di Frankpro
Propongo
qui un sistema collaudato, ma sottile direi, di auto-guarigione che mi è stato
trasmesso nel tempo da alcuni Spiriti Guida.
Non
entro nel merito della bontà del metodo, perché esso
non è scientifico, cioè non è dimostrabile, né ripetibile, poiché si basa solo
sulla capacità soggettiva, personale, di entrare in sintonia profonda con
questi quattro semplici elementi, interconnessi ed inscindibili tra di loro, ed
applicarli.
Il primo elemento si chiama “inversione del nomina
sunt consequentia rerum”, ed è stata la scoperta più sorprendente
che ho fatto, circa il metodo. Assomiglia un po' al detto popolare “se non lo
conosci non può farti male”, ma in quel caso si tratterebbe di ignorare per
ignoranza, in questo caso invece si tratta di ignorare, proprio per Conoscenza!
Cioè,
dato che in questo universo sappiamo che le cose
diventano tali, cioè reali e tangibili, solo dopo che lo Spirito le abbia
nominate, allora, proprio al fine di evitare che esse si manifestino,
fatte e compiute, nella nostra realtà, allorché si abbia la percezione
dell'avvento di una malattia nella nostra vita, è
estremamente importante il fatto di rinunciare a nominarla!
Non
mettersi lì ad analizzarla e a scandagliarla, al fine di individuarla
scientificamente e affibbiargli un nome: questo significa anche rinunciare a
fare le analisi mediche!
La
logica di questo assurdo comportamento anti-scientifico sta proprio nel fatto
che in questo universo vige la Legge per cui tutto ciò che viene nominato (e di
conseguenza immaginato) viene ad esistere nel momento stesso in cui viene
nominato. Anche se solo su un piano sottile inizialmente. Dopodiché subentra la
latenza, cioè il periodo di incubazione in cui, dal mondo sottile, dietro
nostri ripetuti richiami, quella cosa si manifesta nella nostra realtà.
Il secondo punto consiste soltanto nel rinunciare alla
paura. Non dico che sia facile ma questo sentimento va assolutamente
messo da parte, al fine di guarire. Meno ci si interessa al proprio male, più
lo si lascia in disparte nel più completo disinteresse, e più la paura della
malattia – figlia della paura della morte – non si affaccerà nelle nostre vite.
Qual'è
l'opposto della paura? Il coraggio.
Quindi
occorre un semplice atteggiamento coraggioso di
disidentificazione dal male.
Ma
attenti, perchè la paura è il sentimento più insidioso che c'è, è come l'olio
bollente sulla terra fresca: vi cola dentro pure se la terra è compatta.
Se
dovete fare dell'autoanalisi veramente, cercate di mettere bene a fuoco se la
paura vi sta dominando in maniera strisciante, fino a che punto e cosa potete
fare per mollarla. Nella stragrande maggioranza dei casi basta indirizzare il
cervello verso altre mete.
Terzo punto: dinanzi al male ci sono due possibili radicate convinzioni sociali,
opposte, che si possono adottare. La prima, la più diffusa, è che il male vada
combattuto come un nemico: e allora giù con tutta l'allopatia disponibile?! La
seconda, frutto in parte di conoscenza popolare, è che il male, in realtà, derivi soltanto da uno squilibrio del
corpo e che riportando il corpo - e specialmente il sistema immunitario -
ad uno stato di forza e di salute, direi di equilibrio, il corpo si
curi da solo.
Naturalmente
fanno il paio con questa convinzione tutte le cure naturali ed olistiche che
vanno impiegate di conseguenza.
L'ultimo elemento-chiave è la Fede.
Su
di esso è totalmente inutile che io spenda due parole, poiché la fede è qualcosa che si può solo sperimentare.
Aggiungo che, quando parlo di fede, non parlo di Religione: queste sono due
cose che possono assolutamente non fare il paio.
Se
credete che i vostri nonni, passati a miglior vita, vi siano a fianco
nell'esperienza della malattia, va benissimo, affidatevi a loro ciecamente.
