La
sindrome, o mordo, di Morgellons è una misteriosa malattia che si presenta,
generalmente, con disturbi di tipo cutaneo: prurito, sensazione di punture di
spillo, fitte improvvise e dolenti, piaghe, eruzioni cutanee permanenti e
soprattutto strane fibre filamentose sulla superficie della pelle che, in
taluni casi, fuoriescono spontaneamente.
Molti dei
pazienti affetti dal morbo di Morgellons provano una strana sensazione di
bruciore diffusa su tutto il corpo, altri parlano di “insetti” che corrono
appena sotto la superficie della pelle. Altri, ancora, lamentano dolori
muscolo-scheletrici ed una sensazione di affaticamento generale.
Dunque, una
sintomatologia complessa e ambigua, tanto da far pensare ad una malattia
immaginaria, conseguenza di gravi disturbi di natura psicologica. Infatti, la
sindrome sembra avere effetti notevoli sull’emotività e sulla cognizione dei
pazienti. Tuttavia, questi effetti potrebbero essere considerati contemporaneamente
causa e conseguenza di Morgellons.
La prova
concreta che smantella l’ipotesi psicologica viene dalla presenza reale e non
fittizia di strane fibre filamentose che fuoriescono dalla cute, molto simili
alle fibre di polietilene e granuli neri. Il tutto è reso ancor più strano dal
colore delle fibre: Blu.
La sindrome
di Morgellons è un mistero, un’incognita che la Scienza non riesce tuttora a
spiegare: è un morbo particolare, raro, estremamente ambiguo ed
incomprensibile.
Bollato per
anni dalla comunità scientifica come una patologia psichiatrica, il Morbo di
Morgellons è ora oggetto di studio da parte dei Centers for
Disease Control and Prevention (Cdc), l’organo statunitense di ricerca e
prevenzione della malattie.
Lo studio,
condotto in collaborazione con la divisione di ricerca del consorzio medico “Kaiser Permanente” della California del
nord, va a colmare anni di fenomeni di autoaggregazione spontanea di persone
colpite dagli stessi sintomi.
La maggior
parte dei pazienti, liquidati come matti e accusati di procurarsi da soli le
lesioni, si è riunita dal 2002 in una fondazione, la Morgellons Research
Foundation, creata da Mary Leitao, che ha anche coniato il nome del morbo su
una patologia simile descritta nel 1600.
Il sito della
fondazione www.morgellons.org,
aperto a tutti coloro che vivono un’ esperienza di Morgellons, conta più di
11.000 iscritti, la maggior parte abitanti in California, Texas e Florida:
tutti riportano strani fenomeni della pelle come forte prurito, granuli
catramosi e filamenti bluastri, rossi e traslucidi che emergerebbero dalle
lesioni.
La
statunitense Mary Leitao è stata la prima a trattare il caso. La donna infatti,
nel 2001 osservò strani comportamenti nel figlio di 2 anni che cominciò a
mostrare piccole piaghe sotto un labbro e avvertendo la presenza di inquietanti
insetti che glieli avrebbero causate. La Leitao, ex tecnico di laboratorio,
esaminò le piaghe al microscopio, dichiarando la presenza di fibre di vario
colore.
È stata
proprio lei a codificarne la sintomatologia e a battezzare il morbo con il nome
di uno studio risalente al diciassettesimo secolo, in cui si faceva riferimento
a un bambino francese affetto dagli stessi disturbi.
Nel sito la
signora Leitao descriveva minuziosamente gli inquietanti sintomi della
misteriosa malattia e alla fine la comunità medica la accusò di aver costruito
una messa in scena. Ma alla intraprendente signora giunsero ben settemila mail
di persone che accusavano gli stessi sintomi, dichiarandosi anch’essi malati di
Morgellons.
Come riporta
il resoconto di agenziastampaitalia.it,
una tra le poche persone che hanno esaminato scientificamente il morbo di
Moregellons è Randy Wymore, un neuro scienziato del Center for Health Science
dell’Università di Oklahoma (sul sito dell’Università è possibile leggere la “sintomatologia
ufficiale”). Wymore ha ricevuto da diverse persone dei campioni di fibra fuori
uscite dalla loro pelle.
