Ci
sono voluti parecchi anni, ma alla fine il metodo Di Bella, la cura anti-tumori a base di farmaci
biologici, creata dal medico fisiologo scomparso nel 2003, è stata riconoscita valida da Umberto
Veronesi.
Uno
studio scientifico dell’Università di Firenze
e approvatodall’Istituto europeo per
l’Oncologia, ha
confermato, infatti, la validità del metodo.
E viene da sorridere, perchè lo stesso, identico metodo fu bocciato dalministero della Salute nel lontano 1998. Lo studio dell’Università di Firenze è stato pubblicato sulla celebre rivista European Journal of Pharmacology ed ha avuto il benestare scientifico dell’Istituto europeo di Oncologia, capitanata dal professor Umberto Veronesi.
E viene da sorridere, perchè lo stesso, identico metodo fu bocciato dalministero della Salute nel lontano 1998. Lo studio dell’Università di Firenze è stato pubblicato sulla celebre rivista European Journal of Pharmacology ed ha avuto il benestare scientifico dell’Istituto europeo di Oncologia, capitanata dal professor Umberto Veronesi.
A
quindici anni dalla fine della sperimentazione il Metodo Di Bella sta tornando a far
parlare. Migliaia di pazienti si stanno rivolgendo a Giuseppe Di Bella, che sta
portando avanti la terapia inventata dal padre Luigi, per essere curati. Ci
sono, inoltre, migliaia di casi di guarigione e i tribunali di diverse città
hanno imposto alle ASL locali di rimborsare le cure ad alcuni malati. La
sperimentazione di questa terapia alternativa era stata bocciata a fine anni
’90, ma da un’indagine del PM Raffaele Guariniello era emerso che c’erano stati
gravi errori nella sperimentazione. È significativo un articolo di Marco Travaglio pubblicato su
Repubblica nel settembre del 2000, in cui il giornalista raccontava i lati
oscuri della vicenda. Dosi
sballate e farmaci scaduti, così la sperimentazione della cura Di Bella è stata
corrotta da gravi irregolarità che volevano farla bocciare! Troppi
interessi economici delle case farmaceutiche che non potevano guadagnare con
questo metodo come invece continuano a fare con le chemioterapie e farmaci
dannosissimi.
Lo
spiraglio di luce arriva dall’ Università di Firenze, là dove uno studio
scientifico ha confermato la veridicità scientifica della cura del dottor Luigi
di Bella. Spiraglio ancor più importante è stato conferito dal fatto che lo
stesso illustre medico: Umberto Veronesi ha mostrato la sua approvazione
nei confronti di un metodo diffuso già da moltissimi anni.
«Effetti combinati di melatonina, acido trans retinoico e
somatostatina sulla proliferazione e la morte delle cellule di cancro al seno».
È
il titolo della ricerca condotta dall’università di Firenze e appena pubblicata
su European Journal of Pharmacology. La prova che l’insieme di queste sostanze
arresti il tumore al seno è avvenuta in un laboratorio del dipartimento di
anatomia umana, su cellule in vitro. Le tre sostanze, prese singolarmente,
hanno alle spalle ampia letteratura scientifica come farmaci anti-cancro. Ma
gli stessi principi attivi, adoperati insieme, l’uno a rafforzare l’altro,
fanno parte del metodo Di Bella.
Per far pubblicare lo studio i ricercatori hanno dovuto però eliminare
il riferimento a Di Bella: “Non avrebbero mai accettato un lavoro che portasse il
nome Di Bella”, ha dichiarato uno dei conduttori.
Arriva
anche dal tribunale di Foggia
una sentenza importante a favore del metodo Di Bella. Due
donne, entrambe alle prese con una recidiva da tumore al seno, sono riuscite a
fermare il cancro grazie alla terapia biologica messa a punto dal professor Luigi Di Bella.
