Dopo FB anche Google si attiva "contro le bufale". Censura in vista?
Solo poche settimane fa abbiamo parlato della nuova
funzione che FB sta implementando, che conferirà minore visibilità ai post che saranno contrassegnati come
bufala.
Ora si scopre che anche il più importante motore di ricerca, Google, sta
facendo la stessa cosa. Un attacco concentrico delle più grandi holding del web
difficilmente può essere una coincidenza.
Il sistema sta correndo ai ripari per frenare la diffusione dei blog liberi, di
contro-informazione? Vogliono fermare le TEORIE ALTERNATIVE, oppure
l'intento è veramente quello di fermare le 'bufale', ovvero le notizie
PALESEMENTE e VOLUTAMENTE false?
Staff nocensura.com
Google, ecco l'algoritmo che elimina le bufale
Per quanto
l'avvento di un sistema di comunicazione di massa sia riuscito ad amplificarne
incidenza e portata, le cosiddette “bufale”,
in fondo, esistono da quando esiste l'umanità e non vi è traccia di un solo paese
dove l'immaginario collettivo non abbia dipinto improbabili racconti popolati
da vecchie megere dedite alla magia nera, adolescenti che hanno partorito in
gran segreto all'estero o eroi del volante in grado di seminare la polizia
guidando un fuoristrada su due ruote.
Se
sradicare le leggende metropolitane dal loro habitat naturale può apparire alla
stregua di una missione impossibile, per quanto riguarda il versante legato al
Web, Google sta mettendo a punto
un particolare algoritmo che promette di riconoscere le notizie palesemente
prive di fondamento e di dare minor visibilità alle bufale all'interno dei
risultati di ricerca.
Facendo un
passo indietro, per chi non lo sapesse, il
modo in cui Google decide l'ordine dei risultati da mostrare sul proprio sito è
basato su una particolare funzione
algebrica che traduce i codici alfanumerici presenti in un iper-testo in
altrettante variabili, in base a parametri prefissati
dall'azienda, di modo che i risultati
in evidenza risultino essere quelli più pertinenti, più visitati, più
commentati o quelli prodotti da una fonte considerata come attendibile.
Non
essendo dotato di una dimensione “semantica”(cioè non capendo cosa
effettivamente significano i caratteri esaminati in un linguaggio
naturale), capita spesso che
Google dia rilevanza a notizie palesemente false, non avendo
all'interno della sua struttura gli elementi
necessari ad identificare la corrispondenza di quanto scritto con la realtà dei
fatti.
Per
sopperire alla lacuna, dalle
parti di Moutain View garantiscono di aver trovato un opportuno vaccino
anti-bufale, mediante un ulteriore parametro aggiunto all'algoritmo, in
grado di distinguere e
penalizzare tutti quei contenuti che riportano notizie prive di attinenza o
palesemente inventate.
Il nuovo
algoritmo, denominato Knowledge-Based
Trust, logicamente non sarà in grado di distinguere significati
e significanti del testo scansionato, ma farà affidamento sull'immenso database del portale Knowledge Vault,
creato da sempre da Google nel 2014, per istituire una distinzione tra notizie fondate e bufale, sfruttando la
propria memoria storica.
In
sostanza, attraverso la
creazione di un archivio contenente tutte le notizie considerate “vere” presenti
sulla faccia della terra (circa 1,6
miliardi di notizie), il nuovo algoritmo valuterà la corrispondenza di ogni notizia scritta con
quanto presente nella sua banca dati e tenderà a penalizzare tutte quelle notizie che non paiono
fondate sul database di Knowledge Vault.
Al momento l'algoritmo è ancora in fase di studio,
ma la sua ultimazione potrebbe presto garantire un web libero da bufale e leggende metropolitane,
con buona pace di chi ha atteso solo l'avvento di un sistema di comunicazione
di massa per divulgare la mondo le proprie inquietanti storie ricche di megere,
adolescenti ed improbabili eroi del volante.
Fonte: emergeilfuturo.it
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