Esseri evoluti in questo mondo svolgono un mestiere
poco noto, un mestiere antico e spesso nascosto alla consapevolezza collettiva,
il mestiere di aiutare, di donare, di amare.
Questo mestiere la maggior parte delle volte viene svolto in maniera inconsapevole, è così radicato in chi lo espleta che potrebbe definirsi uno status dell’essere da cui non ci si può slegare; a volte la mancata consapevolezza del compito genera molta sofferenza, a volte fa percepire all’individuo di essere inadeguato, “difettoso” in un mondo al contrario, e pertanto tutto diventa più faticoso.
E’ un “mestiere” molto particolare, non è di questa realtà materiale ed illusoria in quanto la trascende tuttavia molti mestieri di questo mondo sono simili ad esso, quei mestieri in cui bisogna amare incondizionatamente per poter aiutare gli altri.
Solo pochi esseri, forti nell’anima, possono adempiere a tale compito dal quale sono spesso assorbiti poichè è la stessa coscienza universale che agisce attraverso essi.
L’angelo
porta dentro una forza sconosciuta, potentissima, dirompente, molto spesso non
sa cos’è né come usarla, ma coglie nitidamente il suo forte pulsare .
Quando l’angelo diventa consapevole di sé evolve, attiva una trasformazione alchemica e impara a donare senza aver più bisogno di ricevere.
L’angelo
consapevole percepisce se stesso, la sua dirompente forza vitale, la estende
per ampi spazi intorno a se, genera cambiamenti in maniera volontaria; la sua
presenza può essere colta solo da chi “sente” le energie dell’ambiente che sarà
saturo di energia radiante.
Quando l’angelo diventa più “maturo/evoluto” si avvede di sé, della sua missione, della sua profonda connessione col tutto e in quel momento tutto cambia, la sua energia diventa più forte, pulsante, vivida, riesce a sentirla ed indirizzarla a ricaricarla velocemente, a condividerla. Quando questo avviene anche l’aspetto fisico cambia, con il tempo le curve del corpo diventano meno accentuate, più dolci; i suoi occhi diventano più lucidi, iniziano a “brillare” in maniera particolare, trasmettono con più intensità le profondità interiori. Se si fa attenzione si può riconoscere l’angelo tra le persone comuni; di solito lui non palesa la sua natura, la camuffa con atteggiamenti diversi, ma sempre costruttivi.
L’angelo ha molti strumenti del mestiere tra cui la gioia, la pace, la comprensione, la compassione, il pianto e l’amore incondizionato; li usa per esternare il suo sentire profondo e percorrere il suo stile di vita.
Gli angeli piangono, anche tanto all’occorrenza, è la loro forza esclusiva, è un'alchimia trasformativa che converte il dolore in amore e crescita, il loro migliore strumento per liberarsi del troppo disequilibrio assorbito e gli consente di rigenerarsi in fretta; si tratta di uno strumento utile quanto la malattia che rinforza sempre di più l'energia e la natura intrinseca dell'essere tale.
Gli angeli sono la malattia del male, una discrepanza di questa società disumanizzata, una disarmonia di questa realtà fittizia e come la malattia portano coerenza, guarigione, equilibrio per mezzo dell'energia che infonde la vita.
L’angelo è uno stato della coscienza.
In ognuno potrebbe celarsi un angelo.
Marcello Salas
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