lunedì 9 marzo 2015

Anche Google contro le "bufale". La censura è vicina?

Dopo FB anche Google si attiva "contro le bufale". Censura in vista?

Solo poche settimane fa abbiamo parlato della nuova funzione che FB sta implementando, che conferirà minore visibilità ai post che saranno contrassegnati come bufala.
Ora si scopre che anche il più importante motore di ricerca, Google, sta facendo la stessa cosa. Un attacco concentrico delle più grandi holding del web difficilmente può essere una coincidenza.
Il sistema sta correndo ai ripari per frenare la diffusione dei blog liberi, di contro-informazione? Vogliono fermare le TEORIE ALTERNATIVE, oppure l'intento è veramente quello di fermare le 'bufale', ovvero le notizie PALESEMENTE e VOLUTAMENTE false?
Staff nocensura.com

Google, ecco l'algoritmo che elimina le bufale

 
Per quanto l'avvento di un sistema di comunicazione di massa sia riuscito ad amplificarne incidenza e portata, le cosiddette “bufale”, in fondo, esistono da quando esiste l'umanità e non vi è traccia di un solo paese dove l'immaginario collettivo non abbia dipinto improbabili racconti popolati da vecchie megere dedite alla magia nera, adolescenti che hanno partorito in gran segreto all'estero o eroi del volante in grado di seminare la polizia guidando un fuoristrada su due ruote.
Se sradicare le leggende metropolitane dal loro habitat naturale può apparire alla stregua di una missione impossibile, per quanto riguarda il versante legato al Web, Google sta mettendo a punto un particolare algoritmo che promette di riconoscere le notizie palesemente prive di fondamento e di dare minor visibilità alle bufale all'interno dei risultati di ricerca.

Facendo un passo indietro, per chi non lo sapesse, il modo in cui Google decide l'ordine dei risultati da mostrare sul proprio sito è basato su una particolare funzione algebrica che traduce i codici alfanumerici presenti in un iper-testo in altrettante variabili, in base a parametri prefissati dall'azienda, di modo che i risultati in evidenza risultino essere quelli più pertinenti, più visitati, più commentati o quelli prodotti da una fonte considerata come attendibile.
Non essendo dotato di una dimensione “semantica”(cioè non capendo cosa effettivamente significano i caratteri esaminati in un linguaggio naturale), capita spesso che Google dia rilevanza a notizie palesemente false, non avendo all'interno della sua struttura gli elementi necessari ad identificare la corrispondenza di quanto scritto con la realtà dei fatti.
Per sopperire alla lacuna, dalle parti di Moutain View garantiscono di aver trovato un opportuno vaccino anti-bufale, mediante un ulteriore parametro aggiunto all'algoritmo,  in grado di distinguere e penalizzare tutti quei contenuti che riportano notizie prive di attinenza o palesemente inventate.
Il nuovo algoritmo, denominato Knowledge-Based Trust, logicamente non sarà in grado di distinguere significati e significanti del testo scansionato, ma farà affidamento sull'immenso database del portale Knowledge Vault, creato da sempre da Google nel 2014, per istituire una distinzione tra notizie fondate e bufale, sfruttando la propria memoria storica.
In sostanza, attraverso la creazione di un archivio contenente tutte le notizie considerate “vere” presenti sulla faccia della terra (circa 1,6 miliardi di notizie), il nuovo algoritmo valuterà la corrispondenza di ogni notizia scritta con quanto presente nella sua banca dati e tenderà a penalizzare tutte quelle notizie che non paiono fondate sul database di Knowledge Vault.
Al momento l'algoritmo è ancora in fase di studio, ma la sua ultimazione potrebbe presto garantire un web libero da bufale e leggende metropolitane, con buona pace di chi ha atteso solo l'avvento di un sistema di comunicazione di massa per divulgare la mondo le proprie inquietanti storie ricche di megere, adolescenti ed improbabili eroi del volante.

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