martedì 2 giugno 2015

Gli abitanti del mondo astrale

Gli abitanti del mondo astrale

Carlo Splendore è stato un personaggio che ha compreso molto la complessa macchina della vita, di come sia riuscito a dividere secondo la sua vita trascorsa nella comprensione di essa, delle categorie che riflettono l’ essere umano in diverse forme, ripartendole inizialmente  in due sottoclassi: gli incarnati e i disincarnati. I primi, durante il sonno, trasferiscono temporaneamente la loro coscienza nel veicolo astrale e raggiungono le prime sfere del mondo astrale. Questa proiezione astrale dei viventi può avvenire anche a seguito di sdoppiamento corporeo, occasionale o voluto ma, in questo caso, il soggetto conserva il ricordo delle esperienze vissute nelle nuove condizioni di esistenza. Al contrario, il viaggio in astrale che si accompagna al sonno ordinario avviene, di solito, nella più assoluta incoscienza.
disincarnati sono i cosiddetti “morti”, divenuti, dopo la morte del corpo fisico, abitanti permanenti delle sette sfere (o sottopiani) in cui viene suddiviso il mondo astrale.
Ai non umani appartengono le essenze elementali, dette anche “creature semi-intelligenti della luce astrale”, i corpi astrali degli animali, gli spiriti di natura e i deva.

Gli artificiali costituiscono la classe più numerosa degli esseri che popolano le prime sfere, più prossime alla terra. Si tratta per la maggior parte di elementali prodotti inconsciamente dagli uomini, oppure deliberatamente da chi si occupa di magia. Un uomo che coltivi nella sua mente un desiderio, al quale rivolge spesso il suo pensiero, dà luogo ad una forma-pensiero. Questa si comporta come una creatura che vive nell’aura astrale e mentale di colui che l’ha generata e gli gravita attorno.
Vediamo ora un po’ più da vicino la natura e le caratteristiche di ognuna di queste categorie di abitanti astrali.

GLI UMANI
Umani incarnati – L’uomo comune, quando dorme, lascia a letto il suo corpo fisico, le cui funzioni vitali sono assicurate dalla presenza del doppio eterico che lo compenetra. Il suo Io, rivestito del corpo astrale, si trasferisce nella regione astrale che gli è più congeniale, la cui quota dipende dal grado di sviluppo psichico e/o spirituale del soggetto. Di solito gli umani, durante questi voli notturni spontanei, non vanno oltre la seconda sfera. Come vedremo meglio più avanti, con i voli coscienti si possono invece raggiungere tutti i livelli astrali, e andare oltre, ma solo a determinate condizioni.
Nelle persone rozze e inevolute l’Io, durante il sonno, si trasferisce sempre nel veicolo astrale, il quale però si aggira, anch’esso assonnato e come imbambolato, nei pressi del suo corpo fisico, cioè nella controparte astrale dell’ambiente in cui giace il suo corpo (prima sfera).
Col progredire dello sviluppo spirituale del soggetto, il veicolo astrale assume una forma sempre più simile a quella del corpo fisico. In questo caso l’Io dispone di uno strumento meglio organizzato e più efficiente, i cui sensi animici ben sviluppati, gli consentono di prendere coscienza di ciò che lo circonda.
Tra coloro che raggiungono un adeguato sviluppo in intelletto e spiritualità, può esservi qualcuno che entra a far parte della schiera degli “aiutatori invisibili”, come allievo di uno dei Maestri di Saggezza. L’adepto che entra in astrale sotto la guida di un Maestro, dedica le sue ore di sonno a vantaggio dell’umanità. Egli si muove in piena coscienza, impara ad agire con padronanza in tutti i sottopiani di quel mondo e può avere accesso anche al successivo piano mentale. Al suo risveglio, una volta ripreso possesso del suo corpo fisico, egli è in grado di ricordare esattamente tutto il lavoro compiuto nelle sue missioni, avendo conseguito la perfetta continuità di coscienza.

