mercoledì 9 luglio 2014

“Come siamo guariti dal diabete” – Cosa togliere cosa assumere

diabete

Secondo l’Associazione Americana per il Diabete (A.D.A.): «Il diabete è una malattia cronico degenerativa incurabile».
Una definizione che non lascia alcun spazio a eventuali dubbi.
D’altronde è cosa risaputa da qualsiasi medico al mondo, che il diabete ufficialmente non si può curare, una volta che si è manifestato, si può conviverne più o meno bene, ma si è schiavi e dipendenti dai farmaci per l’intera vita. Ma è proprio così?
Questo il tema del congresso che ha visto la partecipazione di circa 500 persone, tenutosi a fine marzo all’Auditorium Vivaldi a San Giuseppe di Cassola (VI).
Tra i relatori della serata, oltre a chi scrive, ci sono stati Gennaro Muscari, medico omeopata docente alla Scuola di omeopatia di Verona, Giancarlo Vincenti presidente dell’Associazione «Diabete insieme» di Portogruaro, e infine – vero motivo dell’incontro – quattro persone che sono riuscite a venir fuori dal diabete.
Andiamo per ordine.
Dopo la breve proiezione di spezzoni video presi da «Un equilibrio delicato», tratto da «The China Study», lo studio più completo mai realizzato al mondo sull’alimentazione; «Crudo & semplice», l’esperimento unico nel suo genere dove sei persone in 30 giorni di crudismo smettono di usare l’insulina, e infine il «Metodo Gerson».

VEDI AL RIGUARDO

Il latte e formaggio provocano il cancro? di Dott. Colin Campbell

ZERO DUBBI SULLA VELENOSITA’ DELLE PROTEINE ANIMALI, ANCHE A DOSI MINIME

Terapia Gerson per Disintossicarsi e curare il cancro

Il mio intervento è stato quello di fornire alcuni dati e informazioni importanti per comprendere l’evoluzione storica della malattia.
Se infatti secondo il Bollettino dell’Accademia di medicina di New York dal 1871 al 1933 «Il tasso di mortalità del diabete a New York è passato da 2,1 per 100 mila abitanti nel 1866 a 29,2 nel 1932», eoggi, ogni 10 secondi una persona muore per cause legate al diabete e due si ammalano, viene da sé che qualcosa di grave deve essere successo negli ultimi settant’anni.
Cosa?

Grassi idrogenati.
Nel 1912 vengono commercializzati i cosiddetti «grassi idrogenati».
Questi grassi creati dall’industria, non esistono in natura, quindi non vengono riconosciuti correttamente dall’organismo e creano grossissimi problemi alla salute, provocando disturbi cardiocircolatori, obesità, danni alle membrane cellulari, malattie autoimmuni (diabete); diminuiscono le HDL e aumentano le LDL; aumentano le infiammazioni e interferiscono con l’insulina.
I grassi idrogenati si trovano nelle cosiddette margarine, quindi nella stragrande maggioranza dei prodotti da forno, gelati, cioccolate, dolci, ecc. Pure gli oli vegetali, prodotti a caldo e quelli che vengono fritti, si snaturano completamente diventando tossici per le cellule e quindi per l’organismo umano.

Insulino-resistenza.
Le cellule hanno sulla membrana esterna dei recettori specifici per l’insulina: cioè delle speciali serrature che si aprono solamente quando arriva l’insulina, facendo così entrare il glucosio e togliendolo dalla circolazione sanguigna.
Tutti i grassi saturi di derivazione animale (carne, uova, pesce, latte e latticini) e tutti i grassi idrogenati, si depositano nelle membrane esterne delle cellule, provocano la deformazione dei recettori.
Risultato: le cellule diventano sorde all’insulina.
Nonostante il pancreas funzioni correttamente e vi sia insulina in circolazione, le cellule non sono in grado di usare al meglio l’ormone, e quindi si ha iperglicemia (diabete).

Acidosi.
Tutte le proteine di origine animali e tutti gli alimenti raffinati e pastorizzati (cereali, farine, zuccheri, ecc.), dopo il metabolismo rilasciano ceneri acide che hanno come risultato far aumentare l’acidità.
L’acidità, oltre a mettere in allarme l’intero organismo e far scattare i meccanismi di protezione (alcalinizzazione degli acidi), induce alti livelli di cortisolo (l’ormone dello stress) secreto dalle ghiandole surrenali, con lo scopo di contrastare le infiammazioni.
L’aumento di cortisolo da una parte fa aumentare la glicemia, e dall’altro provoca una errata distribuzione del tessuto adiposo nel corpo, soprattutto nella pancia che si sa essere un grasso che partecipa all’insulino-resistenza.
Il cane che si morde la coda!

