IL SONNO E
I SOGNI
A) IL SONNO
Si usa dire "sonno della Coscienza" per definire
la condizione dei primi due stati dì Coscienza (Eikasia e Pistis, vedi argomenti
precedenti) in cui esiste solo meccanicità, imitazione e cieca credulità. E'
questo un tipo di sonno che prende l'uomo comune e corrente sia di giorno che di
notte.
Da questo tipo dì sonno ci si deve liberare.
Bisogna imparare a vivere "da svegli", cioè ad essere pronti alle novità, ai
segnali e ai messaggi che in ogni momento giungono a noi e dei quali spesso
nemmeno ci accorgiamo.
Questo è il significato dell'ammonimento di Gesù
agli apostoli nell'orto degli ulivi: "Così non siete stati capaci di vegliare
un'ora sola con me? Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione" (Mt,
26,40). La vera nuova vita di S. Pietro, che fino a quel momento non aveva
capito nulla della predicazione del suo Maestro, inizia con il canto di un
gallo.
- Il gallo [ pertanto il simbolo del risveglio.
Dopo questa premessa sul sonno
psicologico, esaminiamo brevemente il sonno fisiologico
ed i suoi fenomeni.
Fisiologicamente, il sonno occupa un terzo della
nostra vita. E' dunque un fenomeno ragguardevole ed indispensabile: è il modo
con cui l'organismo "si costringe" a riposare. Privato del sonno, un soggetto
presenta gravi alterazioni del comportamento, della capacità di concentrazione e
di attenzione. Si racconta che i Cartaginesi, prima di far rotolare Attilio
Regolo in una botte di chiodi, volendo ridurre la sua resistenza psicologica
durante gli interrogatori, gli tagliassero le palpebre per impedirgli di
dormire.
Il sonno dev'essere naturale e spontaneo (cioè indotto senza farmaci). A questo scopo, un buon sonno va preparato in un certo senso durante il giorno: è indispensabile essere il più a lungo possibile coscienti durante la vita di veglia, cioè essere in autoricordo e in autoosservazione di istante in istante, nel pieno uso e possesso dei 5 sensi e nel pieno equilibrio dei 5 centri. Chi soffre di insonnia potrebbe benissimo chiedersi qual è la qualità della sua vita da sveglio. Altrettanto potrebbe chiedersi chi soffre di incubi. Non è un buon sonno quello di chi, alla sera, cade subito profondamente addormentato dopo una giornata piena di identificazioni e dopo aver, di conseguenza, consumato tutte le energie. Il sonno è un momento da vivere il più possibile con la Coscienza sveglia; per questo si dice che bisogna "dormire da svegli" .
E' molto importante avere un buon sonno almeno per due motivi:
1) Il sonno consente al Corpo Vitale di riparare
le piccole lesioni riportate dal Corpo Fisico durante la vita di veglia, nonché
di provvedere al naturale ricambio delle cellule e dei composti chimici.
2) Mentre dormiamo, viviamo numerose esperienze
di "sdoppiamento" (i sogni), che sono di fondamentale importanza per il lavoro
interno. Per queste ragioni, il sonno deve essere considerato una PRATICA
importante, una vera e propria DISCIPLINA (il cosiddetto "Yoga del sonno").
Lo Yoga del sonno.
In genere, è sufficiente dormire 7 ore per notte.
Non bisogna andare a coricarsi troppo tardi o troppo stanchi.
Alla sera, non bisogna bere alcolici, o fumare, o
fare discorsi troppo impegnativi o, in genere, impegnare troppo i 5 Centri. La
cena dev'essere leggera.
Prima di coricarsi, bisogna terminare tutto ciò
che può essere terminato, possibilmente senza lasciare nulla in sospeso per il
giorno dopo. Bisognerebbe poter concludere la giornata come se fosse l'ultima
della nostra vita.
E' utile ascoltare, senza identificazione, un po'
di musica dei grandi classici.