Umani disincarnati – Dopo la morte, l’uomo comune, che non si è liberato in vita di tutti i desideri inferiori, sente la necessità di trascorrere un lungo periodo nelle varie sfere del mondo astrale, affinché quei desideri si esauriscano e lascino libero l’Io Supremo. La durata del suo soggiorno su di una determinata sfera astrale è in funzione della quantità di materia corrispondente che si trova nel suo corpo astrale e questa, a sua volta, dipende dal tipo di vita che il soggetto ha vissuto, dalle tendenze che ha soddisfatto e, quindi, dal tipo di materia di cui ha intessuto il suo corpo astrale.
Quando l’Io non ha più motivo di restare in quella sfera, le particelle più grossolane del suo corpo astrale lo abbandonano ed egli si viene a trovare in sintonia con la materia che vibra ad una frequenza più alta, nella sfera astrale superiore. È come se il suo “peso specifico”, in continua graduale diminuzione, gli consentisse di “galleggiare” in un mezzo meno denso. Naturalmente, un soggetto distaccato dalle lusinghe proprie della condizione terrena, tanto da anelare ad un’esistenza pienamente spirituale, non ha alcun motivo di sostare a lungo in nessuna delle sfere astrali e il suo Sé superiore si apre in modo cosciente e subitaneo alla visione dei mondi superiori.

I NON UMANI
Essenze elementali – La materia astrale, a differenza di quella del piano fisico, non è una materia inerte. L’abbiamo definita una psico-materia ed in effetti essa è tutta pervasa da una particolare specie di vita indifferenziata, la quale è sensitiva e intensamente viva, ma non individualizzata. Appena è toccato da un pensiero, questo tessuto vivente se ne riveste e si genera così una forma-pensiero con un aspetto ben definito. Sembra che questa diffusa materia grezza vivente sia presente anche in seno alla materia fisica, invisibile alla vista ordinaria. Essa non sarebbe altro che la controparte animata della materia fisica dei quattro elementi: terra, acqua, aria e fuoco. Di qui la sua denominazione di essenza elementale.
Secondo questa visione animica della realtà, un elementale della terra dimorerebbe in ogni frammento di sostanza solida, cioè sarebbe presente in esso una controparte vivente della materia solida, visibile solo alla vista chiaroveggente. Allo stesso modo, ad ogni molecola di una sostanza allo stato liquido, sarebbe associato un elementale dell’acqua, e così per l’aria e per il fuoco. Quando gli antichi filosofi e gli alchimisti medievali parlavano di elementali della terra, dell’acqua, dell’aria e del fuoco, intendevano riferirsi ad essenze intelligenti, occultate in seno ai vari stati aggregativi della materia.


