sabato 22 marzo 2014

La cancellazione dei dischi rigidi dell'intelletto


Danno al cervello ed al sistema nervoso centrale

"Già nel 2001, alcuni medici giapponesi hanno denunciato che un numero crescente di persone sui 20 - 30 anni soffrono di una grave perdita di memoria e di una ridotta capacità di giudizio. "Oggi i giovani stanno istupidendo", ha affermato un professore giapponese di neurobiologia."
Le radiazioni emesse dai telefoni cellulari causano gravissimi danni a tutto il sistema nervoso. Già nel 1977 i ricercatori sapevano che livelli molto bassi di microonde applicati al cervello possono dar inizio rapidamente ad una rottura della barriera ematoencefalica. Questo accade quando la radiazione fa sì che l’albumina filtri dai capillari ed invada il tessuto cerebrale circostante, provocando un danno neuronale. Le molecole nocive presenti nel sangue, compresi gli agenti patogeni, penetrano quindi nel sistema nervoso centrale, con esiti drammatici. Nel 1988, alcuni scienziati svedesi avviarono una serie di studi sugli animali per avere la conferma che le radiazioni dei telefoni cellulari causano la rottura della barriera ematoencefalica. Essi scoprirono che quelle infiltrazioni possono verificarsi dopo appena due minuti di esposizione alle microonde, ed a livelli di intensità di solo 1/10.000 di watt, un valore che è migliaia di volte più basso rispetto alle radiazioni assorbite dal cervello di chi utilizza un telefono cellulare. Alcuni scienziati finlandesi hanno scoperto che le radiazioni dei telefoni portatili sono in grado attualmente di far restringere le cellule cerebrali, rendendole più permeabili alle tossine che vi filtrano dentro.
Nel 2003, dei ricercatori britannici hanno dimostrato che le radiazioni dei telefoni cellulari alterano la forma delle proteine cerebrali, causando la loro aggregazione e la formazione di fibrille di proteine patologiche simili a quelle che si trovano in pazienti affetti dal morbo di Alzheimer e di Parkinson. Quello stesso anno, gli scienziati svedesi hanno pubblicato uno studio sul cervello dei ratti esposto alle microonde dei telefoni cellulari. Essi hanno scoperto che il danno subito dalle cellule nervose nella corteccia, nell’ippocampo (centro della memoria) e nei gangli basali era grave. I ratti esposti presentavano un numero sorprendente di cellule neuronali morte, mostrando effettivamente delle cavità nei loro cervelli come conseguenza del danno. Gli scienziati hanno concluso che, dopo alcuni decenni di uso quotidiano, coloro che usano i telefoni cellulari subiranno delle conseguenze drasticamente negative per i loro cervelli, probabilmente verso la mezza età.

Nel febbraio 2006, alcuni ricercatori cinesi hanno dichiarato che l’esposizione cronica alle radiazioni dei telefoni cellulari GSM riduce l’attività sinaptica nei neuroni dell’ippocampo, mentre dei ricercatori francesi hanno scoperto che le proteine abnormi riscontrate nei casi di Alzheimer si depositano sempre prima nell’ippocampo. Ecco perché la perdita di memoria è uno dei primi sintomi di demenza, ed è un effetto secondario comune dell’utilizzo di telefoni senza fili. Studi dell’Università di Washington hanno dimostrato che i ratti esposti alle microonde pulsate subivano un danno ai centri dell’apprendimento a lungo termine e della memoria. Questi ratti erano diventati lenti nell’apprendimento ed avevano dei problemi ad orientarsi nel loro ambiente. Il neurotrasmettitore acetilcolina, necessario per numerose funzioni cerebrali, nei cervelli dei ratti esposti si era ridotto dopo appena 45 minuti.

