Un
vizio di forma blocca
la diffusione in Europa della patata OGM “Amflora”. La Corte di
Giustizia dell’Unione europea ha bocciato
l’autorizzazione alla coltivazione di questo prodotto, concessa
precedentemente dalla Commissione Europea, a causa del mancato rispetto
dell’iter comunitario in
questa materia.
Una
nuova battuta di arresto per l’ingresso degli OGM nel Vecchio Continente, che
torna ad accendere il dibatitto tra favorevoli e contrari.
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alimentare, ovvero perché lottare contro l’utilizzo di semi OGM
Il
Tribunale UE ha rilevato che la Commissione, dopo aver ricevuto il parere
favorevole all’introduzione della patata OGM da parte dell’Agenzia per la
sicurezza alimentare, non ha consultato il Comitato degli esperti degli
Stati membri per sentire il suo parere in merito, come avrebbe dovuto,
violando così la procedura europea.
In
base a tali ragioni, i giudici del Lussemburgo hanno bocciato l’autorizzazione
alla coltivazione di “Amflora”, la patata brevettata dalla multinazionale
Basf, ricca di amido e destinata soprattutto ad uso industriale,
ad esempio per la produzione di carta e collanti.
Secondo
i detrattori degli OGM, in particolare le associazioni ambientaliste e
di categoria, la patata “Amflora” nasconde
però molti rischi, poiché contiene un gene che trasmette
la resistenza ad alcuni antibiotici, tanto da annullare perfino
l’efficiacia dei medicinali salvavita. Al di là degli usi industriali, inoltre,
la Basf aveva richiesto alle autorità europee l’autorizzazione alla produzione di mangimi a
base di tale patata, un’eventualità che avrebbe potuto comportare la presenza
accidentale di tracce di OGM negli alimenti destinati al consumo animale o
umano.
Tali
ragioni hanno dato inizio alla mobilitazione. Dopo la raccolta di oltre
1 milione di firme da parte di associazioni ambientaliste quali
Greenpeace e Avaaz, nel 2010 si mosse per prima l’Ungheria, presentando
ricorso in sede europea per ottenere l’annullamento dell’autorizzazione alla
coltivazione della patata OGM, seguita poi da altri Paesi quali Francia,
Lussemburgo, Austria e Polonia. Battaglia oggi vinta, seppur per motivi
unicamente procedurali.
Anche
in Italia le associazioni
agricole e ambientaliste hanno mostrato una particolare soddisfazione
per questa delibera. E secondo Coldiretti, la decisione dei giudici del
Lussemburgo è stata accolta positivamente da 8 cittadini su 10, poiché il 76%
della popolazione italiana è
contraria agli OGM, considerati pericolosi per la salute e l’ambiente,
nonché veri nemici della tipicità e del made
in Italy.
Si
è spinta ancor più in là Greenpeace, che invita la Commissione Europea a
ritirare la proposta di autorizzazione alla coltivazione del mais OGM 1507
di Pioneer-Du Pont, rilevando anche in questo caso gli stessi vizi procedurali che
hanno decretato lo stop alla patata “Amflora”.
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