ANCHE VERONESI SPOSA LA NUOVA
MEDICINA GERMANICA?
Adnkronos
Tumori, Ieo Milano rifonda Ematologia: nuova squadra al lavoro per cure chemio-free
Lotta ai tumori del sangue con farmaci molecolari ritagliati su misura
in base al Dna di ogni singolo paziente, per terapie intelligenti e
personalizzate il più possibile chemio-free. Un programma di Drug Discovery mutuato da centri
leader d'Oltreoceano come l'università di Harvard a Boston e l'MD Anderson di
Houston, e un ambulatorio aperto h24 per accompagnare i malati verso la
speranza della guarigione senza mai farli sentire soli. Perché "una
carezza e un sorriso qualche volta curano più dei farmaci", dichiara
Umberto Veronesi all'Adnkronos Salute.
Così l'Istituto europeo di oncologia di Milano rifonda l'Ematologia,
forte di una squadra che ha arruolato i migliori cervelli italiani e stranieri
all'insegna della nuova medicina delle 5P: Predittiva, Preventiva,
Personalizzata, Partecipativa e Psicologica. Una P in più rispetto al modello
americano celebrato dalla rivista 'Nature', aggiunta da Veronesi, padre della
medicina della persona. "Non più
malati, ma uomini e donne". Il nuovo team 'Ematologia Ieo per la cura
di linfomi, leucemie e mielomi' si è presentato alla città in un incontro
aperto al pubblico, introdotto da Veronesi - fondatore e direttore scientifico
emerito dell'Irccs di via Ripamonti - e dal suo 'erede morale' Roberto
Orecchia, da gennaio direttore scientifico. "Un'integrazione di competenze
unica in Europa", annunciano dall'Istituto.
I nomi sono tra i più noti alla comunità scientifica: Pier Giuseppe
Pelicci,
direttore del programma di Ematologia; Stefano Pileri, direttore
dell'Unità di diagnosi emolinfopatologica; Corrado Tarella, direttore
della Divisione di oncoematologia clinica; Francesco Bertolini,
direttore del Laboratorio di ematologia clinica, e Riccardo Dalla Favera
dell'Istituto di genetica del cancro della Columbia University di New York -
pioniere della genetica dei linfomi - come consulente e collaboratore
scientifico del programma.
"L'ematologia
è stata l'avamposto delle nuove terapie oncologiche", ricorda Pelicci
citando come esempi "trapianto di midollo e farmaci molecolari. La nuova
Ematologia Ieo è un esempio unico in Europa di integrazione tra ricerca,
diagnostica avanzata e clinica", prosegue.
L'obiettivo a lungo termine è
"una possibilità di cura per tutti i pazienti con tumori ematologici, con
terapie molecolari e senza chemioterapia. Stiamo lavorando a una rete di
interazioni nazionali e internazionali per garantire un accesso precoce dei
nostri pazienti ai farmaci sperimentali più innovativi", ma l'Ieo vuole
mettere la firma su nuovi farmaci molecolari. "Ce n'è un bisogno urgente e
abbiamo creato un programma di ricerca dedicato, che integra nella comunità dei
ricercatori di base Ieo un team di chimici medicinali con esperienza
industriale di Drug Discovery".
Passare dal Dna alla terapia in mesi invece che in anni, all'Ieo è un sogno già diventato
realtà per il 'Bpdcn' , tumore raro di sangue e cute fino a ieri senza
possibilità di trattamento. Ma l'unione fa la forza, e il mix fra l'esperienza
diagnostica di Pileri e quella di laboratorio di Bertolini ha permesso di
scoprire che farmaci già disponibili per altre malattie ematologiche
(demetilanti) in nuove combinazioni possono bloccare il Bpdcn. "L'attività
dell'emolinfopatologo - avverte Pileri - passa dall'osservazione al microscopio
alla gestione delle biopsie in biobanche hi-tech", da scandagliare
mappando il Dna a caccia di nuovi bersagli terapeutici. Ma per farlo "è
urgente che il nostro Paese, al pari di Germania, Francia e Regno Unito,
istituisca centri di riferimento per la diagnostica avanzata con tecnologie
sofisticate e personale altamente specializzato".
