martedì 29 aprile 2014

INFINITE REALTA’



La realtà è sempre la conseguenza di ciò che profondamente crediamo vero.

Anche quando non ne siamo consapevoli, scegliamo costantemente gli eventi di cui facciamo esperienza.

Questo processo, chiamato sincronicità, si fonda sulla concomitanza degli accadimenti interiori con gli avvenimenti fisici ed è il principio che ci fa essere come per magia “al posto giusto nel momento giusto” o “al posto sbagliato nel momento sbagliato”.

La sincronicità è il navigatore di cui la vita ci ha dotato perché potessimo viaggiare lungo le sue infinite strade.

Inconsciamente ne impostiamo la destinazione, in base alle nostre convinzioni, emozioni e stati d’animo, e dopo qualche tempo le esperienze congrue si presentano nella nostra esistenza, come se fossero attratte da una potente calamita.

Questo delicato e prezioso meccanismo, psicologico e fisico, rende possibile osservare al di fuori di noi quello che succede dentro di noi, permettendoci di sperimentare la nostra intima verità come in un teatro che la vita organizza apposta per aiutarci a comprendere i nostri meccanismi interiori.

La sincronicità dimostra come il mondo esterno sia lo specchio del nostro mondo interno e ci insegna che per vivere in pace è indispensabile coltivare l’accoglienza, la comprensione e il rispetto per ogni aspetto di se stessi.

Ma conoscere il proprio il mondo interno e arrivare a cambiarlo, modificando così anche gli eventi esterni che esso richiama nella nostra vita, non è sempre facile.

Per riuscirci è indispensabile mettersi costantemente in discussione, avviando un processo (senza fine) di conoscenza e di trasformazione di sé.

Un processo che ci colloca al centro della realtà, rendendoci responsabili di ogni avvenimento, dal più insignificante al più maestoso.

 

Modificando e migliorando il mondo interno, infatti, possiamo trasformare le circostanze della vita, rendendole congrue al nostro profondo modo di essere, in un dialogo e cambiamento continui.

Per raggiungere questo meraviglioso obiettivo, però, è indispensabile assumersi l’onere della propria esistenza, interiore ed esteriore.

Delegando il peso delle circostanze al destino, a Dio, alla fortuna o a qualche altro misterioso potere, infatti, perdiamo lo scettro del comando, condannando noi stessi a diventare schiavi di un mondo privo di controllo e di significato.

Nonostante ormai da quasi un secolo, i saperi della fisica quantistica abbiano posto l’osservatore al centro di ogni avvenimento osservabile, la centralità della nostra realtà interiore nel determinare gli accadimenti che viviamo è ancora un fenomeno largamente ignorato dalla maggior parte delle persone.

 

Si preferisce coltivare la convinzione che il mondo in cui viviamo sia separato e distante dai nostri pensieri e dalle nostre emozioni, e appartenga a una materialità predeterminata e immodificabile cui dobbiamo adattarci senza discutere.

Lo studio della fisica quantistica non è stato incluso nei programmi ministeriali, la fisica che si impara a scuola si ferma alle soglie della teoria della relatività di Einstein.

Per questo motivo i grandi passi avanti compiuti dalla scienza rimangono sconosciuti alla maggior parte delle persone che invece continua a basare la propria percezione della realtà sulle scoperte di una fisica classica, ormai superata dalla ricerca.

Non c’è da sorprendersi, perciò, se l’esistenza di tante realtà soggettive è ancora considerata un fenomeno fantascientifico più che un’opportunità nelle nostre mani.

Per uscire dalla convinzione limitante che ci condanna a diventare le vittime di un destino capriccioso e imprevedibile, pronto ad accanirsi sui buoni e a premiare ingiustamente i cattivi, occorre rimboccarsi le maniche e documentarsi personalmente, scoprendo da soli le informazioni che la scuola non ci ha saputo (o voluto) fornire.

Esistono infinite realtà pronte a manifestarsi nella quotidianità, attratte dal richiamo silenzioso della nostra vita interiore.

 

Analizzare l’inconscio e scoprire le guerre intime, combattute ingiustamente contro le parti deboli e tenere di se stessi, permette di scoprire e accogliere la propria inflessibilità per trasformarla, fino ad attrarre realtà comprensive e amorevoli.

Al contrario, occultare la verità individuale, censurare la creatività, negare i sogni e costringersi dentro un’armatura di apparenze, attira sulla nostra strada prigioni di dolore e di fatica che amplificano la sofferenza, in un circolo vizioso senza fine.

 

Per liberarsi dalle difficoltà e costruire una società senza dolore, non basta compiere le scelte giuste nei momenti difficili che costellano l’esistenza, occorre anche chiedersi cosa la vita stia segnalando con le esperienze che ci propone e utilizzare questo insegnamento per cambiare le leggi interiori che animano il nostro mondo.

I crimini commessi nell’omertà e nel silenzio della propria anima, affliggono gli scenari dell’esistenza, indicandoci la necessità di costruire una diversa realtà interiore.

Una realtà libera da segreti nascosti nei sotterranei dell’inconscio.

Una realtà senza castighi e senza vendette,  capace di autenticità e di comprensione per se stessi e per il mondo che ne consegue.

Vivere in una società migliore è il risultato di una vita interiore in cui non ci siano più soprusi, razzismo e violenza.

Carla Sale Musio -

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