Come tutti, abbiamo sempre assistito alla
raccomandazione di utilizzare il sale iodato, per prevenire tutti i disturbi,
ad iniziare da quelli tiroidei, imputabili alla mancanza di iodio. Ma c’è chi
sostiene che, alla luce dell’elevato consumo di sale che viene fatto nel nostro
paese, assumere sempre sale iodato porterebbe ad un’assunzione eccessiva.
Di seguito l’articolo.
Sale iodato: il nuovo veleno legalizzato
L’uso
del sale è molto radicato nella nostra società. Usato nella nostra cucina,
questo condimento è composto principalmente da cloro e sodio, ma ce ne sono di
diverse tipologie in commercio e possono essere presenti anche altre
sostanze.
Il
sale marino integrale non raffinato possiede, oltre agli elementi propri di
questo condimento, fino a 70 minerali che sono essenziali per la salute
del nostro organismo, quali : calcio, zolfo, magnesio, potassio, ferro e
oligoelementi (stronzio, iodio, fluoro, manganese, argento, boro…)
Il
sale che conosciamo maggiormente e che si usa più comunemente in cucina,
presente in gran numero nei supermercati, viene sottoposto ad un processo
di raffinazione; cioè sono state eliminate tutte le sostanze benefiche
presenti, compreso lo iodio, ed è stato addizionato con sostanze
sbiancanti, sostanze essiccanti come carbonati, silicati, ferro cianuro di
potassio.
Alla
fine del processo, il sale diviene bianco e il cloro e il sodio contenuti
al suo interno si aggirano intorno al 99 per cento!
La
concentrazione dello iodio chimico che viene aggiunto in Italia va da 25 µg. a
45 µg. per grammo di sale, ma nell’etichetta non ne viene specificata né la
quantità né la provenienza.
Il
Ministero della Salute, da alcuni anni, suggerisce l’uso di sale iodato,
proprio il tipo di sale che oltre a essere stato raffinato con il processo
suddetto e privato dello iodio naturale, è addizionato con iodio chimico
proveniente da aziende che lo riciclano dai rifiuti speciali come inchiostri,
mezzi di contrasto per radiografie e altre sostanze.
La
cosa allarmante è che l’uso obbligatorio di sale iodato è divenuta una legge.
Di seguito un articolo dell’Ansa che spiega le motivazioni di questa legge. A
voi le dovute considerazioni.
I
l7 DIC a Roma è stata rafforzata la legge che dal 2005 incentiva la
vendita di sale iodato nella grande distribuzione. Un disegno di legge
che tra le altre cose introduce delle sanzioni per chi non rispetta le
prescrizioni. Tutto questo è stato affermato da degli esperti della
Associazione Italiana Tiroide (Ait) durante il loro congresso che si è chiuso
proprio il 7 dicembre scorso.
Secondo
i dati che sono stati riportati dall’osservatorio istituito dall’Istituto
Superiore di Sanità la percentuale di sale iodato che è stato utilizzato dalle
famiglie italiane nel 2013 si ferma al 54%, ben lontano dal 95% raccomandato
dall’Oms e raggiunto da diversi paesi europei, dall’Austria alla Svizzera.
Questo si traduce in un’incidenza ancora alta di gozzo e delle altre malattie
tiroidee dovute alla carenza di iodio.
”Proprio
la ristorazione collettiva, comprese mense e tavole calde, è la principale
destinataria del rafforzamento della legge, che è contenuto in un disegno di
legge delega che dovrebbe essere approvato a breve dal Consiglio dei Ministri”
dichiara Alfredo Pontecorvi, endocrinologo dell’Università Cattolica di Roma.
Il
provvedimento conterrà l’obbligo per queste categorie di usare il sale iodato,
così come quello per la grande distribuzione di esporre manifesti che spieghino
i vantaggi dall’uso del sale. Per la prima volta sono previste sanzioni fino a
seimila euro”.(ANSA).
La
dose massima di iodio che viene consigliata è circa 150 µg. al giorno;
considerato che giornalmente si assumono 10 – 12 gr. di sale e che il sale
iodato viene inserito nei cibi nei ristoranti, nelle industrie alimentari e
purtroppo anche nei cibi per animali, si arriva ad assumere fino a dieci volte
la dose di iodio giornaliera.