Nei riguardi dell’uomo, le essenze elementali presenti nel basso astrale si dimostrano ostili. I visitatori di questa regione riferiscono di essere assaliti da esseri dall’aspetto sgradevole, spesso mostruoso, che avanzano con fare minaccioso. Di fronte però ad un atteggiamento risoluto, si dileguano e non arrecano alcun danno.  Per esempio, il Monroe ci parla di una zona di confine col piano fisico che egli definisce “come un oceano grigio, nero, affamato, dove il minimo movimento attira esseri rosicanti e tormentatori. Il visitatore è come l’esca che galleggia in questo grande mare. Se si muove lentamente e non reagisce alla curiosità del ‘pesce’ che viene a vederlo, può superare la zona senza gravi incidenti.”
D’altra parte il basso astrale, per la sua dislocazione, è un po’ come la discarica del “mondo di mezzo”, dove precipitano i residui psichici di cui si liberano uomini ed animali in evoluzione e sedimentano le scorie animiche dei gusci in disfacimento. Non può che essere una regione desolata e tenebrosa, popolata da forme di vita appena abbozzate, affamate di energia vitale che circola in correnti eteriche al confine tra il mondo fisico e quello astrale.
La regione finora indicata come “basso astrale” corrisponde al Kamaloca della letteratura teosofica. È questo il termine col quale gli Indù designano “il luogo del desiderio” in cui soggiornano gli umani dopo la morte, più o meno a lungo, a seconda del loro grado di attaccamento alla materia. Il Kamaloca comprende tutti gli stati intermedi che tutte le grandi religioni considerano purgatoriali, dimora temporanea dell’uomo prima del suo arrivo al “Cielo”.
Angiolo Biancotti è stato un viaggiatore astrale che ha esplorato in particolare questa regione. Egli ha raccolto i resoconti dei suoi viaggi extra-corporei in un libro dal titolo: “Romanzo senza parole” ovvero: “Viaggio in astrale in venti notti successive”. Sempre con la scorta di una guida, l’autore ha visitato, tra l’altro, il lembo di quella zona del Kamaloca che da una parte è limitata dall’atmosfera terrestre e, dall’altra, fa da vestibolo all’Erebo (inferno), che si trova nel cono d’ombra che la terra proietta e si trascina nel suo moto attorno al sole.
“Questa strada è necessaria, obbligatoria – lo informa la guida – per tutti i trapassati, già te lo dissi, così come per gli umani in sdoppiamento incosciente … ma per coloro che tendono all’iniziazione esistono dei sentieri che conducono più facilmente e rapidamente alla meta. Noi ci prepariamo a circumnavigare l’Erebo, nella sua minore larghezza. Proseguiremo per una strada di mezza costa.”
Dopo una rapida ascesa in verticale, l’autore e la sua guida giungono ai margini di un’immensa pianura, illuminata da una luce crepuscolare in modo ineguale: zone d’ombra si alternano a parti illuminate che sembrano in continuo movimento.
“Stiamo toccando il paese dell’illusione per eccellenza – riprese la guida – qui tutto è sorpresa ed ogni oggetto sprigiona una forza astrale cosciente o semi-cosciente pronta ad agire in male piuttosto che in bene su coloro che vengono qui per la prima volta”.
Giunti in prossimità di un grande fiume, un ponte maestoso apparve agli occhi dell’autore. Era una costruzione ardita, un grandioso arco agile e snello, che però dava anche l’idea di una grande stabilità.
“Disingannati – ammonì la guida – se noi avessimo la temerarietà di avventurarci su quel ponte, si romperebbe bruscamente e cadremmo a picco in questo fiume perfido, le cui acque altro non sono che l’ammasso gelatinoso delle larve, tanto umane che animali, che provengono da ogni parte. Queste larve sono il prodotto delle forze fisiche del piano terrestre, o del piano astrale. È sì una grande corrente, ma composta di esistenze che sono in germe, o in dissoluzione, e che travalicano negli abissi del caos. Esse serviranno, durante i tempi incalcolabili, a formare i primi materiali, il protoplasma di una nuova creazione. Queste energie vitali non sono coscienti che per il desiderio di restare attive: è quello l’istinto più rudimentale della loro vita. Così questi abbozzi di forme, guidati dalla sola attrazione materiale verso l’elemento fluidico, si impossessano di questo golosamente, senza scelta, almeno per la maggior parte di esso. Esse s’insinuano facilmente nel corpo astrale, tanto quanto in quello fisico. Non potendo elevarsi dalla corrente che le inghiotte e le trascina, affascinano la personalità non preparata che le avvicina troppo da vicino, e diventano altrettanti germi morbosi per le anime e per i corpi fluidici astrali. Gli elementali di ogni genere, nemici degli umani, li attendono su queste rive al fine di sedurli con mille illusioni ed abbandonarli quindi alla corrente vorace, oppure di spogliarli di energia vitale: è questo un vampirismo vero e proprio. Ecco perché tanti uomini, benché intelligenti, vedono la loro ragione sommersa in esperienze avventurose di sdoppiamento cosciente od incosciente, come quella provocata dall’ubriachezza o da quella più dolce, ma più profonda, causata da qualsiasi narcotico.”
Detto questo, la guida “tracciò in aria un segno magico ed il ponte così grandioso, così granitico, crollò miseramente nelle profondità del fiume con un fischio acutissimo, lacerante, dato che le forze che avevano contribuito alla sua formazione non avevano sortito l’effetto per il quale erano state impiegate”.

