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I sette centri energetici emozionali del corpo: l’armatura caratteriale
Fin
da piccoli, per far fronte ad un ambiente che non dà spazio ai nostri bisogni,
impariamo a bloccare alcune parti di noi, quelle parti che non sono accettate
dagli altri. Per esempio, molte volte, fino da bambini, proviamo rabbia
che vorremmo esprimere. Ma può accadere che la nostra aggressività non sia
accettata dai genitori, dagli amici e dalla società, così, impariamo a
bloccarla a livello psicologico.
Se
queste modalità si ripetono nel tempo, il blocco emotivo la contrattura fisica
si cronicizzano. Con lo scorrere degli anni, l’uomo diventa prigioniero di
una “corazza” muscolare e caratteriale formata da tutti quegli atteggiamenti
sviluppati per bloccare il corso delle emozioni. L’energia si blocca nelle
parti del corpo coinvolte che diventano sede di tensioni e conflitti emotivi.
Per approfondimento leggi l’articolo “La corazza caratteriali e i blocchi emozionali
Carattere e linguaggio del corpo
Freud
trattava le resistenze analizzando il dire e il fare. Reich osservava il
comportamento: posture, gesti, atteggiamenti, ovvero il linguaggio del corpo.
Egli formulò per primo la teoria coerente del carattere, ricreò l’unità
biopsichica dell’uomo, ed una integrazione tra psicoanalisi e medicina.
Le
difese del carattere (temperamento) costruiscono delle barriere contro tutte le
emozioni classificate pericolose; queste difese vennero chiamate corazze
caratteriali. L’accumulo di tensioni è da imputare già alla prima infanzia, e
interessante fu la correlazione tra la corazza caratteriale psichica e quella
somatica.
Bastava
in fondo invertire i fattori per ottenere un risultato. Allora, anziché agire
sul blocco psichico, si poteva provare ad agire sulla corazza somatica
corrispondente. D’altronde lavorare direttamente sul corpo (zona della
proiezione delle cause) rendeva l’opera più semplice e verificabile. La
sua sperimentazione lo portò a felici constatazioni; difatti ogni volta che una
corazza muscolare veniva sciolta, affioravano le remote cause psicologiche.
I segmenti dell’armatura: la corazza caratteriale
Uno
dei problemi delle cosiddette resistenze, il cui studio costituì per Reich un
punto di partenza, è in realtà relativo al fatto che non è possibile condurre
una psicoterapia davvero efficace se non si tiene conto e non si restituisce al
paziente la sua corporeità. Ciò che accade nella mente avviene anche nel
corpo, che è il “luogo” della nevrosi.
La
frustrazione comporta un’emozione più o meno intensa ed ogni emozione viene
sempre trattenuta nella muscolatura attraverso dei blocchi del respiro. Si
delinea così l’esistenza di un legame molto stretto tra le tensioni vissute, le
difese che esse attivano nelle diverse persone e la formazione della struttura
del carattere di un individuo.
Reich
delinea una visione olistica dell’uomo al cui interno, il mondo corporeo della
persona, è considerato il “come” psichico, emotivo, comportamentale ed
affettivo. Il nostro campo corporeo è allo stesso tempo il nostro campo
psichico, l’individuo è uno, corpo/mente, non separabili.
Reich
è, non a caso, considerato anche colui che ha posto le basi per lo sviluppo
della psicosomatica. Esiste secondo Reich, una identità funzionale tra corpo
mente, due entità non più separabili e mosse o bloccate dalla stessa energia,
da lui definita “orgone”, un termine per definire la “pulsazione vitale”
dell’individuo.
Cos’è l’orgone: la pulsazione vitale
L’orgone
è un termine per definire non solo la “pulsazione vitale”, che nell’uomo si
manifesta sotto forma di libido (intesa come energia psichica e non sessuale),
ma secondo Reich, anche l’universo sarebbe pervaso dallo stesso tipo di energia
ed il libero fluire dell’energia orgastica individuale resa difficoltosa da una
società repressiva, non è benefica solo per l’uomo singolo ma anche per il
cosmo.
Esiste
una identità funzionale tra la nostra psiche ed il nostro corpo; con questo
assunto, basato sull’approfondimento della sua esperienza clinica, Reich compie
un passo fondamentale verso la psicologia olistica, che concepisce in maniera
unitaria e correlata ogni funzione dell’essere umano. L’essere umano è infatti:
unità nella molteplicità.
