi in seguito fanno i richiami annuali. Tutti questi
vaccini, nel corso della vita di un animale domestico, ammontano ad una
quantità esagerata di sostanze tossiche che vengono iniettate nei
loro corpi! Come si è arrivati a tanto?
Uno dei pionieri
veterinari, Dott.ssa Jean Dodds, Presidentessa della versione animale della
"Croce Rossa" conosciuta come "Hemopet", ha riferito
che i suggerimenti da parte di qualsiasi veterinario, di vaccinare
annualmente un animale domestico sono frutto di idee personali e non
possono essere attribuiti a dati scientifici.
Le raccomandazioni
per la vaccinazione annuale risalgono a 20 anni fà e furono proposte
dall'United States Department of Agriculture insieme ad alcune aziende
farmaceutiche. E' semplicemente una questione di abitudine creata
arbitrariamente e diffusa per interesse finanziario. E' un buon affare sia
per le aziende produttrici che per i veterinari ed è per questo motivo che le
proteste contro questa usanza trovano delle resistenze.
Lo scandalo dei
costi
Una dose del vaccino
contro la rabbia costa al veterinario intorno ai 50-60 centesimi di un euro. Il
cliente comunque paga da € 15,00 a € 40,00 oltre al costo del
servizio di circa € 35,00. Il profitto è equivalente ad un panettiere che
fà pagare una pagnotta più di € 200,00 !!! Secondo James
Schwartz, autore della pubblicazione "Trust Me, I'm not a
Veterinarian", il 63% delle visite effettuate sui cani e il 70% delle
visite effettuate sui gatti riguarda le vaccinazioni.
Inoltre è probabile
che le stesse vaccinazioni creino ancora più guadagno per il veterinario
attraverso le cure che presta per le reazioni avverse ed
altre problematiche causate da esse. E' un modo per assicurarsi il
ritorno dei clienti per nuove cure.
Esistono delle
Multinazionali che forniscono il 70% del mercato mondiale dei vaccini per
animali. La leader tra queste è Intervet che nel 2004 produsse vendite per
oltre 600 milioni di dollari.
Gli Stati Uniti hanno
di gran lunga la quota maggiore del mercato con un fatturato di $ 935 milioni,
il Giappone arriva al secondo posto con $ 236 milioni.
Le vaccinazioni
ed i rischi
Nel 1991, molti
veterinari hanno iniziato a ripensare al protocollo che riguarda le
vaccinazioni dopo le notazioni riportate dallo studio scientifico dell'Università
della Pennsylvania nelle quali si legge che esiste un collegamento tra il
sarcoma e le vaccinazioni dei gatti. Le vaccinazioni annuali contro
la rabbia stavano causando una reazione infiammatoria sottocute, la quale,
successivamente diventava maligna.
Nello stesso periodo,
alcuni ricercatori dell'Università della California confermarono che i vaccini
contro la leucemia felina producevano dei sarcomi, ancora più
numerosi rispetto ai vaccini contro la rabbia. In seguito furono eseguite
ulteriori ricerche che portarono a formulare statistiche allarmanti: i casi di
sarcoma, indotti dai vaccini, furono stimati per un gatto su mille e questo
significava 22.000 nuovi casi ogni anno.
Alcuni veterinari
professionisti aggiunsero di avere dati sufficienti per sospettare che i
vaccini erano la causa di altre gravi malattie del sistema immunitario, una
delle quali "l'anemia hemolytic" una malattia fatale, nei cani,
in cui i tessuti vengono distrutti dal proprio organismo. Fu
riscontrato inoltre che le reazioni al vaccino producevano malattie
della tiroide, allergie, artriti, tumori e convulsioni sia nei cani che nei
gatti. Questi risultati furono pubblicati nel "Journal of the
American Veterinary Medical Association" nel 1995 con la conclusione:
Allora quali sono
i rischi della NON- vaccinzione?
Se viene
effettuata la vaccinazione ai cani o ai gatti quando hanno già sufficienti
anticorpi nel proprio sistema immunitario, non viene aggiunta
alcuna immunità ulteriore - crea invece alti rischi per la loro salute !!
