La
manipolazione climatica è realtà. Estati torride di terra secca e
assetata, primavere scosse da nubifragi e alluvioni. Che il clima stia
cambiando sotto ai nostri occhi è ormai accettato da tutti. E’ solo frutto del
nostro stile di vita o dipende anche da altri fattori? In questo articolo
vengono mostrate delle prove fornite dai media ufficiali che esiste la possibilità di manipolare il clima per colpire a comando la
popolazione e l’economia di svariate aree del pianeta: molti esperimenti
studiano come modificare artificiosamente il clima, causare pioggia o siccità,
innescare tornado e nubifragi.
L’articolo che segue è
stato pubblicato su TGcom24 il 23/03/2009
Festa in Cina, vietata la pioggia
Aerei in cielo per disperdere le nubi
Il primo ottobre la Cina festeggerà il sessantesimo
anniversario della fondazione della sua repubblica popolare. E, per impedire
che la pioggia rovini i grandiosi festeggiamenti in programma, si ricorrerà a
una tecnica senza precedenti. L’aviazione impiegherà
18 apparecchi che disperderanno nell’atmosfera prodotti chimici per impedire
che dal cielo sopra Pechino cada la pioggia.
All’aeroporto saranno invece utilizzati 48 mezzi
anti-nebbia, secondo quanto scrive il “Globe Times”. E’ la prima volta che la
Cina ricorre a mezzi che agiscono sulle condizioni atmosferiche su scala così
ampia. Il primo ottobre si terrà per la prima volta in dieci anni nella
capitale cinese una parata militare in cui sfileranno almeno 100mila persone.
Fuochi d’artificio spettacolari saranno l’altro
punto di forza delle celebrazioni. E’ chiaro che con il bel tempo la Cina potrà
mostrare al mondo molto meglio i suoi progressi militari e gli ultimi mezzi di
alta tecnologica a cui può ricorrere in caso di attacco. Sarà dunque importante
garantire che l’acqua non cada sulla mega-manifestazione.
D’altra parte, negli ultimi tempi le autorità cinesi
avevano già annunciato anche che, proprio in vista di queste celebrazioni, per
questioni di sicurezza durante la festa sarebbe stato vietato volare ad
aquiloni e piccioni. Tutto il cielo di Pechino sarà off-limits fino all’8
ottobre. E per allontanare eventuali oggetti volanti indesisderati sono stati
addestrati alcuni falchi cacciatori, che faranno in modo che l’ordine sia
rispettato anche nell’alto dei cieli.
——
L’articolo seguente è
tratto dal sito di Repubblica del 01/11/2009
CINA: MAXI NEVICATA
ARTIFICIALE IMBIANCA PECHINO
PECHINO – Una nevicata precoce ha coperto con
un’abbondante coltre bianca Pechino. Il tutto ha pero’ ha avuto un aiutino
dell’Ufficio Modificazione del Tempo della capitale cinese. I tecnici, riferisce
l’agenzia Xinhua, hanno riversato in cielo con degli aerei da sabato sera “186
dosi di ioduro d’argento” per approfittare del brusco calo della temperatura e
delle nuvole. Questo ha generato la nevicata che si e’ conclusa solo nel
pomeriggio di domenica. La
neve ha rallegrato i cinesi e i turisti ma lo scopo dei meteorologi era quello
di alleviare la persistente siccita’ che ha colpito la zona: “Non ci facciamo
sfuggire occasione per provocare precipitazioni da quando Pechino registra una
persistente condizione di siccita’ ha spiegato Zhang Qiang, responsabile
dell’ufficio.
—–
Ahmadinejad: L’Occidente causa la siccità in Iran
Estratto da Il Giornale del 22/05/2011
[...]Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha
accusato ieri i Paesi europei di aver architettato un complotto per causare la
siccità che attanaglia alcune regioni del suo Paese. «Secondo rapporti sul
clima, accuratamente verificati, le potenze occidentali forzano le nuvole fino
a far piovere» sui propri territori, ha detto all’inaugurazione di una diga ad
Arak (sede di un reattore per la produzione di acqua pesante), dopo aver fatto
riferimento a un inedito documento occidentale, secondo cui nei prossimi 30
anni nelle regioni che vanno dalla Turchia all’Iran vi saranno ricorrenti
periodi di siccità. «Tali territori – ha sottolineato Ahmadinejad – includono
anche culture e civiltà che spaventano l’’Occidente».Il presidente iraniano ha
aggiunto che Teheran reagirà per vie «legali» a queste manovre, avvertendo che
«la guerra del futuro sarà la guerra per il controllo dell’acqua».[...]
Estratto da Tempi del 12/09/2012
[...]GUERRA DELLE NUVOLE. Il
presidente dell’Iran ha infatti dichiarato lunedì, parlando dei problemi che le
poche precipitazioni del 2012 stanno causando al paese islamico: «Oggi il
nostro paese rischia la siccità, che è in parte causata dai nostri nemici che
distruggono le nuvole prima che arrivino sul nostro paese». «Questa – ha
aggiunto – è una guerra che noi riusciremo a vincere».
