Al tè verde vengono attribuiti molti effetti benefici sulla salute.
Ora una nuova ricerca condotta presso l’Università di Basilea e
pubblicata nella rivista accademica Psychopharmacology evidenzia per la prima volta che gli estratti di tè verde accrescono le funzioni cognitive, specie nella memoria di lavoro. La scoperta promette di avere implicazioni cliniche per il trattamento di disordini psichiatrici come la demenza.
In passato i principali ingredienti del tè verde sono stati studiati
nell’ambito della ricerca sul cancro. Più recentemente, gli scienziati
hanno anche incominciato a indagare sugli effetti positivi del tè sul
cervello umano. Sono molti gli studi che hanno messo in luce gli effetti
benefici della bevanda sulla performance cognitiva. Malgrado ciò, sono
rimasti sconosciuti i meccanismi neurali che sono alla base degli
effetti positivi del tè verde.
Una memoria migliore
Nel nuovo studio il team di ricercatori del Prof. Christoph Beglinger
dell’Ospedale universitario di Basilea e del Prof. Stefan Borgwardt
della Clinica Psichiatrica Universitaria hanno scoperto che l’estratto
di tè verde accresce la connettività effettiva del cervello.
Per lo studio 12 maschi volontari ricevettero una bevanda a base di siero del latte contenente 27,5 g di estratto di tè verde oppure la stessa bevanda ma senza estratto di tè , come controllo, mentre svolgevano compiti di memoria di lavoro. I ricercatori hanno valutato l’attività cerebrale usando la risonanza magnetica funzionale per immagini (FMRI). Essa ha mostrato un’accresciuta connettività tra la corteccia frontale e parietale del cervello. Queste scoperte neuronali si correlano positivamente con un miglioramento dell’esecuzione dei compiti dei partecipanti. Il Prof. Stefan Borgwardt ha commentato: “le nostre scoperte suggeriscono che il tè verde possa accrescere la plasticità sinaptica a breve termine del cervello.”
Per lo studio 12 maschi volontari ricevettero una bevanda a base di siero del latte contenente 27,5 g di estratto di tè verde oppure la stessa bevanda ma senza estratto di tè , come controllo, mentre svolgevano compiti di memoria di lavoro. I ricercatori hanno valutato l’attività cerebrale usando la risonanza magnetica funzionale per immagini (FMRI). Essa ha mostrato un’accresciuta connettività tra la corteccia frontale e parietale del cervello. Queste scoperte neuronali si correlano positivamente con un miglioramento dell’esecuzione dei compiti dei partecipanti. Il Prof. Stefan Borgwardt ha commentato: “le nostre scoperte suggeriscono che il tè verde possa accrescere la plasticità sinaptica a breve termine del cervello.”
Implicationi cliniche
I risultati, secondo i ricercatori, forniscono la prima evidenza del
possibile effetto benefico del tè verde nel funzionamento cognitivo. In
particolare nello svolgimento di compiti della memoria di lavoro sono
emersi nel sistema neurale cambiamenti della plasticità a breve termine
delle connessioni fronto-parietali del cervello; l’utilizzo del tè verde
potrebbe rivelarsi utile nel trattamento di disturbi cognitivi
neuropsichiatrici come la demenza. (Science Daily April 7, 2014)
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