Quale ruolo hanno le nostre emozioni e i nostri stati d'animo
nell'insorgere dei disturbi e delle patologie che affliggono il nostro corpo?
Carmen Di Muro
"Se l'anima si ammala essa consuma il nostro corpo"Ippocrate
Ci hanno sempre spinto a credere e
a vedere il corpo come una macchina che, come ente a sé, funziona nel suo
rigoroso automatismo, non credendo che in realtà il benessere o il malessere
possa dipendere dalla nostra dimensione immateriale: quella degli stati
affettivi. Non ci si ammala per caso o per pura fatalità, ma la nostra
dimensione corporale risente in modo profondo del costante intreccio tra le
varie dimensioni immateriali - spirituale, emozionale, psichica - che ci
compongono e di cui noi siamo parte e tutto. Ogni malattia, ogni semplice
indizio che il nostro corpo ci manifesta, in realtà, è sintomo e voce di un
processo molto più profondo e di un disagio che si concretizza prima nella non
materia per poi esprimersi in maniera manifesta nel concreto della nostra
carne.
Ricerchiamo primariamente la causa
nell'alimentazione, nell'ambiente e nei nostri geni che come tracce indelebili
ci guidano e plasmano la nostra esistenza, non rendendoci conto che il nostro
malessere e la nostra sofferenza fisica trovano, innanzitutto, origine prima in
quel mondo sottile, in quel mondo energetico di cui noi stessi siamo composti e
ci avvolge e che determina in ogni istante la nostra salute. La medicina
ufficiale ci insegna che nel momento in cui insorge il sintomo c'è una chiara
disfunzione a livello organico o cellulare e che basta aggiustare, per così
dire, la parte malfunzionante per far sì che l'intera macchina ritorni a
funzionare in modo perfetto. Eppure ci sono casi in cui pur avendo aggiustato
l'ingranaggio o il processo disfunzionale, pur avendo oliato i vari meccanismi
con gli adeguati trattamenti e le giuste terapie farmacologiche il disagio è
lì, in silenzio, pronto per manifestarsi in modo ancora più invasivo. Perché
tutto ciò? Perché da determinati malesseri non si riesce a guarire? O meglio,
perché a volte viene aggiustata la superficie, ma il disturbo ricompare o si
manifesta in modo del tutto diverso?
Oggigiorno, ciò che a noi è negata
è la grande verità sulla nostra straordinaria natura. Ci hanno insegnato a
guardare a tutto ciò che ci accade con le lenti scure della menzogna,
attribuendo ogni malattia alla sola dimensione biologica e/o ambientale. In
realtà le cose non stanno proprio così perché tutto ciò che ci accade, tutto
ciò che si manifesta nella nostra dimensione corporale sotto forma di
patologia, altro non è che riflesso di un primo malessere interno della sfera
dei nostri sentimenti, della nostra componente affettiva che chiaramente si va
ad intrecciare in una danza armonica alle varie dimensioni esterne (sociale,
ambientale ecc).
Studi ed anni di ricerche nel campo
delle emozioni ci hanno indirizzato verso la comprensione dei meccanismi
fisiologici e dei processi biochimici implicati nell'insorgere dell'emotività.
Una vasta letteratura nel campo, ci illustra come queste siano funzionali per
l'essere umano affinché possa muoversi nel grande ventaglio dell'esistenza. Ma
più che vederle come il nostro fondamento, esse sono state più volte ridotte a
un prodotto, viste come risposte funzionali che l'essere umano mette in atto di
fronte a stimoli specifici. Questo è sì vero, ma è vero pure che queste sono il
primo indizio che noi abbiamo sui sussulti e sui moti del nostro spirito.