Caseina. «La capacità delle proteine del latte vaccino di causare l’insorgenza del diabete di tipo1 è ben documentata»! Questa pesante affermazione è il risultato dello studio pluridecennale sull’alimentazione prima citato («The China Study»).
La spiegazione è abbastanza semplice e logica: se frammenti proteici di caseina finiscono nel sangue, il sistema immunitario interviene subito. Infatti nel «liquido peculiare» - come lo definiva il grande Goethe – non possono esserci sostanze estranee a quelle predisposte dalla Natura.
Siccome la proteina del latte (caseina per l’80-85% circa) è quasi identica alle proteine del pancreas (cellule Beta), il sistema immunitario, in una situazione di tossiemia generalizzata, potrebbe finire per attaccare le cellule del pancreas che producono insulina.
Risultato: diabete infantile di Tipo-1.
Pensiamo a quanti neonati oggi, su consiglio pediatrico, vengono svezzati erroneamente con latte vaccino, fin dai primi giorni e forse capiremo quanto alto è il rischio che sviluppino seri problemi di salute, anche perché è bene ricordare che la mucosa intestinale di un neonato non è ancora completa e quindi è molto più permeabile di un adulto.

Sangue
Il sangue, definito dal grandissimo illuminato Johann Wolfgang von Goethe un “liquido molto peculiare“, è fondamentale per l’intero organismo e la sua vita.
Bagna e permea tutte le cellule del corpo, trasporta il “calore” e i nutrienti fondamentali, come l’ossigeno, e dall’altra porta via gli scarti tossici del catabolismo.
Un sangue ottimale, liquido, con un pH tra i 7,35 – 7,45, permette la vita e quindi la salute; viceversa un sangue denso, colloso, pregno di sostanze tossiche tra cui i grassi saturi animali predispone a tutte le malattie, compreso il diabete.
In quest’ultima patologica condizione, nonostante la funzionalità normale del pancreas, l’insulina non potrà mai svolgere il suo compito (far entrare il glucosio nelle cellule), proprio per l’impossibilità di arrivare correttamente nei recettori posti nelle membrane cellulari.