Alcune persone hanno dichiarato che in seguito aver ingerito del sale
iodato hanno riscontrato tachicardia, spossatezza, insonnia. Immaginate cosa
potrebbe succedere se venisse aggiunto sempre a quello che mangiamo…
AFFOGHI I DISPIACERI CON IL CIBO? ECCO IL
FIORE CHE TI PUO’ AIUTARE
Il fiore californiano estratto da
questa pianta serve a chi usa il cibo per dimenticare problemi e frustrazioni:
vince la tristezza e dà la forza di reagire.
Si “ricoprono” di grasso, come per
proteggersi: è il problema di tante persone in sovrappeso,
che a parole si lamentano dei chili in eccesso e promettono sempre di mettersi
a dieta, ma senza la reale motivazione di impegnarsi per davvero.
Un corpo abbondante, per molte di loro, è come
una “corazza” che le difende dai problemi del mondo
esterno, dalle difficoltà relazionali, dalle sofferenze della vita o da stress
e traumi del passato. Il cibo, specialmente quello ipercalorico
ricco di zuccheri e grassi, diventa così una consolazione, una “coccola”,
un tentativo di compensare, con qualcosa di dolce o succulento, i fallimenti,
le umiliazioni e le frustrazioni quotidiane.
Un fiore che spazza via il dolore
Chi mangia
troppo per “riempire un vuoto” o per trovare
un diversivo e un conforto a quello che non va, può affidarsi all’Echinacea,
un fiore californiano che aiuta a lasciarsi alle spalle i dolori e i traumi del
passato e a rafforzare l’autostima e la fiducia in se stessi, diminuendo
il bisogno di abbuffate consolatorie.
Il rimedio è indicato anche per chi nasconde
dentro di sé ferite e sofferenze lontane nel tempo o
è tormentato da ricordi angosciosi, e si lascia andare a
solitarie crisi bulimiche o abbuffate notturne, illudendosi di “anestetizzare”
il dolore con il cibo.
In questi casi, Echinacea
porta un immediato conforto e sblocca la voglia e la capacità di reagire.
Spazza via la “corazza” di grasso
Dopo un abbandonoo
una relazione amorosa finita male, molte persone cominciano a “maltrattare”
il proprio corpo con ogni sorta di cibo spazzatura, coprendolo di
grasso quasi volessero apparire meno attraenti e “tenersi
alla larga”da nuove sofferenze sentimentali.
L’assunzione di Echinacea aiuta allora a ritrovare
l’amore di sé e il rispetto per il proprio corpo, insieme
alla volontà di mettersi a dieta.
Dall’Echinacea si ricavano anche “medicine
naturali”
Originaria del Nordamerica, l’Echinacea
purpurea è una bella piantina vigorosa e resistente, dalle foglie a forma di
lancia e dai fitti fiori rosa intenso, simili a margherite dai petali ricadenti.
Da sempre l’echinacea viene utilizzata in
fitoterapia per le proprietà medicinali, immunostimolanti e antinfettive delle
sue radici; questo estratto non va confuso con il rimedio preparato con le
sue corolle, dalle quali si ricava invece un’essenza floreale
californiana energizzante e anti traumatica.
Diffondila in casa o in ufficio: dissolve lo
stress che innesca la fame
L’essenza di Echinacea,
diffusa nell’aria in casa, in ufficio o nell’ambiente dove si studia o si
soggiorna, aiuta a sentirsi più calmi, tranquilli e lucidi mentalmente.
Questo rimedio è l’ideale se, per esempio,
tendi ad avere molta fame a metà mattina o a metà
pomeriggio e cerchi di placarla con merendine, cioccolata, crackers o altri
cibi dolci, grassi e ipercalorici.
Ti basterà aggiungere 5 gocce del rimedio
nella vaschetta di un diffusore elettrico o a candela e lasciare evaporare per
10-15 minuti, più volte al giorno. In alternativa, versa le gocce di Echinacea
in uno spruzzatore riempito d’acqua naturale e nebulizza la soluzione spesso
intorno a te.
Come assumerla
Versa 2 gocce di Echinacea in una boccetta con
contagocce da 30 ml. Aggiungi 2 cucchiaini di brandy. Riempi con acqua minerale
naturale. Assumi 4 gocce 4 volte al giorno, non vicino ai pasti, per almeno 3
settimane.
Oppure
hai delle glicemia elevate,
ma non sei ancora andato in diabete e stai cercando un modo per evitarlo?
In
questo articolo troverai tutte le
nozioni necessarie per poter vivere una vita lunga e in salute,
al pari di qualsiasi persona normale, non affetta da diabete. Ti basterà
seguire un alimentazione sana, adatta al tuo gruppo sanguigno e soprattutto adatta ad un paziente
diabetico. Una dieta di questo tipo ti darà la possibilità di migliorare
naturalmente la tua glicemia, migliorare il tuo stato di salute attuale e
ridurre al minimo i rischi di complicanze future.