Viene
così sanata finalmente la storica frattura tra corpo e mente che ha
condizionato enormemente lo sviluppo della psicologia dell’uomo, di differenti
approcci clinici alle problematiche dell’uomo e quindi, l’approccio
metodologico e filosofico inerente l’essere umano.
Basandosi
sulla scoperta della identità funzionale tra corpo, emozioni e carattere, Reich
sviluppò una metodologia psicoterapeutica non più schiavizzata dall’esclusività
della dimensione verbale e cognitiva ma che include anche l’espressione
emotiva, la dimensione del contatto tra terapeuta e paziente, la respirazione e
la percezione corporea.
Con
il procedere della sua esperienza, Reich diede un altro contributo alla pratica
clinica individuando nel corpo, sette livelli, che possono essere considerati
come degli anelli o metameri, ognuno con un suo linguaggio ed una sua
funzionalità nello sviluppo dell’individuo. E’ proprio grazie all’esistenza di
questi livelli, ognuno dei quali integra in sé l’aspetto muscolare, emozionale
ed energetico, che è possibile leggere sul corpo, la storia dell’individuo e
comprendere a quale livello, la sua energia vitale è maggiormente paralizzata.
I segmenti dell’armatura con rispettiva struttura caratteriale
Vediamo
allora quali sono, secondo Reich, questi sette livelli ed il loro significato
di base, preannunciando che ad ognuno di questi livelli, potrà corrispondere un
blocco emotivo, che darà luogo ad una determinata tipologia di struttura
caratteriale.
Livello degli occhi
Gli
occhi costituiscono il fondamento del nostro primo contatto con la realtà
infatti, non a caso, l’altro modo per definire l’atto della nascita è: “vedere
la luce”. E’ con gli occhi che avviene il primo contatto con la realtà. E’
utile però considerare che non necessariamente all’atto del guardare,
corrisponde l’atto del vedere. Infatti, soltanto guardando una persona negli
occhi, possiamo comprendere il livello della sua coscienza, della profondità,
lucidità e chiarezza.
Negli occhi c’è un vero e proprio mondo emozionale; essi possono essere spaventati, vuoti, opachi, assenti ed impenetrabili, oppure penetranti, inquietanti. O ancora, gli occhi possono essere luminosi, profondi oppure attoniti, quieti. In certe persone, gli occhi sono sfuggenti, fissi, cattivi, agitati oppure sognanti, smarriti. In altre, accesi e sereni e buoni, attenti al mondo circostante, talvolta essi ci appaiono anche maliziosi.
Negli
occhi si rivela l’essenza stessa di un uomo e la sua indole, il tipo di
relazione che egli ha con se stesso e con il mondo, la sua presenza a se stesso
ed al mondo. In base alla teoria e terapia di Reich, nella quale la coscienza
ha un ruolo fondamentale, non a caso è in uso dire che “essere negli occhi
significa esserci”.
Livello della bocca
Sono
compresi le labbra, i denti e la mandibola. Essendo la bocca collegata alla
fase dell’allattamento e dello svezzamento, il secondo livello esprime
tematiche orali, alle quali sono connesse il rapporto con l’affettività e le
tematiche del bisogno e della dipendenza.
A
questo secondo livello è presente la mandibola con grande capacità di serrarsi
e di bloccare le emozioni. La mandibola ed il mento possono trattenere e tenere
bloccate, grandi cariche di rabbia. Se la bocca di una persona non vuole
aprirsi, ciò, con grande chiarezza, esprime sfiducia, la paura di venire invasi
ed il rifiuto a far entrare chiunque.
Livello del collo comprendente anche l’interno della gola
Dobbiamo
sempre considerare che ogni livello sfuma in quello successivo. Ciò è
particolarmente evidente con la gola, posta al confine tra il secondo e il
terzo. A questo livello si esprimono le tematiche narcisistiche, la percezione
del proprio io e dell’immagine di sé, da portare nel mondo. Tanto andare a
testa alta che a testa bassa, non sono che due atteggiamenti opposti di sé che
si declinano grazie alla postura del collo. Nel collo è presente la rigidità
cioè la paura di lasciarsi andare.