La ricerca scientifica
suggerisce che, come per gli esseri umani, anche i cani e i gatti dovrebbero
essere vaccinati, contro alcune malattie, in giovane età al fine di
creare in essi una protezione che duri per tutta la vita. Con l'eccezione
del vaccino contro la rabbia, i vaccini principali stimolano il sistema
immunitario per un minimo di sette anni , perciò non dovrebbero essere
somministrati nuovamente prima del passare di almeno tre anni. Uno studio
per la misurazione dei livelli di anticorpi per parvo e cimurro,
effettuato su più di 1.400 cani in buono stato di salute e di
diverse età, ha evidenziato che la quasi totalità dei soggetti era già immune
di per sé (94-95%) e ciò suggerisce che non sarebbe affatto necessario
ricorrere ad alcuna vaccinazione.
(...) esistono un
gran numero di prove che la ripetizione annuale dei vaccini
comporta un alto rischio per la salute degli animali come descritto nella
pubblicazione dello studio di Purdue nel 2005. Da questo studio sono
emersi i seguenti dati:
- che i cani di taglia piccola sono più propensi a riscontrare delle reazioni ai vaccini rispetto a cani di taglia grande;
- che il rischio delle reazioni aumenta del 27% dopo ogni vaccino successivo nei cani sotto i 10 kili di peso e del 12 % nei cani sopra i 10 kili di peso;
- che il rischio di contrarre una delle malattie senza aver effettuato la vaccinazione esiste per i primi due anni di vita ma diminuisce con il passare degli anni;
- che il rischio di contrarre una delle malattie senza aver effettuato la vaccinazione esiste per le cagne in calore o gravide;
- che si è riscontrato un maggior numero di reazioni nei cani di piccola taglia ai quali è stato somministrato il vaccino contro la Leptospirosi.
Come per gli esseri
umani, uno dei motivi per cui diventa necessario vaccinare i cani e i gatti è
perché la loro dieta non è sufficientemente nutritiva. Il sistema
immunitario è direttamente influenzato dalla dieta ed è più capace di
difendersi autonomamente dai germi patogeni se riceve una corretta nutrizione.
Una visita presso il
veterinario dovrebbe avvenire ogni sei mesi per altri motivi e non solo per
somministrare il vaccino. Bisogna controllare regolarmente lo stato di salute
dei nostri amici a quattro zampe ed in particolare fare prevenzione contro i
vermi ed i tumori.
In alcuni Paesi è
obbligatorio vaccinare gli animali domestici contro la rabbia. Esistono
dei vaccini approvati che indicano una differenza della durata. Un
tipo riporta le indicazioni che il prodotto abbia la durata di un
anno mentre l'altro invece di solo un anno - SI TRATTA DELLO STESSO PRODOTTO -
non vi è differenza reale nel liquido dentro le fiale !!
Inoltre esistono dei
veterinari olistici che offrono una vaccinazione omeopatica contro la
rabbia che non sia tossica, chiamata "Lyssin".
E' opportuno, in
ogni caso, prima di effettuare qualsiasi vaccinazione, determinare se il cane o
il gatto abbia già un proprio sistema immunologico sufficientemente protetto
dai vaccini somministrati in precedenza. Il "Vaccine Titer Test" è un
kit per misurare i livelli di anticorpi da un semplice prelievo del sangue. Il
tipo "IFA" è quello che meglio valuta la risposta del sistema
immunitario a vaccinesis. Non bisogna mai presumere in assenza del
"test" che un animale abbia bisogno della ripetizione del vaccino.
Non occorre
vaccinare ogni anno i gatti domestici che vivono in casa se non
escono e non socializzano con altri gatti esterni che potrebbero avere contatto
con le malattie infettive. La sovra vaccinazione è una delle principali
cause del deterioramento della salute felina.
Non vaccinare il cane
o il gatto se ha già avuto una reazione avversa ad una vaccinazione
precedente.
Non cedere alle
richieste di titolari di pensioni per animali, toelettature,
scuole educative nè di veterinari che pretendono che il vostro
animale domestico sia vaccinato annualmente per accedere ai loro servizi.
I vaccini sono un altro esempio di ingordigia industriale
che permea le aziende farmaceutiche.
Abstract
October 1, 2005, Vol. 227, No. 7, Pages 1102-1108
doi: 10.2460/javma.2005.227.1102
Citing Articles
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George E.
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