Sto
parlando della dieta per diabetici
del dottor Piero Mozzi, la dieta che ha già permesso a
centinaia di persone di sistemare le loro analisi del sangue, glicemia
compresa, di migliorare la loro qualità di vita e in molti casi di eliminare le
pastiglie ipoglicemiche, diventate inutili proprio grazie alla dieta. Anche se
sei diabetico di tipo 1, seguendo la dieta del dottor Mozzi potrai, forse non
eliminare (anche qui però ci sono stati dei casi), ma sicuramente ridurre le
tue unità di insulina
A tal proposito ti invito alla lettura di due
testimonianze importanti, di due malati di diabete di tipo 2, che seguendo la
dieta del dott. Mozzi, hanno eliminato le pastiglie e hanno ritrovato la
salute.
# Testimonianza
di Vittorio Palmieri
# Testimonianza di
Luigi
Il
dottor Piero Mozzi considera il diabete come il male del secolo. Una vera e
propria epidemia che sta investendo buona parte del pianeta, sia in Occidente
che in Oriente. Se fino ai primi anni del dopo guerra questa malattia era
sconosciuta ai più, attualmente ne
sono affetti oltre 382 milioni di persone in tutto il mondo (fonte
IDF Diabetes Atlas) e si stima che la cifra possa salire a 592 milioni nel 2035. Dati che
lasciano riflettere e che senza dubbio confermano le preoccupazioni del dottor
Mozzi.
Il
dottore ci mette in guardia su una peculiarità del diabete: esso lascia un
segno indelebile sul nostro DNA, aumentando il rischio di trasmissione della
patologia dai genitori ai figli, cosa che per altro viene attestata anche dalla
medicina ufficiale. Il rischio di sviluppare il diabete è
molto più elevato se ci sono stati casi in famiglia e questa
sua trasmissione genetica, rende il diabete una sorta di epidemia che, come di
fatto sta già accadendo, rischia di diventare un male comune per una grossa
fetta di popolazione.
Che cos’è il diabete?
Il
diabete è un
alterazione metabolica derivante da un calo dell’azione dell’insulina, o perché
ne viene prodotta troppo poca (o per niente), oppure perché qualcosa ne blocca
il funzionamento (insulino-resistenza).
L’insulina è un ormone prodotto dalle
cellule del pancreas
(le isole di Langerhans) e ha il compito di ridurre il livello di glucosio
presente nel sangue (glicemia). La glicemia
deve essere mantenuta nella norma tra 70 e 110 mg di glucosio/ 100 ml di
sangue, altrimenti si può andare incontro a:
ipoglicemia: quando la glicemia è troppo
bassa;
iperglicemia: quando la glicemia è troppo
alta.
La
glicemia aumenta ogni qual volta introduciamo con l’alimentazione dei carboidrati, rappresentati da
zuccheri ed amidi, ovvero la principale fonte di energia per l’organismo. Una
volta che gli alimenti vengono ingeriti, gli enzimi dell’apparato digerente
scompongono i carboidrati in zuccheri semplici, ovvero glucosio, con un
conseguente innalzamento della glicemia.
L’incremento
di glicemia a sua volta stimola la produzione di insulina da parte del
pancreas, che ha il compito di favorire l’ingresso del glucosio nelle cellule e
il suo utilizzo come carburante, abbassando così la glicemia.
Nel
diabete la mancanza d’insulina, o il suo cattivo funzionamento, generano un
accumulo in eccesso di glucosio nel sangue (iperglicemia), che se rimane tale
per un periodo prolungato può portare problemi anche gravi.
Esistono
varie forme di diabete:
diabete di tipo 1;
diabete di tipo 2;
diabete gestazionale.
Diabete
di tipo 1
Il
diabete di tipo 1 è
classificato come una vera e propria malattia
autoimmune. Infatti c’è la distruzione delle cellule β del
pancreas, ovvero di quelle cellule destinate alla produzione di insulina, a
seguito di una risposta autoimmune dell’organismo.
Essendo
l’insulina necessaria a far entrare il glucosio nelle cellule, la persona affetta
da diabete di tipo 1 è obbligata ad assumerla dall’esterno. Per questo motivo
chi ha il diabete di tipo 1 viene definito come soggetto insulino-dipendente. Il diabete di
tipo 1 è la forma di diabete più rara
e sorge più frequentemente nei primi trent’anni di vita. Attualmente si stima
che ne siano affetti circa 3 milioni di persone.
