Cancro al colon: si cura con le mele
Gli oligosaccaridi delle mele sembra che distruggano più cellule tumorali del normale farmaco chemioterapico.
È stato riferito che polisaccaride della mela può impedire la crescita e impedire la progressione del cancro del colon. L’oligosaccaride di mela è stato preparato mediante la combinazione di idrolisi alcalina e enzimolisi dipolisaccaridi di mela, e purificato mediantecromatografia su colonna anionica.
Lo scopo di questo studio è quello di esplorare l’effetto
dell’oligosaccaride di mela sulla vitalità delle cellule di carcinoma
del colon umano (cellule HT29) e il suo meccanismo.
I risultati hanno mostrato che l’oligosaccaride ha diminuito la vitalità
delle cellule HT29 in maniera crescente con la dose assunta. Intanto è
stato notato unmiglioramento dell’espressione proteica di Bax e una diminuzione dei livelli di Bcl-2 e Bcl-xl.
L’induzione degli oligosaccaride arresta il ciclo cellulare in fase S,
che viene correlata con l’espressione diminuita di Cdk 2 e ciclina B1.
Questi risultati indicano che gli oligosaccaridi attenuano la vitalità cellulare inducendo apoptosi cellulare e arresto del ciclo cellulare. L’oligosaccaride di mela è un potenziale agente di prevenzione di chemioterapia o addirittura unagente anti-tumorale ed è degna di ulteriore studio.
La ricerca arriva dall’università di Xi’an in Cina, e considerato che il
cancro al colon è la seconda causa di morte per tumore nelle donne di
tutto il mondo, e la terza causa negli uomini, questo è davvero un passo
importante. L’oligosaccaride, essendo naturale al 100%, può diventare un medicinale naturale ed efficace per distruggere definitivamente le cellule maligne.
Gli oligosaccaridi di mele hanno ucciso fino al 46 per cento delle cellule del cancro del colon umano in vitro e superato il farmaco chemio più comunemente usato.
A soli 0,9 microgrammi per mL (circa 0,9 PPM), gli oligosaccaridi hanno ucciso il 17,6 per cento delle cellule del cancro dopo 36 ore, mentre il farmaco chemio ha ucciso solo il 10,9 per cento (ad una concentrazione più elevata di 1,3 microgrammi per mL).
[Fonte ScienceDirect - NCBI]
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