Le statine, utilizzate per abbassare la
colesterolemia, sono tra i farmaci più venduti a livello mondiale.
L'obiettivo dei produttori, in accordo con un certo mondo scientifico
compiacente, è che le statine vengano usate da un numero crescente di persone.
Per far questo si abbassano sempre
di più i ivelli di colesterolo considerati sicuri e si sovvenzionano studi per
dimostrare che le statine prevengono molte altre condizioni morbose, oltre a
quelle cardiovascolari, come se le statine fossero una vera e propria panacea.
Insomma, statine per tutti e per tutto! L'
Accademia Americana di Pediatria (AAP) ha ufficialmente dichiarato che già
dagli 8 anni i bambini possono assumere le statine, considerato che
"... studi alla mano, sono in grado di abbassare le LDL nei bambini
e negli adolescenti che hanno questi valori alteratii.. i ragazzi tra gli 8 e i
18 anni possono usare questi farmaci per cure che vanno dalle 8 settimane ai due
anni”.
Peccato che sospesa la terapia i valori ritornano
alti e i poveri ragazzi si devono fare di statine per tutta la loro vita, con
inimmaginabili guadagni per le aziende produttrici e altrettanto inimmaginabili
danni per la salute dei giovani pazienti. In questo modo, come si dice oggi, ci
si “fidelizza” a vita il paziente e con i tempi che corrono non è poco! (1)
Per quanto può sembrare strano i progetti della
AAP ricevono fondi dalla Merck &Co, Pfizer e Sanofi-Aventis e anche dalla
Procter & Gamble (2). Il problema è che poi la maggioranza delle linee
guida adottate in America prima o dopo vengono adottate spesso supinamente
anche dal nostro e da altri Paesi.
Le statine possono avere seri effetti collaterali
negli adulti e tanto più nei giovani organismi. Tra gli effetti
collaterali si annoverano: danno epatico, rialzo della CPK (creatina chinasi),
dolore e debolezza muscolare, artralgie, miosite, sonnolenza, rabdomiolisi
(grave infiammazione dei muscoli), disturbi della personalità, perdita della
memoria, irritabilità, reflusso gastroesfofageo, alterazioni intestinali,
insonnia, vertigini e raramente anche l'insufficienza renale.
Secondo il Professor W Todd Penberthy, della
University of Central Florida, la vitamina-B3 riesce ad alzare i valori delle
HDL (considerate “colesterolo buono”) più di qualsiasi altro farmaco in
commercio, e contemporaneamente è in grado di ridurre il colesterolo totale, i
trigliceridi e le VLDL.
Il Prof Penberthy segnala che la Merck &
Shaering Plough tempo fa ha convinto i medici a prescrivere farmaci come Zetia®
enzetimibe per 7 anni per una spesa di 21 miliardi di dollari. Poi,
recentemente, alcuni studi hanno mostrato che Zetia di fatto aumentava gli
accidenti cardiovascolari perché ispessiva di più le pareti delle arterie. “La
niacina funziona bene e costa trenta volte meno di questi farmaci e ha
indiscutibili benefici nella prevenzione delle patologie cardiovascolari"
conclude il Professore (3).
Come ho già scritto nel mio libro “Mangia
grasso e vivi bene” e in altri articoli su questo sito, le statine,
seppur in modo modesto, abbassano il rischio cardiovascolare non in virtù della
loro azione sui valori dei grassi, ma dell'azione antinfiammatoria. I conti
tornano, considerato che si muore di patologie cardiovascolari non per la
favola del colesterolo alto, ma per i danni ossidativi subiti dalle arterie per vari motivi.
Attenzione: per la prevenzione delle patologie
cardiovascolari e per la terapia della dislipidemia vengono di solito usati
dosaggi relativamente alti che potrebbero dare qualche effetto collaterale.
Evitate di farvi "consigliare" la vitamina B3,
fatevela invece "prescrivere" e solo da un medico.
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