L’International Journal
of Molecular Sciences, nota e prestigiosa rivista medico-scientifica
internazionale, ieri ha pubblicato e documentato i molteplici meccanismi d’azione
antitumorali della melatonina, la sua
determinante e insostituibile funzione nella prevenzione e nel trattamento dei
tumori, delle malattie degenerative e di malattie del sangue,
riconoscendo espressamente al professor Luigi Di Bella la priorità assoluta in
queste innovative e determinanti acquisizioni scientifiche.
Che
la melatonina avesse delle incredibili proprietà non deve sorprende se pensiamo
che è prodotta dalla ghiandola pineale, che in fin dalle tradizioni antiche, è
ritenuta essere custodi di grandi poteri, vedi l’articolo EPIFISI
O PINEALE, GHIANDOLA MAGICA DEL CORPO UMANO.
TESTIMONIANZA: ENZO -
18 anni – Diagnosi: Linfoma n.H. tipo Burkitt stadio IV. Ecografia addominale
Ospedale di zona 25/2/96: “..notevolissimo aumento volumetrico del fegato che
presenta disomogeneità strutturali-aree ipoecogene del diametro max di 11 cm e
presenza all`ilo di aree ipoecogene sfumate di 3 cm. Area di ipoecogenicità anche
al III inferiore del rene destro a livello parenchimale`. . Indagini Clinica
Pediatrica S. Orsola Bologna 29/2/96: Gl. Bianchi 22.380, piastrine 172.000.
Aspirato midollare in 3 sedi: `Sangue di aspirato midollare a cellularità
discreta e monomorfa. Il parenchima midollare è interamente sostituito da un
tappeto di elementi a carattere linfoblastico di medie dimensioni, citoplasma
abbondante, basofilo e vacuolato, nucleo a contorni irregolari, cromatina fine.
Conclusioni: midollo sostituito da parte di elementi Burkitt-like (L3)`.
Biopsia del midollo osseo: `Fenotipo immunologico compatibile con disordine
linfoproliferativo monoclonale di tipo B`. Diagnosi conclusiva (lettera di dimissioni 2/4/96): `Linfoma n.H. tipo
Burkitt addominale IV stadio`.
Tutto
inizia nel gennaio 1996 con febbre e tosse, attribuite a semplice influenza.
Dopo l`apparente ristabilimento, la febbre si ripresenta una seconda e poi una
terza volta. A questo punto viene eseguita una radiografia del torace e,
nuovamente, viene confermata l`errata diagnosi: broncopolmonite
post-influenzale. Inesorabile terapia antibiotica e successiva RX il 14
febbraio: tutto a posto, viene sentenziato. E` il terzo errore. Una settimana
dopo compaiono dolori addominali, nausea e stipsi. Ricovero all`ospedale di
zona e quarto errore diagnostico: “microascessualizzazione interessante fegato,
milza e rene destro”. Al di là della terminologia ridondante che sembra voler
surrogare l`evidente incapacità professionale, il processo viene attribuito a
un fatto…..micotico. Finalmente le indagini di rito danno il responso che i
camici bianchi si sono dimostrati incapaci di dare (“Linfoma n.H. tipo Burkitt
IV stadio”), un responso terribile perché non lascia alcuna speranza, sia per
la tipologia patologica che, soprattutto, per lo stadio rilevato, e il piccolo
Enzo parte con i suoi per Bologna. Dopo gli ulteriori esami descritti in
apertura, inizia la chemioterapia, “`Protocollo LMB 89 gruppo C”. Ma già il
secondo giorno occorre sospendere, a causa dell`insorgenza di insufficienza
renale acuta, trattata con sette sedute di emodialisi. L`otto marzo
sopraggiungono crisi convulsive. Dopo una settimana riprendono le sedute di
chemio. Un mese dopo inizia il terzo ciclo, a seguito del quale si presentano
“micosi del cavo orale, blocco intestinale, alopecia, cefalea e un calo
drammatico delle piastrine”.
“Io
e mio marito” ricorda la mamma di Enzo “vivevamo praticamente in ospedale.
