Recentemente
sono stati pubblicati sulla rivista Journal of Biological Chemistry i risultati di
una ricerca condotta presso la Case Western University a
Cleveland nell'Ohio (USA) e che ha consentito l'individuazione di una proteina
coinvolta nei processi di apprendimento e memorizzazione.
Si
tratta di una proteina di legame (FABP5) degli acidi grassi e la
cui carenza nella zona dell'ippocampo del cervello danneggia appunto i processi
cognitivi.
L'autore, Noa
Noy, sostiene che se si riuscisse a trovare una tecnica capace di
consentire la regolazione di questa proteina nel tessuto cerebrale, questo
aprirebbe importanti possibilità terapeutiche per i disturbi della memoria e
dell'apprendimento presenti in alcune patologie neuropsichiche.
Lo studio è stato condotto sui topi confrontando il
funzionamento di animali sani con altri carenti di FABP5: risulta che la
proteina studiata abbia essenzialmente due funzioni nella
cellula nervosa:
- inattivare gli endocannabinoidi, i quali
fisiologicamente regolano appetito, umore e memoria,
- regolare l'espressività genica, vale a dire quella
funzione che impartisce alle cellule i comandi necessari alla loro definizione
di struttura e funzione.
L'effetto
positivo sull'apprendimento della proteina FABP5 sarebbe legato sia alla sua
capacità di trasportare gli endocannabinoidi alla catena biochimica che
li rompe inattivandoli, sia alla sua funzione di navetta per i composti che
attivano un fattore di trascrizione genetico capace di migliorare la
espressività dei geni legati alla cognizione. In pratica sono gli
stessi prodotti del catabolismo degli endocannabinoidi che vengono poi raccolti
dalla proteina FABP5 e trasportati nel nucleo della cellula dove funzionano da
attivatori del fattore di trascrizione.
Una
ulteriore riprova dell'importanza di questa sostanza nell'apprendimento e nella
memorizzazione è stata ottenuta dai ricercatori studiando il comportamento di
gruppi topi sani e gruppi di topi carenti di FABP5: dopo un periodo di
addestramento in acqua mirato ad insegnare un percorso di emersione all'interno
di un labirinto, mentre il primo gruppo dimostrava di avere imparato e
ricordava la strada per arrivare in superficie, gli individui del secondo
gruppo si muovevano invece disordinatamente, impiegavano tempi più lunghi e
riuscivano ad emergere per lo più casualmente.
- inattivare gli endocannabinoidi, i quali fisiologicamente regolano appetito, umore e memoria,
- regolare l'espressività genica, vale a dire quella funzione che impartisce alle cellule i comandi necessari alla loro definizione di struttura e funzione.
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