Le
emozioni ci parlano di noi e degli altri, ci guidano e danno senso alla nostra
esistenza. Non esiste essere umano che non senta o sperimenti un'emozione. Esse
sono ontologiche: energie che ci indirizzano e che determinano il prossimo
passo a partire dal quale muoverci. Sono la fonte del nostro benessere e al
contempo del nostro malessere. Veri e propri campanelli d'allarme energetici e
non semplici affezioni del cuore, esse ciò indicano se la strada che stiamo
percorrendo è giusta o sbagliata.
In virtù di ogni emozione
sperimentata si attivano le relative strutture cerebrali, le quali a loro volta
implicano una ridistribuzione dell'energia nervosa sui relativi organi
coinvolti. Le emozioni sviluppano delle modificazioni a carico di organi ed
apparati, e viceversa. Sperimentare emozioni negative (rabbia, ostilità, tristezza,
paura ecc) in modo continuativo e permanente fa sì che ci sia un mutamento
nella funzionalità organica e cellulare del nostro corpo che a lungo andare
manifesterà l'eccesso di energia distruttiva sotto forma di disturbo fisico.
Organi centrali e periferici del corpo sono tutti interconnessi da una rete
informativa multidimensionale (attualmente studiata dalla PNEI
psico-neuro-endocrino-immunologia), rete che trasmette informazioni a tutti i
livelli gerarchici- organici e cellulari- e la perturbazione di un suo nodo
porta inevitabilmente a ripercussioni su tutto l'insieme. L'azione di danno è
promossa dalla specifica attività di neurotrasmettitori e neuropeptidi, i quali
rilasciati con continuità dalla presenza di emozioni negative, stimolano i
rispettivi recettori e auto-ossidano, producendo radicali liberi, che danno
vita a sequenze di processi patologici, in grado di danneggiare seriamente le
cellule nelle quali si attivano. La loro azione si attua sia nell'area
cerebrale di produzione, sia negli organi periferici dotati di recettori sulle
membrane cellulari in grado di riconoscerli e reagire di conseguenza.
Non ci rendiamo conto dello stretto
rapporto che intercorre tra la nostra dimensione spirituale e la nostra
dimensione materiale in quanto ci hanno insegnato a credere a tutto ciò che si
vede, non pensando che in realtà, il mondo interno sia fondante per la
strutturazione e la creazione di quello esterno, del nostro stato di benessere
o di malattia. La scienza ci ha sempre analizzato e scomposto nelle nostre
parti manifeste. L'uomo considerato come un aggregato e non come totalità
interagente tra tre entità dinamiche ovvero Psiche, Anima e Corpo.
Noi siamo fusione di queste tre
componenti modali e nel momento in cui ci ostiniamo a considerarle come tre
dimensioni a sé riduciamo la nostra stessa natura a quella oggettuale.
L'emotività è voce della nostra sfera profonda, voce della nostra componente
prima, di quel principio immanente che alberga in noi: la nostra Anima. Nel
momento in cui sono presenti in modo invasivo emozioni e stati d'animo
negativi, a lungo andare anche il nostro corpo fisico a livello concreto sarà
in risonanza con lo stesso tipo di linguaggio della sfera della nostra
emotività. L'emozione ci avvisa e ci rende consapevoli che qualcosa di noi va
cambiato o migliorato, ma soprattutto che l'Amore che ci guida ed è perno della
nostra esistenza viene bloccato nella sua massima espressione dalla presenza di
energie di polo opposto, che stanno contaminando il nostro essere e a cui noi
ci stiamo accordando in modo invasivo e che a lungo andare avranno
ripercussioni fortissime sul nostro stato di salute.
La nostra carne parla di noi e in
sé contiene e manifesta tutte le tracce del nostro mondo interno. Le cellule
del nostro corpo si modificano e cambiano in virtù delle nostre vibrazioni
emozionali, di quest'energia profonda che produciamo.
Fare spazio all'amore significa
distruggere a livello concreto ogni tipo di energia improduttiva, ogni emozione
disturbante che possa ostacolare il nostro massimo benessere fisico e mentale,
nonché la nostra felicità.
Fonte
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