Poichè: a) chiedete e vi sarà dato e b) vi sia
fatto nella misura della vostra Fede. Questo elemento della fede è
ovviamente, in assoluto, il più importante, quello che pesa di più sul piatto della
bilancia.
Ricapitolando
i quattro elementi, da applicare tutti insieme fino alla scomparsa del male,
sono: 1) L'inversione del nomina sunt consequentia rerum 2) Mettere da parte
la paura 3) L'adozione della convinzione che il corpo si auto-guarisce 4) La
Fede.
Insieme ad un acceso spirito di ricerca ed alla attitudine alla
sperimentazione su di sé (questa si che è vera scienza!) si può guarire da ogni
male.
Serena
guarigione a tutti.
P.s. - Quanto
ho scritto vuole essere più che altro uno stimolo verso la guarigione e la
correlata ricerca di sé, non certo una ricetta medica ultima.
Il
consiglio (che viene da sé) è sempre quello di adoperare il Buon Senso
nell'ambito della cura, sia che si decida di perseguire la strada suddetta, sia
che si scelgano altre metodologie, più invasive.
L'inciso
finale è che le due convinzioni di cui sopra non
sarebbero poi realmente del tutto antitetiche, se non nel mondo polare che
decidiamo o meno di abbracciare.
Articolo
pubblicato sul sito Ada Vede
Link diretto:http://blog.libero.it/adavede/12098917.html
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NOTA
PERSONALE:
Da
molto tempo ormai che autonomamente applico proprio questi punti per la mia
autoguarigione. Non so come, ma li ho intuiti ed attuati e funzionano veramente
bene, inoltre li ho comunicati ad amici che ora ne fanno uso anche loro,
tuttavia non ho mai pensato di elencarli come indicato in questo post e mi
sembra un eccellente metodo per diffondere di tale pratica.
Nelle
mie personali esperienze ed esperimenti procedo come segue:
- individuo le cause del sintomo, cerco di capire se è determinato da uno squilibrio prettamente chimico-fisico o come spesso accade invece si tratta di un “problema” psicologico, il solo riuscire a determinare l’origine del sintomo spesso contribuisce ad affievolire notevolmente ed a volte ad eliminare il disagio;
- localizzo il punto preciso da dove scaturisce l’impulso doloroso tramite uno scanning mentale di ogni parte del corpo, operazione molto più semplice se la esplico con gli occhi chiusi e rallentando la respirazione;
- una volta individuata la causa e localizzato il punto d’origine del malessere, qualora il disagio ancora sussiste in tal caso parlo amorevolmente con il mio “organismo” a volte anche con la singola parte interessata, gli dico che è tutto normale e che è una questione di tempo, insomma cerco di alleviare le tensioni subconscie che sfociano sul piano fisico e nel contempo favorisco il flusso energetico. In alcune circostanze invece, quando il male è di lieve entità, mi diverto a sfidare la parte interessata a vedere chi la vince, ovviamente sempre con innata amorevolezza;
- un’altra cosa che faccio sempre è quella di ridere non appena il sintomo si affaccia, mi viene naturale e oltretutto è efficace per affievolirlo, il mio sentimento è istintivo e nasce dalla consapevolezza del fatto che in quell’istante l’organismo sta funzionando bene e mi sta segnalando uno squilibrio e sorridendo lo ringrazio del suo operato. Questo anche in considerazione del fatto che l’essere umano non è uno, ma un insieme immane di cellule tutte superbamente organizzate, specializzate con il loro scopo ed intenzioni, ma anche con una loro memoria racchiusa in minuscoli cristalli d’acqua all’interno della membrana cellulare e che si tramanda alle generazioni successive. Inoltre le varie componenti del corpo dialogano anche tramite messaggi “quantistici” con variazioni di campo ed variazioni/interruzioni di flusso energetico.
E’
importante per l’applicazione di tale metodologia giungere ad una concreta
consapevolezza del proprio “essere” in caso contrario la mancanza di conoscenza
determinerà una, se pur blanda, forma di paura per quel qualcosa che non si
comprende ancora e che non agevolerà l’autoguarigione.
Marcello
Salas.
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