Ci si metterà a letto con il capo rivolto a nord
e in una stanza contenente i tre colori fondamentali (rosso, blu e giallo).
Si rilasserà il corpo e ci si metterà in
relazione con il 3% di Essenza, invocando contemporaneamente la Madre Divina
("Madre mia vieni a me").
Ci si concentrerà sul cuore e si aspetterà
tranquillamente il sonno vivendo l'istante. Inizialmente si resterà supini;
successivamente, è preferibile assumere la cosiddetta "posizione del leone":
appoggiati sul fianco destro, con la testa rivolta a Nord, le gambe vengono
tirate lentamente verso l'alto piegando le ginocchia. Si piega in alto anche il
braccio destro e si colloca la guancia destra sul palmo della mano destra,
mentre il braccio sinistro riposa sulla gamba sinistra (vedi figura qui sotto).
B) I SOGNI
Il sogno è tuttora un fenomeno dal significato
oscuro per la scienza ufficiale ed accademica. Esso si accompagna ad un
particolare stato bioelettrico della corteccia cerebrale, registrabile
elettroencefalograficamente, presente più volte in modo ricorrente nel corso del
sonno ed abbinato ad attività motoria dei muscoli oculari estrinseci (fase
"REM", o dei rapidi movimenti oculari).
In un periodo relativamente recente (anni '50),
la ricerca sperimentale ha permesso di accertare che la frequenza e la durata
dei periodi REM, detti anche "periodi del sogno", non sono sempre gli stessi nel
corso della vita.
Dal primo al quinto giorno di vita, l'attività
REM occupa il 50% del tempo totale del sonno; dal 5° giorno fino al compimento
del primo anno, il 30%; a partire dai due anni di vita in poi, la durata della
fase REM è pressoché la stessa, ed è pari a circa il 20% della durata totale del
sonno. I bambini prematuri (da 2 a 10 settimane prima del termine) hanno
un’attività REM pari a circa il 60% del tempo totale del sonno, che a sua volta
dura circa 20 ore nella giornata.
Molti studiosi hanno cercato di indagare sul
fenomeno "sogno". Freud, nel secolo scorso, aveva intuito due cose importanti:
- che il materiale del sogno è generalmente fornito dalle impressioni che il soggetto riceve durante la vita di veglia;
- che la scena del sogno si crea attraverso cinque meccanismi variamente intrecciati tra loro: drammatizzazione, concentrazione, dispersione, spostamento dell'accento, trascrizione simbolica ("elaborazione primaria" del sogno).
Ancor oggi, le sue intuizioni mantengono
un'importanza rilevante: il simbolo è considerato il linguaggio con cui il sogno
si esprime, e la sua decifrazione è fondamentale per la sua interpretazione.
Alcune riserve possono essere mosse alla teoria del sogno costruito sul
materiale proveniente dall'esperienza della vita di veglia, la cosiddetta teoria
dei "resti diurni": che esperienza della vita di veglia può infatti avere un
neonato che dorme praticamente in continuazione e che pure in continuazione
sogna? Vedremo che il problema si risolverà facilmente quando daremo al sogno il
significato affidatogli dalla tradizione esoterica.
Rimandiamo alla letteratura scientifica
specializzata chi volesse continuare questo filone di ricerca.
*******
Considereremo ora il sogno alla luce della
tradizione esoterica.
Se abbiamo presente la struttura del Cosmo nel
nostro "sistema", potremo facilmente capire la definizione seguente: il sogno è
un'esperienza del Mondo Astrale, effettuata generalmente in modo incosciente e
con uno pseudocorpo (detto anche "corpo dei desideri" o "fantasma astrale") .
- Freud stsso aveva gia' a suo tempo definito il sogno come "espressione di un desiderio" soggiacente ai meccanismi di rimozione.