I neuroni cerebrali irradiati muoiono rapidamente perché le cellule nervose non hanno un’alta capacità di riparare il loro DNA. I ricercatori dell’Università del Kentucky sono rimasti di stucco quando hanno scoperto che i cervelli sottoposti ad autopsia di 89 anziani cognitivamente normali presentavano la stessa patologia riscontrata nei cervelli colpiti dall’Alzheimer, compresi decomposizione necrotica, depositi di amiloide e placche senili. Essi hanno ipotizzato che queste persone siano andate avanti comunque normalmente perché possedevano un’ampia riserva cerebrale che ha loro permesso di funzionare normalmente malgrado il carico patologico. E’ ovvio che i maniaci dei cellulari, che ammazzano rapidamente i propri neuroni con le radiazioni, non avranno a disposizione quella riserva durante la vecchiaia. La rivista medica britannica The Lancet ha reso noto nel dicembre 2005 che le percentuali mondiali di Alzheimer stanno salendo alle stelle.

I Giapponesi sono tra le persone più "cablate" sulla Terra. Novanta milioni di utenti giapponesi di telefoni cellulari giocano ai videogiochi, scaricano musica, leggono le notizie e guardano persino la TV sui loro telefoni cellulari. Già nel 2001, alcuni medici giapponesi hanno denunciato che un numero crescente di persone sui 20 - 30 anni soffrono di una grave perdita di memoria e di una ridotta capacità di giudizio. "Oggi i giovani stanno istupidendo", ha affermato un professore giapponese di neurobiologia.

Non sono i soli. Uno studio sull’alfabetismo, condotto nel 2005 su 19.000 giovani Statunitensi, dà da pensare. Solo un laureato su tre è capace di leggere un libro complesso traendone qualcosa. Il rapporto giungeva alla conclusione che una maggioranza schiacciante di studenti universitari non è in grado di capire le argomentazioni che si trovano nell’editoriale di un quotidiano, o di comprendere una semplice tabella comparativa. Ciò nonostante il rapporto dichiarava questi studenti, pateticamente deboli, più "intelligenti" rispetto ad un adulto statunitense medio. Anche se i commentatori attribuiscono questo scandaloso stato di decadimento funzionale ad un problema di alfabetismo, probabilmente si tratta del triste destino di una generazione che si è sottoposta incautamente alle radiazioni per almeno un decennio. Questi giovani adulti hanno semplicemente cancellato i dischi rigidi del loro intelletto?

Le radiazioni emesse dai telefoni cellulari causano delle carenze nelle funzioni motorie, nella memoria e nell’attenzione, requisiti necessari per guidare in sicurezza, secondo studi effettuati dalle assicurazioni inglesi. Un guidatore medio che parla al cellulare è infatti, nelle funzioni e nel tempo di reazione, più lento di un ubriaco. Gli studi dimostrano che il tempo di reazione indebolito dalle radiazioni è in realtà del 30% più lento rispetto a quello indebolito dall’alcol. Coloro che guidano telefonando sono meno capaci di procedere ad una velocità costante e incontrano più difficoltà a mantenere la distanza di sicurezza dal veicolo che li precede. Il telegiornale della BBC ha riferito nel 2005 che i guidatori sono quattro volte più portati ad avere incidenti quando sono al telefono, anche se usano il sistema “hands free”, che permette di tenere le mani sul volante. Sempre nel 2005, delle ricerche federali hanno riportato che l’uso di un telefono cellulare alla guida è una delle cause principali di incidenti stradali, e che i dispositivi “hands free” hanno poca utilità in termini di sicurezza. Lo studio dell’Università dello Utah ha dimostrato che gli adolescenti al telefono guidano come gli anziani. Si metta al volante un ventenne con un telefono cellulare, anche con le mani libere: i suoi tempi di reazione saranno gli stessi di un guidatore di 70 anni, affermano gli autori dello studio. Dei guidatori più anziani al telefono sarebbero probabilmente ad altissimo rischio.

Conclusione: tutti noi, che viviamo in uno stato di polizia a radiazione intensiva, rischiamo di incorrere in una diminuzione della funzionalità mentale e nella demenza precoce, che significa che possiamo finire proprio come quei maniaci che ci hanno messo in questo pasticcio.

Tratto da: comedonchisciotte.net Articolo correlato: Aggiornamento sui telefoni cellulari

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