Toglie il fiato, trasporta nel ciclo immenso della nascita, della vita e della morte. Samsara è un film di 102 minuti senza parole, solo musica, girato in 25 paesi per 5 anni. Un capolavoro che rende umani tra gli uomini.
Samsara è una parola che in sanscrito significa “l’inarrestabile
ciclo della vita” ed è il punto di partenza dei due autori di questo
film, girato in cinque anni in 25 paesi. Il regista Ron Fricke e il
produttore Mark Magidson sono riusciti a condensare in 102 minuti di
immagini e musica la suggestione e l’immensità di terre sacre ma anche
le tragedie nelle zone dove si sono consumati disastri ambientali, la
velocità e la schizofrenia del consumismo e della produzione intensiva
per un pianeta “intensivo”, così come le meraviglie naturali di luoghi
incontaminati. Quello che Samsara fa è esplorare le meraviglie del
nostro mondo, dal mondano al miracoloso, toccando le profondità della
spiritualità umana e raffigurando le esperienze tradotte nella realtà
materiale. Più che un documentario, Samsara funzione come una
meditazione guidata, rivela le essenze, ci illumina sul legame tra
l’umanità e la natura, ci mostra il ciclo della vita e della morte nella
sua meraviglia così come nella sua crudeltà, prova a raccontare il
ritmo di un pianeta ma anche il ritmo degli uomini che lo abitano.
Notevoli anche le immagini sulla produzione industriale del cibo, che mostrano fasi e luoghi che solitamente rimangono nascosti, come la fabbrica danese che utilizza un bizzarro quanto sconvolgente veicolo per rastrellare i polli negli allevamenti mandandoli alla lavorazione. Poi si vedono le linee automatizzate a Changchun in Cina dove lavorano migliaia di operai per ripulire le carcasse e ancora migliaia di operai cinesi su linee di assemblaggio. E ancora le immagini di dozzine di mucche a Fresno in California bloccate con un giogo di metallo su una struttura rotante, obbligate a mangiare in continuazione. Immagini sono state girate anche sull’isola di Java in Indonesia in una isolata miniera di zolfo dove i minatori si arrampicano su sentieri ai bordi di un vulcano e portano ceste sulle spalle piene del minerale. Poi ancora a Manila dove folle di persone, giovani e vecchi, si accalcano sui detriti per cercare qualcosa di valore da raccattare. Samsara racconta anche la “fabbrica città” del sud est della Cina, l’EUPA, che impiega 17mila lavoratori. E' come leggere e ascoltare uno spartito perfetto.
Un’esperienza da fare. Il film si può anche acquistare sul sito ufficiale.
Notevoli anche le immagini sulla produzione industriale del cibo, che mostrano fasi e luoghi che solitamente rimangono nascosti, come la fabbrica danese che utilizza un bizzarro quanto sconvolgente veicolo per rastrellare i polli negli allevamenti mandandoli alla lavorazione. Poi si vedono le linee automatizzate a Changchun in Cina dove lavorano migliaia di operai per ripulire le carcasse e ancora migliaia di operai cinesi su linee di assemblaggio. E ancora le immagini di dozzine di mucche a Fresno in California bloccate con un giogo di metallo su una struttura rotante, obbligate a mangiare in continuazione. Immagini sono state girate anche sull’isola di Java in Indonesia in una isolata miniera di zolfo dove i minatori si arrampicano su sentieri ai bordi di un vulcano e portano ceste sulle spalle piene del minerale. Poi ancora a Manila dove folle di persone, giovani e vecchi, si accalcano sui detriti per cercare qualcosa di valore da raccattare. Samsara racconta anche la “fabbrica città” del sud est della Cina, l’EUPA, che impiega 17mila lavoratori. E' come leggere e ascoltare uno spartito perfetto.
Un’esperienza da fare. Il film si può anche acquistare sul sito ufficiale.
di Alexis Myriel
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