Diabete
di tipo 2
Il
diabete di tipo 2 è
la forma di diabete più comune, riguarda più del 90% dei casi di diabetici e
compare con più frequenza nei soggetti con più di 40 anni, anche se non
sono così rari casi in cui si è manifestato anche in ragazzi molto giovani. Il
diabete di tipo 2 può manifestarsi in due modi:
1.
Insulino-deficenza:
le beta-cellule del pancreas non producono abbastanza insulina.
2.
Insulino-resistenza:
l’insulina viene prodotta correttamente, ma le cellule del sangue non lavorano
nel modo corretto e non consentono al glucosio di entrare.
Diabete
gestazionale
Il
diabete gestazionale
è una forma “momentanea” di diabete che caratterizza una percentuale delle
gravidanze. Dal secondo trimestre di gestazione la madre non riesce più a
tenere sotto controllo la glicemia. Il diabete gestazionale, che comprende una
quota importante delle gravidanze, sembra
scomparire dopo il parto.
E’
altresì vero che chi ha manifestato questo tipo di diabete, ha successivamente
maggiori probabilità di sviluppare il diabete di tipo 2.
I sintomi del diabete
Nel
diabete di tipo 1 il
pancreas non produce più insulina, quindi le cellule non assorbono più
glucosio, per questo motivo c’è quasi sempre un aumento dell’appetito, a cui
segue però un calo improvviso del peso (proprio perché le cellule non riescono
ad assorbire l’energia introdotta dal cibo), un incremento del volume delle
urine (poliuria) e un aumento della sete (polidipsia).
Nel diabete di tipo 2 i sintomi sono simili al diabete di tipo 1, ma di solito
si sviluppano molto più lentamente e spesso non ci si accorge di avere il
diabete. Nella maggior parte dei casi si scopre di avere il diabete solo dopo
un normale controllo. Tramite analisi del sangue si capisce che il soggetto ha il diabete dall’alto
valore della glicemia (superiore a 200 mg/dl in qualsiasi ora
del giorno e superiore a 126 mg/dl la mattina a digiuno).
Altri
sintomi che possono segnalare la malattia sono: il prurito, il formicolio dei piedi, o delle mani, offuscamento della
vista, ulcere, infezioni alle vie urinarie e stanchezza.
Possibili complicanze future
Se
non viene tenuto sotto controllo e non viene tenuta a bada la glicemia, il
diabete può portare diverse complicanze, anche serie.
Complicanze
cardiovascolari
Il
diabete può causare in modo specifico e diretto, se non è tenuto sotto controllo,
delle serie patologie di natura microvascolare dovute cioè all’occlusione e al
deterioramento dei piccoli vasi sanguigni di molti organi. Si tratta:
retinopatia diabetica (i capillari della retina si
deteriorano e rendono gradualmente difficile la visione)
nefropatia diabetica (i ‘filtri’ presenti nel
rene perdono gradatamente la loro funzionalità)
neuropatia diabetica
periferica
(i nervi soprattutto nelle aree più distanti dal cervello come il piede e
la gamba perdono sensibilità)
piede diabetico (la diminuita sensibilità
rende più facile la formazione di ulcere e infezioni, i capillari spesso
occlusi ostacolano la naturale reazione dell’organismo rendendo difficile
o impossibile la guarigione naturale dei tessuti).
Nei
casi più gravi queste complicanze possono avere esiti molto seri. Tuttavia
l’attenzione dei medici in questi ultimi anni si è orientata soprattutto sul
ruolo del diabete come fattore di
rischio cardiovascolare.
In
pratica il diabete, se non tenuto sotto controllo, favorendo il processo di
ostruzione delle arterie moltiplica il rischio di sviluppare ictus o infarti.
Una persona con diabete corre lo stesso rischio di avere un infarto di una
persona identica per età, sesso e peso, che ha già avuto un infarto.
Complicanze
macrovascolari
È
importante notare che, mentre occorrono molti anni, più spesso decenni, perché
una persona con diabete sviluppi le conseguenze più serie di una complicanza
‘microvascolare’ (per esempio perché sviluppi problemi alla vista o nella
sensibilità al piede), il rischio
cardiovascolare aumenta fin dal primo giorno di diabete.
