Come si dice “predichi bene e razzoli male”. -“Carissimo direttore, io sono affittuario di quel signore vestito di bianco che la domenica proclama dalla finestra di San Pietro che "la casa è un diritto di tutti" – e però, aggiungo io, "purchè non siano le mie"- Così Mauro Bellini, pensionato, sposato, racconta in una lettera accorata inviata al direttore di Libero
Maurizio Belpietro e collocata in prima pagina, con la massima
evidenza, annunciata da un "occhiello" eloquente e perentorio: «Il grido
disperato di un lettore».
L'uomo, come tanti italiani di questi tempi, è in ritardo col pagamento dell'affitto per comprensibili difficoltà economiche. Rischia così di perdere la casa in cui vive in Vaticano. Mauro è una delle migliaia di vittime della crisi economica,
a causa della quale sta perdendo, un poco alla volta, tutto ciò che si
era guadagnato in una vita di lavoro. Non si conosce l’età dei due
coniugi, ma Mauro ha scritto di abitare nel medesimo appartamento, assieme
alla consorte, da ben 58 anni, il che significa che stiamo parlando di
due persone decisamente anziane. “Il proprietario della casa – scrive il
signor Bellini - in cui abitiamo da oltre 58 anni, al terzo mese di
ritardo del canone di affitto ci ha dato lo sfratto. È chiaro
che, prima del ritardo di tre mesi, c’erano effettivamente stati altri
disguidi (nel frattempo però i mesi arretrati da pagare erano diventati
due, poiché uno siamo riusciti a pagarlo impegnandoci l’ultimo oro di
casa), ma avevamo sempre fatto presente la nostra situazione. Avrei
forse potuto immaginare un trattamento del genere da parte di una
finanziaria o di una banca, ma non dal Vaticano! Quel che mi
rattrista - continua ancora il signor Mauro - è che anche dopo la
nostra sollecitazione, dall’Apsa (l’Amministrazione del patrimonio della
Sede Apostolica) non c’è stato alcun riscontro. È vero che loro sono i
legittimi proprietari, ma vorrei sottolineare che per la casa in
cui abito non hanno tirato fuori una lira per costruire, perché è una di
quelle edificate con i soldi donati dagli americani per
dipendenti del Vaticano con molti figli. In questa spiacevole
situazione, a quanto mi risulta, non sono il solo: basta verificare in Tribunale quanti sono gli sfratti richiesti proprio dall’Amministrazione della Santa Sede,
e per certo le posso dire che nel perimetro di San Pietro moltissimi
negozi hanno per l’appunto chiuso per sfratto. Chissà che anche il
signor Bellini, dopo questa lettera, non riceva una telefonata da papa
Francesco?
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti spam, offensivi, non pertinenti e quelli riportanti indirizzi mail o link sospetti saranno cancellati.