Vaccinazioni pediatriche
In un corpo in formazione come quello di un neonato, privo totalmente del sistema immunitario (per essere maturo il S.I. impiega anni), iniettare veleni tossici come formaldeide (riconosciuto agente cancerogeno) e metalli pesanti come idrossido di alluminio (e fino all’altro giorno un sale di mercurio), crea le premesse per la manifestazione di patologie gravi come autismo e diabete di tipo-1.
E’ noto alla medicina infatti che i metalli pesanti (alluminio, mercurio, cromo, cadmio, ecc.) bloccano l’attività di numerosi complessi enzimatici e creano danni a quasi tutti gli organi (si depositano nei corpi grassi come fegato, cervello, ecc.), principalmente all’organo deputato allo smaltimento: il fegato.
I metalli competono con gli enzimi, ciò significa che se sono presenti metalli, gli enzimi vengono debilitati e non possono funzionare. In questa condizione di pericolosa intossicazione, le funzionalità enzimatica del pancreas e detossicante del fegato vengono meno…
Molto interessante l’intervento del dottor Gennaro Muscari.
Il dottor Muscari, che pratica omeopatia da più di trent’anni e si occupa di alimentazione naturale da prima ancora della laurea, ha spiegato come nelle università di medicina si studia prima che il diabete è una malattia incurabile e poi che l’insulina presa dal diabetico, dopo un certo periodo di tempo (da qualche mese a qualche anno al massimo), il pancreas si ipotrofizza, cioè produce sempre meno insulina, fino ad arrivare ll’atrofia completa.
Nel diabete di Tipo-1 questo avviene velocemente.
Non pensava assolutamente che dopo 12 anni o addirittura 16 anni di insulina chimica si potesse far tornare a far produrre insulina dal pancreas in maniera naturale. Nessun medico lo pensa, eppure come leggerete dopo dalle testimonianze, ciò è assolutamente possibile.
Il dottor Muscari ha di nuovo ribadito i danni dei latticini per l’organismo umano e il collegamento, venuto fuori dagli studi medici, tra diabete di tipo-1 e la caseina dei latticini. Dati ufficiali che parlano chiaro: con una alimentazione vegana si ha il 40% in meno in insulina dopo sole 3 settimane e il 30% in meno di colesterolo.
Ha concluso il suo intervento rimarcando sull’importanza in tutti gli ambiti, soprattutto nel diabete, dell’attività fisica. Cos’è lo zucchero nel sangue? É la riserva di energia, è energia pura per essere usato. Qualsiasi diabetico può fare a meno di prendere farmaci antidiabetici e anche l’insulina semplicemente utilizzando lo zucchero in sovrappiù nel sangue.
Il dottor Giancarlo Vincenti ha invece raccontato la sua esperienza di diabetico, risultato da un banale esame di routine. Non sapeva nulla sul diabete e da quel momento ha frequentato congressi, riunioni anche internazionali, e per ultimo fondando l’associazione di malati a Portogruaro. Ha iniziato a sapere tutto o quasi, ma sempre basato sulle conoscenze della medicina ufficiale. C’era qualcosa che mancava all’appello, qualcosa che non tornava e che non quadrava. Di recente approfondendo il discorso sulla dieta vegetariana e vegana è venuto a conoscenza che si potevano ottenere dei risultati incredibili, come per esempio abbandonare l’insulina. Dopo la visione del documentario «Crudo & Semplice» si sta muovendo in questo versante.
Non ha ancora buttato via l’insulina, ma ci sta lavorando, con tutte le difficoltà del caso tenendo conto delle abitudini e della situazione famigliare.
Adesso veniamo alla parte più importante della serata.
COSA ASSUMERE
  • Cannella Dei ricercatori tedeschi hanno scoperto che l’assunzione di 1 grammo di cannella al giorno ha permesso agli adulti con diabete di tipo 2 di ridurre il loro zucchero nel sangue di almeno il 10%.Questo perché i composti della cannella possono attivare gli enzimi che stimolano i recettori dell’insulina. E’ economica e la trovi nelle erboristerie (anche online) sia in cannelli da sbriciolare al momento dell’uso, sia in polvere. Pesane la quantità di circa  2  grammi e aggiungila, per esempio ad uno youghurt. Assumila per almeno 30 giorni consecutivi e segui anche i consigli che ti riporto sotto…provare non ti costerà quasi nulla!
  • Gymnema (Gymnema slyvestre) Questo rimedio ayurvedico è probabilmente una delle erbe più comunemente utilizzate per trattare il diabete. L’acido gymnemico è un componente della pianta che agisce direttamente sulla lingua per bloccare la sua capacità di percepire la dolcezza, ciò può favorire la rinunzia ai dolci, ossia ad alimenti che possono aggravare la condizione. E’ bene ricordare che quest’azione si verifica solo quando l’erba è masticata o posta sulla lingua prima di mangiare e non quando la gymnema venga assunta in pillole o capsule.  Secondo gli studi sembra anche che la gymnema stimoli il pancreas a produrre più insulina e che migliori l’attività dell’insulina. Di conseguenza, può essere utile sia per il diabete di tipo I che per il diabete di tipo II. Interazioni: quest’erba può essere assunta insieme a farmaci ipoglicemizzanti. Dosaggio tipico:  400 milligrammi al giorno.
  • Il fieno greco (Trigonella foenum-graecum)  Gli antichi erboristi greci e romani hanno usato questa spezia per trattare il diabete. La ricerca moderna ha dimostrato che i semi di fieno greco non solo riducono il livello di glucosio nel sangue, ma anche il livello di insulina, di colesterolo dannoso e dei trigliceridi, mentre aumenta il livello di colesterolo buono. I semi di fieno greco contengono fino al 50 percento di fibra, che è un indizio di come funziona sul paziente diabetico: la fibra rallenta la velocità con cui lo stomaco viene svuotato dal cibo, ciò a sua volta ritarda l’assorbimento di glucosio nell’intestino, con conseguente livello più basso di zucchero nel sangue. Molti esperti nutrizionisti ritengono che tutte le persone con diabete dovrebbero far rientrare i semi di fieno greco nella quotidianità della loro dieta. Dosaggio tipico: per i diabetici non insulino-dipendente, non più di 5.000 milligrammi al giorno. Per il diabete grave o insulino-dipendente, fino a 5.000 milligrammi (50 grammi) due volte al giorno. Attenzione: Può produrre flatulenza.
  • Melone amaro (Momordica charantia) Questo frutto viene coltivato in molti paesi tropicali, dove è ampiamente usato come rimedio popolare contro il diabete. Alcuni studi clinici in India hanno verificato i benefici del melone amaro. Il melone amaro contiene anche composti che, chimicamente, sono parenti stretti dell’insulina. Dosaggio tipico: 3 cucchiai da tavola 6 volte al giorno. Per chi preferirebbe fare a meno del succo un estratto standardizzato potrebbe presto essere disponibile. Controindicazioni: la scorza del frutto è velenosa e quantità eccessive di succo (più del doppio del dosaggio raccomandato) possono causare nausea, vomito, diarrea e ipoglicemia. Si consiglia di usare il melone amaro seguendo il parere di un professionista.
  • Mirtillo (Vaccinium myrtillus) Il frutto di questo arbusto è una ricca fonte di pigmenti blu chiamati antocianidine e proantocianidine, due tipi diversi di flavonoidi. I flavonoidi sono noti per i loro effetti benefici sui capillari. Dal momento che una delle principali complicanze del diabete a lungo termine è il danno ai piccoli vasi sanguigni degli occhi, dei reni, delle punte delle dita dei piedi e delle dita, i mirtilli sono spesso raccomandati per il diabete. Dosaggio tipico: da 80 a 160 mg al giorno.
  • Estratto di semi d’uva (Vitis vinifera) Un’altra fonte ricca di antociani e proantocianidine è l’estratto di semi d’uva, che, come il mirtillo, ha gli stessi benefici per i diabetici. Dosaggio tipico: da 100 a 300 milligrammi al giorno.