Corpi astrali degli animali
Anche gli animali, dopo il trapasso, si trasferiscono con il loro corpo astrale nelle prime sfere del mondo astrale. Nel libro della H. Schäfer: “Voci da un altro mondo”, sono riprodotte le immagini di un cavallo bardato, di colombe e di gatti, trasmesse dall’aldilà e ricevute per televisione, a riprova del fatto che anche gli animali continuano a vivere.
I viaggiatori extra-somatici ci parlano di uccelli di varie specie, e di animali domestici che dividono la loro vita astrale con gli abitanti permanenti di quel mondo. Pare però che la loro permanenza in astrale sia di breve durata e, comunque, in relazione al grado di intelligenza da essi sviluppato. Gli animali domestici avrebbero una vita astrale più lunga di quella degli altri animali meno avanzati. Gli animali che sulla terra erano selvatici, in astrale perdono la loro aggressività e si comportano come animali domestici. Il mutamento della loro indole sarebbe dovuto al fatto che vengono meno i due fattori terreni caratteristici: il bisogno di cibo e la paura degli altri animali e dell’uomo. (Anthony Borgia: “More about life in the world unseen”).

Spiriti di natura – Sul piano astrale e sui più alti livelli eterici del piano fisico, vivono gli spiriti di natura, che si dividono in quattro classi principali, a seconda dell’elemento abitato. Secondo la denominazione che ci è stata tramandata dalla letteratura medievale, gli spiriti della terra sono detti gnomi, quelli dell’acqua ondine, quelli dell’aria silfi e quelli del fuoco (etere) salamandre. Nella tradizione popolare sono noti con diversi nomi: fate, folletti, genii, elfi, fauni, ecc.. Hanno apparenza umana e piccole dimensioni. In condizioni ordinarie non sono visibili ad occhio umano ma, poiché la materia eterica dei loro corpi si trova ai limiti della visibilità, possono essere veduti (e fotografati) se si rivestono di materia fisica più densa, o se l’osservatore aumenta temporaneamente la sua sensibilità fino al punto di percepire le frequenze situate appena al di là dello spettro visibile, oppure se è dotato di facoltà chiaroveggenti. Queste creature degli elementi (da non confondere con gli elementali) sono i canali attraverso i quali le energie vitali si manifestano ed operano in seno alla materia fisica. Il loro lavoro consiste nel cooperare alla costruzione e alla crescita della controparte eterica degli organismi viventi dei quattro regni della natura, a cominciare dalla crescita dei sistemi cristallini.
Gli spiriti della terra e quelli dell’acqua hanno corpi di materia eterica, le silfidi (o spiriti dell’aria) e le salamandre (o spiriti del fuoco) hanno solo corpo astrale. Tutti questi spiriti vivono sulla superficie della terra e all’interno di essa (nelle caverne e nelle miniere e all’interno delle rocce), nelle profondità dei mari, nel turbinio del vento e nelle più alte regioni dell’atmosfera, finché non si esaurisce l’energia eterica che li anima.
Essi evitano le grandi città e le località frequentate dagli uomini, giacché non sopportano le vibrazioni disarmoniche e le emanazioni sgradevoli che i grandi agglomerati umani emanano.
In fondo, possono essere considerati come gli autoctoni di tutte quelle regioni nelle quali, prima della cosiddetta civilizzazione, la vita si svolgeva secondo ritmi naturali. Benché si mostrino solo raramente, sono ancora presenti nelle zone campestri, nei boschi, nei fiumi, nelle cascate o in alto mare.
Quando è giunto il momento, la legge evolutiva interviene e risveglia in essi il desiderio di raggiungere un più alto stadio evolutivo. Allora i loro corpi si fanno sempre più evanescenti ed essi divengono entità astrali. Il loro compito nel mondo astrale è analogo a quello che svolgevano sulla terra. Essi partecipano attivamente a tutti i processi naturali, in particolare a quelli della formazione di nuovi tipi e varietà di piante. Sono attenti allo sviluppo delle crisalidi, alla vita degli uccelli, ecc. e si nutrono dell’aroma dei fiori.
Una delle occupazioni da loro preferite in astrale è quella di intrattenere i bambini che hanno lasciato la terra, giocando con essi in mille modi e creando sempre nuovi giochi, mediante forme pensiero di ogni specie, veri e propri spettacoli animati dai personaggi delle fiabe.
Gli spiriti di natura sono gli ultimi anelli di una catena di operatori occulti che fa capo ai deva. Sul terzo livello astrale essi acquistano la loro individualità e passano nel regno dei deva, dopo aver superato severe prove di abilità, al termine di una imponente cerimonia d’iniziazione.