Livello
della gola ha una importanza fondamentale perché la gola è come una chiusura
lampo che ci consente di bloccare l’accesso alle nostre emozioni più profonde,
quelle che salgono direttamente dal nostro cuore. In tal senso la gola, là dove
sono trattenute emozioni troppe forti, può trasformarsi in una vera e propria
barriera che separa la testa dal resto del corpo. Così il nostro cuore e la
nostra testa, alla fine smettono di comunicare. E’ ciò che si definisce
abitualmente come soffocare le emozioni.
Livello del torace
Se
ne comprende l’importanza pensando che a tale livello c’è il cuore che è
l’organo che pompa la vita e che rappresenta la porta d’ingresso della nostra
identità essenziale. Le tematiche legate a questo livello sono vastissime.
Pensiamo
che è qui che ci sono anche le spalle, sulle quali talvolta come in chi le ha
curve, si portano troppi pesi oppure si esprime un forte senso di rassegnazione
a situazioni vissute come insopportabili ed immodificabili, ma talvolta sono
curve anche perché la persona crede di poter portare qualsiasi peso. Le scapole
serrate possono esprimere rabbia e paura,
L’aspetto
fondamentale di questo livello è la tematica del respiro. E’ qui che si trovano
i nostri polmoni ed quindi qui che trova il centro del rapporto con l’energia
vitale. Il torace può essere in molti modi diversi: gonfio ed incapace di
arrendersi, rilassarsi nell’espirazione o al contrario, essere scarico e
depresso, con poca energia, incapace di inspirare e di prendere, cioè di
riempirsi.
Il
cuore è il luogo di profondissime emozioni da esplorare, “imprigionate” e
negate oppure congelate. Troviamo sempre a questo livello, le braccia e le mani
connesse ai temi del toccare ed accarezzare, del prendere e del lasciare.
Livello del diaframma
Dipende
da esso tutta la respirazione, è proprio bloccando il respiro che ogni tipo di
emozione viene controllata e repressa. Il diaframma è la principale chiusura
lampo per spezzare il nostro corpo in due. Così, il diaframma separa la parte
istintuale dal cuore, bloccando in sinergia con la gola, qualsiasi impulso e
sentimento, ogni tipo intensità del nostro sentire, qualsiasi possibilità di
accesso al piacere.
Il
blocco del diaframma presente in tutti noi, anche se a livelli differenti nella
cultura occidentale, impedisce anche di far arrivare energia ai genitali.
Diminuisce così anche l’energia sessuale. Il diaframma è il centro del rapporto
con l’energia vitale e con la nostra vitalità.
Livello della pancia
E’
il luogo delle emozioni viscerali e la sede di numerosi organi: milza, fegato,
pancreas, stomaco. Quanti ormai riescono ancora a sentire con la pancia?
Sicuramente pochissimi. Le tematiche connesse sono quelle della digestione e
dell’assimilazione di cibo ed eventi, quindi anche il tema dell’ansia.
Nella
pancia si trova l’ombelico al quale durante la vita intrauterina era collegato
il cordone ombelicale. A questo livello si evidenziano tematiche quali quello
della nausea e del rigetto; è il luogo della disperazione più profonda tanto
che è proprio nella pancia che si può sentire la presenza di un “buco”,
talvolta grande come una voragine, nella quale si può sentire di sprofondare.
Livello del bacino: comprendente genitali, gambe e piedi
L’intensità
del piacere che possiamo sperimentare è legata alla quantità ed all’intensità
di energia libidica che si scarica attraverso i genitali. Il blocco del bacino
e delle pelvi limita ed a volte può impedire completamente questa scarica,
agendo in modo sinergico al blocco degli altri livelli.
Nelle
gambe poi troviamo anche il tema del radicamento, al quale sono connessi i temi
della fiducia o sfiducia nella vita, quello della solidità, e dell’equilibrio,
del contatto con la terra.
Nessuno di questi blocchi descrive, ovviamente, la complessità della nostra realtà umana. Né delle esperienze che noi viviamo quotidianamente. Tutti però offrono degli spunti per comprendere che spesso, dietro alla nostra difficoltà al cambiamento sta qualcosa che non passa dalla mente, ma parte dal corpo e poi arriva alla mente.
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