In
realtà il rischio aumenta già da prima dello sviluppo del diabete, perché le
fasi di moderata alterazione della glicemia comunemente definite ‘pre-diabete’
sono già sufficienti per aumentare il rischio di infarti e ictus in modo
sensibile.
Le cause del diabete secondo il dottor Mozzi
La
medicina Ufficiale ancora non riesce a dare una risposta chiara su quali siano
le vere cause del diabete, sia esso di tipo 1 che di tipo 2.
In caso di diabete di tipo 2 vengono generalmente imputati:
lo stile di vita troppo
sedentario;
l’obesità e il sovrappeso:
quindi l’alimentazione;
l’età;
i fattori genetici ereditari:
se un famigliare ha avuto il diabete c’è una probabilità molto maggiore
che lo sviluppi anche il figlio;
lo stress;
Il
dottor Mozzi, oltre alla sedentarietà, imputa come principale responsabile della malattia la cattiva
alimentazione, anche se ribadisce che chi ha avuto casi in
famiglia di diabete, ha maggiori probabilità di contrarre a sua volta il
diabete.
Per
quanto riguarda l’alimentazione, i medici danno la colpa soprattutto a dolci e
grassi saturi di origine animale. Il dottor Mozzi a sua volta crede che l’abuso
di dolci abbia un impatto notevole su questa patologia, ma i maggiori responsabili
sono altri.
La
causa principale del diabete, molto più dei dolci e dello zucchero, è l’abuso
massiccio di CEREALI.
In India, paese che viaggia a riso, ci sono
oltre 40 milioni di diabetici
Sto
parlando soprattutto di pane e pasta
(cioè frumento), alimento chiave della dieta Mediterranea e bene o male
presente nell’alimentazione quotidiana di ogni Italiano. Non è a caso che le
regioni italiane più colpite dal diabete siano quelle del sud Italia, con in testa la
Calabria, seguita da Puglia, Basilicata e Campania. Regioni dove il consumo di
frumento è nettamente superiore al resto d’Italia.
In India, paese che viaggia a riso, ci sono oltre
40 milioni di diabetici
Ma
il frumento non è l’unico colpevole, altrimenti non si spiegherebbe come mai in
India, dove pasta e pane sono quasi sconosciuti, ci siano oltre 40 milioni di
diabetici. In tal caso la loro dieta, come in gran parte dei paesi Asiatici,
comprende il consumo massiccio di riso,
un altro cereale.
In
sostanza sia nel diabete di tipo 1, che di tipo 2, il dottor Mozzi individua
nei cereali il responsabile principale di questa malattia, facendo però una
distinzione importante:
Diabete
di tipo 1
Il
dottor Mozzi, nel video-intervista dedicato al diabete, descrive le persone con
diabete di tipo 1
come “programmate dalla natura”
per non toccare alcun tipo di cereale. Sono i cereali che scatenano la risposta autoimmune, con la
conseguente distruzione delle beta-cellule del pancreas.
Per
essere ancora più chiari, se sei affetto da diabete di tipo 1 è come se tu
fossi “allergico” ai
cereali e la reazione allergica, successiva all’introduzione di questi
alimenti, non è altro che la distruzione delle cellule del pancreas. Come ho
già detto, quando si parla di cereali, il dottor Mozzi intende di tutti i cereali, anche quelli che
non contengono glutine, come miglio, mais e riso.
Inoltre
il dott. Mozzi individua un secodo responsabile nel latte vaccino e nei suoi derivati.
Diabete
di tipo 2
Nel
diabete di tipo 2 la causa scatenante rimane sempre l’eccessivo consumo di cereali
soprattutto se questi vengono ripetutamente mangiati a cena, come avviene
spesso con il pane.
Veniamo
continuamente bombardati da messaggi poco ottimistici riguardo alla nostra
salute, vi siete mai chiesti il perché?
Siamo descritti come
esseri che si ammalano di frequente e molti ci hanno anche creduto e poi,
guarda caso, si sono ammalati.
Ma siamo sicuri che
le cose stiano veramente così male?
Credo che sia giunto
il momento di prendere in mano la nostra salute e di non lasciarla più. Può
sembrare molto difficile all'inizio, ma credetemi una volta compreso il meccanismo della
salute e della malattia tutto sarà più semplice.
Camminare a piedi nudi il più
possibile per vivere meglio!
Dalla notte dei tempi è risaputo
che camminare a piedi nudi
alla mattina sull’erba bagnata, o sulla battigia della spiaggia, produce
un’immediata sensazione di benessere.
