Seconda Legge di Hamer raccontata a mia nonna. La malattia ha due fasi: “i contrari”
In
natura vi è il giorno e la notte, contemporaneamente e alternativamente, e
l’uno non preclude l’altro, nello stesso modo nel corpo umano le attività sono
governate dal sistema nervoso neurovegetativo composto dal sistema simpatico (ortosimpatico) e parasimpatico (detto vago per via del nervo cranico omonimo,
il più potente del sistema nervoso neurovegetativo).
Facciamo
un esempio. Dopo una notte di riposo l’atleta riprende gli allenamenti e
ricomincia a correre. L’atleta è attento e in movimento mentre pensa al
percorso della corsa, agli ostacoli che incontra, al ritmo che tiene, nel
frattempo il sistema simpatico controlla il battito cardiaco, lo stato dei
muscoli, il benessere psico-fisico generale, la rapidità dei movimenti e la
velocità raggiunta, cioè svolge delle mansioni che lo portano ad agire in
maniera differente, mettendo in azione diverse parti del corpo oltre alla mente
e al cervello.
Il
sangue è richiamato nei muscoli e nel cervello, all’ora dei pasti maggiormente
nello stomaco ma poi di nuovo al cervello e ai muscoli fintanto che
l’allenamento continua e non si conclude con il ritorno a casa. A quel punto,
considerando finita la giornata, l’atleta si rilassa e così lo assale una
stanchezza infinita: si attiva il sistema parasimpatico che permette al corpo
di riposarsi. La stanchezza è quindi la garanzia della nostra sopravvivenza, è
un meccanismo biologico del cervello per tornare di nuovo in forma per le
giornate a venire.
Abbiamo
riconosciuto nell’allenamento giornaliero dell’atleta una bifasicità, ossia
la presenza di due fasi biologiche, la simpatica e la parasimpatica, una
contraria all’altra, che si alternano costantemente permettendo al corpo di
rimanere in salute.
Anche
quando accade un trauma abbiamo la presenza di una bifasicità.
Riprendiamo
ora l’esempio del “nostro “ Antonio di cui abbiamo parlato nell’articolo
precedente: riceve la notizia del licenziamento e inaspettatamente si produce
in lui un trauma emotivo che lo porta a vivere un conflitto, sviluppando stress
e impegnando il sistema nervoso simpatico in una prima fase che
prenderà il nome di simpaticotonica e che accompagnerà Antonio fino
alla fase di risoluzione del problema, cioè fino al ritorno alla normalità,
detta fase vagotonica perché entra in azione il sistema parasimpatico/vago.
Antonio
rimugina sul perché sia stato licenziato dando colpe e tenendosi dentro il
rancore per ciò che ha subito, innescando su tre livelli dell’esistenza (
psichico, cerebrale e fisico ) un conflitto.
A
livello psichico è stressato, non ha appetito, dorme malamente svegliandosi
spesso durante la notte: è in una fase di adattamento all’evento ( il
licenziamento ) e le sue energie sono tutte rivolte verso il trauma per
superarlo.
A
livello cerebrale viene provocato un cortocircuito, detto focolaio, in un
area del cervello che presiede al funzionamento di un determinato organo o
sistema, che determina nel cervello una traccia simile ai cerchi concentrici
che si producono nell’acqua dopo aver gettato un sasso.
A
livello fisico si produrranno, ordinati dal cervello, secrezioni tissutali (cioè produzione di tessuto, esempio massimo i tumori), o lisi (buchi)
tissutali come le ulcere, o blocchi/sblocchi funzionali.
Antonio
ha scoperto di avere un cancro allo stomaco come conseguenza del trauma del
licenziamento, e questo dà inizio alla seconda fase, vagotonica, perchè questo
tumore non è altro che una fase di riparazione messa in atto dal cervello e che
porterà alla risoluzione.
Dopo
una crisi detta epilettoide, nella quale si avvertono tremori, sudore
freddo, stress, evacuazioni urinarie cospicue, atta a verificare se l’evento
conflittuale è stato superato, inizia la fase di riparazione dei tessuti
compromessi. A livello psichico lo stress si riduce e arriva la quiete e la
serenità, l’appetito e il sonno ritornano regolari e ritmati giustamente. A
livello cerebrale, nell’area ove si è verificato il cortocircuito, si forma un
edema, cioè si cicatrizza la lisi provocata in precedenza, e questo edema sarà
evacuato attraverso una normale diuresi e ne rimarrà solamente una piccola
cisti al suo posto. A livello fisico il corpo recupera la sua normale
funzionalità attraverso uno stato di infiammazione che provoca febbre, dolori
diffusi o localizzati e molta stanchezza, come se fosse stato sotto uno
schiacciasassi. Tutto questo perché vi è una particolare concentrazione delle
energie per riparare i danni prodotti col trauma attraverso e per mezzo dello
stato infiammatorio diffuso.
Quindi,
contrariamente a quanto si è creduto sino ad oggi, l’infiammazione, così come
le malattie infettive, sono fasi di riparazione nel processo di guarigione e
ritorno alla normale funzionalità fisiologica e non vanno contrastate con
antibiotici o antinfiammatori di ogni sorta.
Antonio,
avendo dimenticato e messosi col cuore in pace modificando il suo stato
psichico, ha concluso la fase di malattia e il cancro si è risolto
“miracolosamente”, perché nei suoi pensieri è tornata la Pace.
Ha
modificato il senso di ciò che gli è “piombato addosso” trovando una diversa
visione dell’accaduto, anzi trovandolo addirittura benefico per lui perché ora
può prendersi cura di se stesso, dopo tanto tempo passato a lavorare con ritmi
stressanti e con poche soddisfazioni personali.
Contrariamente,
per molte persone che non risolvono il conflitto che ha provocato la malattia e
che continuano a rimuginare sull’accaduto, succede che vi sia una
simpaticotonia permanente fino a che il conflitto non viene compreso, così da
avviare la fase vagotonica di riparazione. Può accadere che una lunga
simpaticotonia possa provocare una malattia con effetti addirittura letali.
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