Mentre il Corpo Fisico giace addormentato,
immobile e con i 5 Centri in completo riposo (solo gli occhi si muovono), colui
che sogna (cioè il 3% di Essenza libera più il restante racchiuso negli Ego) si
reca nel Mondo Astrale Inferiore. Il Corpo Fisico perde momentaneamente la
funzione di veicolo di manifestazione e l'Essenza vi resta collegata soltanto
attraverso un cordone di sostanza eterica, e quindi invisibile, denominato
"cordone argenteo" (ANTAKARANA per l’Indostan). Ciò consente in ogni momento, in
caso di necessità, il rientro immediato della persona che sogna nel proprio
Corpo Fisico. L'Antakarana, che di norma resta "arrotolato" all’interno dello
spazio psicologico della persona, può allungarsi o "srotolarsi" senza limite,
permettendo qualsiasi esperienza nel tempo e nello spazio. Ricordiamo che nel
Mondo Astrale lo spazio/tempo si riduce a un punto matematico privo di materia,
e che pertanto in esso è possibile volare, penetrare nei corpi e trasportarsi
ovunque nel passato e nel futuro.
(per ingrandire l'immagine, cliccarci sopra) |
L'esperienza del sogno rappresenta quindi una
sorta di "sdoppiamento". Il sognatore, pur rimanendo collegato al Corpo Fisico,
suo abituale veicolo di manifestazione, ne assume un altro, il Corpo Astrale
Lunare, detto anche Corpo dei desideri o Fantasma astrale. In realtà, il Corpo
Astrale Lunare non è un vero veicolo, paragonabile, per esempio, al Corpo
Astrale Solare. Il "fantasma astrale" è una struttura assai vaga, costituita
dagli Ego e dalla percentuale di Essenza libera di chi sogna tenuti, per così
dire, insieme dall'Antakarana. Struttura che andrebbe completamente dispersa se
l'Antakarana fosse tagliato.
Generalmente, il Corpo Astrale Lunare non è un
Corpo cosciente e consapevole. Infatti, il suo 3% di Essenza libera è
addormentato esattamente allo stesso modo in cui è addormentato nello spazio
psicologico allo stato di veglia. Ciò significa che colui che nella vita di
veglia ha la Coscienza addormentata, ha la Coscienza addormentata anche nel
sogno: in esso egli non sarà presente e l'esperienza sarà gestita unicamente
dagli Ego che, in modo completamente meccanico, eseguiranno la loro
rappresentazione priva di senso, spinti solo dalla loro energia individuale.
Ora, se vogliamo che il sogno diventi
un'esperienza utile per il lavoro interno, sono necessarie due cose:
1) che il sogno sia vissuto in modo cosciente;
2) che al mattino esso possa essere ricordato.
Il sogno cosciente. (Il sogno
tantrico. Lo Yoga del sogno)
Perché il sogno possa essere vissuto in modo
cosciente e consapevole, è indispensabile:
1) vivere in modo cosciente la vita di
veglia (si veda quanto già detto a proposito del sonno), mantenendosi in
autoricordo e autoosservazione di istante in istante, nel pieno utilizzo dei 5
sensi e nel perfetto equilibrio dei 5 Centri;
2) addormentarsi secondo le regole dello
Yoga del sonno.
Successivamente, si potrà anche utilizzare uno
dei due metodi seguenti:
1) addormentarsi cercando di ritornare in un
sogno compiuto nella notte precedente, con lo scopo di completarlo o di
chiarirne qualche aspetto oscuro; in tal caso ci si addormenterà profondamente
concentrati sulla scena del sogno in cui si vuole entrare;
2) addormentarsi utilizzando il cosiddetto "elemento
iniziatore del sogno", cioè quell'elemento (persona, situazione, oggetto)
che l'analisi dei diversi sogni dimostrerà essere in comune con tutti; in tal
caso ci si addormenterà profondamente concentrati sull'elemento iniziatore.
Un sogno può dirsi cosciente quando il sognatore:
a) riesce a ripetere intenzionalmente un sogno
fatto in precedenza;
b) riesce ad essere attivo nel suo sogno e a
costruire scene diverse;
e) riesce a separarsi volontariamente dalla scena
del sogno per condurre delle ricerche autonome.
