La paura è un meccanismo previsto dalla
natura tant’è che ogni animale selvatico e, in minor misura, domestico ne è provvisto. Essa ha un ruolo fondamentale: quello di tenerlo sul “chi vive” per
sopravvivere ai pericoli che lo circondano. Osservate il comportamento di un
gatto, di un cane o di qualunque animale: le sue orecchie sono in continuo
movimento, attente a ogni minimo bisbiglio e il suo naso “sente”, “fiuta” in
continuazione i messaggi della natura e i potenziali nemici.
La paura è il solo mezzo che possiede per
difendersi dalla “morte” e per evitare i pericoli sempre in agguato. In natura
tutto è straordinariamente semplice: se stai attento sopravvivi, altrimenti
muori.
All’inizio l’animale uomo beneficiava
degli stessi meccanismi che, col trascorrere del tempo e nonostante i
mutamenti. Sono restati quale arcaico retaggio della memoria del tempo che fu.
Oggi le istituzioni ci difendono dai
pericoli provenienti dai nostri consimili, le leggi ci impediscono tutto ciò
che a ragione o torto considerano nocivo, i genitori infine ci proteggono anche
dopo la pubertà per soddisfare inconsciamente il loro egoismo, considerandoci
per la vita una loro proprietà. Gli uni e gli altri, così, ci
hanno addormentati nell’illusione che qualcuno sia sempre pronto a vegliare su
di noi. Il risultato è un’umanità che ha perso l’orientamento e si affida ad
altri senza pensieri. Ma costoro hanno deciso di
sfruttare l’antico sentimento di paura per il loro tornaconto.
Poiché la paura ci avverte di un pericolo,
va da sé che, se il pericolo non c’è, la paura non si manifesta e allora il
potere ha sviluppato delle tecniche mediatiche per tenerla sempre viva.
I telegiornali sono un
elenco di catastrofi che si susseguono: l’AIDS avanza a passi
da gigante, l’aviaria miete vittime, poi è la volta della peste
suina, il pianeta si surriscalda, siamo periodicamente
sull’orlo di un crack finanziario. Ma c’è un aspetto più
sottile relativo alla paura e che è tipico dell’essere umano: poiché essa per
vivere ha bisogno della controparte pericolo, se abbiamo paura di
qualcosa creiamo noi stessi il pericolo così da giustificare il nostro timore.
Mi spiego meglio con un esempio che può
forse aiutare i malati: ci hanno inculcato che i marker tumorali
aumentano al manifestarsi di una neoformazione. Ho un tumore, mi sottopongo
alle cure del caso e faccio i miei esami di controllo; tutto va per il meglio.
Finalmente ne sto uscendo e mentre saluto il medico e mi avvio all’uscita dello
studio, ecco la frase sibillina <<Per tranquillità facciamo un
controllo dei marker tra un mese>>. Parole apparentemente innocue
ammantate di scrupolo professionale e nel nostro esclusivo interesse, ma un
tarlo guastafeste inizia a trapanarmi il cervello e mette in moto il meccanismo
della paura per i giorni che mi separano dal prossimo controllo: <<E
se i marker salissero di nuovo? >>. Poiché la paura per esistere
ha bisogno della controparte di pericolo, ecco che i marker si mettono effettivamente
a galoppare! In fisica quantistica si sono resi conto già da molto
tempon che l’osservatore influenza il comportamento della particella osservata!
Perciò, bandite la
paura, ringraziate la malattia che vi racconta la vostra storia e poi
invitatela a levare le tende : <<Grazie, ho capito, sei stata gentile,
ma ora vattene da un’altra parte, che non ho più bisogno di te>>!
Tratto da: Come portare alla luce la realtà nascosta
della malattia - La medicina del futuro, di Giorgio Mambretti.
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nota personale:
La vita viene così come la “prendi”
Siamo
immersi in un ambiente ostile appositamente creato per svilirci e indebolirci,
ci ritroviamo a dover affrontare situazioni pericolose di ogni genere:
- i cibi, anche i più salutari, e l’acqua sono contaminati e risultano dannosi;
- l’aria è satura di composti di ogni genere tesi al nostro indebolimento e trasformazione;
- la società è stata deliberatamente strutturata con regole(leggi-economia-istruzione-religione-ecc) contrarie al comune buon senso ed è quindi diventata nociva;
- le nostre menti sono costantemente plagiate tanto che non siamo più padroni delle nostre emozioni e dei nostri desideri
- se ci dovessimo ammalare poi solo in pochi si occuperanno di noi e, seguendo i criteri ufficiali, non ci guariranno, ma ci cureranno soltanto, magari a vita; ecc. ecc.
