DI
THEODORE DALRYMPLE
takimag.com
La
vita è piena di piccole ironie, per me una di queste è che, ora che mi sono
ritirato dalla professione medica, ho molto più tempo per leggere le riviste
mediche e sto trovando quest’esperienza piuttosto snervante.
Prima,
quando esercitavo, davo una rapida
occhiata alle riviste e ingenuamente pensavo che quei compendi di documenti
scientifici che venivano offerti ai medici impegnati, rappresentassero più o
meno fedelmente il contenuto di tali documenti e che, ciò che più contava, le
conclusioni a cui giungevano fossero avvalorate da prove concrete.
Ho scoperto, leggendo queste
riviste più attentamente, che molto spesso non è così: che le conclusioni
non sono avvalorate da prove o sono esposte in modo tale da risultare
fuorvianti.
Non sono totalmente scettico sulla
medicina moderna,
e come quasi tutti, in caso di malattia, mi sarei rivolto ad un medico.
Se non fosse per la medicina moderna o moderna comparata, sarei già morto
molto tempo fa. Tuttavia, non è un
fatto rassicurante che molto di quello che fanno i medici, e che io stesso ho
fatto, non sia scientificamente valido se non addirittura dannoso in
alcuni casi.
"E’ possibile solo una conclusione: che i principali beneficiari
degli sforzi dei medici sono i produttori di farmaci ed i medici sono solo figure secondarie”
Ecco
qui, come esempio, un piccolo estratto sul retro di un’edizione recente del
British Medical Journal. Fa parte della sezione “Minerva” che riporta
brevi sunti di importanti documenti di altre riviste mediche:
“Se i pazienti sapessero quanto poco bene gli stanno facendo le
medicine che assumono, quanti di loro continuerebbero a farlo? Nel diabete di
tipo 2, lo stretto controllo della pressione arteriosa è essenziale
probabilmente solo in pazienti al di sopra di una certa soglia di rischio
cardiovascolare, come dimostra, tra gli altri, l’esperimento ADVANCE. Ma
l'analisi dei dati ADVANCE ... mostra che, anche se si selezionassero i
pazienti a più alto rischio, bisognerebbe sottoporne per lo meno 200 al
trattamento per cinque anni per prevenire un solo evento avverso.”
Forse
dovrei specificare che nella ricerca medica alle prove controllate vengono
assegnate delle sigle o pseudo-sigle, in questo caso ADVANCE sta più o meno per
Action in Diabetes and Vascular Disease. E l’evento avverso di cui si
accenna nella frase riportata sta per attacco cardiaco o collasso
cardiocircolatorio.
Quello
che vuole dire questo piccolo paragrafo è che nel mondo ci sono migliaia e forse milioni di persone ignare che
continuano ad assumere farmaci che causano effetti collaterali reali e
potenziali, spendendo ingenti risorse, a beneficio di tutti tranne che di se
stesse. Non lo capiscono o non lo vogliono capire, anche se più volte
sono state informate della logica e della statistica in base alle quali vengono
curate: poiché spesso i pazienti non ascoltano, non comprendono o non
accettano le informazioni che gli vengono date dai medici (si intende quei
medici che danno informazioni).
La situazione attuale è anche
peggiore di
quanto ci illustra questo piccolo trafiletto, poiché nell’ambito di test
medici controllate come l’ ADVANCE, i pazienti che partecipano alle prove
tendono a seguire scrupolosamente le prescrizioni mediche, molto di più
che nel caso dei normali pazienti. Metà dei pazienti ai quali sono prescritti
farmaci contro l’ipertensione arteriosa, normalmente smette di prenderli nel
giro di dodici mesi; il resto raramente li assume secondo le precise
prescrizioni. Inoltre, la maggior parte dei pazienti a cui sono
prescritti i farmaci non rientrano neanche nella categoria di “alto rischio”,
quei 200 cioè che dovrebbero prendere il farmaco per cinque anni di seguito per
prevenire un solo infarto o collasso cardiocircolatorio.
E’ possibile una sola conclusione:
i principali beneficiari di questi sforzi medici sono le industrie
farmaceutiche, i medici sono solo figure secondarie.
Questa
non è affatto una situazione anomala nella medicina moderna. Molte
procedure di screening sono piene di dubbi e incertezze: alcune fanno più male
che bene, suscitando ansia o promuovendo interventi chirurgici non necessari o
causando effetti collaterali immediati. Sempre più spesso
il paziente non è tanto malato quanto portatore di fattori di rischio della
malattia in questione, di cui il medico tenta di annullare l’effetto
statistico.
Dalla
stessa colonna di "Minerva", si apprende che i controlli sanitari annuali su persone di età
compresa tra i 40 e i 75 anni risultano praticamente inutili, almeno
per quanto riguarda quelli svolti in Gran Bretagna, fatta eccezione per un
lieve stimolo keynesiano per l'economia. Quando sono stati esaminati i
risultati di 130.356 persone sottoposte a tali controlli, si è scoperto che
solo al 20 per cento di quelli ad alto rischio di malattia cardiaca erano state
prescritte statine e tantomeno quelli con alta pressione sanguigna sono
stati sottoposti a una cura per abbassarla.
Dal
momento che gli effetti benefici del trattamento
con statine sono sempre oggetto di polemiche, particolarmente per quelle
persone che hanno già sofferto di cardiopatia ischemica o che hanno avuto un
ictus, e dal momento che il trattamento della pressione alta è utile solo in
modo marginale, in modo tale che il vantaggio di trattare meno del 20 per cento
di quelli che soffrono di alta pressione sanguigna sia del tutto irrilevante
dal punto di vista della sanità pubblica, possiamo concludere con sicurezza che
i controlli sanitari annuali effettuati in Gran Bretagna sono una perdita di
tempo; a meno che il vero oggetto dell’attività sia proprio quello di perdere
tempo, in qual caso la perdita di tempo non è più semplice perdita di tempo ma
un’attività proficua. Proficua per chi la svolge – cioè il medico – ma tempo
molto ben sprecato per il paziente.
Parte
del problema è l'assunto che fare qualcosa è comunque sempre meglio che non
fare niente. I medici del passato, proprio per il fatto che allora c’era
da fare ben poco, adottarono una nota tecnica, quella dell’ inertia
magistralis: assunsero cioè un atteggiamento di statica vigilanza, dando al paziente l'impressione – falsa, ma
rassicurante - che avrebbero fatto tutto quanto necessario in caso fosse
accaduto qualcosa di spiacevole. Dal momento che la maggior parte delle persone
migliorarono in ogni caso, questo sembrava confermare la saggezza del medico.
L’inerzia
magistrale, tuttavia, non fa aumentare le parcelle o la reputazione del medico.
Anche i pazienti preferiscono fare qualcosa piuttosto che niente per tentare di
guarire. Per questa ragione alcuni di loro non sono semplicemente
sorpresi, ma si sentono sopraffatti quando si presenta in loro una patologia:
poiché erano disposti a fare qualsiasi cosa per restare in salute: dal mangiare
broccoli a sottoporsi a biopsie della vescica.
Il
mio dottore, che non ho mai incontrato di persona, mi manda (piuttosto è il suo
computer che mi manda) continui richiami per sottopormi a screening
vari.
Ma
a me non interessa sapere se ho o meno il 10% di possibilità di un attacco
cardiaco entro i prossimi dieci anni.
Fonte:
http://takimag.com
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