Chi investiga nei sogni coscientemente scopre ben
presto che essi si rivelano attraverso quattro tappe consecutive (le quattro
luci del sogno):
1) La "luce della rivelazione": il sogno
incomincia a rivelarsi attraverso il suo linguaggio simbolico, analogico,
drammatico ecc.;
2) la "luce dell'accrescimento": la scena del
sogno si comprende meglio, i riferimenti agli Ego e ai Centri coinvolti
diventano più chiari;
3) la "luce della realizzazione immediata": si
scopre il crudo realismo dei Mondi Interni, senza abbellimenti o meccanismi
elaborativi; l'Ego appare in tutta la sua evidenza;
4) la "luce dell'illuminazione interiore
profonda": il sogno si rivela come stato di estasi mistica.
Il ricordo dei sogni.
Diamo adesso qualche suggerimento per ricordare i
sogni della notte.
1) Coricarsi ed addormentarsi secondo le regole
del sogno cosciente.
2) Al risveglio, restare immobili; con i primi
gesti automatici il ricordo del sogno spesso si dilegua.
3) Cercare di svegliarsi spontaneamente. Le prime
volte, però, può tornar utile posizionare qualche sveglia nel cuore della notte,
perché un sogno interrotto si ricorda meglio.
4) Cercare di ricordare i sogni subito, non
appena svegliati, facendo la retrospezione della notte sempre immobili nel
letto. Più infatti passa il tempo, più evidente si fa il processo di
"elaborazione secondaria" del sogno".
- Per "elaborazione secondaria" di un sogno si intende il processo attraverso cui esso, originariamente irrazionale ed incomprensibile a causa dei meccanismi di elaborazione primaria, viene progressivamente dotato dalla mente di una struttura logica, che pero' lo priva degli autentici significati originari.
5) Se non si ricorda nulla, pronunciare il mantra
RA-OM GA-OM con grande concentrazione.
6) Trascrivere i sogni così ricordati in un
apposito quaderno, che deve restare di uso assolutamente personale e che dovrà
essere riletto e studiato dall'interessato periodicamente (per esempio, una
volta al mese). Pertanto, il quaderno servirà soltanto al sognatore; egli potrà,
analizzando i sogni, scoprire analogie, elementi ricorrenti, svelare simboli,
rivelare Ego, evidenziare i Centri maggiormente squilibrati ecc..
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Il sogno è un'esperienza privata che non si
racconta a nessuno. Ciò, per almeno tre motivi:
1) I simboli di un sogno possono essere scambiati
per realtà da una persona esterna e suscitare equivoci, gelosie, risentimento,
invidia ecc.;
2) nessuno è in grado di interpretare i sogni di
un altro perché, salvo poche eccezioni, non esistono simboli decifrabili in modo
univoco: ognuno di essi possiede un significato personale ed individuale, che va
svelato caso per caso dall'interessato;
3) raccontare i propri sogni presuppone sempre
protagonismo, curiosità e mitomania.
*******
I sogni possono essere di due tipi, entrambi
ugualmente importanti, se compiuti in modo cosciente, per il lavoro interno:
- sogni meccanici;
- esperienze dell'Essere.
SOGNI MECCANICI
Sono quei sogni collegati ai cinque Centri della
macchina umana (specialmente al Centro Motore) e che ripetono in modo
incoerente, frammentario e paradossale la vita di tutti i giorni. Essi sono
dunque espressione dei diversi Ego che, durante il giorno, si esprimono nei
diversi Centri e che agiscono nel movimento, nelle viscere, nell'intelletto,
negli stati d'animo, nei muscoli e nel sesso e che, di notte, mentre il Corpo
Fisico dorme, continuano ad agire con il desiderio.
E’ importante riuscire a ricordare tali sogni e a
rendersene coscienti, perché attraverso di essi è possibile risalire agli Ego
che li hanno generati e ai Centri che li hanno subiti senza l'interferenza della
mente che, in una normale retrospezione o autoanalisi, tende sempre a
giustificare e a scusare.
