L'Europa è una dittatura, bisogna uscirne il prima possibile. Senza chiedersi cosa sarà della bolletta della luce o della rata del mutuo, perché non ci lasceranno né luce né casa. Siamo in mano a dei pazzi furiosi.
L’unica cosa amaramente
buona di questa crisi è che ho capito come nascono le dittature, che SI, è
proprio vero, più che da una violenza dei padroni derivano dalla tentazione dei
servi, dall’ignoranza dalla mediocrità e dall’ignavia della gente (…); e a cosa
dovrebbe servire la cultura umanistica: ad insegnarti con chi hai a che fare
affinché tu possa fare/ripetere meno errori possibili. Infatti è per questo che
l’hanno piano piano distrutta.
Evidentemente stiamo
riflettendo un po’ tutti sulla stessa cosa: sta nascendo una dittatura, in
Europa? A volte, mentre sento le notizie, ho dei flash di voci future “Ma noi
non sapevamo, ma noi non volevamo!”, chissà se è la sindrome di Cassandra, o
soltanto memorie di un passato ancora recente.
Lo stesso concetto di dittatura non è antico: nessuno si sognava di chiamare “dittatori” il re Sole, il Papa o l’imperatore di turno. E’ un concetto nuovo.
Fatto sta che l’abbiamo
introiettato molto bene, al punto che vediamo dittatori dovunque, persino in
leader democraticamente eletti (vedi Chavez o Ahmadinejad) o addirittura in
comici col blog. Ma quando si tratta di noi, ehh: la dittatura è l’elefante nella
stanza. Nessuno riesce ad accorgersene.
Forse perché si tratta di una declinazione di dittatura finora inedita. Nell’immaginario, il dittatore ha una faccia cattiva, impone le sue idee al popolo con gli eserciti, e sbatte i dissidenti in gabbia o alle torture. Ora sembra che non ce ne sia più alcun bisogno: il dittatore non ha un nome e cognome, anzi si nasconde in una massa amorfa di oscuri burocrati. L’esercito di cui si serve? Stampa, media e politici compiacenti o corrotti. L’arma principale? La shock economy, eventi che terrorizzano i cittadini e li rendono consenzienti a qualsiasi nefasto provvedimento passi per indispensabile. I dissidenti? Nessun problema: li si lascia a sbraitare nel recinto di Internet, che danno vuoi che facciano. Una dittatura il cui scopo è l’impoverimento generalizzato e il controllo da esso derivante, non ha bisogno di sparare un colpo: stiamo consegnando tutto senza fiatare.
Qualcuno obietterà che non è vero, che tanti si stanno accorgendo di ciò che accade. Ah si? Beh io non credo. Come scrive ancora Bagnai nel suo libro, quando i partigiani andarono in montagna non si preoccuparono dell’inflazione, della perdita di potere d’acquisto, del mutuo in euro. Quando c’è da combattere si combatte, costi quel che costi. Noi non siamo ancora pronti. Siamo ancora come quelle famiglie ebree che nel ‘36 consegnavano l’oro, consegnavano i pianoforti, pensando che presto sarebbe finita e peggio di così non poteva andare. E invece, si è visto com’è andata.
Noi stiamo consegnando
oro e pianoforti per paura dei finti mostri che ci hanno dipinto, e alla fine
perderemo tutto senza avere più nulla per cui combattere. Vogliamo davvero
ridurci così?
L’Europa è una dittatura, bisogna uscirne il prima possibile. Senza chiedersi cosa sarà della bolletta della luce o della rata del mutuo, perché non ci lasceranno né luce né casa. Siamo in mano a dei pazzi furiosi e l’unica è svignarsela, le difficoltà successive le affronteremo poi, ci penseremo dopo come si sono detti i partigiani scalando la montagna. Ora il pensiero è uno, e uno solo, e questo dobbiamo chiedere con forza a chi ci rappresenta:
Fuggite sciocchi!
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