Secondo
Dalla Favera, italiano negli Usa dal 1978 e appena eletto membro della National Academy of Sciences
americana, "l'unicità della nuova Ematologia Ieo è l'aver costituito
una squadra di cervelli proveniente da diverse istituzioni, convincendoli a
trasferire in Ieo la loro esperienza e la loro cultura. A differenza del mondo
anglosassone - osserva - questa situazione non è usuale in Italia. L'ematologia
italiana è fra le prime 5 al mondo e il nuovo team Ieo potrà ulteriormente
sviluppare questa eccellenza, collaborando con gli altri poli del
Paese".
"Nel
rapporto medico-paziente ho sempre creduto nella condivisione. Per questo
abbiamo deciso in Ieo di coinvolgere i nostri pazienti nella gestione della
loro malattia e del nostro approccio alle cure", puntualizza
Tarella che ha fortemente voluto attivare "un servizio di assistenza
specialistico aperto 24 ore al giorno, fra i primi in Italia, per assicurare un
contatto immediato con l'ospedale tutte le volte che è necessario. Insieme
all'Unità di psicologia guidata da Gabriella Pravettoni - aggiunge - stiamo
sviluppando un approccio personalizzato che analizza e interpreta varie componenti
cognitive, psicologiche e comportamentali. E stiamo sostenendo la
crescita dell'Associazione italiana pazienti ematoncologici-Aipe, fondata 20
anni fa dai miei assistiti, completamente gestita dai malati e dedicata ai loro
bisogni".
E
se nella medicina delle 5P il malato smette di essere paziente per tornare
persona, "il medico deve diventare anche amico e un po'
psicoanalista", raccomanda Veronesi. "Prima di iniziare una
terapia dobbiamo dialogare moltissimo con la persona - insegna l'oncologo -
Dobbiamo conoscere chi è, che problemi personali ha, com'è il suo rapporto con
la famiglia, quali sono le sue aspettative, le sue frustrazioni e i suoi
desideri, come vive il rapporto con i medici e con l'ospedale in cui si trova.
Allora sì che possiamo decidere cosa possiamo fare, cosa dobbiamo fare e cosa
dobbiamo non fare.
La malattia del corpo si può curare, spesso guarire - riflette lo scienziato - Ma la vera sfida della medicina psicologica è togliere dal cervello l'angoscia e la paura che il "male" ha provocato, e che purtroppo restano anche oltre la guarigione. Ecco perché una carezza e un sorriso qualche volta curano veramente". (Grassetto e ingr. della redazione)
La malattia del corpo si può curare, spesso guarire - riflette lo scienziato - Ma la vera sfida della medicina psicologica è togliere dal cervello l'angoscia e la paura che il "male" ha provocato, e che purtroppo restano anche oltre la guarigione. Ecco perché una carezza e un sorriso qualche volta curano veramente". (Grassetto e ingr. della redazione)
"Non dobbiamo dimenticare - conferma Orecchia all'Adnkronos Salute - che il nuovo processo di cura non parte dal malato, bensì dal sano. La medicina predittiva (prima P) permette di scoprire quale patologia è più a rischio, e con quella preventiva (seconda P) cerchiamo di evitarla. Se poi la malattia insorge, la medicina personalizzata (terza P) ci aiuta a trovare l'approccio terapeutico più efficace e meno pericoloso, il più utile al paziente e di conseguenza il più sostenibile per il Servizio sanitario nazionale. La quarta P attraversa tutto questo percorso, che va partecipato dal paziente e dalla sua famiglia. E infine la quinta P, la nostra P di medicina psicologica - conclude il direttore scientifico Ieo - ci aiuta a non perdere mai di vista che il malato è prima di tutto, e resta per sempre, una persona".
A quando dunque l'interruzione definitiva dell' utilizzo di chemio,
radio e morfina? ndr
Ecco che a piccoli passi la medicina convenzionale si
appresta ad inglobare le 5 leggi biologiche (nuova medicina germanica) senza prima accettarle, il tutto per non perdere dei
privilegi non da poco: il “controllo” dei pazienti e la somministrazione dei
sempre più costosi farmaci .
Marcello Salas
Articoli correlati:
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti spam, offensivi, non pertinenti e quelli riportanti indirizzi mail o link sospetti saranno cancellati.