Si capisce, quindi, l'importanza data da Freud ai
sogni come elemento di analisi suo sistema psicoanalitico. Si capisce anche il
detto di Platone: L'UOMO SI CONOSCE DAI SUOI SOGNI.
Dei cinque meccanismi di elaborazione primaria, i
sogni meccanici utilizzano soprattutto:
la concentrazione (fatti dispersi durante
il giorno vengono concentrati nel sogno in un'unica scena), la dispersione
(accade il contrario), lo spostamento dell'accento (un Ego non si fa
scoprire perché l'azione si accentra attorno ad un altro Ego minore o già
smascherato), la trascrizione simbolica (l'Ego prende l'aspetto di un
animale, di un oggetto, di un elemento naturale ecc.). A quest'ultimo meccanismo
va rivolta un'attenzione particolare: se infatti il simbolo non viene decifrato,
l'Ego non viene scoperto. I simboli vanno studiati come si studia un alfabeto.
Per esempio: la Paura nel Centro Intellettuale può essere espressa da una
gabbia; la Paura nel Centro Emozionale, dal pianto; la Paura nel Centro Motore,
da un inseguimento, e così via.
L'abitudine di trascrivere questi sogni sul
quadernetto rappresenta una vera e propria AUTORIVELAZIONE.
ESPERIENZE DELL’ESSERE
Non tutti i sogni sono espressione di Ego. Alcuni
riflettono certe esperienze che l'Essenza compie nel Mondo Astrale. L'Essenza
compie sempre molte esperienze nel Mondo Astrale; quasi mai, però, esse sono
vissute dal sognatore in maniera cosciente, né al risveglio vengono ricordate.
Ciò accade perché questi sogni particolari, veri messaggi dell'Essere interno,
si trovano associati a due Centri che sono poco usati dalle persone comuni e
correnti: il Centro Intellettuale Superiore e il Centro Emozionale
Superiore. Tali Centri sono perfettamente sviluppati in tutte le persone, ma
il loro utilizzo dipende dal livello dell'Essere di ciascuno e dalla sua
capacità di entrare in relazione stabile con il 3% di Essenza libera. Ciò non
toglie che chiunque possa fare, anche in maniera inaspettata, l'esperienza di
questi sogni interessanti.
In certi casi, rari, l'Essere si presenta più o
meno direttamente. In altri casi esso si presenta nel contesto di scene
variamente elaborate. Particolare attenzione va quindi posta ai sogni contenenti
una intensa formulazione drammatica (che è un meccanismo di elaborazione
primaria non molto utilizzato dai sogni meccanici). Molto interessanti, poi,
risultano quei drammi che sembrano appartenere ad altri secoli e che si svolgono
in ambienti molto dissimili da quelli pertinenti alla vita di veglia del
sognatore. Attenzione va posta anche a scene di riunioni, discussioni,
assemblee, cerimonie che si svolgono in luoghi insoliti (templi, palazzi,
piramidi ecc.) e che coinvolgono persone anziane, strane, sconosciute.
Il linguaggio di questi sogni è fondato
principalmente sulla simbologia, sulla numerologia, sulla legge
delle corrispondenze, sulle analogie dei simili e dei contrari. Chi
vuole rendersi consapevole dei messaggi dell'Essere deve dunque dedicarsi allo
studio dei simboli e dei numeri. E ciò diventa sempre più difficile in un mondo
che tende progressivamente ad appiattire ogni linguaggio interiore anche nelle
espressioni artistiche, che ne costituivano fino a pochi anni fa il serbatoio
tradizionale.
"Le immagini astrali riflesse nello specchio
magico dell'immaginazione non devono mai essere tradotte alla lettera, visto che
sono solo rappresentazioni simboliche delle idee archetipali e devono essere
utilizzate nello stesso modo in cui un matematico utilizza i simboli algebrici"
http://www.gnosi.it/sogni
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