Salute: Asl Milano a medici, prescrivete dieta vegana ai diabetici
Milano, 7 mar. (Adnkronos Salute) – "Hai il
diabete? Diventa vegano". A breve questo potrebbe essere lo stralcio di
una conversazione medico-paziente a Milano. Perché la nuova linea
suggerita dall'Asl del capoluogo lombardo ai camici bianchi, sulla base
degli ultimi studi in materia, è proprio quella di prescrivere una
svolta alimentare a chi combatte con il diabete di tipo 2. Una svolta
che porta all'addio alle carni. "Dieta vegana, oppure mediterranea
correttamente impostata, attività fisica, cessazione dal fumo". Ecco le
prime 'terapie' da indicare ai pazienti, secondo quanto viene riportato
in un documento "destinato a 1.100 medici di medicina generale della
metropoli e a specialisti in forze negli ospedali", spiega Alberto
Donzelli, direttore del Servizio educazione all'appropriatezza dell'Asl
di Milano, anima del progetto.
Si chiama p-PDTA, percorso Preventivo Diagnostico Terapeutico
Assistenziale del paziente affetto da diabete mellito di tipo 2, viene
periodicamente aggiornato da un gruppo di lavoro ospedali-territorio,
composto da diabetologi di strutture cittadine (Niguarda, Istituto
Auxologico, Casa di cura San Pio X, Policlinico, San Paolo), medici di
medicina generale e rappresentanti dell'Asl di Milano. L'attuale
versione, pronta per essere spedita ai medici di famiglia, è di fine
2012. Il prossimo aggiornamento sarà a dicembre 2014, salvo anticipi nel
caso arrivassero nuovi dati clinicamente rilevanti.
Il documento tiene conto di linee guida esistenti, integrate da
riflessioni del gruppo di lavoro basate su studi e altre fonti. "Lo
scopo è fornire indicazioni concrete per la migliore assistenza da
offrire ai cittadini per la prevenzione, diagnosi, terapia, assistenza e
prevenzione delle complicanze del paziente diabetico, da parte sia dei
medici di medicina generale, sia degli specialisti", si legge nel testo
che l'Adnkronos Salute ha avuto modo di visionare. Gli estensori hanno
tenuto conto anche "delle risorse cittadine, da impiegare con il miglior
possibile rapporto costo-efficacia" cercando di esprimere
raccomandazioni che evitino "medicalizzazioni improprie e utilizzo
inappropriato di diagnostica strumentale e di laboratorio".
Quanto alla dieta, l'obiettivo è "favorire abitudini alimentari,
comportamentali, stili di vita e condizioni ambientali adeguati alla
prevenzione primaria, alla gestione e alla prevenzione delle complicanze
del diabete. Questo Pdta - precisano i promotori - intende intervenire
sui fattori che peggiorano la salute e la qualità di vita degli
assistiti con un'azione integrata non circoscrivibile alla sola
prescrizione farmacologica".
E proprio nel capitolo sulla "terapia medica nutrizionale" si trova
il passaggio sulla dieta vegana, per la quale viene fornito ai medici
anche un ricettario con suggerimenti culinari per i pazienti (che è
parte integrante del Pdta). Nel volumetto 'Scacco al diabete con un
pizzico di fantasia' si spazia da primi piatti a base di pasta
integrale, classici, a proposte più 'alternative' come il meno noto
bulgur (frumento integrale, grano duro germogliato), tutti conditi con
verdure. Ci sono poi suggerimenti per rendere più appetibili le verdure,
ricette per i legumi, persino un capitolo riservato ai piatti regionali
e a quelli con soia e derivati. La premessa degli esperti è che "il
calo ponderale è raccomandato a tutti i pazienti diabetici in sovrappeso
corporeo o obesi", citando uno studio in cui "un importante calo di
peso (del 15%) si è dimostrato in grado di normalizzare glicemia,
emoglobina glicata e steatosi epatica, producendo la regressione di casi
diagnosticati di diabete".
Dunque si suggerisce la via per ottenere il risultato: "Una moderata
riduzione dell'apporto calorico (300-500 kilocalorie al giorno ) e un
modesto incremento del dispendio energetico (100-300 kcal al giorno)
permettono una lenta ma progressiva riduzione del peso di 0,45-0,90
chilogrammi a settimana". E qui entra in gioco la dieta vegana. "In
studi specificatamente disegnati per testare queste ipotesi,
un'alternativa che si è dimostrata mediamente più efficace e gradita,
non richiedendo imposizioni di restrizioni caloriche, è rappresentata da
una dieta vegana basata unicamente su cibi vegetali, o da una dieta
vegetariana a basso indice glicemico", recita il documento che riporta
anche una serie di riferimenti scientifici a supporto. Le diete
vegetariane - spiegano gli esperti nel Pdta - hanno prevenuto o
migliorato il diabete.
Uno studio controllato randomizzato "di 5 mesi su 100 diabetici di
tipo 2 obesi ne ha trattati 50 secondo la linea guida dell'Ada, American
Diabetes Association, (15-20% di calorie da proteine, meno del 7% da
grassi saturi, 60-70% da carboidrati e grassi monoinsaturi,
personalizzata per creare un deficit di 500-1000 calorie giornaliere). E
ha trattato gli altri 50 con una dieta vegana (più vitamina B12) con un
65% o più di calorie da carboidrati a basso indice glicemico, meno del
20% da grassi e meno del 15% da proteine". Una dieta "basata su verdura,
frutta fresca e secca oleosa, cereali integrali e legumi, a volontà ma
con poco olio aggiunto. A tutti era permesso un drink di alcol al giorno
alle donne e due agli uomini".
Il confronto è stato vinto dalla dieta vegana. Sia per l'aderenza al
nuovo regime alimentare che è risultata del 67% per i vegani contro il
44% per i pazienti che seguivano la dieta targata Ada, sia per il calo
di peso ottenuto: 6 chili contro 4. Le altre voci in cui ha primeggiato
la dieta vegana sono la riduzione di farmaci antidiabete (43% contro
26%), la riduzione dell'emoglobina glicata, che è stata dell'1,48% per i
vegani contro lo 0,81% dei pazienti in 'dieta Ada', e il colesterolo
Ldl (-23 contro -11).
"Le due diete - concludono gli esperti - hanno dato miglioramenti ma
quella vegana maggiori risultati clinici e accettabilità e dovrebbe
costituire la prima scelta. La buona accettazione rispetto alle diete
classiche, legata al consumo a volontà, dovrebbe incoraggiare a proporre
attivamente questo modello alimentare, a partire dai circa 70 pazienti
diabetici, in gran parte sovrappeso e obesi, che un medico di medicina
generale ha ogni mille assistiti". Accanto alla dieta vegana resta
l'intramontabile dieta mediterranea che prevede un'alimentazione
comunque "ricca di verdura, frutta fresca e secca oleosa, cereali
integrali, legumi e semi, olio di oliva; moderatamente ricca di pesce e
con latticini consumati soprattutto in forma di yogurt; ma povera di
carne, soprattutto rossa e trasformata, e di grassi saturi e trans
(acidi grassi industrialmente idrogenati presenti in prodotti da forno e
fritture industriali e dei fast-food); e ancora povera di zuccheri e
bevande zuccherate".
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