La Quinta Legge Biologica di Hamer, spiegata a mia nonna…
Questa
legge è detta anche legge della “Quintessenza” perché tutto quanto accade
attraverso i comportamenti è inscritto nel cervello dalla notte dei tempi, così
che questo agisce per via di programmi speciali di sopravvivenza ed anche le
malattie rispondano a tali requisiti speciali, divenendo l’ultima possibilità
di sopravvivenza.
Vi
è in Natura un’interrelazione tra tutti gli elementi e tra tutti gli esseri
viventi che possiedono, in varia misura, un cervello in grado di captare le
informazioni che provengono dal mondo esterno, così capita che il nostro cane
avverta con largo anticipo il nostro rientro a casa, si piazzi davanti
all’uscio e attenda festoso il nostro ingresso. La formica è collegata al
formicaio intero ed agisce nell’interesse di tutto il gruppo di formiche e
anche nel nostro corpo formato da miliardi di cellule ognuna armoniosamente
collabora con le altre per il beneficio di tutto l’organismo. Così, mediante la
comunicazione permanente sui vari livelli, succede che la più piccola cellula
segua il ritmo di tutto il sistema corpo impartito dal cervello. E’ una sorta
di tam tam silenzioso (ma soltanto perché non prestiamo attenzione) che informa
continuamente su quanto è necessario in un particolare punto del corpo, così
che da tale informazione ogni cellula, che sa come comportarsi, agisca per
“riaggiustare”. E questo noi lo chiamiamo “malattia”…sulla base della nostra
ignoranza.
Hamer
dice: “La malattia dovrebbe ora essere definita altrimenti: in effetti se
osserviamo in natura un branco di cervi ci accorgiamo che quando il capobranco
vive un conflitto di territorio, perché minacciato da un altro maschio, si
ulcera le coronarie. Così facendo ne ingrandisce il calibro interno in modo da
portare più sangue all’organismo ed avere più forze per scacciare l’avversario.
Questa
malattia non è in realtà una malattia ma un’opportunità grazie alla quale egli
può vincere la sua battaglia, dopodiché passerà in vagotonia e guarirà, pur col
rischio di un infarto durante la crisi epilettoide. A ben guardare la natura
gli ha dato due prove da superare: il conflitto di territorio e l’infarto. Sono
le dure Leggi della Vita!
La
fase di riparazione non è frutto del caso, se il conflitto di territorio del
cervo è durato più di quindici giorni il rischio d’infarto sarà considerevole
perché, in qualche modo, la natura elimina il cervo dal gioco. E’ crudele ma
l’equilibrio ecologico può sopportare solo un certo numero di cervi”[1]
Da
quanto sopraddetto si evince che in natura esistono delle regole/leggi che
determinano un ritmo vitale che a volte non possiamo o riusciamo a mantenere, e
questo c’impone un fermo, uno stop fisico, che può coincidere anche con la
morte. Ma non deve essere preso come una privazione o una negazione della Vita
nei nostri confronti, anzi la si può considerare una grande opportunità che ci
viene rivolta poiché, essendo noi un tutt’uno con l’universo, nel momento che
non siamo più utili alla Vita sul piano fisico questa ci sposta su di un’altra
dimensione vitale, per proseguire il nostro compito diversamente.
Entriamo
ora nel merito di alcune considerazioni utili per chiarire quei meccanismi che
ai più appaiono fortuiti e casuali.
Hamer
ha dato una diversa lettura delle funzioni del cervello senza mettere in
discussione le precedenti scoperte, bensì arricchendole di precisazioni. Il
dott. Hamer ha
scoperto che ad ogni trauma emotivo vi sono delle scientifiche corrispondenze
di lateralità cerebrale che permangono fino all’andropausa negli uomini e alla
menopausa nelle donne dopodiché si modificano, ma fino a quel momento esistono
precise corrispondenze fisiologiche tra il lato destro del cervello negli
uomini e il lato sinistro del cervello per le donne.
Perché
il confine è dato dall’andropausa e dalla menopausa? Per via del cambiamento
ormonale che avviene in tali periodi e che produce una riduzione di ormoni
maschili e un aumento di quelli femminili negli uomini, e viceversa nelle donne
una diminuzione di ormoni femminili con conseguente aumento di quelli maschili,
così l’uomo diviene un po’ più femminile e la donna, al contrario si fa un po’
più maschio.
Questo
vale per i destrimani mentre per i mancini avviene il contrario, cioè la
lateralità si inverte, allora l’uomo mostra gli effetti dei traumi nel lato
sinistro e la donna nel destro del cervello. Per tanto in un uomo in età
riproduttiva succederà che dopo un trauma emotivo si sviluppino delle patologie
collegabili al lato destro della corteccia cerebrale, le quali saranno legate
a: bronchi, arterie coronarie, stomaco, duodeno, vie biliari, vescica, mentre
in una donna mestruata, destrimane, che non assume la pillola (che modifica
l’assetto ormonale) qualora sopraggiunga un trauma emotivo si svilupperanno
patologie in organi che sono collegati al lato sinistro della corteccia
cerebrale, e queste sono: tiroide, laringe, vene coronarie, collo dell’utero,
vescica, retto.
Dopo
la menopausa e l’andropausa tali patologie, come dicevamo, troveranno diverse
collocazioni e questo è l’effetto della strategia della natura che trova un
bilanciamento, un equilibrio che le consente di fare tutte le esperienze
possibili, anche quelle del sesso opposto.
Quindi
le donne potrebbero comprendere quale grande occasione offre loro la Vita con la menopausa e
potrebbero smettere di vivere l’auto-svalutazione di sé per non poter più
procreare, così sparirebbero anche i problemi legati all’osteoporosi il cui
trauma emotivo, ad esempio, è: “Non valgo più niente perchè non posso mettere
al mondo figli”, e così il cervello ordina la decalcificazione ossea che altro
non è che il lento suicidio, effetto della mancata accettazione di sé in quanto
essere vivente.
Questo
è quello che è avvenuto al nostro Antonio, di cui abbiamo ampiamente parlato
negli articoli precedenti, che dopo aver appreso del licenziamento ha
sviluppato un trauma emotivo che lo porterà a pensare: “Mi hanno fatto una
porcata”, “Mi è rimasto sullo stomaco” e che svilupperà proliferazione di cellule
con conseguente emorragia e che vivrà con rancore tale situazione generando
patologie come il mal di fegato, che potrebbe sfociare in un cancro alle vie
biliari, in un epitelioma o in un’epatite. Ma quando Antonio risolve il suo
conflitto e comprende che quel licenziamento è una grande opportunità che gli
permette di vivere con ritmi differenti e con meno stress la vita, dandogli la
possibilità di coltivare i suoi hobby e interessi, allora si svilupperà un
semplice edema epatico laddove vi erano in formazione dei tumori, con la
completa “guarigione” fisica, emotiva e psicologica.
Qualora
ci si rende disponibili ad accogliere e accettare ciò che la Vita ci riserba allora tutto
diverrà funzionale alla Vita stessa, nulla sarà traumatico e conflittuale e potremo
così vivere in armonia e salute.
[1]G. Mambretti e J. Séraphin “La medicina sottosopra” e se Hamer avesse ragione?
Edizioni Amrita.
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