Studio Big Bang, primi dubbi: “Prodotto della fantasia”. “Dati non convincenti”
La scoperta annunciata ad Harvard sui primi vagiti del cosmo ha innescato qualche perturbazione anche sulla Terra, elettrizzando in particolare la comunità di astrofisici e cosmologi. E se Stephen Hawking sostiene che l'esperimento è una "conferma della teoria dell'inflazione" altri scienziati hanno più di una perplessità
Lo tsunami generato agli albori dell’universo dai primi tremori del Big Bang, sotto forma di onde gravitazionali captate nel Polo sud dagli
scienziati dell’Harvard-Smithsonian Centre for Astrophysics (nella
foto), ha innescato qualche perturbazione anche sulla Terra,
elettrizzando in particolare la comunità di astrofisici e cosmologi. Tra
i più eccitati, il celebre scienziato britannico Stephen Hawking, che ha subito annunciato trionfalmente ai microfoni di una trasmissione radiofonica della BBC: “È un’ulteriore conferma della teoria dell’inflazione. E significa anche che ho vinto la scommessa con Neil Turok, direttore del Perimeter Institute del Canada”
Materia del contendere proprio la possibilità di catturare le sfuggenti increspature dello spazio-tempo, predette dalla Teoria della relatività generale di Albert Einstein. Il padre della teoria dei buchi neri, poi riveduta e corretta, non è nuovo a queste particolari sfide tra colleghi. Due anni fa perse 100 dollari contro Gordon Kane, fisico delle particelle dell’Università del Michigan, scommettendo che il Cern di Ginevra non avrebbe mai trovato il famoso bosone di Higgs. La cui cattura fu, invece, annunciata al mondo il 4 luglio 2012.
Ma
la notizia dell’osservazione dei primi fremiti del cosmo – al netto
della consueta prudenza che circonda ogni conquista della scienza che,
come insegna Galileo, è tale solo se verificata in modo
indipendente da altri esperimenti – ha suscitato anche non poche
perplessità. Se non proprio palesi contrarietà. A partire dallo stesso
Turok, che non condivide l’entusiasmo di Hawking e non ci sta a
dichiarare persa la loro speciale disfida scientifica. Convinto
assertore di una teoria ciclica dell’universo che lo
vedrebbe protagonista di infiniti passaggi, senza soluzione di
continuità, da un Big Bang a un altro, ribatte a tono all’amico e
collega alla BBC: “La nostra scommessa si basava sulla possibilità che
il satellite dell’European space agency (Esa) Planck
trovasse onde gravitazionali. Stephen pensava di sì, io ero di parere
opposto. E, poiché Planck non ne ha finora trovato traccia, sono io che
sto vincendo la scommessa. Quello annunciato lunedì – sottolinea Turok –
è un risultato importante, perché indica che siamo sulla soglia di una nuova finestra sul Big Bang
e su ciò che è accaduto in prossimità di quegli istanti iniziali. Tutto
questo è eccitante, ma – commenta scettico il cosmologo canadese – ho molte ragioni per dubitare del nuovo esperimento
e dei suoi risultati. Non mi convincono del tutto. La verifica
indipendente è molto importante ed è saggio essere un po’ scettici, dal
momento che non ci sono ancora conferme. Gli autori, secondo me, non
spiegano a pieno perché sono così persuasi di quello che hanno
dichiarato nei giorni scorsi. Il problema della teoria dell’inflazione –
precisa Turok – è che non spiega realmente cosa accadde all’inizio di
tutto. La cosa grandiosa della scienza è che non importa affatto con
quanti scienziati sei in disaccordo. Alla fine vince l’idea giusta. La
scienza non è democratica, non ha a che vedere col consenso, con la
popolarità. Galileo aveva ragione, anche se le sue idee non erano
popolari ai suoi tempi. La scommessa – conclude lo studioso, rivolgendosi ad Hawking – è ancora aperta”.
Pesanti critiche giungono anche dalla rivista Usa Scientific American, a firma di uno dei suoi più noti redattori, John Horgan. “L’inflazione è sempre stata un prodotto della fantasia
più che di prove sperimentali – commenta caustico -. Peggio ancora, la
teoria ha tante forme diverse. In effetti, è disponibile in così tante
versioni differenti che può darti tutto quello che vuoi. In altre
parole, non può essere falsificata. E quindi – sentenzia Horgan – non è una teoria realmente scientifica”.
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