No Pil, No job! Con questa "insindacabile" equazione Guglielmo
Loy, Segretario Confederale Uil, fotografa il momento di grave
sofferenza del nostro mercato del lavoro. E Loy non si limita solo alla
diagnosi di un male fin troppo evidente, ma non incurabile, che affligge
ormai da anni intere generazioni di precari, cassintegrati e giovani
disoccupati, e indica la cura per salvare il paziente Italia,
individuando nella "ricostruzione del sistema Paese" il cammino da
intraprendere per uscire una volta per tutte dal tunnel della crisi: "un
percorso che parta dal rilancio dei consumi interni, dalla riduzione
della eccessiva pressione fiscale su lavoratori, pensionati e imprese,
da politiche di sviluppo (anche industriali) che guardino oltre l’oggi,
ci sarà la speranza di far crescere la quantità e la qualità di lavoro".
Secondo la Uil per arginare l’inattività e la disoccupazione, specie
giovanile, è meglio prevenire che curare, e in questa ottica
"investimenti e formazione", oltre naturalmente alla drastica "riduzione
di una pressione fiscale" senza precedenti che sta confinando sull'orlo
del fallimento e della povertà imprese e famiglie, sono i pilastri
fondamentali della ripresa e della crescita economica del Paese:
"occorrono maggiori e migliori investimenti in politiche attive e
inclusive, per coniugare le necessarie azioni difensive (ammortizzatori
sociali) a vere politiche preventive: buona formazione, servizi per
l’impiego rafforzati, tirocini veri, alternanza scuola-lavoro". Insomma,
per il sindacato di Via Lucullo, non bastano le riforme da sole per
rilanciare l'economia e creare nuove opportunità di lavoro: "per la
crescita, continuare a cercare scorciatoie legislative (la terza riforma
sul mercato del lavoro in 3 anni) senza afferrare il toro per le corna,
è illusorio e fuorviante!".
Un milione di posti di lavoro, oltre la metà dei quali nel lavoro dipendente (567 mila), è sparito nei sei anni di crisi tra il 2008 e il 2013!!! E' quanto emerge dalla ricerca del Servizio Politiche Territoriali e del Lavoro della UIL
dal titolo ''No Pil? No job". Nei sei anni la disoccupazione sale dal 6,7% al 12,2%, la giovanile raddoppia dal 21,3% al 40%.
Una persona su 3 in età lavorativa, nel 2013, ha conosciuto forme di sofferenza e insicurezza occupazionale.
Si tratta di quasi 13 milioni di donne e uomini (+42,6% sul 2008) che
hanno un lavoro instabile, che hanno subito una riduzione di orario o lo
hanno perso.
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