RISCHIO SICCITÀ. L’Iran è considerato uno dei paesi
maggiormente esposto al rischio siccità. Ma secondo Ahmadinejad quella di
quest’anno sarebbe opera di un complotto occidentale. «Penso che l’arroganza e
la colonizzazione mondiale (il modo in cui in Iran vengono definiti Usa e
Israele, ndr) usino le loro tecnologie per danneggiare la nostra situazione
ambientale» ha aggiunto Hassan Mousavi, a capo di un importante istituto
culturale iraniano.[...]
—–
L’articolo seguente è
tratto dal sito di Greenews del 19/12/2011
Piogge artificiali: la Cina
non corre da sola
Follia reale o fantascienza? Chi
ha sentito parlare di pioggia artificiale,
avrà probabilmente pensato a una leggenda metropolitana. Ma Pechino fa sul serio: qualche giorno fa ha annunciato un piano da
un miliardo di yuan (circa 120 milioni di euro) per riuscire, entro il 2015, ad
aumentare del 10% le precipitazioni nelle zone più aride. Gli ingranaggi della natura, a causa dei
cambiamenti climatici a cui anche la Cina sta contribuendo pesantemente, si
sono inceppati. Il Paese è afflitto dalla siccità e cerca di correre,
disperatamente, ai ripari.
Un primo esperimento in tal senso era stato già
condotto, nel febbraio 2009, quando diverse regioni erano state irrorate da una pioggerellina leggera,
generata da agenti chimici sparati nell’atmosfera con 2.392 razzi e 409
cannoni, in grado di creare nuvole
cariche di pioggia. Più
precisamente, le nuvole ‘adatte’ alle precipitazioni vengono ‘seminate’ con ioduro d’argento, un agente chimico che favorisce
l’aggregazione delle molecole d’acqua per creare grandi gocce abbastanza
pesanti da cadere al suolo.
La tecnologia, in realtà, non è nuova. I primi
esperimenti in tal senso cominciarono negli anni della Guerra Fredda,
alimentati dalla competizione tra potenze. Durante la guerra del Vietnam, gli Stati Uniti lanciarono l’operazione Popeye per cercare di
intensificare i monsoni sul sentiero di Ho Chi Min, la rete di strade che andavano dal Vietnam
del Nord al Vietnam del Sud passando per Laos e Cambogia
usate dai Vietcong e dai loro sostenitori. Nel 1978, però, gli
esperimenti per far piovere artificialmente negli Usa furono interrotti, in
seguito a una grave inondazione causata dal bombardamento chimico delle nubi. Sembra però che negli ultimi
anni siano ripresi, e ne abbia usufruito anche Los Angeles. Israele stimola le nuvole
dal 1961 e riesce così a rendere fertili e rigogliose terre di per sé aride.
La pioggia artificiale è caduta anche sul Medio
Oriente. Nel giugno 2008, negli Emirati Arabi, alcuni bimotori hanno disseminato
il cielo con ioduro d’argento, sali igroscopi ed altre sostante chimiche capaci
di esaltare la capacità di condensazione del vapore acqueo. Il risultato è stata una pioggia
intermittente di alcuni minuti. Niente di eclatante, è vero, ma non male per un
Paese dove le precipitazioni sono rare e concentrate nel periodo tra gennaio e
marzo.
In futuro basterà dunque bombardare le nuvole
per far piovere a comando? «Nel mondo ci sono diversi esperimenti in corso di
questo tipo, ma ancora le basi scientifiche sono molto deboli, e siamo lontani
dal poter dire di essere in grado di controllare la pioggia. Il problema è che una volta
effettuato l’esperimento non è possibile sapere se la pioggia che si verifica è
frutto della ‘semina’ o se invece sarebbe caduta lo stesso», spiega Sandro Fuzzi dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e
del Clima del Cnr di Bologna. Remota,
a quanto pare, la possibilità di effetti collaterali, perché «questo tipo
di azioni si svolge su una scala ridotta, al massimo di qualche decina di
chilometri mentre eventuali fenomeni distruttivi, come le alluvioni, riguardano
fronti di centinaia e anche migliaia di chilometri. Al momento anche Usa e
Israele stanno cercando il modo di aumentare artificialmente le piogge, mentre in Italia si è fatto
qualche tentativo fino agli anni Settanta, soprattutto per il controllo della
grandine, ma poi i progetti sono stati abbandonati».
L’ultima frontiera consiste nel bombardare le
nuvole dal basso con dei laser. L’esperimento è stato condotto un anno e
mezzo fa in laboratorio e poi replicato a Berlino da
un gruppo di ricercatori dell’università di Ginevra e pubblicato sulla rivista Nature Photonics. Con un laser di grande potenza, una
specie di cannone energetico, i ricercatori hanno colpito ed “eccitato” le
molecole di gas presenti nell’aria. Il risultato è stata la formazione di
nuclei di condensazione attorno ai quali si sono create piccole gocce di acqua.
