Dal, National Cancer Institute (sito governativo), si mettono
finalmente nero su bianco (ma soprattutto ufficialmente) le grandi
caratteristiche di questa pianta.I cannabinoidi sono un gruppo di 21
composti terpenofenoli prodotti unicamente dalla Cannabis sativa e dalla
Cannabis indica. [1,2] Questi composti derivanti dalla pianta possono
essere indicati come phytocannabinoidi. Anche se il
delta-9-tetraidrocannabinolo (THC) è il principale ingrediente
psicoattivo, vi sono altri composti noti che hanno attività biologica
tipo: il cannabinolo, il cannabidiolo, il cannabicromene, il
cannabigerol, il tetrahydrocannabivirin, e il delta-8-THC. Il
cannabidiolo, ha la caratteristica di avere una significativa attività
analgesica e anti-infiammatoria senza l’effetto psicoattivo (alto) del
delta-9-THC.
Uno studio su topi e ratti indica che i cannabinoidi hanno un effetto
protettivo contro lo sviluppo di alcuni tipi di tumori. [3] Nel corso
di questo studio di 2 anni, i gruppi di topi e di ratti hanno ricevuto
varie dosi di THC attraverso una sonda gastrica. Nei topi, venne
osservata, una riduzione sull’incidenza dei tumori epatici e sui
carcinomi epatocellulari. Una minore incidenza dei tumori benigni
(polipi o adenomi) negli altri organi (mammelle, utero, ghiandola
pituitaria, testicoli e pancreas) vennero anche osservati nei ratti. In
un altro studio, il delta-9-THC, il delta-8-THC, e il cannabinolo si
sono dimostrati utili nell’inibire la crescita del carcinoma del polmone
di Lewis in vitro ed in vivo. [4] Inoltre, altri tumori sono risultati
sensibili agli effetti inibenti di questa pianta. [5-8]I cannabinoidi
possono causare effetti antitumorali attraverso vari meccanismi:
inducendo la morte cellulare, interropendo la crescita cellulare, e
attraverso l’inibizione dell’angiogenesi tumorale e della metastasi.
[9-11] I cannabinoidi sembrano uccidere le cellule tumorali lasciando
intatte quelle sane proteggendole, addirittura, da quelle cancerogene.
Questi composti hanno dimostrato di indurre l’apoptosi nei glioblastomi
sotto coltura e indurre la regressione degli stessi nei topi e nei
ratti. I cannabinoidi proteggono le normali cellule gliali astrogliale e
oligodendrogliali dall’ apoptosi mediata dal recettore CB1. [10,11]In
un modello in vivo utilizzando topi con una grave immunodeficienza,
vennero generati dei tumori sotto cutanei inoculando gli animali con
cellule tumorali (del polmone) umane [12]. La crescita del tumore è
stata ridotta del 60% nei topi trattati con il THC rispetto ai topi che
componevano il gruppo di controllo. I campioni di tumore hanno rivelato
che il THC ha avuto effetti antiangiogenici e antiproliferativi.Inoltre,
sia i cannabinoidi di origine vegetale che quelli endogeni sono stati
studiati per i loro effetti anti-infiammatori. Uno studio sui topi ha
dimostrato che sistema cannabinoide endogeno fornisce una protezione
intrinseca contro l’infiammazione del colon. [13] Come risultato, è
stata promulgata l’ipotesi che i phytocannabinoidi e gli
endocannabinoidi potrebbero essere utili nella lotta al cancro
colon/rettale [14].Un altro studio ha dimostrato che il delta-9-THC è un
potente agente antivirale selettivo contro il sarcoma di Kaposi (KSHV).
[15] I ricercatori hanno concluso, garantendo un maggior
approfondimento sugli studi dei cannabinoidi e degli herpesvirus, poiché
essi porteranno allo sviluppo di farmaci che inibiscono la
riattivazione di questi virus oncogeni. Successivamente, un altro gruppo
di ricercatori ha riportato un aumento nell’efficienza dell’infezione
umana KSHV nelle cellule dermiche microvascolari epiteliali in presenza
di basse dosi di delta-9-THC [16].
Molti studi sugli animali hanno già dimostrato che il delta-9-THC e
gli altri cannabinoidi hanno un effetto stimolante sull’appetito e
sull’assunzione di cibo. Si ritiene che il sistema dei cannabinoidi
endogeni possa servire come regolatore del comportamento alimentare. Il
cannabinoide endogeno anandamide, potenzia notevolmente l’appetito nei
topi. [17] Inoltre, i recettori CB1 nell’ipotalamo potrebbero essere
coinvolti negli aspetti motivazionali e appaganti del mangiare [18].
La comprensione del meccanismo attraverso cui i cannabinoidi inducono
l’analgesia (assenza di dolore) è aumentata grazie allo studio dei
recettori dei cannabinoidi, gli endocannabinoidi, e degli agonisti e
antagonisti sintetici. Il recettore CB1 è presente sia nel sistema
nervoso centrale (SNC) che nelle sue terminazioni nervose periferiche.
Simile ai recettori degli oppioidi, livelli molto alti del recettore CB1
sono stati trovati nelle sezioni del cervello che regolano il processo
nocicettivo [19]. Il recettore CB2, che si trova principalmente nei
tessuti periferici, esiste a livelli molto bassi nel sistema nervoso
centrale. Con lo sviluppo degli antagonisti dei recettori specifici,
sono state ottenute ulteriori informazioni sul ruolo dei recettori
cannabinoidi endogeni e sulla gestione del dolore. [20,21]
Fonte originale: cancer.gov
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