Deva – Vi è una corrente evolutiva, parallela a quella umana, le cui forme vitali fanno la loro prima comparsa sulla terra come pesci, uccelli e insetti. Nella fase successiva l’Onda di Vita si riveste di corpi non più fatti di materia fisica densa (solida, liquida e gassosa), ma di una materia più tenue, appartenente ad un quarto stato (che i Teosofi chiamano “eterico”). Le creature che si rivestono di questi corpi eterici, sia sulla terra che in astrale, sono gli spiriti di natura, di cui abbiamo appena detto. La fase evolutiva successiva li vede comparire, come si è già accennato, solo in astrale, dalla terza sfera in su, come deva, o angeli.
Questi deva astrali prendono più propriamente il nome di Kamadeva, per distinguerli da altre categorie di gerarchie angeliche che dimorano e operano nei mondi superiori (mentale e causale). Per quanto riguarda il loro aspetto, è interessante la descrizione che ne fa G. Hodson nel suo libro “Il regno degli Dei”, che riporto quasi per intero:
“Le forme angeliche sono fatte di luce, o piuttosto di materia sottile luminosa, poiché ogni atomo del loro corpo e dei mondi in cui dimorano, è una splendente particella di luce. La forma che adottano assomiglia molto da vicino alla nostra ed è infatti costruita sullo stesso modello del corpo fisico dell’uomo. I loro volti, tuttavia, hanno una espressione decisamente non umana, poiché portano un’impronta di energia dinamica, di vivacità di coscienza e di vita, unite ad una bellezza superba e ad un distacco dal mondo terreno quali raramente vengono riscontrati tra gli uomini… Nei loro corpi sono visibili centri di forza, vortici e linee di forza nettamente definite. Dalle scariche dell’aura vengono prodotte forme definite che fanno pensare ad una corona sul capo e inoltre dispiegano ali dai colori vivaci e sempre mutevoli. Le ali non vengono però usate per volare, poiché gli angeli si muovono rapidamente nell’aria a volontà con un grazioso movimento fluttuante e non hanno bisogno di ausili per volare”.
Sembrerebbe che le ali abbiano la funzione di antenne per mezzo delle quali viene irradiata e modellata l’energia aurica che il deva diffonde intorno a sé. I loro pensieri e le loro emozioni sono oggettivati e resi visibili sotto forma di un prorompere di luce variamente colorata. “Un’effusione di amore, per esempio, li inonda di uno splendore color cremisi ed inoltre una vivace, rosea corrente di forza d’amore fluisce verso l’oggetto dell’amore”.
I deva comunicano tra loro e con gli uomini più che per mezzo della parola, con la trasmissione del pensiero. Le correnti di pensiero da essi emesse suscitano nella materia eterica e in quella astrale lampi e disegni simbolici colorati, che spesso richiamano le più belle forme che possiamo osservare in natura, quali i calici dei fiori, conchiglie che si espandono e assumono la forma di grandi ventagli che s’intrecciano in uno scintillio di colori, ecc. All’occhio del chiaroveggente queste conversazioni tra deva appaiono come un ritmico pulsare di linee di forza iridescenti, mentre le rispettive aure si estendono da un interlocutore all’altro e si ritraggono, come ali di farfalle.
In seguito vedremo meglio quali siano gli attributi e i compiti di queste creature angeliche e quali le loro funzioni in relazione al processo evolutivo della natura (e degli uomini in particolare), sia sulla terra che in astrale.