C`era persino una cucina per i genitori dei bambini, dove si poteva preparare
da mangiare. Un giorno venne trovarci un amico, che ci portò ritagli di
giornale dove si parlava della cura praticata dal Professor Di Bella”.
Viene
sentenziata la remissione completa, ma il 18 aprile si rende indispensabile un
ricovero d`urgenza presso l`ospedale di zona per una grave trombocitopenia ed
anemia. A questo punto i genitori rifiutano di continuare e decidono di
rivolgersi al Prof. Luigi Di Bella, proprio mentre i medici del S. Orsola
propongono, quale `ultima ratio`, un trapianto di midollo con la sorellina donatrice.
E`
sempre la mamma a parlare: “Se per il professore la malattia di mio figlio era
stupida, perché bastava trovare i farmaci, per noi riuscire a trovare il
professore è stata l`impresa più complicata di tutta la vicenda. Il resto è
stato facilissimo”.
In
quel periodo lo 059/333.904 era il telefono più caldo di Modena ed era quasi
impossibile -non è un`iperbole – riagganciare la cornetta senza che
immediatamente la suoneria squillasse nuovamente.
“Ma
una bella mattina, alle sei, mio marito riesce finalmente a trovare la linea
libera. E` il professore in persona che risponde”.
Un
primo trauma deriva dalla risposta alla richiesta di appuntamento: “venga
quando vuole”.
Partono
per Modena. “Non ho mai assistito a una visita medica simile a quella che fa il
professore. Non si fida delle carte, per cui esegue un controllo di tutte le
parti del corpo come non ho mai visto fare da nessun altro. C`è un gran
silenzio e, per ascoltare i battiti cardiaci, addirittura s`inginocchia”: così
la signora rievoca quel primo incontro.
Iniziano
il Mdb, non senza disturbi psicologici: “Per gli altri, noi eravamo gli
assassini di nostro figlio. Non c`è stata persona che non ci abbia detto che
con quella avremmo ammazzato Enzo. Ma non ne potevamo più di vederlo consumarsi
ogni giorno di più”.
I
risultati si fanno evidenti in tempi rapidi: “Nel giro di un mese, il bambino
sta ogni giorno meglio. Tant`è vero che d`estate riusciamo anche ad andare in
vacanza in montagna, ed io me lo trovo aggrappato sulle rocce, oppure a correre
e saltare attorno a casa, mentre solo qualche mese prima non riusciva quasi più
ad alzarsi dal letto”.
Nell`ottobre
successivo si rileva una recidiva. Corsi a Modena, il fisiologo passa in
rassegna terapia e modalità di somministrazione, ritenendo impossibile il
decorso sfavorevole se la prescrizione è stata fedelmente seguìta, e rileva un
errore di interpretazione dei dosaggi di somatostatina da parte del padre di
Enzo, che gliene somministrava 1/15 di quanto prescritto. Rimediato
all`equivoco, si assiste ad una graduale scomparsa del tumore, confermata da
diverse ecografie e dagli esami ematochimici, e divenuta totale nella primavera
del 1997.
Oggi
Enzo è un giovanottone pieno di salute e con una statura da pallavolista.
Tante, troppe persone, si sono ripresa la vita allontanandosi dal loro
salvatore con la salute riconquistata sotto braccio e senza neanche
ringraziare; qualcuno ha addirittura contraccambiato vita e affetto con
indicibili bassezze nei confronti dello scienziato e di quanto più gli era caro
nella vita, i suoi figli; ma il papà di Enzo ha conservato in cuore non solo la
venerazione per chi gli consente oggi di guardare con gioia e fierezza quel
ragazzone, ma la determinazione di impegnarsi perché la tragedia che si
avvicinava inesorabile non colpisca più nessuna famiglia.
Nessuno dei bambini ricoverati con Enzo è oggi di questo mondo.
Tuttavia
per avere la prova del fatto che MOLTISSIME PERSONE sono riuscite a guarire
grazie a queste stesse cure, date un’ occhiata QUI (Di Bella Insieme - forum ufficiale)
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