La
vita ci segnala continuamente con piccoli disequilibri fisici quelle disarmonie
emotive che si annidano, si nascondono, nei meandri della nostra mente, ma che
comunque si fanno sentire e si accumulano sempre di più sino a generare proprio
quello che più temiamo.
Quando scopriamo che qualcosa non è andato nella nostra vita spesso è
tardi per rimediare
ed allora scatta qualcosa, reagiamo all’imprevisto, cambiamo il piano della
vita avvedutici d’un tratto che il sentiero era sbagliato. Fa male, tanto male,
ma è l’unica cosa da fare in quelle circostanze, quindi ci diamo da fare, la
vita deve prevalere.
Quando non c’è più tempo d’un tratto tutto si fa chiaro,
il cammino diventa nitido e la vita la fa da padrona.
Vi
lascio con un articolo interessante che deve farci ragionare su quello
che spesso trascuriamo, anzi nascondiamo a noi stessi e con cui prima o poi dobbiamo
fare i conti.
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QUANDO LA SCELTA E’ TRA VIVERE O MORIRE
Le
persone vengono da me per un motivo o per l’altro e, poco dopo, grazie al
Coaching Evolutivo, ottengono ciò che volevano. Sono sempre onesta con loro, e
dico quello che ho visto nel lavoro che abbiamo compiuto insieme.
A
volte mi congratulo e gioisco con il mio cliente, festeggiamo insieme e siamo
entrambi più che soddisfatti. A volte, pur celebrando l’obbiettivo raggiunto,
faccio notare che ci sono altre cose importanti su cui dovrebbe lavorare, senza
le quali non potrebbe essere, pienamente, Se Stesso e vivere la “Sua Vita”.
Spesso
mi viene risposto: “E’ vero, me ne rendo conto, ho visto anche io ciò che mi
dici, però, per ora, mi fermo qui.”
C’è un tempo di cui ognuno ha
bisogno per metabolizzare i cambiamenti profondi che accadono durante il percorso
di Coaching. E’ fondamentale, per me, lasciare ognuno libero, senza
condizionamenti, in grado di valutare e decidere cosa fare di Sè.
A
volte ritornano, dopo un po’ di tempo, a volte no. A volte sono serena, a volte
mi si stringe il cuore sapendo che stanno fuggendo dalla loro splendida
Realizzazione, dal proprio Sè più vero, che li costringerebbe a trasformare
completamente la loro Vita.
Un
mese e mezzo fa una delle Amiche più care, di quelle del Cuore, mi ha invitata
a trascorrere un week-end nella sua casa in montagna. Ho accettato volentieri,
rendendomi conto che, per lei, non era solo un week-end. Mille impegni hanno
tentato di impedirle di partire, di lasciare la famiglia, di piantare lì una
riunione di lavoro convocata proprio all’ora della partenza, ma lei è stata
ferma e decisa: “Questa cosa mi serve,
la devo fare, non ce la faccio più e devo staccare!”.
Non
era un caso che, tra le amiche del Cuore, avesse scelto me. Diverse volte, nei
quasi vent’anni in cui ci conosciamo, l’ho aiutata con il Coaching, e molte
volte le ho fatto notare cosa avrebbe ancora avuto bisogno di fare, ma le sue
risposte evasive e la convinzione di potercela fare da sola mi facevano subito
desistere. Mi rendevo conto che la sua Vita era una corsa continua nel tentativo
di essere sempre organizzata e programmata, di fare le cose bene, come
piaceva a lei. Ogni tanto facevamo qualche battuta, e la nostra amicizia
continuava così.
Dopo le camminate di quei giorni in montagna il mio problema ad una gamba si è accentuato, Lei mi ha consigliato il suo terapista e, malgrado ciò, non l’ho più vista per un mese. Non era da lei non chiamarmi per sentire come stavo, ma nessun presentimento mi ha sfiorata. Poichè le cose dovevano andare esattamente come sono andate, nessuna sensazione mi ha avvisata di ciò che le stava accadendo.
Una
settimana fa (sembra passato un anno intero!) mi ha mandato un messaggio
dicendomi che sarebbe passata la sera a trovarmi. Ho preparato lo spumante per
brindare e festeggiare il nostro incontro, e l’ho accolta gioiosa e sorridente.
Ero davvero contenta di vederla! “Come mai sei sparita, abbiamo passato troppo
tempo insieme in montagna?” ho scherzato…
“No”-
mi ha risposto – “E’ successo qualcosa a me.”
E
poi, con difficoltà e fatica, ha continuato: “Devo iniziare a dirlo, e tu sei
la prima a saperlo, oltre a mio marito.” E, guardandomi negli occhi, ha
continuato: “Mi hanno trovato un tumore.
Maligno.”
Sono
rimasta lì, inebetita, con il mio bicchiere di spumante in mano, mentre le
lacrime mi inondavano gli occhi. Ho visto il suo sforzo per controllarsi e ci
ho aggiunto il mio. Ci siamo sedute sul divano, ed ho lasciato che mi
raccontasse quello che era avvenuto in quel breve periodo. Una corsa contro il tempo dopo un
controllo periodico, la sentenza crudele e dura, la trafila di esami per
prepararsi all’intervento.