GLI ARTIFICIALI
Elementali artificiali – La vasta atmosfera di essenza elementale, che circonda la terra ed è ovunque diffusa nei piani astrale e mentale, sotto l’urto di pensieri, di sentimenti e di desideri, viene plasmata in forme che, come abbiamo visto, prendono il nome di forme-pensiero. La durata della forma-pensiero dipende dall’intensità dell’energia che l’ha forgiata, la nettezza dei contorni dipende dalla precisione con cui il pensiero è stato messo a fuoco e il colore è in relazione con la qualità del pensiero stesso: passionale, istintivo, intellettuale, devozionale, ecc.
Se ne deduce che i pensieri vaghi, inconcludenti e confusi, generati da menti poco evolute, sul piano astrale raccolgono attorno a sé ammassi indistinti di essenza elementale. Queste nubi astrali vagano qua e là, si attraggono a vicenda per affinità o aderiscono, sempre per affinità, ai corpi astrali delle persone la cui aura le attira. Dopo un certo tempo però, queste rozze creazioni, effimere e incoerenti, si disintegrano e tornano a far parte dell’atmosfera elementale.
Al contrario, i pensieri espressi in modo determinato danno luogo a figure dai contorni ben definiti, le cui forme possono essere assai varie, così come vari sono i pensieri umani. In questo caso si deve parlare di veri e propri esseri artificiali semi-intelligenti, noti come elementali-artificiali, i quali vivono una loro vita autonoma, che dura tanto più a lungo quanto più intensi sono stati i pensieri e i desideri che li hanno generati.
A questo punto cade a proposito la descrizione che P. Richelieu” , fa di un episodio da lui stesso vissuto in occasione del suo primo viaggio in astrale. Si trovava a Londra (anzi, nella controparte astrale di Londra), in compagnia di suo fratello minore Carlo, il quale era deceduto pochi mesi prima, durante l’ultimo conflitto. L’autore ora rivedeva il fratello Carlo nel suo corpo astrale e gli appariva più vivo che mai. Sono appena entrati entrambi al Trocadero Grill, un noto ristorante situato al centro della città, e il fratello dell’autore, tutto preso dal suo ruolo di guida, è desideroso di dimostrare la sua capacità di sapersi disimpegnare nelle nuove condizioni di esistenza. Il locale è molto affollato ed i due si sono appena seduti ad un tavolo, da essi creato, con le relative sedie, col pensiero. A questo punto Carlo, rivolgendosi al fratello “disse (è l’autore che parla) che, sempre tramite il pensiero, avremmo creato un cameriere che ci sarebbe sembrato simile agli altri camerieri che vedevamo compiere il loro lavoro, ma che questo cameriere non sarebbe stato visto dai clienti del foyer. Fece quanto aveva detto e all’istante vidi un cameriere che si avvicinava al nostro tavolo e ci chiedeva che cosa volessimo bere, proprio come noi ci saremmo aspettati che facesse se fossimo stati abitanti ordinari del mondo fisico. Carlo ordinò un dry sherry ed io un whisky e soda… Mi fu servito il mio drink e a Carlo la sua bibita e il gusto che sentii nel bere era esattamente quello che mi aspettavo che fosse.”
Quel cameriere è un chiaro esempio di elementale artificiale, mantenuto in vita dal pensiero dei due clienti per il tempo necessario e per lo scopo preciso da essi voluto. Possiamo ben dire che l’uomo ha la facoltà di creare col pensiero esseri viventi, che possono assumere anche forma umana. Anche se invisibili alla vista ordinaria, queste creature dalla vita effimera sono pur sempre reali. Si muovono nei vari piani dell’astrale e del mentale inferiore e, in particolari condizioni del tutto eccezionali, possono anche materializzarsi e manifestarsi agli occhi dei viventi, se hanno l’opportunità di trarre la materia direttamente dall’etere ambiente o dal doppio eterico dei presenti.
Se poi il pensiero che si accompagna ad un forte desiderio, viene più volte ripetuto, l’elementale da esso formato resterà a lungo attivo. Esso tende allora a restare nell’aura astrale di chi lo ha generato e a provocare una ripetizione dell’idea che personifica (la quale diventa così “un’idea fissa“) onde ricevere sempre nuova energia e nuovo alimento. Si viene ad instaurare in questo modo un circuito chiuso che tende a stabilizzarsi e a rafforzarsi sempre più. L’elementale segue colui che lo ha generato, come la sua ombra, e finisce per influire sulla sua natura psico-fisica, in bene o in male, a seconda della natura del pensiero (e del desiderio) che lo anima.
