Come decrescere seguendo la Natura, i consigli pratici di Paolo Ermani, autore di ‘Pensare come le montagne’
Paolo Ermani è una di quelle persone che quasi in sordina, senza l’attenzione degli schermi TV, ma con fiera ostinazione, stanno portando avanti una nuova visione del mondo e, cosa non meno importante, anche i propri sogni.
Ebbi il piacere di incontrarlo nel 2003 in un progetto di eco-villaggio in Liguria e ora, più di 10 anni dopo, durante Terraé – Officina della Sostenibilità, a Pordenone, l’ho intervistato prima di una sua conferenza sul tema dello “Scollocamento“.
TI POTREBBE INTERESSARE: In Veneto famiglie comprano terreno per fare agricoltura bio sul modello del Gruppo d’Acquisto Solidale Terreni
Potresti dirci cos’è lo scollocamento?
L’idea nasce dal libro Pensare come le montagne in cui avevamo pensato di disinserire le persone dalla società dei consumi, dando una serie di consigli per risparmiare energia, sprecare di meno e affrontare la vita in modo diverso. Dall’idea di disinserimento sono passato, assieme ad un gruppo di persone, a quella di un Ufficio di Scollocamento
che è anche un libro,(Ufficio di Scollocamento. Una proposta per
ricominciare a vivere) scritto con Simone Perotti. L’obiettivo è quello
di “scollocare” le persone da una società che è simile ad una nave che affonda e i cui dirigenti sono come il comandante responsabile del naufragio dell’Isola del Giglio, che invece di dire che bisogna abbandondare l’imbarcazione, continuano a dirci di salire a bordo.
L’Ufficio
di Scollocamento non è un ufficio vero e proprio come i centri per
l’impiego, ma un’idea che viene sviluppata in diversi luoghi per dare la possibilità alle persone di cambiare vita e lavoro. Il lavoro è un problema oggi, non solo dal punto di vista occupazionale, ma proprio del suo significato.
Non sappiamo più perché lavoriamo, se non per arrivare a fine mese. Il lavoro non è più inteso come realizzazione della persona. La questione è grave perché lavoriamo 7-8 ore al giorno, per 30-40 anni ed un impiego in linea con le proprie aspirazioni, i propri ideali, che non è deleterio per l’ambiente e la società dovrebbe essere il primo obiettivo personale. Tutto questo va rimesso in discussione e così cerchiamo di dare delle soluzioni.
Non sappiamo più perché lavoriamo, se non per arrivare a fine mese. Il lavoro non è più inteso come realizzazione della persona. La questione è grave perché lavoriamo 7-8 ore al giorno, per 30-40 anni ed un impiego in linea con le proprie aspirazioni, i propri ideali, che non è deleterio per l’ambiente e la società dovrebbe essere il primo obiettivo personale. Tutto questo va rimesso in discussione e così cerchiamo di dare delle soluzioni.
Che relazioni ha lo scollocamento rispetto ad uno stile di vita ecologico?
Cambiare
vita, cambiare lavoro è qualcosa che viene ripreso anche da altre
persone e ci fa piacere. Noi però vorremmo che questo cambiamento fosse
complessivo. Ci sono tanti consulenti che offrono consigli su come
cambiare professione. Quello che noi diciamo è: “cambia lavoro e fai
qualcosa che sia utile per te stesso, la società e l’ambiente.” Quindi
non solo cambiare lavoro e invece di essere impiegato nella
multinazionale A passa alla multinazionale B ma magari dai il tuo
contributo in una cooperativa che installa pannelli solari, oppure
coltiva le tue passioni artistiche per lavorare insieme a persone
disabili. Quindi si tratta di fare cose utili ma anche insieme agli
altri, questo è un aspetto molto importante su cui insistiamo:
sviluppare le proprie potenzialità, riappropriarsi della propria
intelligenza ed unirsi ad altri per sviluppare dei progetti che siano di
ampio respiro. Lo scollocamento mette in discussione l’individualismo
per recuperare il senso di una prospettive collettiva.
Lo
scollocamento è parte di un fenomeno più vasto, dalla decrescita, alla
permacultura, agli orti urbani. Secondo te ci troviamo di fronte ad un
cambio di paradigma generalizzato?
Io, contrariamente a
quello che si dice normalmente, percepisco molto questo cambio di
paradigma. Non sembra che ci sia un cambiamento in atto semplicemente
perché i mass media non ne parlano. Le persone sono bombardate da messaggi negativi,
quasi terroristici, facendoci credere di essere ridotti in povertà
totale o che siamo quasi alla guerra civile. Ci sono chiaramente delle
grosse problematiche e c’è molta sfiducia verso la politica tradizionale
che non fornisce soluzioni. Quindi molti individui si stanno
organizzando da soli. Questo fenomeno di autorganizzazione non fa molto chiasso.
Tuttavia, di iniziative ce ne sono sempre di più. Noi stessi che
giriamo l’Italia, che organizziamo corsi di formazione, vediamo che ci
sono tanti progetti belli ed interessanti che vanno nella direzione di
uno scollocamento generale. Purtroppo la gran cassa mediatica li ignora,
perché come si dice, fa più rumore un albero che cade rispetto ad una
foresta che cresce. Noi comunque cerchiamo di dare un contributo alla
diffusione di queste realtà, infatti abbiamo un giornale on line, Il Cambiamento,
in cui diamo le informazioni che i mezzi di comunicazione ignorano e
dove è possibile seguire le iniziative di scollocamento in giro per
l’Italia.
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti spam, offensivi, non pertinenti e quelli riportanti indirizzi mail o link sospetti saranno cancellati.