SI PUO’ AVERE UNA PERSONALITA’ SANA?
Quando gli specialisti parlano di personalità, si danno sempre molto da fare nel definire le più svariate patologie.
Ci sono gli introversi e gli estroversi, i depressi e gli ansiosi, i narcisisti, gli ipocondriaci, i bipolari… e chi più ne ha più ne metta!
Basta leggere la descrizione di qualche tipologia caratteriale, in una delle innumerevoli teorie della personalità, per riconoscere un pezzetto di sé in tante identità differenti. Tutte problematiche.
A nessuno degli esperti, però, viene in mente di mettere nero su bianco come dovrebbe essere una personalità sana e vitale.
Sembra che l’obiettivo della psichiatria e della psicologia, più che descrivere una buona condizione psicofisica, sia scovare sempre nuove malattie da curare.
La salute e il benessere non portano guadagni nelle casse delle case farmaceutiche e perciò, chi lavora al servizio dei loro interessi preferisce dimenticarsene, privilegiando una definizione del carattere e dei comportamenti in cui sia possibile identificarsi grazie alla presenza di qualche disfunzione.
In questo modo si garantisce una lunga dipendenza dalle cure mediche e psicologiche.
La problematicità porta con sé una sfiducia nelle risorse personali e nella possibilità di far fronte da soli alle difficoltà, e genera insicurezza, stimolando il bisogno di ricevere conferme dagli altri e di uniformarsi ai comportamenti condivisi, per sentirsi accettati.
Questo scenario di conformismo e sudditanza psicologica è indispensabile per vendere con successo tanti prodotti, spesso inutili e costosi.
La sanità non fa tendenza, è di moda la malattia.
C’è un bisogno crescente di condividere la sofferenza, una sorta di gara a chi sta peggio, per conquistarsi la commiserazione degli altri e l’autorizzazione ad abdicare alle responsabilità imposte dalla vita.
Nella salute, infatti, è implicita la capacità di saper scegliere per se stessi.
Le responsabilità di questi tempi fanno paura.
Si preferisce il conformismo alla libertà.
L’indipendenza è giudicata troppo impegnativa.
Mettersi al centro della propria esistenza, significa ammettere che le difficoltà che incontriamo ogni giorno sono la conseguenza di un modo personale di affrontare la vita, piuttosto che il frutto dei capricci di Dio, del Destino, della Sfiga o di qualche altro potere incomprensibile ed esterno a noi.
Prendere su di sé la responsabilità di quello che viviamo, è un azzardo riservato a pochi coraggiosi, intrepidi e solitari avventurieri nell’oceano del conformismo e dell’indifferenza che caratterizzano questa nostra società malata d’ipocrisia.
Ma lamentarsi non serve per cambiare il mondo, serve piuttosto osservare come l’ipocrisia interiore generi un mondo ipocrita e beffardo, pronto a deridere l’indipendenza con la stessa arroganza con cui segretamente abbiamo ucciso la libertà dentro di noi e nella nostra vita.
Così, chi sceglie l’autonomia, e la creatività che ne consegue, deve affrontare il rischio di essere se stesso, diverso e uguale a una realtà che riflette costantemente le scelte compiute nel mondo interiore e che ci tratta nel modo in cui segretamente trattiamo la nostra verità individuale.
La creatività è l’ingrediente base di una personalità sana e piena di energia.
Fa parte del bagaglio genetico di ogni essere umano ed è importante imparare a conoscerla e a gestirla per sentirsi in ottima salute.
La sua espressione ci rende pieni di entusiasmo, di progetti e di possibilità.
Censurarla o reprimerla, invece, colora di grigio la vita e ci lascia emotivamente svuotati, privi di partecipazione e di significato nel portare avanti le incombenze quotidiane.
La creatività è la premessa dell’originalità e dell’unicità di ciascuno, il suo potere trasforma le cose di ogni giorno in momenti speciali, rivelando punti di vista sempre nuovi lungo il percorso di evoluzione e di crescita che chiamiamo vita.
La sua peculiarità è la scoperta di un modo di osservare le cose: in costante cambiamento.
Spostare il punto di vista, infatti, ci aiuta a vedere in profondità e arricchisce le esperienze di possibilità nuove.
Possibilità che stimolano trasformazioni e novità.
In questo modo la creatività ci fa diventare grandi e competenti e ci fa sentire piccoli e inesperti.
Infatti, se da una parte la sua poliedricità arricchisce di saggezza le esperienze, dall’altra le sue infinite potenzialità ridimensionano l’egocentrismo e l’onnipotenza rammentandoci la nostra marginalità di fronte al Tutto.
La creatività è un modo di essere. Permette di dare espressione alla vita e di osservare ciò che ci circonda con curiosità, ammirazione e rispetto.
Creatività e libertà camminano insieme, consentendo alla unicità di ciascuno di interagire col mondo, in una danza i cui passi si rinnovano di momento in momento.
La responsabilità è la via che conduce alla scoperta della creatività dentro di sé.
Creare, infatti, significa scegliere e perciò assumersi le proprie responsabilità.
L’originalità che, per definizione, caratterizza ogni processo creativo impedisce la delega, facendo emergere l’autonomia e la libertà individuale.
Accettare pienamente la creatività porta a osservare le scelte personali con lucidità, ed evidenzia la responsabilità di vivere la vita procedendo lungo il percorso mutevole e cangiante del proprio punto di vista.
Abbiamo tutti una personalità sana e creativa, vibrante di salute e di possibilità, libera di esplorare lo sconosciuto interpretando la realtà in forme sempre nuove e migliori.
Abbiamo tutti il dovere di esprimere la nostra unicità, affrontando la solitudine e la profondità di essere noi stessi.
Abbiamo tutti il bisogno di scoprire e condividere la creatività, accogliendone la diversità con amore e rispetto.
Ma soprattutto, abbiamo bisogno di sperimentare l’autonomia, consapevoli che solo nella libertà interiore prende forma la salute e finalmente può realizzarsi un mondo a misura di tutti.
E non solo di pochi.
Carla Sale Musio
Bellissimo mi piace tantissimo.
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