Ma i pensieri possono essere indirizzati verso altre persone e, in questo caso, le relative forme-pensiero possono influire su di esse, essendo animate in tal senso dalla volontà del loro creatore. Se questa volontà, per esempio, è indirizzata al bene fisico di una persona, al fine di farla guarire da una malattia, l’elementale si comporterà come uno schermo nei confronti di tutte quelle energie esterne che possono generare disarmonia e ritardare la guarigione. Esso inoltre potrà mobilitare e potenziare le risorse dell’organismo psichicoeterico del soggetto su cui opera. E lo farà in modo autonomo, avvalendosi di tutte quelle opportunità che gli consentono di raggiungere l’obiettivo, seguendo la linea di minore resistenza. L’elementale artificiale sembra dotato di una sorta di istinto di conservazione che lo spinge ad indurre, nella mente di colui che lo ha generato, il desiderio di ripetere e rinnovare il sentimento che gli diede la vita. Si tratta, in altri termini, di un sistema che, una volta innescato, tende ad autoalimentarsi.
Naturalmente un elementale può anche essere animato da un pensiero malvagio, creato per arrecare danno ad altri. In tal caso esso si lancerà contro l’astrale della sua vittima e, a seconda della carica di odio che convoglia, la attornierà o la assalirà, proprio come farebbe una belva sul piano fisico, con lo scopo di annientarla. Se si pensa quanto modesto sia il livello morale medio dell’umanità di oggi, ci si può formare un’idea di quanto orribili siano le forme-pensiero create dagli umani, autentici mostri che vagano a legioni in astrale, esseri ripugnanti che popolano le plaghe del basso astrale e ammorbano l’atmosfera psichica della terra.
Gli elementali-artificiali sono infatti i responsabili dell’inquinamento psichico della Terra. L’atmosfera animica del nostro pianeta è contaminata e avvelenata dai cattivi pensieri e dai sentimenti negativi di odio, di gelosia, di collera, di sensualità, ecc., che la stragrande maggioranza dell’umanità genera nel suo attuale stadio evolutivo.
“Tutto ciò che ammuffisce e imputridisce nell’uomo, come pensieri e sentimenti impuri, produce esalazioni pestilenziali e asfissianti. Si accusano tanto le automobili per le loro esalazioni, ma che cosa rappresentano queste davanti a cinque miliardi di creature ignoranti che non hanno mai imparato a controllare la loro vita interiore?” . L’atmosfera psichica del pianeta appare, alla vista chiaroveggente, come un immenso acquitrino dove pullulano ogni sorta d’insetti immondi, i quali si nutrono dei loro stessi prodotti di rifiuto. Sono questi escrementi che ammorbano l’atmosfera psichica della terra e costituiscono la controparte invisibile di tanti mali fisici, di epidemie, di infezioni, ma anche di atrocità, di perfidie, di guerre. “Gli uomini non le vedono, ma se fossero un po’ chiaroveggenti, vedrebbero delle forme orribili, nere, viscide, uscire da una quantità di creature per accumularsi negli strati dell’atmosfera” (Aïvanhov, op. cit.).
In questi ultimi tempi l’inquinamento della terra, dei mari, dell’aria e degli esseri viventi ha destato un serio allarme in seno alla scienza. Ma gli scienziati non sanno porvi rimedio, perché ad essi mancano i mezzi per combattere il male all’origine. L’inquinamento fisico può essere combattuto solo eliminando la sua matrice di natura psichica e cioè facendo in modo che gli uomini diventino consapevoli dell’enorme potere del pensiero di cui dispongono. Essi non sanno di essere stati dotati dalla natura di un’immensa energia potenziale che si estrinseca con il pensiero. Mediante l’uso corretto del pensiero l’uomo può diventare un creatore nella bellezza e nella perfezione, ma, poiché egli non ha ancora imparato a servirsene in modo corretto, non fa altro che mettere in moto forze incontrollate, negative e distruttrici. Il dilagare delle malattie incurabili e delle deformità si deve soprattutto al fatto che il male, prima che sul piano fisico, è penetrato nei pensieri e nei sentimenti, si è insediato nel cuore e ha preso possesso dei desideri.
A proposito delle proprietà delle aure emesse dai corpi sottili abbiamo già visto che le lesioni, i traumi e, in genere, i mali organici e/o funzionali, prima ancora di manifestarsi a carico del corpo fisico, sono visibili, alla vista chiaroveggente, nei corpi sottili e nelle loro aure, il che rende possibile il formulare diagnosi preventive. Dal piano astrale l’infezione passa dapprima al piano eterico e poi, da questo, al piano fisico, perché “la putredine interiore è un ottimo nutrimento per i microbi”. La scienza si ferma all’osservazione e allo studio dei mali fisici ma ignora che questi hanno la loro lontana origine nel nostro intimo e cioè nel mondo dei nostri pensieri e dei nostri sentimenti. La vera Scienza Iniziatica insegna come prendere coscienza dei propri stati d’animo e padroneggiare la propria vita interiore, onde evitare la formazione e l’accumulo di quegli elementi negativi, potenziali agenti patogeni, il cui potere distruttivo presto o tardi esploderebbe anche sul piano fisico” .


