Notizia numero uno:
è vero, l'elettrosmog fa ammalare. Sempre di più. Notizia numero due:
con l'inquinamento elettromagnetico si può convivere. Niente allarmismi,
dunque, ma cerchiamo di capire le cause, gli effetti e le possibili
soluzioni.
Partiamo da un fatto di cronaca, uno dei tanti sui generis.
La
Sensibilità Chimica Multipla (MCS) è una delle “nuove” patologie dovute
a un'esposizione eccessiva e prolungata alle frequenze nocive, quali
quelle dei ripetitori. Ne sa qualcosa una donna di cinquanta anni di
Talzano, che ha depositato un esposto querela alla Procura di Arezzo
contro un colosso della telefonia. La sua casa infatti dista meno di 100
metri da un’antenna che irradia segnale ai cellulari e al wifi e che le
crea numerosi disagi. La malattia - di cui soffre un numero sempre più
alto di italiani - le sarebbe stata diagnosticata al Policlinico Umberto
I di Roma. I sintomi tipici sono svenimenti, difficoltà respiratorie,
cefalee ed eruzioni cutanee. La donna afferma che la sua vita è cambiata
da quando la malattia si è manifestata: era un’insegnante ma è stata
riformata perché non poteva lavorare a contatto con computer e
cellulari. Non è al sicuro nemmeno a casa nonostante usi protezioni,
mascherine e abbia schermato anche l’interno della sua abitazione.
Insomma, quella che
prima sembrava solo una “possibilità”, ora è stata accertata come
veritiera: le onde generate da cellulari, wifi, antenne e ripetitori ci
fanno davvero male. Perché? Perché le loro frequenze entrano in
conflitto con quelle del corpo umano. In che modo? Per capirlo, dobbiamo
spiegare come si comportano due onde quando si incontrano ed entrano in
relazione tra loro.
L'interferenza
è quel fenomeno dovuto alla sovrapposizione, in un punto dello spazio,
di due o più onde. Incontrandosi, è come se le onde si scambiassero
“informazioni” sulle loro specifiche frequenze al fine di formare
un'unica onda, frutto dell'addizione delle due frequenze iniziali. Se le
due onde sono in fase, allora si sommeranno e l'intensità risultante
sarà maggiore rispetto a quella di ogni singola intensità originaria. Si
parla in questo caso di interferenza costruttiva. Al contrario,
se le due onde non sono in fase, allora tenderanno ad annullarsi a
vicenda (si potrà arrivare addirittura a non verificare più alcun
fenomeno ondulatorio). In tal caso si parla di interferenza distruttiva.
Come ci insegna la
fisica quantistica, ogni atomo irradia energia e, di conseguenza, è
caratterizzato da una frequenza. Anche il corpo umano ha le sue. E così,
quando ci troviamo esposti a campi elettromagnetici la cui interferenza
è per noi distruttiva, le nostre cellule sono sottoposte a un
determinato tipo di stress: l'elettrosmog, appunto. Se lo stress è
eccessivo e protratto nel tempo, ecco che può insorgere la malattia.
Come fare, dunque,
per salvaguardare il nostro benessere? Poiché oggi non possiamo più
rinunciare ai cellulari, né tanto meno evitare l'esposizione ad antenne o
wifi, visto che non possiamo eliminare tutte le fonti di frequenze
nocive per il nostro corpo, la soluzione è... aumentare le frequenze
benefiche!
È quello che si prefigge di fare il Metodo RQI,
attraverso tre “tipologie” di soluzioni diverse. Ad esempio,
insegnandoci a mangiare in modo energeticamente equilibrato (e allora
non si tratterà più di contare le calorie dei cibi, ma di guardare le
loro “frequenze”). Oppure, attraverso le Biotecnologie Olistiche, che ci
mettono a disposizione onde capaci di ripristinare l'armonia del nostro
corpo. O ancora, attraverso la comunicazione con la nostra mente
inconscia, la vera responsabile delle nostre risposte agli stimoli
ambientali.
E quando si parla
di frequenze benefiche, non si deve pensare solo a uno strumento di
“guarigione” da una malattia, ma anche (e soprattutto) a un aiuto per
migliorare la qualità delle nostre vite. Perché se il corpo ha la giusta
frequenza, allora il benessere coinvolgerà tutti gli aspetti della
nostra esistenza: corpo e mente, salute, emozioni e relazioni con gli
altri.
Niente allarmismi, dunque. Ma solo più consapevolezza.
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