La
maggior parte delle persone riterrà che il benefico effetto sia conseguente ad
una sensazione soggettiva, e nulla più. Ma non è proprio così.
La
scienza ha studiato questo tipo di esperienza, e ha dedotto che non si tratta
solo di sensazione, poichè la “messa a terra” dell’organismo, produce effetti
fisici reali. Ne parla abbondantemente il libro “Earthing. A piedi nudi: curarsi con le energie della terra“ scritto
da Clinton Ober, Stephen T. Sinatra e Martin Zucker, per la Macro Edizioni.
Gli
autori partono dal punto di vista che l’essere umano è costituito da acqua e
sali minerali, e quando cammina sulla superficie della terra, possiede un certo
potenziale elettrico,
anche di un centinaio di volt, che è misurabile dalla sommità del capo ai
piedi. Questo potenziale fluttua nel nostro corpo e interagisce con l’organismo
in ogni nostra attività. Purtroppo però, più il potenziale è alto, peggiore
saranno le conseguenze sul nostro fisico, e questo perchè gli elettroni che
circolano nel nostro corpo interferiscono con le normali reazioni bioelettriche
e con l’eliminazione dei famosi radicali liberi.
I
radicali liberi svolgono una azione positiva nei confronti delle tossine, germi
ecc. ma un loro eccesso causa una eccessiva ossidazione dei tessuti sani, che
si riflette a cascata sul corretto funzionamento degli organi corporei. Molti
studi clinici hanno evidenziato che l’insonnia, lo stress, l’aumento del
cortisolo, fino alle modificazioni dei globuli rossi nel sangue, che perde fluidità,
sono causati da un eccesso di radicali liberi ossidanti (1).
E’
dunque assolutamente indispensabile che le cariche positive degli elettroni
accumulati nell’organismo si scarichino verso la terra. E il nostro organismo,
nella meravigliosa logica della natura, realizza questo effetto attraverso i
piedi, ed esattamente attraverso l’altissimo numero di terminazioni nervose
(ben 1300 per pollice quadrato!) con l’aiuto delle ghiandole sudoripare, che
sono sovrabbondanti proprio nei nostri piedi.
Il
problema è: come assicurarsi questo
collegamento con la terra?
Anzitutto,
dato che pochi di noi sono elettricisti o periti elettronici, va definito il
significato di “messa a terra”!
La
terra, che in questo caso può giustamente anche essere definita massa è esattamente il complesso totale
della materia che compone il nostro pianeta. Pertanto, ogni corpo, oggetto,
elemento che esiste sulla faccia della terra, dato che è costituito da masse di
elettroni, deve assolutamente avere e mantenere un collegamento fisico con la
madre terra, e con la sua massa elettrica. Ed esattamente come ogni impianto
elettrico casalingo deve avere, per esigenze di sicurezza, il collegamento a
terra (2), per
eliminare pericoli di folgorazione ecc, così anche il nostro organismo deve
poter “scaricare” a terra le correnti corporee ed elettrostatiche. La
potenzialità di queste correnti è ben evidente, quando l’atmosfera è secca, e
toccando a mani nude un oggetto metallico scocca una scintilla.
Il
problema del collegamento alla terra non è una questione di scarsa importanza.
Infatti, più le persone vivono in edifici alti, più il loro corpo si carica
elettricamente. A quattro metri d’altezza il potenziale può arrivare a 800
volt. E più in alto si vive, più il voltaggio aumenta (3). Tra l’altro, viviamo
costantemente isolati dalla terra anche a causa delle calzature di gomma e a
causa anche di metri e metri di cemento di soffitti e di pavimenti.
Tuttavia
non spaventiamoci, perchè i rimedi non mancano. Ad iniziare dall’acqua, e dal
suo meraviglioso potere. Una buona doccia, o meglio un bagno con i sali, aiuta
l’organismo a ripristinare la naturale potenzialità elettrica. L’ideale sarebbe
comunque uscire all’aperto, e camminare sulla terra, quando è possibile a piedi
nudi!
Infine,
c’è chi ha pensato addirittura di utilizzare la presa di “terra” comune nelle
nostre prese elettriche (attenzione: è il polo centrale) per poterci collegare
un filo elettrico che va ai cuscini, lenzuola, materassi e quant’altro, che
però dovrebbero essere realizzati in materiale conduttivo .
IMPORTANTE:
è accertato che in certi casi il potenziale elettrico umano entra in risonanza
con le alte frequenze dei campi elettrici ed elettromagnetici. Riportare il
nostro potenziale ai valori normali, sopratutto di notte, è quindi un’ottima
difesa anche dall’elettrosmog.
