La truffa ambientalista del movimento 5 stelle anzi 5g
di Giorgio Santoriello – 17-10-2018
E’ davvero difficile per me
rimanere iscritto al Movimento 5 patacche ormai, del resto le eccessive
aderenze o miopie verso i poteri forti le ho denunciate anni fa nello schernimento di molti e
nell’apatia di una stampa nazionale che non vedeva quello che vedevamo noi
dalla umile Basilicata, mi riferisco al Fatto Quotidiano. Una base grillina,
omogenea culturalmente e politicamente non esiste, e questi sono i risultati, i migliori fuori o ai margini dal
Movimento, i mediocri eletti.
Non si fa politica, è tutto un reality, selfie su selfie, e
l’importante è essere eletti e seguire i suggerimenti di qualche burattinaio
nascosto che vuole solo un esercito di utili idioti. La politica diventata puro
marketing, si studiano le strategie per prendere consensi non per sconfiggere
le lobby, un’esperimento pericoloso come lo hanno definito altri autori.
Giorgio Santoriello di Cova Contro incontra il Ministro Costa
Devo vergognarmi per la
superficialità (in realtà omertosa connivenza ) di Di Maio che nel venire
a Matera ha esaltato i vantaggi del 5G, ignorando gli allarmi sanitari
lanciati da eminenti
medici.
Mi vergogno per l’ipocrisia di un
premier, Conte,
che va in Eritrea ma invece dovrebbe andare in Nigeria a vedere i danni
fatti dall’azienda di stato italiana ENI, azienda che chissà perchè ha
incontrato in separata sede prima di incontrare tutte le altre partecipate,
incontri a porte chiuse come sempre come la vecchia politica. Mi vergogno per tutti quegli amici
attivisti pentastellati che per oltre due anni hanno ignorato le
mie osservazioni sugli anomali viaggi di Petrocelli e Cioffi
verso l’Azerbaijan, con motivazioni
idiote. Mi vergogno di Cillis
che ha sostenuto la deroga ministeriale all’utilizzo della cloropicrina sulle fragole lucane. Mi vergogno
della Liuzzi che ha abbandonato la questione fusti sotto la
Pista Mattei. Mi vergogno dei collaboratori e consulenti dei portavoce
eletti senza
meriti specifici.
Mi vergogno del tradimento
sull’ILVA e sulla TAP.
Mi vergogno, da ex militante di destra, di essere di fatto governato da chi ha
preso il 17% giurando sul
vangelo durante i comizi. Mi vergogno di Rospi che ha auspicato il
passaggio di autorità nei controlli ambientali del COVA verso ISPRA esautorando
la Regione. Mi vergogno di De Bonis che durante l’ultimo incontro regionale a
Matera ha esaltato le estrazioni petrolifere, non parlando di blocco o di
conflitti d’interesse, ma utilizzarlo per emettere obbligazioni e permettere
con ENI e Total maggiori ricadute fiscali in Basilicata.
Mi vergogno di rimanere in un movimento che non pubblica sul web le proposte di legge della base, o che evita i contraddittori con i cittadini, che strumentalizza la rabbia popolare per puro marketing elettorale. Mi vergogno dell’inconsistenza del Movimento verso l’eolico selvaggio lucano.
Mi vergogno di vedere un finto
programma ove gli eletti non hanno vincoli di attuazione del medesimo, e quindi dimissioni a metà
legislatura se la metà del programma non venisse attuata, così si
prometterebbero anche meno bugie. Mi vergogno di come si è sbandierata la
beneficenza, di come è stato usato il
microcredito, di come si è ignorato il lavoro di associazioni e comitati.
Mi vergogno di essere cittadino di un nazione che teme le penali sulla TAP
ma non teme il debito contratto sulla manovra fiscale, che avalla l‘immunità penale
sull’ILVA ma teme i risarcimenti verso privati colonizzatori. A questo
punto, visto che Conte aveva già
ad agosto fatto capire che la TAP era tra i desiderata e che avrebbe
appianato le resistenze locali, mi chiedo a questo punto quanti soldi sotto
banco siano arrivati dall’Azerbaijan nelle casse di qualche portavoce?
Mi vergogno dell’inconsistenza del
Ministero dell’Ambiente che di fatto non serve a nulla, e della sua scarsa pragmaticità,
nonchè della risposta della segretaria del ministro Costa che in colloquio
privato difendeva le scelte sull’ILVA.
Mi vergogno della poca chiarezza e
determinazione sulla TAV, sul tunnel base del Brennero, sulla raffineria di Milazzo, sulle
malefatte di ENI e sui conflitti d’interesse dei finti controllori pubblici
ambientali e sanitari.
A cosa serve restare nel Movimento
o continuare a votarlo se ogni promessa di fatto può essere capovolta in poche
ore?
Finta democrazia per finte
alternative; fino
a quando le poche persone libere e capaci nel Movimento continueranno a parlare
e a denunciare senza temere le tagliole delle candidature o le schermaglie dei
portavoce? Intanto la vera opposizione ai poteri forti sono quei “quattro
comitatini” che ancora resistono.
Laureato in Lettere, attivista amante della Basilicata ma
poco dei lucani.
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