“Sto
solo aspettando che mi chiamino per essere operata. Ho già fatto tutto quello
che andava fatto.” – continua – “Il momento più duro è al mattino, quando non
trovo la forza di alzarmi dal letto.”
Parliamo,
fino a tarda notte. Mentre, apparentemente, chiacchieriamo, ascolto le sue
convinzioni che emergono nella conversazione. “I migliori sono i primi ad
andarsene”, ad esempio, e le faccio notare quanto potrebbe aver influito, nel
suo inconscio, la morte del padre tanto amato, ancora giovane, a cui non si è
mai rassegnata.
La
sua prima richiesta, di essere solo ascoltata, come un’Amica, mi apre
lentamente un varco affinchè io possa dirle: “Non so quante possibilità tu voglia dare a te stessa, ma, per quanto
mi riguarda, tu TI MERITI TUTTE LE POSSIBILITA’ del mondo di guarire.”
E poi, con fermezza, continuo: “Fino a
quando non entri in ospedale voglio vederti ogni giorno per fare il lavoro che,
fino ad oggi, hai sempre voluto evitare.”
E
così, “per farmi contenta”, come mi dirà poi, in tre giorni (quelli che ci
verranno concessi prima del ricovero), facciamo un tuffo in profondità, nelle pieghe più remote e sconosciute
dell’inconscio, dove si annidano le decisioni prese in tenera età per rispettare e
continuare ad amare chi ci ha allevato, le eredità ricevute dagli avi e
trasmesse dai genitori, i traumi vissuti e mai disciolti, le delusioni ed i
rancori che ancora segnano l’animo, per dissolvere, purificare e lasciar andare
ciò che non serve più.
Conosco bene il potere di autoguarigione del Corpo,
che può ammalarsi per dare segnali forti a colui che continua ad ignorare
quelli deboli,
ma anche far sparire il sintomo che
ha compiuto la sua funzione, che ha fatto arrivare con chiarezza il suo
messaggio.
Nel giro di poche ore la sua disperata rassegnazione diventa voglia di
fare qualcosa. La profonda trasformazione interiore le comunica il messaggio
del sintomo, che inizia a parlarle. L’incontro con le persone che non ci
sono più e con quelle da cui è stata delusa, la possibilità di mettersi nei
loro panni e “sentire” il loro vissuto, le permette di capire le loro vere
intenzioni. I messaggi che l’inconscio manda in superficie sono tutti vitali,
indicano sempre: “Vivi la tua Vita e sii felice!”
E la consapevolezza di stare
vivendo una Vita falsata dall’illusione di poter controllare tutto, di aver
continuato a prepararsi per essere pronta ad andarsene lasciando tutto in
ordine, come una brava bambina deve fare, di aver assunto il ruolo di genitore
della propria madre, comincia a diventare sempre più chiara, e la voglia di
darsi la possibilità di iniziare a vivere la propria Vera Vita a prendere il
sopravvento.
La
sensazione di andare incontro ad un’esperienza devastante si trasforma nella
tranquillità data dalla percezione, chiara e netta, che il Corpo sta compiendo un
processo di guarigione. Il suo ricovero, dopo solo tre giorni di lavoro su di
Sè, sarà un’esperienza completamente diversa da quella che si era aspettata
inizialmente, e così i risultati dell’intervento. Il giorno successivo torna a
casa, con prospettive migliori e con una ripresa in atto che viene confermata
dalle dimissioni nel giro di poche ore.
Ci
sentiamo ogni giorno e mi rendo conto che la possibilità di una Vita Nuova si sta facendo sempre più spazio e
trova al suo interno continue conferme, poichè stanno emergendo le cose che ha
sempre avuto voglia di fare e che non ha mai fatto. Finalmente la sua Anima è
riuscita a farle correggere la strada, e ad indirizzarla verso la Missione che aveva scelto
prima di nascere.
Quando la scelta è tra Vivere o morire, non rimangono più scuse; la
mente si arrende di fronte all’evidenza di non poter più rimandare, poichè il
tempo a disposizione è contato. A quel punto la possibilità, per chi vuole
continuare a Vivere, è quella di andare dalla persona di cui ci si fida di più,
per chiederle aiuto e consiglio.
La Guarigione ed il Miracolo si compiono per
Chi ha il coraggio di scegliere la
Vita e di affidarsi completamente. Solo la resa totale della
mente, l’abbandono completo dell’illusione del controllo permetto al Corpo di
rigenerarsi e di andare verso la propria Vera Missione (Re-Missione del sintomo
= Guarigione).
Davanti all’abisso l’unica possibilità è lanciarsi, confidando sulle
proprie ali, sperando di imparare a volare.
E l’Anima vola, quando viene lasciata libera di farlo; sì, l’Anima
vola!
http://valeriapisano.com/2015/07/05/quando-la-scelta-e-tra-vivere-o-morire/
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