Anche allora, però, Fuzzi era rimasto cauto: «La vera difficoltà sta nelle
dimensioni del processo naturale che si vuole innescare. Il raggio laser agisce
su un punto, mentre per ottenere l’effetto voluto bisogna coinvolgere
chilometri di nuvola. Siamo ancora lontani da un controllo dell’uomo sul
tempo, ma l’esperimento condotto dai ricercatori svizzeri rappresenta un passo
avanti per la ricerca».
Inquietante.
A Teheran,
intanto, per purificare l’aria dalle polveri sottili e combattere lo smog, hanno
optato per una pioggia artificiale molto più rudimentale. Per due giorni, cinque aerei hanno
lanciato acqua sui quartieri più inquinati, mentre l’Iran sta anche pensando
di investire in ricerche su come cambiare le rotte dei venti, in grado appunto di disperdere le
particelle. Dal meteo a comando, sembra però – per fortuna – che siamo
ancora lontani.
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L’articolo seguente è
tratto dal blog di Shivio-news del 18/03/2012
Le sperimentazioni
climatiche nei vari paesi
Sono più di venti i Paesi che
hanno in corso programmi di sperimentazione di nuove tecniche per
provocare precipitazioni.
Il più impegnato è la Cina, che impiega nel
rainmaking oltre 37 mila addetti fra tecnici e ricercatori. Una trentina di
aerei, 4 mila rampe per razzi, 7 mila cannoni vengono usati per sparare in
cielo nuclei di sostanze intorno ai quali stimolare processi di condensazione
di gocce d’acqua o cristalli di ghiaccio.
Negli Stati Uniti, che fu il primo a gettare nelle nuvole
con gli aerei ghiaccio secco e ioduro d’argento, i progetti in corso sono 27.
In Sud
Africa, che esperimenta questi
programmi da una quindicina di anni, si usa invece il cloruro di potassio,
sistema nato in seguito all’osservazione di nubi ricche di umidità che si
formavano sopra una cartiera che emetteva grandi quantità di tali particelle
igroscopiche (che assorbono acqua). I sali vengono diffusi da aerei che volano
sotto le nubi in formazione, e servono ad aumentare il numero e la misura delle
gocce. Anche inMessico, nello stato di
Coahuila stanno sperimentando la tecnica sud africana e sembra che sia in grado
di aumentare di un terzo il volume delle precipitazioni.
Della Russia,
ne abbiamo visto il filmato (video sopra) – Servizio del TG Uno del 10
maggio 2007 (edizione delle 8:00) riguardo un composto a base di
azoto, iodio e argento, scaricato sulle nuvole del cielo di Mosca per non far
piovere, durante le celebrazioni del 9 maggio (62esimo anniversario della
vittoria dell’Urss sulla Germania nazista). Anche in Cina lo scorso aprile è stato spruzzato
sul Tibet qualcosa a base di ioduro d’argento, per formare la neve artificiale.
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L’articolo seguente è tratto dal blog di Testelibere del 21/08/2012
Geoingegneria: una nuova
forma di guerra?
Riduzione delle emissioni di anidride carbonica,
raffreddamento del pianeta o altro? La geoingegneria è oggi soprattutto una
scienza militare. Non ha dubbi in proposito l’ex consigliere esecutivo, dipartimento
aerospaziale e difesa, della Booz Allen Hamilton di Chicago, Matt Andersson:
‘Almeno quattro paesi – Stati Uniti, Russia, Cina e Israele – dispongono delle
tecnologie e dell’organizzazione necessaria a modificare regolarmente il meteo
e gli eventi geologici per varie operazioni militari ufficiali e segrete,
legate a obiettivi secondari, tra cui il controllo demografico, energetico e la
gestione delle risorse agricole’.
In un articolo pubblicato su The Guardian Andersson dichiara apertamente che il nuovo tipo di guerra
non convenzionale ‘comprende la capacità tecnologica di indurre, spingere o
dirigere eventi ciclonici, terremoti e inondazioni, includendo anche l’impiego
di agenti virali per mezzo di aerosol polimerizzati e particelle radioattive,
trasportate attraverso il sistema climatico globale’.
Ma chi sono i falchi di questa nuova forma di
guerra? Il Bipartisan Policy Center (BPC), che ha sede a Washington, ha
pubblicato alcuni mesi fa un importante rapporto con il quale chiede agli Stati
Uniti e agli altri paesi allineati di procedere verso la sperimentazione su
larga scala del cambiamento climatico. Il gruppo bipartisan è finanziato, secondo
il Guardian, da grandi compagnie petrolifere, farmaceutiche e
biotecnologiche, e rappresenta gli interessi corporativi del mondo militare e
scientifico statunitense. Recentemente, fra l’altro, il BPC è stato descritto come un ‘insieme di neo-conservatori, falchi e interventisti
neoliberali che vogliono fare la guerra contro l’Iran’ .
In passato dunque si schieravano gli eserciti; oggi
se i paesi non si allineano, oltre alle istituzioni antidemocratiche della
grande finanza, c’è la guerra combattuta con la geoingegneria.
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