Anche se i
campioni presentavano una certa somiglianza tra loro, secondo il parere del
neuro scienziato queste non erano paragonabili a nessun’altra fibra sintetica o
naturale conosciuta. Wymore, inoltre, chiese alla squadra di polizia forense
“Tulsa” di esaminarle.
La squadra ha
identificato le strutture chimiche delle fibre e le ha confrontate con la loro
banca dati costituita da ben 800 campioni. Le fibre in questione non
coincidevano con nessuna di quelle del database, pertanto si è ricorsi alla
cromatografia gassosa per compararle con 90.000 composti organici. Anche in
questo caso, le fibre non hanno dato riscontri tali da poter coincidere con i
composti.
La squadra di
polizia è giunta pertanto alla conclusione che le fibre sono “ignote”, fatte di
elementi sconosciuti e non certo provenienti da vestiti a stretto contatto con
le croste di ferite. Le fibre, infatti, bruciate a 700 gradi, si sono annerite
ma non distrutte.
Wymore chiese
anche al capo reparto di pediatria dell’ospedale universitario di Oklahoma,
Rhonda Casey, di osservare alcuni pazienti. Eseguendo la biopsia delle
superfici della pelle lesionate nonché di quelle sane, usando un dermatoscopio,
la dottoressa Casey è stata in grado di osservare le fibre sotto la pelle dei
malati e di ritrovarle unite sia ai tessuti sani sia a quelli danneggiati,
identificando, tra l’altro, la varietà di colori di tali filamenti.
Oltre a ciò,
la stessa dottoressa ha riferito il caso di una giovane ragazza con una lesione
sulla gamba dalla quale spuntavano fibre nere, confermando l’impossibilità, da
una parte della giovane, di essersi cagionata ella stessa una ferita simile.
Questi sono alcuni dei casi riscontrati (il maggior numero dei malati è negli
Stati Uniti) ma, anche nella nostra nazione, ci sono stati diversi casi che gli
esperti riconducono alla Sindrome di Morgellons.
Scie chimiche sotto accusa
E’ possibile
individuare un collegamento tra le controverse scie chimiche e ciò che esse
contengono e il morbo di Morgellons? Nuovi studi e analisi di laboratorio hanno
consentito di accertare che il morbo è collegato alla presenza nell’organismo
di frammenti costituiti da silicone e da fibre di polietilene dei malati. Il
polietilene è usato normalmente nell’industria delle fibre ottiche.
A queste
conclusioni è giunta la dottoressa Hildegarde Staninger, tossicologa,
nell’ottobre del 2006. La ricercatrice precisa che tali materiali sono usati
dall’industria delle nano biotecnologie per incapsulare i virus. Questo
potrebbe essere l’anello di congiunzione che fa pensare che ciò che cade in
cielo e ciò che troviamo in alcuni pazienti trova una corrispondenza chiara ed
inequivocabile.
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I ricercatori
hanno raccolto prove che le scie chimiche contengono non solo germi, ma anche
metalli, cellule di sangue, sedativi, sostanze cristalline, sali di bario, e un
tipo di fibra di polietilene e silicio (quella di cui parla la Dottoresa
Staninger) che si fonde solo oltre i mille gradi F° e altre sostanze tossiche
per l’organismo.
Per non
parlare di elementi chimici radioattivi e tossici per la salute di tutto il
pianeta. Il Morgellons è forse un effetto collaterale di una sperimentazione di
massa? Vogliono stordirci? Alterare la nostra fisiologia rendendoci automi che
vengono comandati a distanza? Se è così, allora è proprio vero (per quanto non
sia una consolazione) che, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi.
Allo stesso
modo coloro che, vogliono comandare e soggiogare la popolazione umana non hanno
pensato al fatto che il nostro corpo espelle prima o poi tutto ciò che non è
organico? O forse (e sarebbe più grave) sanno che noi umani siamo bravi a
guardare il dito e non la Luna? In questo caso basterebbe, in realtà, guardare
il cielo.
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