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lunedì 6 gennaio 2014
La mappa delle emozioni.
Una mappa delle sensazioni fisiche associate alle emozioni.
Ogni
emozione è associata a sensazioni corporee che interessano aree
specifiche del corpo. Per la prima volta è stata realizzata una mappa
che descrive questa associazione, che si è rivelata universale, ossia
indipendente dal background culturale delle persone
(red)
Espressioni come "ho il cuore spezzato" o "sento
un brivido lungo la schiena" potrebbero avere un significato letterale,
poiché le nostre emozioni si riflettono sul nostro corpo, e in aree ben
specifiche a seconda dell'emozione. Lo ha dimostrato un gruppo di
ricercatori finlandesi dell'Università di Tampere e della Aalto
University, che sono riusciti addirittura a realizzare una mappa delle
associazioni fra le parti del corpo e le emozioni collegate: scoprendo
inoltre che la mappa è universale, ossia indipendente dalla cultura di
appartenenza. Numerosi studi hanno dimostrato che dal punto di
vista biologico i meccanismi emozionali servono a preparare l'organismo
ad affrontare le sfide incontrate nell'ambiente regolando l'attivazione
differenziale del sistema nervoso cardiovascolare, muscolo-scheletrico,
neuroendocrina, e autonomo. Secondo i principali modelli
neuroscientifici, la presa di coscienza di questi stati emotivi sarebbe
innescata proprio dalla percezione dei relativi stati corporei, in modo
da permettere una risposta più adeguata al problema posto
dall'ambiente. Tuttavia, era ancora in dubbio se i cambiamenti
corporei associati alle varie emozioni fossero sufficientemente
specifici da spiegare le distinte sensazioni che le contraddistinguono.
Inoltre, non era chiaro quale fosse la distribuzione topografica delle
sensazioni fisiche legate alle diverse emozioni.
L'albero
della "parentela" fra le diverse emozioni costruito sulla base della
comunanza fra le aree attivate. (Cortesia L. Nummenmaa et al./PNAS)
A risolvere la questione è giunto ora lo studio condotto da Lauri Nummenmaa e colleghi – che firmano un articolo sui “Proceedings of the National Academy of Sciences”
- nel quale hanno preso in esame 701 soggetti, in parte di cultura
occidentale e in parte di cultura cinese, ai quali sono stati proposti
racconti, filmati, espressioni facciali, parole emotivamente
significative, chiedendo loro di indicare su due sagome di un corpo
umano quali parti percepivano come più attivate e meno attivate del
normale quando veniva loro presentato uno stimolo emotivo. Le
sensazioni agli arti superiori sono così risultate più importanti nelle
emozioni orientate all'approccio (in senso positivo e negativo), come
rabbia e felicità, mentre una sensazione di ridotta attività agli arti
è una caratteristica distintiva della tristezza. Le sensazioni che
coinvolgono il sistema digestivo e la regione della gola sono state
trovate particolarmente marcate nel disgusto. A differenza di tutte le
altre emozioni, che sono collegate a regioni specifiche, la felicità
èinvece risultata associata a un miglioramento delle sensazioni in
tutto il corpo. Inoltre, le emozioni complesse (ansia, amore,
depressione, disprezzo, orgoglio, vergogna, invidia) hanno mostrato
una correlazione alle sensazioni corporee più debole rispetto alle
cosiddette emozioni promarie (rabbia, paura, disgusto, felicità,
tristezza e sorpresa), con l'eccezione di ansia e depressione, che
mostravano una strettissima somiglianza con gli stati emotivi primari
rispettivamente di paura e tristezza.
In
giallo e rosso le aree percepite come più attive e in blu quelle
percepite come meno attive mentre si sperimentano le diverse emozioni.
(Cortesia L. Nummenmaa et al./PNAS)
Anche se alcune
parti del corpo sono risultate quasi sempre coinvolte – in particolare
la testa, quasi sempre più attivata del normale, sia pure in varia
misura - dall'analisi complessiva delle risposte è apparso che alle
diverse emozioni corrispondevano mappe corporee statisticamente ben
distinguibili, che le aree coinvolte corrispondono bene ai più
importanti cambiamenti fisiologici associati alle diverse emozioni, e
che le mappe erano sostanzialmente la stesse sia nelle persone di
cultura occidentale sia in quelle di cultura orientale.
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