Hai mai avuto quel presentimento che il sistema scolastico abbia un qualcosa di sbagliato?
Che ci siano modi migliori per crescere e insegnare a qualcuno come vivere?
Forse. Ma non hai mai avuto prova. Gli insegnati mi odieranno, ma in 
questo articolo ti porto 5 prove schiaccianti che il sistema scolastico 
odierno è una disgrazia.
1 – La maturità non ha senso
Per i professori, la maturità è il momento di passaggio fra l’età del
 facazzismo e il mondo del lavoro, dove devi dimostrare appunto la tua 
maturità nel studiare migliaia di pagine di cose che non ti serviranno 
mai in tutta la vita. Reggere la tensione degli esami di stato è la 
prova  che sei pronto per sopravvivere nel mondo, è il primo degli esami
 della vita e dovresti ringraziare le istituzioni per prepararti a 
dovere.
Ma soprattutto, come si fa altrimenti a valutare se uno studente ha veramente interiorizzato le informazioni?
Chi è così pazzo da mettere in dubbio una certezza così radicata?
A quanto pare, l’università di Harvard (fonte).
Da anni, l’istituto non richiede più ai professori di fare grossi 
esami di fine anno per valutare gli studenti, favorendo esami intermedi 
più piccoli. Anzi, per sostenere test sostanziosi il professore deve 
fare una richiesta specifica alla facoltà. Nel 2010, solo 259 dei 1137 
corsi partiti ha avuto un esame finale.
Secondo gli studi infatti, i grossi esami sono un pessimo metodo per far sì che gli studenti ricordino i concetti (fonte).
 Dividere la maturità, o un qualsiasi esame enorme in piccoli pezzi, 
garantisce risultati migliori e una maggiore ritenzione delle 
informazioni sul lungo periodo senza scomodare le tecniche di memorizzazione.
2 – La ricreazione è troppo corta
| Credo di averci preso più roba con il filo di ferro che con la moneta | 
Ah, la ricreazione. Voli alla macchinetta e compri i taralli, 
cercando di mangiarli prima che si spargesse la voce fra i compagni di 
classe.
La scuola per ottimizzare i costi e i tempi da decenni riduce sempre 
più la pausa fra giornate, fino al punto che anche alle elementari la 
ricreazione dura solo pochi minuti.
E chi può obiettare contro questa logica? Si è a scuola per imparare,
 non per giocare. Per la socializzazione e il  calcio, c’è il 
pomeriggio. A scuola si deve stare seduti a studiare.
Sbagliato.
Prima di tutto, la ricreazione aiuta i bambini a comportarsi bene 
durante le lezioni. Addirittura, usare la punizione di non far fare 
ricreazione al bambino che si comporta male lo rende più propenso a 
farlo (fonte).
Secondo, la ricreazione prolungata aiuta la concentrazione (fonte).
 Che, mi dicono dalla regia, a scuola è importante. L’equazione 
“ricreazione = perdita di tempo” viene dal mondo degli adulti, ma è così
 che i bambini imparano (fonte).
3 – Algebra in terza media
Nello sforzo di “migliorare” il sistema scolastico, si cerca di 
introdurre concetti avanzati il prima possibile. Così, pensano i 
professori, si riesce a insegnare più cose in meno tempo: un bambino che
 alle medie già ha studiato algebra, entrerà alle superiori con una 
marcia in più. Non so come funziona adesso, ma io ho iniziato a vedere X
 in mezzo ai numeri in terza media.
Quando nel 2008 la California ha reso obbligatorio lo studio 
dell’algebra in terza media, hanno notato qualcosa di strano: quei 
ragazzi facevano peggio in matematica alle superiori (fonte).
Spingere l’algebra il prima possibile sembra un’idea fantastica, non 
foss’altro che ignora ogni cosa che sappiamo su come si sviluppa il 
cervello di un ragazzo di quell’età. I bambini vanno attraverso fasi di 
apprendimento rapido, alternandole a fasi di stallo in cui assimilano le
 informazioni. La fase della terza media è un periodo di stallo, che 
rende pessimo lo studio di concetti astratti come l’algebra.
4 – La competizione uccide l’apprendimento
Con l’arrivo dei test standardizzati, ogni verifica è una 
competizione: chi è più bravo, chi è meno bravo. Chi viene premiato e 
chi punito. In questa classifica, gli unici che (forse) hanno un 
rafforzo positivo sono i migliori.
Ma la competizione è  il sistema del mondo moderno, è così che gira 
il mondo e i bambini dovrebbero apprenderlo il prima possibile. 
Funziona: metti in competizione un gruppo di persone e avranno uno 
stimolo per dare il massimo. Il migliore vince, e gli altri la prossima 
volta faranno di tutto per raggiungerlo. È un sistema che funziona.
Tranne per il fatto che non funziona.
Ogni tre anni, la OECD fa un sondaggio sulla qualità dei sistemi di 
istruzione  del mondo: dei test standard in varie aree per vedere quali 
studenti sono i migliori (il PISA). Il 2001 è stato il primo anno in cui
 ha partecipato anche la Finlandia, e i suoi studenti hanno erano su un 
altro pianeta rispetto al resto del mondo.
I più sorpresi sono stati i finlandesi, visto che non danno peso alla competizione o al risultato degli studenti (fonte).
La Finlandia non ha test standardizzati. Non hanno graduatorie e se 
ne infischiano del voto. I professori sviluppano verifiche diverse per 
ogni singola classe e in base alle attitudini degli studenti, senza 
imposizioni da parte di un’autorità statale. Non c’è competizione nel 
sistema finlandese. E funziona meglio di qualsiasi altro sistema 
scolastico nel mondo.
La competizione è un sistema perfetto quando si parla di ventidue 
uomini maturi che inseguono un pallone, non così tanto quando si cerca 
di insegnare a dei ragazzi: distrae dall’imparare, che dovrebbe essere 
l’obiettivo della scuola.
Denise Clark Pope, professore di Stanford, ha seguito cinque studenti
 delle superiori per un anno scoprendo che passano più tempo a cercare 
di ottenere un voto alto (non sempre con metodi leciti) di quello che 
spendono a imparare. Visto che i finlandesi non si curano del voto, 
passano tutto il tempo a imparare cose nuove.
Un altro studio mostra che gli studenti che si focalizzano sul voto e
 non sull’apprendimento hanno una peggiore salute mentale e memorizzano 
meno cose a lungo termine (fonte).
Addirittura, la consapevolezza di essere valutati peggiora le prestazioni del cervello (fonte).
5 – Le scuole medie sono una pessima idea
Guarda questo grafico:
Con la linea blu, gli studenti che hanno fatto le medie subito dopo 
le elementari: rendimenti crollati. In rosso invece, gli studenti che 
hanno fatto un anno di elementari in più e sono entrati direttamente in 
seconda media: per un anno rendimento alle stelle, seguito dal crollo 
dopo aver cambiato scuola.
È normale all’inizio: ambientarsi e cambiare classe è difficile, 
quindi un rendimento inferiore non è così strano. La cosa peggiore è che
 non c’è un recupero: per tutte le medie in rendimento è ai minimi 
termini, e gli studenti se lo trascinano dietro fino alle superiori (fonte).
Negli Stati Uniti, diverse città stanno cancellando la scuola media 
aggiungendo invece tre anni di elementari: in tutti i casi, il 
rendimento è cresciuto subito dopo l’implementazione del nuovo sistema.
Chissà se una di queste innovazioni arriverà mai in Italia…
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