Chi conosce e pratica la meditazione con una certa assiduità è
certamente a conoscenza di quel particolare stato mentale che
viene a crearsi durante questa pratica e di cui permangono effetti
riconoscibili anche a distanza di tempo: uno degli effetti più
evidenti è quello stato di benessere e serenità mentale che può
durare anche diverse ore. Un altro effetto interessante è quella
sensazione di “sapere” qualcosa senza che un ragionamento preventivo
ci abbia portato a questo sapere.
Si tratta di una condizione particolare che prescinde la mente
razionale, potremmo dire una forma di conoscenza diretta che
deriva da una visione di insieme della realtà. Quando questo tipo
di conoscenza si fa molto acuta possiamo persino avere brevi stati
di intensa coscienza che ci informano circa lo svolgimento di una
determinata azione nell’immediato futuro.
Molto spesso la mente occidentale, abituata da secoli al predominio
della razionalità, incontra qualche difficoltà nell’affrontare la
meditazione, così come viene presentata dalla cultura orientale.
Ciò non toglie che in particolari situazioni anche la cultura
occidentale abbia sperimentato varie forme meditative come la
preghiera o il canto Gregoriano.
Qualsiasi individuo desideri imparare una disciplina fa tesoro,
durante l’apprendimento, di una serie di informazioni che tuttavia
non saranno sufficienti a farne un maestro.
Sarà necessario il tempo, la pratica, la propria esperienza affinché
egli riesca a trasformare gli ingredienti che ha messo dentro di
sé in un proprio prodotto, unico e irripetibile.
La creatività è la capacità di elaborare in modo nuovo i dati informativi che ha sottomano.
Uno scrittore necessita di parole, come un musicista di note e
ambedue devono avere una certa padronanza delle tecniche delle
rispettive discipline. Ma un individuo creativo coglie
intuitivamente la possibilità di trasformare i dati più comuni in
nuove creazioni, trascendendo la pura e semplice materia prima.
“Ogni atto creativo comporta una rinnovata innocenza nella nostra
percezione, liberata dalle pressioni del comune pensare”.
Per facilitare e migliorare questo processo possiamo affrontare
lo studio dei nostri meccanismi di apprendimento, le diverse
modalità con cui la nostra mente coglie e interpreta la realtà.
Le più recenti conoscenze sul cervello umano trovano una diretta
applicazione nel lavoro di liberazione delle forze creative degli
individui.
Il cervello è diviso in due emisferi collegati alle due metà opposte del corpo.
La funzione del linguaggio risiede nell’emisfero sinistro nel 98% degli individui destrimani e nel 65% dei mancini.
Poiché la capacità di parola e il linguaggio sono strettamente
collegati al pensiero e al ragionamento, nel secolo scorso si
definì l’emisfero sinistro come dominante.
In seguito venne scoperto che una zona esistente tra i due
emisferi, il corpo calloso, svolgeva importanti funzioni di
connessione tra un emisfero e l’altro, consentendo la memoria e
l’apprendimento, nonostante il fatto curioso che poteva essere
asportato senza gravi conseguenze.
Ovviamente se il corpo calloso è intatto l’individuo percepisce la
realtà, colta diversamente dei due emisferi, in modo unitario,
avendo cioè la sensazione di essere un’unica persona.
I due emisferi collaborano in maniera diversa:
-
a volte collaborano in modo che ciascuna parte contribuisce con
le sue specifiche capacità, assumendosi quella parte del compito
che meglio si addice al suo modo di elaborare le informazioni.
- altre volte entrano in conflitto, per cui una metà fa ciò che l’altra metà sa di poter far meglio.
-
infine è possibile ipotizzare che ciascun emisfero abbia modo di
tenere per sé alcune informazioni privandone l’altro emisfero. La
destra non sa cosa fa la sinistra.
Alla luce delle attuali conoscenze ci rendiamo conto che l’uomo
in passato deve aver avuto sentore delle differenze fra le due
metà del cervello.
Molte espressioni e modi di dire confermano questa impressione:
avere destrezza, maldestro, tiro mancino, sinistro presagio. La
mano destra è collegata a tutto ciò che è giusto, morale, accettabile.
La mano sinistra è collegata al concetto di disordine o di
emozioni incontrollabili, quindi pericolose e negative.Fino a
pochi anni fa si impediva ai mancini di continuare a usare la
propria mano sinistra.
In tutte le lingue del modo troviamo parallelismi fra positività e
mano destra (emisfero sin) e negatività e mano sinistra (emisfero
ds).
Latino. Sinister: cattivo, malaugurate. Dexter: abile, capace
Francese. Gauche: maldestro, goffo. Droit: buono, giusto, corretto
Inglese. Right: dritto, giusto, rettitudine. Left: debole, senza valore
Questi termini si sono formati col formarsi delle lingue
dall’emisfero sinistro che ha “insultato” il destro a cui mancava il
linguaggio per difendersi.
Oltre alle opposte connotazioni tra le lingue sono stati
formulati da filosofi, scienziati e maestri di tutte le epoche e
culture diverse, concetti che esprimono la dualità della natura e del
pensiero umano. Parliamo delle distinzioni tra pensiero e
sentimento, tra intelletto e intuito, tra analisi oggettiva e
penetrazione soggettiva. La storia del pensiero scientifico è
piena di episodi in cui dopo aver cercato a lungo la soluzione di
un problema, si fa un sogno in cui questa si presenta da sola.
Entrambe gli emisferi captano gli stessi dati sensoriali, ma le
due metà elaborano i dati in maniera differente. Il sinistro
analizza, compie astrazioni, enumera, scandisce il tempo, programma
operazioni suddivise in diverse fasi, verbalizza e asserisce concetti
razionali basati sulla logica ( se a è maggiore di b e b è
maggiore di c, a è maggiore di c).
L’emisfero destro vede cose che possono essere immaginate o
ricorda cose che possono essere reali (es. la porta di casa
propria). Vediamo come le cose esistono nello spazio e come le parti si
uniscono a formare il tutto. Comprendiamo le metafore, sogniamo e
creiamo nuove aggregazioni di idee. Quando troviamo difficile
descrivere qualcosa ci aiutiamo con i gesti. L’emisfero destro ci
consente di avere illuminazioni improvvise: “Ci sono!”.
Funzioni intuitive, soggettive, globali, libere dal concetto del tempo.
Nonostante nel sistema educativo si dia oggi più importanza del
passato alle funzioni dell’emisfero destro, in nessuna scuola si
svolgono corsi di immaginazione, visualizzazione, tecniche di
percezione spaziale, creatività, intuizione, iniziativa.
Ricerche effettuate dal dr. Nitamo Montecucco tramite il Brain
Olotester, una apparecchiatura in grado di raffrontare le diverse
onde elettroencefalografiche ( E.E.G. ) dei due emisferi, hanno
dimostrato che i due tracciati, destro e sinistro, sono altamente
desincronizzati, quindi molto diversi tra loro, in situazioni di
grande stress e nevrosi, mentre raggiungono alti gradi di
sincronizzazione, sino a diventare praticamente speculari negli
individui abituati a praticare da anni la meditazione.
In conclusione potremmo azzardare che, il vero incontro tra Oriente e Occidente è quello che si verifica dentro di noi, nel momento in cui impariamo ad affinare ed integrare le potenzialità di entrambe gli emisferi cerebrali.
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