mercoledì 29 luglio 2015

Il superamento della psicosomatica

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Scritto da : Mauro Sartorio
La psicosomatica è una terra di mezzo in medicina, ufficialmente riconosciuta ma anche no, o perlomeno lo è limitatamente a quelle situazioni in cui non è possibile trovare una base organica e quindi si opta per il "disturbo psicosomatico".

La misteriosa connessione mente-corpo ha una lunghissima storia di indagini, e negli ultimi anni del secolo scorso il suo sviluppo ha preso un'accelerazione verticale.
Viviamo ora in un periodo abbastanza schizofrenico, in cui le evidenze di stretta relazione tra mente, emozione e corpo sono numerose ma i protocolli clinici per lo più le ignorano, e in cui le scoperte in questo campo sono rivoluzionarie ma la stessa psicosomatica fatica a integrarle.

Oggi disponiamo di una scienza esatta che possiede gli strumenti (certamente perfettibili) per spiegare nel dettaglio quei meccanismi della psiche che muovono l'organismo, proprio come disponiamo di una scienza esatta che spiega nel dettaglio le leggi che generano una differenza di potenziale elettrico nel cielo, producendo quel fenomeno sensato e riequilibratore che è il fulmine.
Eppure si ha l'impressione che ci sentiamo in dovere di continuare a credere che quelle saette siano certamente scagliate da Zeus, quando Zeus è nervoso.
Mi sembra che, oggi, ignorare la scoperta delle leggi biologiche e continuare a battere la strada dello "stress" psicosomatico, richieda uno sforzo pari al negare l'evidenza che dietro i fulmini ci sono cariche elettromagnetiche e non il malumore divino.

Come è cambiata la conoscenza scientifica rispetto al periodo greco-romano lo sappiamo bene, ma come è cambiata la conoscenza in ambito psicosomatico in seguito all'introduzione delle leggi biologiche?

- Il concetto di "stress" è accantonato e la parola stessa cade in disuso, non avendo un significato determinato.
- Non si parla più di influenza sul corpo da parte delle emozioni, come amore, risentimento, indecisione, sensi di colpa, vergogna, orgoglio e tutte le infinite sfumature.
 

Infatti le emozioni sono qualcosa solo di successivo alla reazione biologica.
- Non si parla di significati simbolici
Tutto è ridotto ai minimi termini, alle più semplici e basilari funzioni biologiche proprie dei tessuti corporei, istruiti dall'evoluzione per dare risposte automatiche e sensate con il fine della sopravvivenza.

- Non vengono considerate condizioni e situazioni generiche, come "sono un testardo", "non mi sento amato", "ho dei sensi di colpa nel passato", "mi manca la tranquillità finanziaria", ecc. (vedi i riferimenti nell'immagine più sotto).
Una atmosfera generale può certo dare alcune indicazioni sul vissuto di una persona, ma più spesso rischia di creare rumore di fondo e confusione nell'analisi dei fenomeni corporei.
Qualcuno può forse dire di non vivere una di queste sensazioni, di non avere sensi di colpa o di non sentirsi mancare la tranquillità finanziaria? Sembra di sparare sulla crocerossa.

Non stiamo parlando di efficacia terapeutica, perchè l'ormai vasta esperienza dei professionisti psicoterapeuti nell'approccio alla sfera emotiva e ai modelli di pensiero conclama evidenza di successo, indipendentemente dalle teorie sostenute o dalle tecniche utilizzate.
Tuttavia oggi, avanzando più oltre, possiamo aggiungere a tutto ciò una precisione millimetrica e scientifica nell'indagine eziologica, senza generalizzazioni, in base a regole matematiche di causa-effetto.
Sono regole in continuo perfezionamento, ma già ben definite e ampiamente disponibili a chiunque.
Grazie alle quali, in definitiva, si guadagna la possibilità di accedere non più solo ai riflessi emotivi della psiche, ma alle sue originarie radici vegetative.
In questo contesto possiamo azzardare il termine "precisione scientifica", perchè si tratta di leggi di natura verificabili e, in quanto leggi, sempre riproducibili e non variabili nel tempo (nella nostra era evolutiva).


Una volta che queste leggi sono state comprese e verificate nella propria vita con la dovuta precisione e concretezza, il passo successivo si compie nell'indagare come si crea e mantiene la gabbia percettiva che induce il corpo a reagire a livello biologico (principi di Fenomenologia della percezione).

Faccio queste considerazioni perchè, in questi mesi, ho notato una vorticosa circolazione di immagini e pubblicità basate su fondamenti di psicosomatica del secolo scorso, divenute molto virali in rete.
Un esempio eclatante è la porzione di sinistra dell'immagine qui sotto (molti la riconosceranno), che ospita informazioni tratte dal famoso libro Heal Your Body di Louise L. Hay del 1976.
Ho voluto quindi provare a fare una comparazione diretta tra il vecchio modello eziologico e quello più recente: da una parte ci sono i "modelli di pensiero" psicosomatici considerati le "probabili cause", i "forse" del dolore osteo-muscolare, dall'altra ci sono le percezioni biologiche, riferite a difficoltà motorie, che con rigorosa precisione attivano i processi organici in tempi e situazioni definite.

Da notare come, nella visione emotiva, l'interpretazione può essere certamente coerente e verosimile, ma si resta a un livello di approssimazione tale da permettere di riconoscersi un po' in tutte le condizioni elencate, tanto da poter pensare di essere a rischio di fratturarsi la schiena in ogni punto.
Attraverso l'emozione, si sta osservando non il processo, ma la proiezione dell'ombra del processo biologico.
Insisto su questo fatto dell'approssimazione perchè, anche nell'ambito delle affilatissime leggi biologiche e anche nell'approccio di chi le maneggia con grande esperienza, non è raro scivolare sulla giustificazione di un sintomo in base a conclusioni affrettate ma totalmente fuori strada, spesso dovute a pigrizia nella ricerca della precisione. La precisione è essenziale.

Un'immagine come quella di sinistra, infatti, nei social network diventa facilmente ipercondivisa, perchè ci riconosciamo un po' tutti, come in un oroscopo!
E a volte siamo anche molto soddisfatti di questo tipo di messaggi, perché possiamo finalmente giustificare quel dannato mal di schiena, che se è causato da qualcuno (ad es. per "mancanza di sostegno emotivo") allora mediamente non è nostra responsabilità, "e lo sapevo io che è colpa sua"!

STOP fermi tutti! Precisione e tornare nel corpo: ci vogliono fatti concreti!
Altrimenti ce la raccontiamo, ci diciamo in testa favole infinite che sanno comodamente giustificare tutto e il suo contrario e, siccome in questo modo rinforziamo le nostre routine, peggioriamo anche la situazione.
 

Per tale motivo ciò che non può essere concretamente verificato non è solo vano, ma è anche nocivo.
 

Ci sono quindi alcune regole per fare ciò, utili sia al professionista impegnato in questo settore, sia a chi vuole poter essere responsabile della propria salute: se sei un principiante non sarà certo sufficiente, ma puoi iniziare ad apprendere le prime linee guida per verificare le leggi di natura con piccoli sintomi quotidiani.

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