Le testimonianze

Ermanno, età 62 anni, diabetico da 16.
Il primo accenno del diabete è avvenuto nel 1994 con un infarto.
Lo stile di vita di Ermanno, era per così dire «normale»: poco tempo per sé stesso, e alimentazione pessima, basata su pranzi per lavoro al ristorante.
Successivamente ha subìto altri problemi al cuore che hanno necessitato un’operazione, che ha causato un altro infarto!
Da qui la presa di coscienza: mollare l’attività e cambiare radicalmente lo stile di vita, dedicando del tempo a sé stesso.
Circa un anno fa, su Radio Gamma 5 del Veneto, ha sentito della presentazione della serata sul diabete che ho organizzato. Era la prima volta che sentiva che si può guarire dal diabete. Nessun dottore ovviamente gli aveva mai ventilato una simile strada. All’epoca faceva circa 28 unità al giorno di insulina.
Il giorno dopo la serata e di sua spontanea iniziativa, ha deciso di dare una taglio drastico, modificando l’alimentazione, eliminando latte, carne e tutte le proteine animali, mangiando solo frutta e verdure. Il tutto condito da molte camminate.
Pian piano e in circa un mese ha eliminato completamente l’insulina. A marzo la visita al centro diabetico gli hanno dato perfettamente ragione: era tutto a posto.
I medici lo hanno guardato un po’ stranamente, ma con gli esami del sangue perfetti non hanno potuto dire nulla…
Oggi la sua salute è ottimale.