Lorenzo Guaia
Note
1 – Cfr Studi del dott. George
Starr White, nel suo libro “Cosmo electro
colture for land and man”
2 – Normalmente il polo elettrico
centrale delle prese in tutti gli impianti elettrici è collegato fisicamente
alla terra con un grosso cavo, di colore giallo-verde. Il cavo è altresì
collegato alla terra generale degli edifici, che altro non è che non un grosso
e lungo palo metallico, o picchetto, che viene sotterrato in prossimità delle
fondamenta.
3 – Circa 150-200 volt per ogni
metro d’altezza, a seconda del livello d’umidità atmosferico
Camminare a piedi nudi sulla sabbia o nell'erba fa bene al corpo e
all'anima.
Camminare sempre con le scarpe con suole isolanti e camminare sempre
sull’asfalto fa male alla salute. Al contrariola
cosiddetta “messa a terra del proprio corpo” favorisce il benessere.
Questo è quanto sostengono gli amanti e i conoscitori dell’ Earthing.
Earthing letteralmente significa messa a terra, è una pratica che
combina passioni naturalistiche, concetti filosofici e saperi scientifici.
Secondo
i dettami dell’Earthing l’uomo dovrebbe mettersi in contatto con la terra
almeno 2 o 3 volte al giorno camminando a piedi nudi in un prato o su una
spiaggia oppure semplicemente sedendosi scalzo sull’ erba piuttosto che sulla
sabbia.
Il contatto fisico tra l’uomo
e la terra metterebbe in moto un vitale scambio
energetico tra la natura (intesa come il nostro habitat e come il
complesso dei fattori biochimici che ci permettono di nascere e vivere su
questo pianeta) e l’essere umano.
Da
un punto di vista fisico il pianeta terra é un campo energetico e, sulla base
del principio per cui l’energia non si crea né si distrugge, il ciclo
energetico terrestre sarebbe alimentato dalle radiazioni solari; del resto è
universalmente accettata l’importanza vitale del sole senza cui la terra non
sarebbe capace di sostenere la vita così come la conosciamo.
Se il sole passa gli impulsi vitali alla terra, la
terra dovrebbe trasmettere i suoi stimoli energetici all’ uomo. Tuttavia
è impensabile che questa trasmissione avvenga senza contatto, senza cioè che
l’uomo si metta a terra, tocchi la terra confermando la sua appartenenza alla
natura e il suo bisogno di interazione con essa.
I
sostenitori dell’Earthing si dicono certi che il rapporto fisico tra l’uomo e
la terra costituisca per l’individuo una vera e propria opportunità di
ricaricare il proprio corpo ed il proprio spirito!
Fisicamente (e qui
fisicamente sta per scienza della fisica) la
terra ha una propria carica magnetica grazie alla quale produce elettroni
a acrica negativa. L’uomo che goda del contatto fisico col terreno
(sia esso erboso o sabbioso) assimila questi elettroni ed il fisico né
beneficia.
Oggi
per ricaricarsi e godere della carica elettrica naturalmente prodotta dalla
terra è indispensabile spogliarsi o quanto meno togliere le scarpe, nonché
abbandonare l’asfalto; le suole delle scarpe e il
cemento isolano l’uomo dalla sua fonte energetica.
I benefici dell’Earthing sarebbero molti:
questa
pratica favorirebbe il rilassamento, con conseguente scarico dello stress;
aiuterebbe il naturale equilibrio metabolico dell’ uomo avvantaggiano anche il
dimagrimento; lenirebbe i dolori cronici; favorirebbe la corretta postura;
potenzierebbe il sistema immunitario; riequilibrerebbe gli asetti ormonali;
aiuterebbe la cicatrizzazione e avrebbe un potere lenitivo; sosterebbe la
tonificazione dei tessuti coadiuvando l’attività sportiva; favorirebbe il sonno
e sopratutto limiterebbe i processi degenerativi e di invecchiamento.
E’
gratuito e ha straordinari benefici per il corpo e la mente. Dalla postura,
alla pressione, alla muscolatura fino a sciogliere lo stress. Ecco svelata una
terapia completa per migliorare la nostra vita.
CAMMINARE NON FA SEMPRE BENE
Si
parla spesso dei benefici della camminata, ma come sa chiunque abbia provato a
farlo per lungo tempo e di buon passo può anche far male ai piedi, provocando
calli, duroni, vesciche o danni ancora più gravi alla postura e al sistema
scheletrico.
