L'intelligenza
non è più di moda, il mito del genio carismatico è tramontato miseramente a
favore di quello del nuovo ricco, trucido, tamarro, poco fine e poco
intellettuale ma detentore di potere d'acquisto e di un macchinone a tanti
cavalli nel motore e tanti zeri di listino.
In tempo di crisi, poi, chi ha ragazze da marito dispensa consigli ben diversi
che in passato: "Dagliela solo se è ricco e ha una buona posizione, non ti
buttare via con uno studentello che recita Leopardi!".
Grazie ai media, che sono i più grandi divulgatori del pensiero debole, la
stupidità si espande viralmente, si vende moltissimo e bene, annientando il
vecchio buon senso.
Stupidità comune mezzo gaudio?
Proprio no.
Se un solo stupido è uno stupido e basta, migliaia di stupidi diventano una forza storica, quando non anche politica. Ed uno stupido non è mai innocuo perchè oggi riesce facilmente a fare breccia nel cuore e nel cervello dei suoi contemporanei che sono stupidi almeno quanto lui e che sono sempre numerosi.
Ne consegue che l'intelligente è diventato un diversamente abile, emarginato e inascoltato.
Stupidità comune mezzo gaudio?
Proprio no.
Se un solo stupido è uno stupido e basta, migliaia di stupidi diventano una forza storica, quando non anche politica. Ed uno stupido non è mai innocuo perchè oggi riesce facilmente a fare breccia nel cuore e nel cervello dei suoi contemporanei che sono stupidi almeno quanto lui e che sono sempre numerosi.
Ne consegue che l'intelligente è diventato un diversamente abile, emarginato e inascoltato.
Ma, per l'intelligente, sopravvive un unico vantaggio: che può sempre
mimetizzarsi e fare l'idiota, mentre il contrario è del tutto impossibile.
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