Emanuele, età 34 anni, diabetico da 9
La sua storia ha dell’incredibile.
Avendo la fibrosi cistica (mucoviscidosi), il diabete gli è insorto nel 2003 a seguito della cura prolungata a base di cortisone.
Ha sempre cercato di tenere basso la glicemia praticando sport e oggi fa mountain-bike estremo (circa 60 km al giorno) con tanto di preparatore atletico.
Emanuele all’epoca usava 50 unità di insulina al giorno e non poteva più farle nell’addome perché si era distrutto la pancia a forza di punture.
Un giorno si è imbattuto nel dvd «Crudo & Semplice», e dopo quattro giorni di crudismo, ha tolto completamente l’insulina, con risultati glicemici istantanei. É passato da 50 unità mantenendo la basale per due giorni e poi l’ha eliminata al terzo giorno.
I parametri glicemici, misurati sei volte al giorno, prima e dopo i pasti, confermavano il riequilibrio del pancreas.
Mangiava e la glicemia stava sotto i 140.
Crudismo e cioè verdure di tutti i tipi con semi vari (sesamo, girasole, lino, ecc.), mandorle, noci, ecc., centrifugati di frutta e verdura. Fichi e datteri per avere l’energia sprint per affrontare gli allenamenti massacranti.
Ha perso circa 7,2 kg di massa muscolare che tuttora non ha recuperato.
Oggi si sta allenando con un fisico nuovo totalmente da scoprire: dopo 3 settimane aveva già superato le prestazioni atletiche che aveva a ottobre con l’alimentazione normale; non conosce più la stanchezza post allenamento e soprattutto il fastidio dell’acido lattico a livello muscolare.
Il suo nuovo stile di vita ha avuto benefici anche nella fibrosi cistica, problema ufficialmente incurabile.
Ha sempre avuto le transaminasi del fegato mosse, ora due valori su tre sono rientrati, arrivando a dimezzare le medicine. Non usa più gli integratori ed enzimi.
Il 21 febbraio scorso ha avuto la visita al centro fibrosi cistica di Verona, e il medico è stato molto curioso di capire bene il percorso che aveva intrapreso.
Sono certo, visto l’enorme forza e determinazione di Emanuele, che a ottobre 2012, cioè al prossimo congresso internazionale sul diabete, avrà altre cose importanti da comunicarci nel sua viaggio intrapreso verso la totale guarigione fisica e spirituale…

Giorgio 72 anni, diabetico dal 1984.
Ha scoperto di avere il diabete dopo un banale esame del sangue. All’epoca pesava 112 kg (oggi 75) e subito sono iniziate le problematiche legate al diabete. I denti hanno iniziato a cadere come birilli, poi una retinopatia lo ha reso ipovedente, per non parlare di problemi circolatori alle gambe. Visto che nessuno gli sapeva spiegare nel dettaglio, ha iniziato a studiare seriamente il diabete. Pian piano venne a conoscenza che ci sono cibi glicemici e cibi meno glicemici, e ha iniziato a stare attento alle dosi degli alimenti ingeriti.
La sua scoperta è stata quella di mandare via gli zuccheri che introietta con l’alimentazione attraverso un movimento corporeo serio. Ha stabilito che circa 40/50 minuti di camminata a ritmo sostenuto, gli abbassano 50 punti glicemici. E in questa maniera ha tolto l’insulina e sta sempre meglio. Ogni giorno fa 90/100 minuti di cyclette, delle belle camminate al sole con gli amici e quando mangia un po’ più del solito aumenta l’attività.
C’è da dire che Giorgio fa un unico pasto al giorno!

Angelo, età 50 anni, diabetico da 12 anni.
Faceva 80 unità al giorno di insulina, aveva un diabete di Tipo 2 ma con tutti i sintomi del Tipo 1.
Vegetariano da oltre 27 anni, mangiava però malissimo: abbondava di formaggi, cereali raffinati e dolci (errori commessi da molti vegetariani).
Da un giorno all’altro si è trovato a convivere con il diabete.
Dopo aver visto degli spezzoni del video “Crudo & semplice”, ha iniziato con il crudismo (verdure, frutta, noci e semi, avocadi) e fin dal primo giorno ha dimezzato l’insulina.
La glicemia soprattutto i primi due giorni si alzava a 250-300.
Poi al terzo giorno, la glicemia si è abbassata moltissimo arrivando a 60 e per paura di andare in ipoglicemia, ha tolto l’insulina completamente.
La glicemia allora ha iniziato ad alzarsi a 300-350, ma lui continuava imperterrito e fiducioso, e dopo una sola settimana è scesa e si è stabilizzata sui 120-130.
A questo punto è iniziato il vero miracolo.
Ha raccontato davanti ad un pubblico basito ed esterrefatto, che il giorno che si è svegliato senza insulina e ha trovato la glicemia a 130, gli è venuto da piangere.
Sono due anni e mezzo che non usa più insulina e sta benissimo, non si ammala più. E’ ringiovanito di molti anni.
Ha perso oltre 20 kg, ha molta più energia di prima, molta più tranquillità e concentrazione.
Per tre mesi ha mangiato solo alimenti crudi e poi ha iniziato lentamente a inserire patate, spinaci e verdura cotta in generale, fagioli e dopo qualche mese cereali integrali come il riso. Oggi si permette anche una pizza e la sua vita è tornata normalissima.

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