La Corte d'appello ha
confermato che il tumore di cui si è ammalto un brigadiere dei
carabinieri in missione durante la guerra del Kosovo è l'effetto
dell'uranio impoverito con cui erano realizzati i proiettili in uso alle
forze di polizia internazionali. Il ministero della Difesa condannata a
risarcire 150 mila euro.
Dedica la sua vittoria ad un
collega morto per lo stesso contagio da uranio impoverito che gli ha
provocato un tumore alla pelle. Gaetano Luppino, vicebrigadiere savonese
dei carabinieri di ritorno dalle missioni in Bosnia e Kosovo, ha vinto
in appello la causa contro il ministero della Difesa che non gli ha mai
riconosciuto la causa di servizio.
"La pubblica amministrazione
si è dimostrata peggiore del cancro", si è sfogato il militare a cui
ora il ministero dovrà versare un indennizzo di 150 mila euro.
Un battaglia lunga quattro anni per l'ex componente della Msu, la Multinational Specialized Unit, la forza di polizia che aveva compiti di lotta al crimine organizzato e al terrorismo. Una prima vittoria in tribunale, a Savona; adesso la conferma della sentenza pronunciata dalla Corte d'Appello - sezione Lavoro.
Il vicebrigadiere, tra il settembre 2003 e l'aprile 2004 fu in missione nei Balcani quando le truppe di pace usavano proiettili arricchiti con 'uranio impoverito'. Al ritorno in Italia, come tutti i suoi compagni d'armi, Gaetano Luppino fu sottoposto a periodiche visite mediche. Nel dicembre 2008 la diagnosi: tumore alla pelle.
Il militare presentò richiesta per ottenere un risarcimento per "causa di servizio", ma il ministero si è sempre detto contrario. Da allora intraprese una dura battaglia legale. "Dedico la mia vittoria a mia moglie e mia figlia - ha detto subito dopo la lettura della sentenza - senza dimenticare il caporale Erasmo Savino che, purtroppo, non c'è più. Oggi non posso che pensare a chi è stato abbandonato dallo Stato".
Un battaglia lunga quattro anni per l'ex componente della Msu, la Multinational Specialized Unit, la forza di polizia che aveva compiti di lotta al crimine organizzato e al terrorismo. Una prima vittoria in tribunale, a Savona; adesso la conferma della sentenza pronunciata dalla Corte d'Appello - sezione Lavoro.
Il vicebrigadiere, tra il settembre 2003 e l'aprile 2004 fu in missione nei Balcani quando le truppe di pace usavano proiettili arricchiti con 'uranio impoverito'. Al ritorno in Italia, come tutti i suoi compagni d'armi, Gaetano Luppino fu sottoposto a periodiche visite mediche. Nel dicembre 2008 la diagnosi: tumore alla pelle.
Il militare presentò richiesta per ottenere un risarcimento per "causa di servizio", ma il ministero si è sempre detto contrario. Da allora intraprese una dura battaglia legale. "Dedico la mia vittoria a mia moglie e mia figlia - ha detto subito dopo la lettura della sentenza - senza dimenticare il caporale Erasmo Savino che, purtroppo, non c'è più. Oggi non posso che pensare a chi è stato abbandonato dallo Stato".
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