Questo
succede spesso se si indossano scarpe da ginnastica inadatte e alla lunga ogni
scarpa è inadatta in quanto non permette il contatto naturale del piede con il
terreno spostando quindi la postura (tramite il tacco) e impedendo la scarica
elettromagnetica (tramite il materiale plastico che è isolante).
STUDI SULLE POPOLAZIONI NATIVE
Studi
condotti su popolazioni dell’Africa e dell’Asia che camminano a piedi nudi
dimostrano che chi non porta le scarpe ha piedi più sani, meno deformi e più
mobili di chi vive nelle società in cui si portano le scarpe. Inoltre hanno una
postura perfettamente eretta, senza mal di schiena e senza tutte le vaste
ripercussioni sui vari organi.
E’ UN MASSAGGIO NATURALE COMPLETO
Quando
passeggiamo a piedi nudi sulla sabbia diamo vita ad un massaggio naturale in
grado di riassorbire il sangue che ristagna a livello delle gambe e dei piedi.
In questo modo il liquido viene ridistribuito, il senso di stanchezza e
pesantezza tende a scomparire, e anche l’aspetto estetico ne beneficia.
Addirittura
il tuo umore migliorerà. E non solo perché vederti più bella è di certo ragione
di una certa felicità, ma perché il maggiore afflusso di sangue al cervello fa
in modo che si verifichino anche dei processi chimici ormonali a livello di
serotonina ed ossitocina.
LA SABBIA E’ IMPERFETTA
La
caratteristica che rende unica la sabbia è la sua instabilità. Camminando su di
essa il piede riceve delle stimolazioni che tramite impulsi nervosi vengono
immediatamente recepite dalla colonna vertebrale, che si adatta si conseguenza
risvegliando quindi la corretta biomeccanica del corpo. Queste terminazioni
sono inoltre in comunicazione con tutto il corpo e stimolano e riattivano anche
vari organi.
RIFLESSIOLOGIA PLANTARE GRATUITA
footmeridianNel
piede ma anche in altre parti del corpo è riflesso tutto il nostro corpo.
Questo in accordo alle più moderne ricerche dalla teoria frattale e al campo
biofotonico fino alla più recente conferma dell’esistenza dei meridiani
energetici che scorrono lungo tutto il corpo e terminano nei piedi. Lo shiatsu
fa largo uso di questi punti dei piedi stimolandoli con la digitopressione.
La
riflessologia plantare viene fatta risalire alle antiche civiltà, soprattutto
orientali ma ci sono prove che questa tecnica venisse praticata anche dalle
civiltà precolombiane e dai pellerossa.
La
stimolazione naturale della sabbia e dei sassi, con le loro imperfezioni,
costituisce quindi un massaggio completo per tutta la pianta del piede andando
quindi ad avere una ripercussione positiva su tutti gli organi e le ghiandole.
EARTHING: LA PIÙ IMPORTANTE
SCOPERTA SULLA SALUTE DI SEMPRE?
La
ragione del senso di benessere che si prova nel camminare a piedi nudi è dovuta
al fatto che si riceve un potente impulso di elettroni benefici direttamente
dalla terra.
La
terra ha una carica leggermente negativa, così quando si cammina a piedi nudi
sulla sabbia gli elettroni fluiscono dalla terra direttamente nel corpo, dando
una “trasfusione” di potere di guarigione.
I
radicali liberi “vengono scaricati a terra” e ciò permette di mantenersi
giovani e in forza.
CIRCOLAZIONE, SISTEMA IMMUNITARIO
E PRESSIONE
Si
hanno infine enormi benefici a questi tre livelli. La terra è una fonte
naturale di campi elettrici sottili, che sono essenziali per il corretto
funzionamento del sistema immunitario, la circolazione, la pressione e la
sincronizzazione dei bioritmi. Il Dr. Mercola ha osservato nelle sue ricerche
che camminare ogni giorno per almeno un’ora a piedi nudi sulla sabbia permette
di ristabilire tutti i valori nella norma in breve tempo.
Togliere
le scarpe che fasciano il piede e stare a contatto con la nuda terra dona una
grande sensazione di liberà e benessere. Questa sensazione di essere sostenuti,
di poter scaricare a terra e del continuo massaggio sotto i piedi migliora il
nostro umore e calma la mente. Una terapia per corpo e mente. Vi consiglio di
non pensare a tutti questi benefici durante la passeggiata, ma solamente di
godervi il momento presente. Buona passeggiata