Purtroppo
la lista delle situazioni inappropriate ad una vita che possa definirsi tale è
lunga e non può essere neanche conosciuta nella sua complessità, almeno non da
me, sorge quindi una domanda che costantemente ci accompagna:
Come facciamo a vivere meglio in un mondo del genere?
Le
paure, le colpe, le insicurezze che scaturiscono dal vivere in tale ambiente quasi
sempre sono vissute come insuperabili, schiaccianti, oppressive e
deprimenti; dette percezioni determinano la quasi totalità delle
compensazioni inconsce(leggasi malattie), ora però bisognerà pur
vivere in qualche modo in questo ambiente ostile, in caso contrario cosa
pensate che ci sia in serbo per chi trascorre l’esistenza come il
sistema-bestia anela?
Le
ipotesi di scelta fortunatamente non sono tante, io personalmente ne vedo solo
due: vivere con la paura o reagire con forza/volontà.
Scegliendo di vivere con paura potremo rimanere in una
situazione di inoperosità certi che le nostre condizioni e quelle dei nostri
cari, non faranno altro che peggiorare continuamente e non vedremo mai
uno spiraglio di “vita”, ma solo e soltanto sofferenza, sarebbe anche
sensato vivere in questo senso se ciò servisse a migliorarci l’esistenza;
Insomma
possiamo scegliere consapevolmente o continuare a vivere inconsapevolmente
senza farci carico di responsabilità che non sono imputabili a noi, cosa che
potrebbe anche essere vera in quanto non siamo mai stati consapevoli di come
andava il mondo, ma lo saremo se non facciamo niente per opporci/migliorarlo.
Se
continuiamo ad adagiarsi sul morbido di un’illusione alla quale vogliamo disperatamente
credere sarà difficile attuare dei cambiamenti nella nostra vita e nel mondo
intero, in caso contrario ci dobbiamo dare parecchio da fare.
Con
la paura non si ottengono risultati, si continuerà a collezionare
insuccessi, ansie, insicurezze, colpe e
non si avranno le energie sufficienti a reagire, rimanendo intrappolati in una
situazione di profondo disagio psico-biologico, quello squilibrio alla base di ogni patologia, bisogna tenerlo sempre a mente questo.
Vivendo
nell’azione e nell’ottimismo ci potrebbe capitare di godere ed apprezzare il
momento in cui stiamo vivendo senza lasciarci avvilire dalla situazione
circostante e di conseguenza le nostre azioni saranno contagiose della nostra
vitalità e la malattia ci starà alla larga.
Non
dimentichiamo neanche che la nostra assenza dal “qui e ora” è una
delle cause principali dei nostri problemi in questi tempi; ci
affanniamo e struggiamo così tanto per il futuro tanto da impedirne la sua
realizzazione, ci arrovelliamo costantemente nei dolori del passato tanto che
non riusciamo a scorgere il presente. Poi, come se non bastasse, ci riteniamo
come esseri separati, a se stanti, invece di cogliere la profonda unione tra
tutte le cose. Tutto questo non fa altro che allontanarci da quella vita serena
e gioiosa a cui tanto aspiriamo.
Ne
abbiamo vissute fin troppe di paure, ne abbiamo espiate a dovere di colpe,
anche non nostre, siamo stati abbondantemente sopraffatti da tante insicurezze,
sarebbe ora di dire basta, sarebbe
ora di provare qualcosa di diverso, chissà se questo pensiero positivo
di cui tanto si parla non potrebbe generare un qualche risultato diverso dal
solito tram tram quotidiano.
Va
bene scegliere qualsiasi metodo che riteniamo utile(alimentazione,
sport-religione-hobby-ecc) per migliorare il nostro stato di benessere,
ma ben più importante è comprendere che esso dipende maggiormente
da come ci poniamo alla vita; le nostre emozioni, la nostra mente, le nostre percezioni
e le convinzioni sono alla base della nostra salute/serenità.
Smettiamola a fare le solite persone(maschere), riscopriamo il nostro
essere individui, ritorniamo ad essere quegli esseri unici che siamo sempre
stati e infondiamo negli altri la forza che sostiene la vita…..l’Amore.
Se
non comprenderemo con l’esperienza che siamo venuti a gioire, a sperimentare
l’amore, a condividere la vita per evolvere verso una meta spirituale,
difficilmente potremmo abbracciare un nuovo modo di essere.
Vivere
sperimentando l’attimo e cogliendo il “buono”, che ormai non riusciamo più a
vedere in questa buia società, richiede tanta voglia di vivere; noi ce
l’abbiamo?
Marcello
Salas
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Bel discorso scritto molto bene. complimenti.
RispondiEliminaFantastico!...mi sembra di essere stata letta dentro!
RispondiEliminaIl mio motto é : voglio vivere bene e serena senza patemi d'animo e amandomi nei limiti del possibile! Buona notte a tutti!!
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