La paura delle malattie è la conseguenza
di un progressivo distacco dall’ascolto del corpo e segnala il bisogno di
ridare significato alla vita (… e alla morte).
Chi ne soffre ha perso il contatto con
la propria naturale sensitività e non presta più attenzione a quel radar
interiore che guida tutti i nostri comportamenti dando origine a una fiduciosa
e serena sicurezza di vivere.
Siamo vulnerabili a ogni genere di pericoli
e di incidenti ma alcuni di noi sembrano muoversi nella vita protetti da un
mantello invisibile che li rende immuni dalle disgrazie, mentre altri si
sentono sempre minacciosamente esposti alla crudeltà del destino.
Questa differenza dipende dalla capacità
di ascoltare l’istinto, i segnali del corpo e quelle percezioni irrazionali
che, più o meno inconsciamente, guidano i nostri comportamenti nonostante la
censura e il controllo della ragione.
Chi ha perso il legame con la saggezza del
sentire interiore, scambia per premonizioni le proprie paure e poi le teme
ossessivamente, sentendosi impotente e in trappola proprio perché non è più
capace di interpretare i segnali, fisici e intuitivi, che indicano lo stato di
salute o di malattia.
I bambini sono sempre in contatto con un
qualcosa capace di proteggerli anche senza bisogno che ci sia da parte
loro un’effettiva comprensione dei pericoli, possiedono spontaneamente la
capacità di orientarsi seguendo il proprio impulso interiore.
Si dice, infatti, che abbiano accanto un
Angelo Custode pronto a intervenire al momento opportuno…
Esiste un potere che non ci abbandona mai (proprio
come un Angelo Custode), e che appartiene a tutti, adulti e bambini. Ma
crescendo diventa sempre più difficile ascoltarlo perché la razionalità lo
deride e ne minimizza l’importanza.
Questo potere, chiamato sensitività
o intuizione, corrisponde a quelle percezioni improvvise che
emergono interiormente quando un’idea compare nella nostra consapevolezza senza
passare per la ragione.
La sensitività è la chiave che permette
l’accesso a un sapere non scritto e non logico, e funziona come un’antenna in
grado di captare, dalle infinite conoscenze archiviate nell’inconscio, ciò di
cui abbiamo bisogno di momento in momento.
E’ l’impulso che spinge gli animali a
migrare, il radar che permette loro di ritrovare la strada di casa o di sapere
quando si avvicina un pericolo.
La sensitività è una forma di conoscenza
che appartiene a tutti gli esseri viventi ma che gli uomini hanno abiurato,
viziati dalle tante protesi tecnologiche e dal bisogno conformistico di
seguire il branco, anche quando questo snatura l’identità di ciascuno a
vantaggio di bisogni indotti e innaturali.
Nel corso dei secoli, la specie umana ha
abbandonato la propria naturale e spontanea ricettività e oggi, chi ancora
mantiene un contatto con il sentire istintivo del corpo, il più delle volte se
ne vergogna e lo nasconde, spesso anche a se stesso.
Viviamo in una civiltà che ci spinge a
sopravvalutare la logica e a disprezzare il mondo interiore.
Va di moda concentrarsi sulla
materialità e sull’apparenza delle cose, dimenticando che la vita è fatta di
emozioni, paure, desideri, sogni e intimità, più che di oggetti, di soldi, di
status e delle tante inutili cianfrusaglie che siamo spinti a comprare
compulsivamente per favorire il guadagno di pochi e l’alienazione di molti.
La paura delle malattie esprime la
necessità di ritrovare il legame con la propria parte animale, istintiva e
selvaggia, e segnala la perdita di contatto con la naturale sapienza interiore
del corpo.
Infatti, in questa nostra società,
malata di competizione, di violenza e di egoismo, il corpo, più che essere lo
strumento con cui attraversare la vita, è diventato la vittima delle nostre
frustrazioni e della nostra alienazione, il luogo, segreto e sicuro, in cui
sfogare la rabbia, la delusione e il risentimento, certi che soltanto lì
nessuno interverrà a limitare i nostri bisogni di rivalsa e di vendetta.
Così, lo droghiamo con cibi malsani e
poco nutrienti, lo avveleniamo con farmaci che non curano ma ammalano, lo
obblighiamo a stili di vita innaturali, lo costringiamo a respirare sostanze
tossiche, lo muoviamo poco, lo ingrassiamo tanto, e pretendiamo che sia sempre
pronto a soddisfare ogni nostra richiesta, senza mai rispettare il suo bisogno
di smaltire le tossine, di recuperare la salute, di aria, di luce, di sole e…
di motivazione.
Questo modo di vivere, innaturale e
crudele, spinge inesorabilmente verso la paura delle malattie perché le
malattie possono agire indisturbate quando si è persa la consapevolezza di sé e
si è ridotta la vita a un cumulo di doveri senza senso.
Privata del contatto con la saggezza
istintiva del corpo, l’esistenza perde il suo significato e la morte
appare minacciosa, inopportuna e crudele come una condanna.
Infatti, qualsiasi morte arriva sempre troppo
presto per chi vivendo non ha vissuto e non ha dato spazio all’esperienza
interiore che, invece, è la vita stessa.
E’ in questo modo che le malattie si
trasformano in quei pericolosi mostri, invincibili e malvagi, che terrorizzano
invece che essere il segnale di una disfunzione nello stile di vita, l’allarme
rosso che consente di aggiustare il tiro e migliorare le condizioni della
nostra esistenza.
Nel primordiale linguaggio del corpo, la
malattia è il campanello d’allarme che segnala un bisogno insoddisfatto e vitale
(sia fisico che psicologico), e in questo modo ci aiuta a vivere un esistenza
sana e ricca di significato.
Ma per riconoscere e interpretare
correttamente questo linguaggio, il corpo va ascoltato, compreso e amato, e non
sfruttato, imbrogliato, drogato o maltrattato.
(Rifiutarsi di torturarlo con stili di
vita forzati e malsani, dovrebbe essere l’impegno di tutti e non la velleità di
pochi)
Per ripristinare il naturale contatto
con la corporeità e l’istintualità è indispensabile prendere su di sé la responsabilità
della propria salute, senza lasciarsi imbrogliare dagli allarmismi e dalle
notizie sbagliate, volte a favorire il profitto delle case farmaceutiche, delle
industrie alimentari e di quella piccola elite che tiene in mano le sorti del
mondo.
Per aver cura di se stessi e non temere
le malattie, bisogna attivarsi in prima persona, e cercare le informazioni da
soli, stando attenti a non cadere nelle bugie della pubblicità e delle mode
stimolate ad arte per vendere prodotti.
E’ indispensabile ascoltarsi e
rispettare il proprio sentire profondo, aprendosi a quella pulsazione interna
che invece impropriamente cerchiamo di ignorare e che troppo spesso preferiamo
trasformare in un mostro sconosciuto e pericoloso pur di non accettarne le
ragioni.
Ma soprattutto è necessario aprire il proprio cuore alle sensazioni che vi
nascono, perché da quelle prende forma la nostra realtà.
Un altro splendido articolo! Complimenti
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