Sono diversi i Paesi in cui i farmaci a base di
nimesulide (tra cui il più famoso l’aulin) sono stati ritirati da tempo a
causa dei problemi al fegato che il loro uso può provocare. In Italia,
invece, continuano ad essere disponibili. Perché?
Avevamo già avuto modo di parlare di aulin e farmaci a base di nimesulide in un altro nostro articolo. In quell’occasione abbiamo visto, ad esempio, come molti Paesi abbiano deciso, dal 2002 a oggi, di ritirare questo prodotto
dal commercio a causa dei suoi gravi effetti collaterali. Nel Regno
Unito e in Germania, addirittura, questi medicinali non sono mai stati
venduti, mentre in Italia continuano a essere prescritti per la cura di
determinate patologie.
I fatti risalgono a gennaio 2010, quando la Commissione Europea, a seguito di diversi danni al fegato e all’apparato gastroenterico riscontrati da alcuni pazienti dopo l’uso di prodotti a base di nimesulide,
ha chiesto all’Agenzia europea dei medicinali (Ema) un riesame del
rapporto-beneficio della molecola alla base dei farmaci. Già prima di
questa raccomandazione, ben 9 Paesi europei avevano ritirato il prodotto
dal mercato e la Francia ha deciso di sospenderne la rimborsabilità.
Nel corso degli anni, l’Agenzia europea del farmaco (Ema), ha più
volte avviato una procedura di raccolta e analisi dei dati disponibili
sulla nimesulide per decidere se ritirare oppure lasciare in
commercio i farmaci nei Paesi europei in cui sono ancora venduti. In
seguito ai processi di revisione, l’ultimo avvenuto appunto nel 2010,
l’Agenzia ha concluso che i benefici che i farmaci apportano superano i rischi: la nimesulide perciò resta in commercio, anche se deve essere considerata un antidolorifico di seconda scelta.
Così, l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha deciso di escludere la
rimborsabilità della nimesulide nel trattamento dei dolori cronici, ma
l’ha reintrodotta per il dolore acuto. L’Aifa ha infatti aggiornato la
Nota 66 (G.U. n. 197 del 24/08/2012) nella quale viene indicato che il farmaco antinfiammatorio nimesulide
può essere prescritto a carico del SSN per il trattamento di breve
durata del dolore acuto. Questo, per “scoraggiare” l’uso prolungato di
un medicinale che può recare gravi problemi a carico del sistema epatico.
Oggi, per ogni nuova confezione acquistata, viene presentata una nuova
ricetta non ripetibile, trattenuta dal farmacista all’atto della
consegna del farmaco.
Secondo alcuni, una scelta del genere minerebbe la credibilità del
sistema sanitario. Vittoria D’Incecco (ex commissione Affari sociali
della Camera), medico e deputato, dichiarava in un’intervista su Il Corriere del 21 dicembre 2012: “Non
è chiaro come si possa conciliare l’obiettivo di escludere l’uso
cronico della nimesulide con la scelta di prevedere la rimborsabilità
del dolore acuto associato alle patologie croniche: dalla lettura della
nota Aifa, credo che emerga chiaramente il rischio che questa possa
favorire e incoraggiare l’uso senza controllo medico del farmaco; ciò è
tanto più vero se si considera che Aifa ha mantenuto in commercio la
confezione da 30 unità del farmaco”. Il problema è capire quindi
perché, pur recependo il rischio di un vecchio farmaco, si continui a
tutelare e favorire una vecchia molecola.
Gli effetti collaterali sul fegato, infatti, sono stati
confermati, tant’è vero che l’Agenzia europea del farmaco ha predisposto
alcune indicazioni su tempi e modalità precise di assunzione della
nimesulide, cioè che:
- Non deve essere usata da pazienti con problemi al fegato.
- È indicata solo per il trattamento del dolore acuto (mentre prima veniva usata anche in casi di dolore cronico) e dei dolori mestruali.
- Deve essere utilizzata solo per brevi periodi, al massimo 15 giorni.
- La dose massima giornaliera è di 200 mg (pari a due bustine o due compresse).
Ovviamente noi siamo sempre per le alternative naturali. Esistono infatti molte piante che hanno gli stessi effetti dei farmaci antinfiammatori, senza naturalmente i rischi. A partire da quelli per curare l’artrite o i reumatismi, i dolori muscolari o dei semplici antidolorifici naturali che possiamo trovare comunemente nelle nostre case.
(Foto: E-magic)
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