Un elementale artificiale, perché possa influire sul corpo astrale di una persona, deve poter trovare in essa qualcosa di affine a se stesso, pronto ad entrare in risonanza con l’onda che l’investe. Se questa condizione viene meno, l’onda rimbalza e torna all’origine, proprio come un boomerang: un pensiero di odio si ripercuote su chi lo ha generato, un pensiero benevolo è fonte di benedizioni per chi lo ha emesso.
 

Vi è poi una categoria di elementali artificiali di grande potenza, ottenuti tramite particolari processi di magia nera, come quelli in uso presso gli sciamani o gli stregoni di alcune società primitive. Può accadere che queste creature dell’astrale, dotate di intelligenza e di una forte carica malefica, sfuggano al controllo della mente che le ha partorite e vadano errando, come demoni impazziti, in cerca di mezzi atti a mantenerli in vita. Possono sottrarre energia vitale ai membri del villaggio (vampirismo), o esigere sacrifici di esseri viventi oppure, nei casi meno riprovevoli, pretendere l’offerta di cibi, dai quali estrarre l’energia vitale. Le divinità efferate, adorate presso alcune tribù, altro non sarebbero che elementali di questo tipo i quali, al fine di prolungare la loro esistenza, non esitano a produrre fenomeni fisici terrificanti onde costringere i loro devoti ad essere assidui nelle offerte e nei sacrifici.
Un fenomeno che può essere ricondotto alla presenza di elementali è quello dell’apparizione di fantasmi. Il fantasma può essere il guscio eterico di una persona da poco trapassata, oppure il corpo astrale di una persona che dorme, oppure un elementale artificiale prodotto da un vivente o da un disincarnato. Un caso tipico è quello di apparizioni ripetitive, di tipo meccanico, in cui il fenomeno si ripete sempre uguale, senza tener conto del comportamento dei presenti.
Anche i fenomeni d’infestazione, con lancio di oggetti, spostamento di mobili, suono di campanelli, rumori di passi, incendi spontanei, ecc. possono essere spiegati con l’intervento di forze elementali messe in moto e dirette da entità astrali, con l’intento di comunicare con i viventi.
Fonte: http://sonoconte.over-blog.it/article-carlo-splendore-e-le-tre-grandi-categorie-degli-esseri-astrali-118433684.html

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